lunedì 30 marzo 2009

Sil(v)icon Valley

L'impatto mediatico è stato giustamente elevatissimo. L'organizzazione penso che abbia sfiorato la perfezione. L'entusiasmo alle stelle. Il processo di fondazione del partito del Popolo delle Libertà ha avuto il suo culmine domenica mattina, quando il Presidente del Consiglio ha concluso i lavori del nuovo soggetto politico, alla guida del Paese presumibilmente per i prossimi anni.
Fra i campi in cui la mia ignoranza è maggiormente ferrata (enciclopedica, come direbbe Pitigrilli), c'è indubbiamente la politica. Posso solo, dunque, fare delle considerazioni da utente mediatico. E, sinceramente, secondo me c'è poco di nuovo all'indomani della convention berlusconiana, tranne che:
Forza Italia esiste ancora: solo che ora si chiama PdL;
An non esiste più, anche se ora si chiama PdL;
i gruppuscoli generosamente chiamati "partiti minori" non esistevano prima e non esistono ora ma adesso si chiamano PdL.
I "colonnelli" di AN, i vari Larussa, Gasparri e co, sono degradati a caporali.
E Fini, che poteva essere leader di un partito moderno, se solo avesse avuto il coraggio di portare avanti istanze quali ad esempio il voto amministrativo agli immigrati, ha abdicato al ruolo istituzionale di Presidente della Camera; laddove sembra voler svolgere con orgoglio burocratico il suo formale compitino in un Parlamento (in cui la carica di Presidente del Senato è da tempo scomparsa nella figura di Schifani) sempre più svuotato di forza, sollecitando istanze che da segretario sottomesso a Berlusconi non poteva fare.
A chi rimproverava, appunto, che Fini fosse troppo sottomesso alla preponderante personalità di Berlusconi, si rispondeva che in questo modo comunque si era al governo e si aveva voce in capitolo.
Ed ora? Ora che Fini non è più niente? Se avesse detto ieri che la legge sul testamento biologico deve essere una legge laica e così com'è il testo licenziato dal Senato (la stanza di Schifani) non risponde a questi requisiti, cosa sarebbe accaduto? E la equazione immigrato - delinquente da rigettare, da ministro l'ha mai portata all'ordine del giorno?
Politicamente, oggi, Fini da terza carica dello Stato non è più niente.
E la nazione è in mano ad un leader che fa del culto della personalità la sua potenza; che si circonda di tanti Guido Angeli, idolatri riconoscenti dell'Aiazzone di turno. Che forma le liste elettorali con lo stesso criterio con cui gestisce le prime file alla convention del partito.
Le vestali sono pensionate, ormai: la fiamma si è spenta. E tutto sommato è meglio così.
Se avesse continuato ad ardere si sarebbe potuto correre il rischio, hai visto mai? di sentire, intensa, la puzza di bruciato.
Partito di plastica.

domenica 29 marzo 2009

Trotta, trotta cavallino ...

