L'altra sera (lunedì 3 aprile) seguivo il programma #Report, su RaiTre.
Si parlava, tra le altre cose, di Coca-Cola; e c'era l'intervista ad un
ex-manager di Coca-Cola Italia che raccontava dei suoi guai: seguito,
pedinato, controllato. L'intervistato, a volto coperto, ricordava
quando, vittima di queste vessazioni, gli furono rivolte false accuse,
"perfino di #pedofilia".
...
Per qualche tempo, causa libro da promozionare, l'ex (credo) PM Piercamillo Davigo, già presidente dell'ANM, ha imperversato
in tv portando avanti le sue esperienze e le sue idee. E gli avvisi di
garabnzia, i politici, rubano, rubano più di prima, menio di prima, si
vergognano di meno ecc. ecc. E tante sono state le occasioni in cui
costui invocava il "Principio di precauzione".
"Mi scusi, ma se uno
è accusato di pedofilia, nell'attesa che si fa il processo, d'accordo
che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma nel frattempio io
mia figlia a scuola non la lascio accompagnare da quest'uomo" E giù
applausi, Scroscianti.
Naturalmente, con analoga pupilla vitrea,
anche Marco Travaglio ha avuto sovente modo diinvocare il medesimo
principio e fatto lo stesso esempio. E i medesimi applausi, altrettanto
scroscianti.
Il pubblico sa cosa fare, nei talk-show.
...
Capita poi che un brav'uomo, un manager con la sola colpa di non voler
adeguarsi supinamente alle spregiudicatezze (...) dell'azienda per cui
lavora, venga sottoposto a svariate angherie e perfino fatto oggetto
della più infamante delle colpe, la pedofilia.
Perchè alla fine ciò
che conta è gettare discredito, "la calunnia è un venticello", e finchè
non si acclara che non è vero niente, per intanto la merda sul vestito
bianco l'hai scagliata; e sta a te, poi, andare in lavanderia, pagare ed
uscire nuovamente pulito con quello steso vestito immacolato.
Ma
la gente resterà sempre a guardare quel vestito sì impeccabile,
ricordando però non chi, impeccabile, lo indossa in modo impeccabile, ma
solo che quel vestito era sporco di merda.
Un po' come se ti
dicessero che in un piatto al ristorante un cliente ubriaco ci ha
vomitato sopra, ma è stato lavato a 100°. E poi ti dicono che non è vero
niente. Tu chiederai sempre di cambiare piatto, e magari anche
ristorante.
...
Non vorrei, non avrei mai voluto vivere in un
paese in cui la magistratura si rappresenta e si specchia felice nelle
teorie esposte con orgoglio dal Davigo di turno. E nei talk-show dal
Travaglio di turno; altro che frenetici applausi. Ricordo (leggenda metropolitana?) le parole
attribuite a Bertinotti il quale, chiesto di un parere su Travaglio, si
alzò la manica della giacca di cachemire e disse: "Solo a sentire il nome mi viene
l'orticaria", che solo scegliere una malattia con due R, evidentemente era necessario esprimersi in quel modo.
giovedì 6 aprile 2017
martedì 14 marzo 2017
Proposta indecente
La notizia (...) è che il Sindaco, nell'estremo tentativo - l'ultimo? - di salvare la consiliatura, avrebbe / ha fatto avances al centro - destra per entrare in giunta. Una specie di incrocio, di ingegneria genetica dai contorni un po' perversi, un po' inciucio un po' larghe intese.
Un po' #nonsochealtrocazzofare.
La tristezza è che la cosa si sa attraverso un comunicato ufficiale dell'opposizione di centro destra che promuove a voce di Dio ciò che per un po' era solo voce di popolo. L'ennesima prova di mancanza di trasparenza di un'amministrazione che ci sta facendo assistere ad uno spettacolo dai contorni oscuri e confusi, talvolta anche torbidi. Cosa altro sta succedendo che noi cittadini non sappiamo? Quanti altri nomi sono stati sondati? Siamo alla Carboneria? La finite di giocare ai grandi strateghi sulle sorti del pianeta e iniziate a fare i seri, che amministratori di Mola di Bari siete? E che per quanto vogliate fare i mugnai tuffandovi nella farina, pulci restate?
Infine c'è la perplessità. Il comunicato del c-dx fa riferimento a "indiscrezioni di stampa" e a tentativi di abboccamento effettivamente avvenuti. Giorni fa. Ora, amici del c-dx, vi voglio bene e lo sapete, ma se ci spiegate anche perché di questo fatto non avete prontamente comunicato nulla, ma solo quando il chiacchiericcio era divenuto di pubblico dominio, ecco, credo che ciò aiuterebbe a fare chiarezza; e comunque, seondo me, questo è stato un errore.
Infine, oramai qui è un tutti contro tutti. Arriviamo presto al 23, sveliamo tutto: scene e retroscene, e stacchiamo la spina.
Voglio sperare e credere che anche il Sindaco, se potesse, si voterebbe la sfiducia. Perché davvero, oggi, la misura è colma.
#MaryShelley
La tristezza è che la cosa si sa attraverso un comunicato ufficiale dell'opposizione di centro destra che promuove a voce di Dio ciò che per un po' era solo voce di popolo. L'ennesima prova di mancanza di trasparenza di un'amministrazione che ci sta facendo assistere ad uno spettacolo dai contorni oscuri e confusi, talvolta anche torbidi. Cosa altro sta succedendo che noi cittadini non sappiamo? Quanti altri nomi sono stati sondati? Siamo alla Carboneria? La finite di giocare ai grandi strateghi sulle sorti del pianeta e iniziate a fare i seri, che amministratori di Mola di Bari siete? E che per quanto vogliate fare i mugnai tuffandovi nella farina, pulci restate?
