sabato 1 settembre 2012

Il Foggia è morto. Viva il Foggia!

No, non ci riesco. C'è curiosità, ma mi manca l'ansia. Quella nasce spontanea, ed ora non c'è.
La passione non si accende: si accende da sola. Si accende una volta e non si spegne mai. E se ciò accade, quando accade, è la fine.
Mi resta l'attesa, indifferente, della vigilia di un fatto di cronaca, non dell'evento che ogni anno scandisce il calendario del tifoso. Perchè quest'anno non si ripeterà l'evento.
Nè farò l'abbonamento, in Curva Sud o altrove; comprerò il biglietto di volta in volta, lo so, ma l'abbonamento, quello non penso di farlo.
Perchè? Perchè questo non è il mio Foggia. Il mio Foggia è morto.
Chi lo ha ucciso? E a cosa serve, oramai, ricordare e provare a trovare il colpevole, i colpevoli?
Il Foggia non c'è più.
Ora ce n'è un altro, con gli stessi colori e senza satanello. Non è lo stesso Foggia. Non è nè quello che sconfisse l'Inter di Herrera, nè quello che venne sconfitto dall'Inter di Scanziani; non è quello di Rosa Rosa nè quello di Coccimiglio; non è quello di Toneatto, di Puricelli, di Caramanno, di Zeman, di Catuzzi, di Burgnich, di Marino ... di Bonacina; non è quello di Rinaldi o di Baiano. 
Quello che non è morto a Foggia è il calcio. Il calcio a Foggia non è morto. E questo lo si deve ad un illustre (ai più) sconosciuto di Foggia che, per essere ricco (o benestante, non so) poteva magari anche stare a Foggia, ma per essere benemerito ha dovuto andare via da Foggia; e che per essere così tifoso del Foggia da volerne salvare le ceneri dalla sua aspersione sui campi aridi del Tavoliere, doveva vivere fuori Foggia.
Ma questo che ha costruito, non è il mio Foggia.
Questa è un'altra storia; quella si è chiusa e ora ne inizia un'altra. Che non ha passato e forse, speriamo, avrà un futuro. Un futuro che andrà costruito poco a poco, con pazienza e senza fretta, con i ragazzini di oggi che dovranno avere solo una sciarpa, solo una maglia, solo una fede da seguire, senza gli appigli in serie A, così, se le cose vanno male, tanto sta il Milan, l'Inter, la Juve ... .
E' per questo che, ora più che mai, inizia una avventura difficile, difficilissima. Da appoggiare, con la razionalità e con la consapevolezza che la città cresce anche se cresce lo sport, il calcio; da appoggiare perchè è un progetto ambizioso ed è necessario l'impegno di tutti, perchè la mia città lo merita.
Ma la passione ... la passione uno non se la impone.
E' per questo che porterò il piccolo Luca allo ZAC; che è troppo piccolo per la Sud. Lì ci tornerò d'inverno, quando saremo meno del solito a vedere .... ma chi se ne frega chi verrà a Foggia: io andrò a vedere i nuovi rossoneri. Sarà una squadra da costruire, non da ricostruire. Non si ricostruisce ciò che è sparito. Fossimo crollati in serie D, retrocessi sul campo, sarebbe stato diverso.
Questa è un'altra storia, questo è un altro Foggia.
Sapete che vi dico? Mi mancherà il coro: "Non smetterò mai di lottare, per questa maglia storica, il passato non si dimentica .... "
Beh, faremmo bene a dimenticarlo in fretta, quel passato: qui ce n'è da costruire un'altra di storia, un altro passato. Un passato iniziato poche settimane fa.
Posso cercare, devo cercare di fare sì che il giovanotto cresca con questi colori e non altri, non importa la categoria, non importa gli avversari.
Ma questo Foggia, è un altro Foggia.
Perchè il Foggia è morto. Viva il Foggia!    
http://youtu.be/cu-duKURYyQ