Non ricordo nemmeno più da quanti anni non perdevo il semaforo verde (apparizione virtuale, visto che son solo quelli rossi che si spengono) che da il via alla stagione di Formula 1.
Le qualificazioni del sabato? Nemmeno sapevo quale fosse la griglia.
Mi sintonizzo su Rai Uno sulle parole dell'afflitto Mazzoni "quando siamo giunti esattamente a metà gara".
Forse di "legale" in pista c'era solo l'orario, di certo c'è che quello della Formula 1 è realmente diventato un vero "circo". Purtroppo, però, non più di quelli sfavillanti, con tre piste ed artisti di primo livello, ma uno di quelli di periferia: quelli con i leoni dalla criniera spellacchiata, la donna cannone che sembra una paziente presa dai lettini delle rubriche di Federico Onder mentre parla dell'obesità, ed i tanti nani goffi, le ballerine sgraziate, e soprattutto i clown tristi.
Nella mediocrità dello spettacolo la degna cornice è stata l'arrivo dietro la safety-car, specchio evidente di una Formula 1 cui forse farebbe bene un anno sabbatico. E forse anche la Rai potrebbe trovare un commentatore migliore di Mazzoni, uno che vedendo Vettel andare in giro per la pista con una ruota appesa, non ha di meglio da fare che scomodare il compianto Gilles; uno che si ostina a pronunciare Brawn così come si scrive: persino a Radio DeeJay venerdì mattina Linus si è dato del "pippa" per avere detto una sciocchezza del genere.
Insomma, una domenica mattina motoristica in cui ho pensato che un solo Montoya in monopattino sarebbe più emozionante di tanti Trulli che partono dai box ed arrivano a podio.
Damon Hill ha fatto vomitare un giornalista per quanto andava veloce su una auto da strada. Jenson Button, poverino, chissà quanti ha fatto addormentare difronte agli schermi.
Le Ferrari? Scontato pensare al grande Enzo; credo che stavolta sarebbe stato lui a suggerire a Marincovich quel titolo su Repubblica che molti anni fa tanto lo fece arrabbiare.
Ridateci la Formula 1
...
Per fortuna c'è il calcio. O meglio: ciò che ancora ruota attorno al calcio. Mi riferisco ai calciatori stranieri, i brasiliani in particolare. Quelli che, nati poveri, nelle miserrime favelas di Rio, si ricordano di essere ancora dei ragazzi e, con tanti anni e parecchi centimetri davanti a sè, si godono in patria i danari guadagnatri in Italia; dove una società di benpensanti li vorrebbe vecchi a vent'anni, e monaci di clausura a letto dopo Carosello.
E leggendo l'articolo che descrive le spensierate feste cui partecipa Adriano in patria, ma ancor più guardando le foto di Patricia Araujo mi viene in mente quel titolo: Se questo è un uomo.
...
Ma, come sempre accade, ed è il bello della vita, la realtà supera sempre la fantasia e ... la stessa cosa, lo stesso titolo mi è venuto in mente dopo avere letto dell'ennesima trovata di Huguito (avrà visto Non ci resta che piangere?).
Il Venezuela e l'Italia hanno almeno una cosa in comune: il populismo dei suoi attuali leader e la loro ineguagliabile capacità di inventarsi di tutto pur di cercare di distogliere l'attenzione della gente dai reali problemi della quotidianità.

sabato 28 marzo 2009

Gianfrancazzo



Quod non fecerunt barbari, fecerunt barbefini
*ovviamente porgo le mie scuse all'autore della indimenticabile (per versi opposti) striscia, quella originale.

giovedì 26 marzo 2009

Il Ministro Roberto Casperoli

Tempo di remake al cinema.
E' in programmazione, infatti, nelle sale di 79 comuni d'Italia la nuova versione del film Ghost Town.
La nuova storia si basa sulle sfortunate vicende di un medico con l'hobby della politica, ma un po' pasticcione. Incaricato dal Presidente del Consiglio di semplificare l'impianto normativo del Paese, il Ministro Casperoli cancella di qua e di là un po' di normative obsolete e dunque inutili.
Preso dall'entusiasmo, però, si distrae e si lascia convincere da alcuni amici con l'hobby della doppietta di cancellare la riserva del Parco Nazionale d'Abruzzo, oltre ad un po' di città italiane.
La vicenda assume i contorni del giallo internazionale allorchè il leader libico Gheddafi, appresa la notizia, si precipita presso un notaio di fiducia per accatastare le Diomedee alla Libia, accampando presunti vecchi diritti.
Solo a questo punto il Ministro Casperoli si accorge del guaio provocato dalla sua distrazione e si rimette al lavoro, promettendo di rimediare all'errore promulgando entro l'anno una nuova legge che semplificherà la precedente recante misure urgenti in materia di semplificazione normativa.

mercoledì 25 marzo 2009

Spot Benedetto

martedì 24 marzo 2009

Certezza della penna

Qualche giorno fa, in giorni che qualcuno definirebbe "non sospetti", da queste parti si esprimevano perplessità (è un eufemismo) su come la stampa italiana trattava il caso dello stupro della Caffarella e, peggio, su come venivano trattati e dipinti i due rumeni stupratori, i "mostri" (ed in quanto tali meritevoli per definizione di essere sbattuti in prima pagina).
Ci si trovava nel periodo delle ronde, favorevoli e contrari, castrazioni chimiche e meccaniche, frontiere da chiudere, certezza della pena, certezza del diritto, rigurgiti di razzismo e quant altro.
"Tempo ce ne è voluto", diceva mia nonna; ma alla fine il tribunale, un tribunale, ha deciso di scagionare i due rumeni, i due mostri. Uno è già in libertà.
Peccato, però, che giustizia non sia stata fatta.
E no! In una epoca mediatica come questa che viviamo, dove i media ci influenzano, ci indirizzano, comunque svolgono un ruolo fondamentale per la diffusione della notizia, dei fatti, della cronaca, delle opinioni, giustizia dovrebbe essere fatta non solo nelle aule dei tribunali (prima o poi), ma sui media oggi, adesso.
Penso ad una puntata di Porta a Porta in cui a deridere (si: a deridere) l'avvocato di uno dei due rumeni ci si metteva il sindaco (PdL) Alemanno (ex MSI, ex AN) che ridacchiava certezze ("ma se lo sanno tutti che stavano nel parco"), con l'ex(ringraziando il cielo) prefetto di Roma, il deputato PD (ex Forza Italia) Achille Serra che gli dava convinto appoggio, per non dire del ciambellano di corte, il presentatore che offriva all'avvocato commiserazione pietosa all'ipotesi che l'interrogatorio non fosse avvenuto con modalità, diciamo così, "ortodosse".
Non bastava l'esame del DNA. Al povero Sansonetti, invitato per dare forse una sembianza di par condicio, davano la parola ma nessuno gli prestava attenzione.
Penso che questi due rumeni, vent'anni fa, senza la odierna tecnologia scientifica, li avrebbero sbattuti in carcere e buttato la chiave.
Noi italiani, oggi con i rumeni, come negli USA con i neri ieri, con gli ispanici oggi.
E' sembrato che lo sforzo degli investigatori fosse quello di volere ripiombare a tutti i costi in un passato fatto di certezze dai piedi di argilla (e chissà quanti innocenti marciscono ancora nelle patrie galere - per non parlare di tutti quei morti, giustiziati dove vige la pena capitale e la certezza della pena), rigettando l'evidenza della prova del DNA.
E perchè? Per un utente medio televisivo vale la colpevolezza perchè in TV lo dice Alemanno? Perchè ne è sicuro Serra? Perchè Vespa mostra certezze scontate?
Cosa accade ora? Il rumeno scagionato e scarcerato avrà il suo posto in TV da Vespa per chiedergli come ne esce da questa faccenda? Quale ospite verrà invitato a parlare di come la magistratura inquirente conduce le indagini? E se sia stato normale ciò che è accaduto? Chissà!
Onestamente ne dubito, ma non si può mai dire. Mi sarei, però, accontentato di vedere non dico lo stesso risalto e la stessa enfasi alla notizia della liberazione del "pugile". Stanotte, su RaiTre, in una delle tante rassegne stampa sulle prime pagine dei giornali oggi in edicola, l'unico quotidiano che metteva la foto del rumeno, non più circondato dai poliziotti che lo portavano in carcere ma sorridente, in abiti decenti e con il titolo "Questo è un uomo libero" era, mi pare di ricordare, Il Tempo. Per il resto: crisi economica, decreto casa, il povero Papa irriso ed offeso e poco più.
Su Repubblica, adesso, alle 11.15 del giorno successivo alla scarcerazione, la notizia Senza altri aggiornamenti) è già al 15° posto. Ed il Corriere, oggi, dedica alla vicenda un articolo con un titolo a dir poco grottesco.
Chissà quanto costerà allo Stato questa ingiusta detenzione.
In termini economici, visti anche i precedenti recenti, ben poco, temo.
In termini di credibilità, grazie all'appoggio della stampa più illustre, ho l'impressione che ancor meno.
E la credibilità della stampa?
...
Aggiornamento delle 23,oo circa.
WOW!
...
Aggiornamento # 2
Dopo averlo scritturato per un reality, il Corriere ci ripensa e lo mette in cucina.

venerdì 20 marzo 2009

Papa e Fede

Ieri, una piccola carrellata sui titoli dei TG delle edizioni trasmesse a cavallo dell'ora di pranzo.
Il TG3 apre con i guerriglieri di Brunetta, mentre Studio Aperto ed il Tg2 danno la precedenza al processo a Fritzel.
Canale 5, il TG1 e Rete4, invece, pongono la loro attenzione su temi legati alla religione: i primi due, infatti, aprono con il viaggio del Papa in Africa, mentre Rete4 parla di Berlusconi ....

giovedì 19 marzo 2009

Manifestown

martedì 17 marzo 2009

La VERA emergenza acqua

Sciopero agli stabilimenti dell'acqua Vera (proprietà Nestlè).
I consumi calano e lo stabilimento mette in cassa integrazione il 30% dei dipendenti. Brutta storia. Come tutte quelle in cui un lavoraore vede il suo posto a rischio; e con esso le certezze: il mutuo, gli studi dei figli, le necessità quotidiane ...
A casa mia ho montato un piccolo impiantino che "tratta" l'acqua di rete e, devo dire la verità, mi sembra che sia efficace.
Impiantini analoghi si vedono oramai in tante case, e in pressochè tutti i bar. I furgoncini delle ditte che trasportano di apparecchi simili se ne vedono in giro sempre di più. Anche in TV le televendite propongono sistemi analoghi.
Il servizio televisivo liquidava (ah! la lingua italiana...) le ragioni di questo calo dei consumi dell'acqua Vera con un laconico: "la crisi si fa sentire e calano i consumi". Io vorrei fare il direttore dei telegiornali per potere licenziare in tronco certi corrispondenti.
"Papà, papà, ho sete" "Zitto, figlio! C'è la crisi: bevi dalla vaschetta dei pescolini rossi!"
E che è? Waterworld?
Uno, banalmente, potrebbe pensare: sarà che è aumentata la concorrenza e c'è gente che beve altre marche più economiche? O magari sarà che le tante campagne che invitano a consumare le acque del rubinetto (che, dati alla mano, dimostrano di essere qualitativamente alla pari di quelle in bottiglia ma più economiche) non stia dando i suoi frutti?
E dunque meno acque minerali imbottigliate significa per esempio meno plastica in circolazione? Meno idrocarburi in atmosfera per i trasporti? Quanti camion in meno per trasportare l'acqua Vera di turno in giro per l'Italia? Quanti viaggi in meno con l'auto fino al supermercato o l'ipermercato perchè l'acqua è in offerta (1 centesimo in meno al litro... e ne compriamo 4 fardelli con il fantastico risparmio di 48centesimi da decurtare sui 5 euro di benzina)? Quanto spazio in più in casa libero da quell'ingombro o sui balconi, con quell'acqua sotto al sole? Quante buste azzurre in meno da tenere in casa (e pazienza se poi il venerdì sotto casa ci sono pochi bustoni da fotografare)?
Siamo alle solite. Il messaggio che traspariva dal servizio non lasciava molto spazio alle considerazioni "ambientaliste". Il lavoro cala e fa comodo dare in pasto al mostro della crisi mondiale una situazione contingente, che forse è frutto anche dell'affermarsi di stili di vita nei quali si sta "insinuando" quel pericoloso germe del rispetto dell'ambiente.
Quel rispetto dell'ambiente che non è solo farfugliare sconsideratezze sulle discariche (anche quando lavorano in perfetta efficienza); non è solo pretendere che le industrie riducano le emissioni; che non è solo sperare che anche al paesello si montino impianti di energia alternativa e rinnovabile sui tetti degli edifici pubblici e sulle aree di proprietà comunale.
Il rispetto dell'ambiente è anche adottare stili di vita a scala domestica. Di cui, però, bisogna anche avere il coraggio (e la sapienza) di conoscere e valutarne le conseguenze.
In passato, probabilmente, i lavoratori ed i sindacati, hanno attaccato pesantemente quegli "ambientalisti" che lottavano per la chiusura di impianti industriali fortemente inquinanti, nel nome della difesa del lavoro.
Oggi non so se sia stato giusto continuare a dare contributi al settore auto, mentre da tutte le parti si dice che ci sono in giro troppe auto. E le centraline nelle città, lo smog, i parcheggi, i sistemi di dissuasione contro il traffico nei centri urbani, il treno, le domeniche a piedi ...
Però, c'è la crisi ... e tutti questi lavoratori?
La crisi, si dice, è una occasione. Lo penso anche io. L'occasione di non cambiare niente.
...
Visto che il paesello pullula di impianti fotovoltaici e solari*, qualcuno ha idea del rapporto fra pannelli solare e/o fotovoltaici* di marca italiana rispetto a quelli di marca straniera**? Hai visto mai che tutti quei soldi potevano essere investiti in altro tipo di occupazione? Che il governo poteva pensare a "investimenti" a lunga gittata che non sia la luce di un inutile ponte?

* Mola dicono che sia tra i primi cento comuni d'Italia con più di 5000 abitanti per pannelli solari (montati esclusivamente dai privati; ndb); benedette statistiche ... che poi, bisogna saperle leggere, le statistiche ... e benedetti rapporti Legambiente 2009 dove vengono riportati i comuni fino al 50° posto!
** parlo ovviamente di produzione; un po' di assemblaggio di materiale importato da USA, Svezia, Germania ma anche Spagna, Francia, Cina ecc. lo si fa anche in Italia ... ma produzione praticamente zero; ed ovviamente non c'è in Italia ricerca su un settore in cui non c'è produzione ...

lunedì 16 marzo 2009

Sforbiciate

E ... ZAC, un taglio alla lista che appoggiava il Sindaco.

sabato 14 marzo 2009

Mou-dù

E' già barzelletta. Ne sentivamo la mancanza. La lunga, angosciosa attesa per il tricolore, finalmente, grazie alle disgrazie della vecchia Signora, era terminata. E con essa sembravano finalmente essere destinate al dimenticatoio tutte le barzellette, gli sfottò, le prese per i fondelli di tutti nei confronti degli interisti.
Le diciotto dita di polvere accumulata sulle bandiere dell'ultimo scudetto sembrava dover essere utilizzata per seppellire i barzellettieri d'Italia.
La gioia è durata poco. Dopo pochi mesi, la cameriera portoghese, chiamata a rimuovere le quarantaquattro ragnatele dal tiretto in cui è conservata gelosamente l'ultima Coppa dei Campioni già rischia il licenziamento. A nulla, sembra, servirà ostentare il proprio curriculum fatto di una Supercoppa italiana!
Avrà, Moratti, capito la lezione? Chissà!
Per adesso, il presidente nerazzurro si è distinto per essere un signore fino a che ha perso (dappertutto), salvo poi sfoggiare l'arroganza del potere quando ha vinto (in Italia).
Oggi che, in Europa, torna al suo ruolo consolidato di perdente, risfoggia il suo collaudato aplomb: "L'Inter esce dalla Champions a testa alta. ma siamo pronti a riprovarci, non ci arrendiamo".
Ed in perfetto stile inglese lancia il suo slogan: "We can do it! (manchester) United we stand"

venerdì 13 marzo 2009

Allarmi e cautele

POche settimane fa si iniziava a discutere della disposizione che interessava i medici ed il loro obbligo di segnalare alle Autorità competenti i pazienti non in regola con i permessi di soggiorno.
Secondo alcuni, l'ennesima misura degna ed omogena a questo governo: barbarie e razzismo. Secondo altri, la necessità di salvaguardare la salute della collettività in casi di malattie che comportassero il rischio di contagio: valga per tutti (secondo i sostenitori della misura) il fatto che chiunque di noi vada al Pronto Soccorso lascia le proprie generalità dopo la prestazione.
Anche il Presidente della Camera in quetsi giorni ha ripreso l'argomento manifestando perlpessità circa l'obbligo della segnalazione.
Poi, come sempre, il destino ci mette lo zampino e ieri su alcuni quotidiani si leggeva della morte per TBC (di una variante peraltro particolarmente aggressiva e, conseguentemente: fulminante e a rischio trasmissione rapidissimo) di una giovane ragazza nigeriana.
Stamane a RAINEWS24 c'era in collegamento da Bari il giornalista Castellaneta, vicedirettore della edizione di Repubblica, sede di Bari. Il quale sintetizzava che la giovane era giunta clandestina in Italia, e dopo un periodo in un centro di accoglienza era fuggita e faceva la prostituta. L'allarme che stava male lo avrebbe dato un cliente che avvisva il 118.
Insomma, la ragazza sembra che abbia evitato le cure per timore di essere scoperta.
Ovviamente questo episodio rialimenterà la discussione fra i sostenitori delle due differenti posizioni, ambedue con una loro logica; da un lato chi sostiene che:
- è la prova provata che sono necessarie misure di identificazione perchè deve aversi un migliore e più capilare controllo di situazioni che comportano in sè il rischio dell'insicurezza sociale e sanitaria;
dall'altro chi dice che:
- così i malati stranieri non in regola non si cureranno e inizieranno a girare "bombe sanitarie" Insomma, una misura che amplia i potenziali rischi dell'espandersi di malattie e della salute sia dei malati che della popolazione. Senza garanzie per chi già vive una situazione precaria.
...
Fra queste due posizioni, mi spiace averlo notato, quel tal Castellaneta che in tutto il servizio ha avuto il modo di parlare della sfortunata ragazza defindendola solamente come: la prostituta nigeriana.

giovedì 12 marzo 2009

Un giorno un po' speciale

La conosco da 16425 giorni. Potrei aggiungerci quelle 40 settimane in più, durante le quali sono stato al calduccio, al riparo dal freddo, coccolato ed accudito.
Sedicimilaquattrocentoventicinque giorni e 40 settimane fa non esistevano quegli strani macchinari che ti mostrano piccolo come una lenticchia prima, brutto come un ranocchio durante, più o meno "umano" dopo, quando sei lì lì per iniziare a strillare, una volta venuto fuori.
Nè esistevano quegli strani flaconi che spalmano gel sulle pelli stirate nè oggetti strani che visualizzano immagini su un monitor ed un dottore che dice: "Non fatevi regalare vestitini color rosa".
Da bambino ricordo, appeso su una parete di casa, un mattoncino nero con una scritta bianca fatta a mano: "Due cose nella vita non ti abbandoneranno mai: l'occhio di Dio che ti vede ovunque, il Cuore della Mamma che ti segue sempre"
In sedicimilaquattrocentoventicinque giorni e 40 settimane, dentro o fuori, caldo o freddo, vicino o lontano, allegro o triste, tranquillo nel mio letto di casa o sfidando la sorte all'altro capo del mondo, non riesco proprio a ricordare un istante in cui non abbia sentito, su di me, quella rassicurante presenza di chi ti ha dedicato la propria vita.
Che posso dire, ma'? Auguri.

mercoledì 11 marzo 2009

Nella Nebbia di Martucci

Onestamente avevo pensato di intitolare diversamente questo post. Una cosa del tipo: "Martucci è morta, Martucci viva" (ops). Ma, un po' per il fatto che domani devo stare fuori e non potrò rispondere al telefono di casa, un po' perchè sinceramente la sceneggiata - attori compresi - che già ha assunto i connotati della pantomima in più di una circostanza, ha francamente stufato, hopensato ad altro.
C'è realmente poco altro da dire. Nemmeno più l'eredità borbonica del facite ammuina ha più senso, nè serve più. Restiamo tutti allineati, coperti e composti (anche se così c'è il rischio di essere rifiutati). Attendiamo, dunque, ancora una volta con animo dimesso l'esito e le conseguenze rispetto a quanto paventato nei giorni scorsi circa la chiusura della discarica di Bitonto.
Venghino siori venghino.
...
Ah, già! Il titolo del post. Niente di che: banalmente un articolo del prof. Giorgio Nebbia. Ne accennava qualcuno qualche settimana fa, a margine della soddisfazione per i successi della raccolta differenziata al paesello.

domenica 8 marzo 2009

venerdì 6 marzo 2009

giovedì 5 marzo 2009

Curiosity killed the chat

E tanti saluti alla privacy!
Ma saremo realmente preoccupati della nostra privacy, o ci nascondiamo dietro questo paravento solo quando squilla il telefono ed è la (talvolta anche onorevole) ditta tal dei tali che ci propone qualche prodotto commerciale?

mercoledì 4 marzo 2009

Fuori di test

Vediamo un po' se prima o poi la si smetterà di sbattere il mostro in prima pagina.

Paesello Punk

E si dice che ...

martedì 3 marzo 2009

... che nemmeno Fitzcarraldo ...

Giorni fa a Studio Aperto una stupefacente lezione di geografia, che al confronto le indicazioni che fornisce TeleNorba sono da satellite spia.
"Sequestrato dalla guardia costiera un sottomarino che trasportava droga, proveniente dalla Colombia e diretto in Florida".
Fin qui la notizia ... normale.
"Il sequestro era avvenuto al largo di Panama".
Ed anche qui, niente di strano.
"L'operazione si è svolta nel Pacifico".
...

domenica 1 marzo 2009

Qui custodet custodes?

Considerato che la Polizia non può essere impegnata a garantire la sicurezza alle ronde, a quando il provvedimento di costituzione di ronde per la protezione delle ronde?
Ronda su Ronda