Infine c'è la perplessità. Il comunicato del c-dx fa riferimento a "indiscrezioni di stampa" e a tentativi di abboccamento effettivamente avvenuti. Giorni fa. Ora, amici del c-dx, vi voglio bene e lo sapete, ma se ci spiegate anche perché di questo fatto non avete prontamente comunicato nulla, ma solo quando il chiacchiericcio era divenuto di pubblico dominio, ecco, credo che ciò aiuterebbe a fare chiarezza; e comunque, seondo me, questo è stato un errore.
Infine, oramai qui è un tutti contro tutti. Arriviamo presto al 23, sveliamo tutto: scene e retroscene, e stacchiamo la spina.
Voglio sperare e credere che anche il Sindaco, se potesse, si voterebbe la sfiducia. Perché davvero, oggi, la misura è colma.
#MaryShelley
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venerdì 10 marzo 2017
Ma anche basta.
Si ma anche basta con questa enfasi sul "gran rifiuto".
Il gesto è apprezzabile (e sinceramente apprezzato), sicuramente si parla di rifiutare (la riconferma di) un incarico comunque importante con qualche riscontro economico che viene a perdersi e tutte le cose nobili di cui si è detto e la cui eco penso durerà ancora un bel po'.
Poi, però, accendiamo anche la luce nella stanza del sano pragmatismo e di realismo che devono anche avere animato le scelte e le decisioni dei nostri due amici ex assessori. Che legittimamente, più che legittimamente, due calcoli in croce se li saranno pure fatti; e un ragionamento simile a quelli che ci siamo fatti tutti noi in queste settimane lo hanno elaborato. Nessun opportunismo ma, ragionevolmente, opportunità. Perché è opportuno - a valle di tre mesi passatidal Sindaco ad annunciare dimissioni minacciandole irrevocabili e puntualmente revocate, senza un reale percorso di chiarimento, di risoluzione vera dei problemi sollevati, sintomo di una totale assenza di stategia e con il conseguente stallo che sta lasciando il paese sostanzialmente alla deriva, nel bilico di una pericolosa china - trarre delle conclusioni necessarie per il bene del paese ma anche per se stessi. Perché la legittima ambizione e l'obiettivo di candidarsi ancora c'è, e ci sarà ancora. E dunque, cosa c'è di più giusto ed "intelligente", strategico nel tirarsi fuori da una situazione che sta creando fastidio e rabbia fra la cittadinanza, quando non ironia o sarcasmo. Chiamarsi fuori, tirarsi fuori, sfilarsi.
Le foto seducenti vanno bene, benissimo; sono suggestive, ritraggono tre brave persone (e fra loro, per quanto, mi riguarda due amici) e solleticano l'impulso della solidarietà e dell'empatia verso tre uomini oramai dipinti come eroi.
Non esageriamo. I sussulti, misto fra orgoglio e dignità sono salvifici e ci servono, ci servano a capire che davvero c'è sempre da sperare in una comunità più attenta, meno apatica. Migliore. Ma si migliora anche, e soprattutto, partendo da noi stessi. Impariamo a scegliere magari un poò meglio la prossima volta.
Un bel gesto, bravi; grazie.
Ma anche #basta.
Il gesto è apprezzabile (e sinceramente apprezzato), sicuramente si parla di rifiutare (la riconferma di) un incarico comunque importante con qualche riscontro economico che viene a perdersi e tutte le cose nobili di cui si è detto e la cui eco penso durerà ancora un bel po'.
Poi, però, accendiamo anche la luce nella stanza del sano pragmatismo e di realismo che devono anche avere animato le scelte e le decisioni dei nostri due amici ex assessori. Che legittimamente, più che legittimamente, due calcoli in croce se li saranno pure fatti; e un ragionamento simile a quelli che ci siamo fatti tutti noi in queste settimane lo hanno elaborato. Nessun opportunismo ma, ragionevolmente, opportunità. Perché è opportuno - a valle di tre mesi passatidal Sindaco ad annunciare dimissioni minacciandole irrevocabili e puntualmente revocate, senza un reale percorso di chiarimento, di risoluzione vera dei problemi sollevati, sintomo di una totale assenza di stategia e con il conseguente stallo che sta lasciando il paese sostanzialmente alla deriva, nel bilico di una pericolosa china - trarre delle conclusioni necessarie per il bene del paese ma anche per se stessi. Perché la legittima ambizione e l'obiettivo di candidarsi ancora c'è, e ci sarà ancora. E dunque, cosa c'è di più giusto ed "intelligente", strategico nel tirarsi fuori da una situazione che sta creando fastidio e rabbia fra la cittadinanza, quando non ironia o sarcasmo. Chiamarsi fuori, tirarsi fuori, sfilarsi.
Le foto seducenti vanno bene, benissimo; sono suggestive, ritraggono tre brave persone (e fra loro, per quanto, mi riguarda due amici) e solleticano l'impulso della solidarietà e dell'empatia verso tre uomini oramai dipinti come eroi.
Non esageriamo. I sussulti, misto fra orgoglio e dignità sono salvifici e ci servono, ci servano a capire che davvero c'è sempre da sperare in una comunità più attenta, meno apatica. Migliore. Ma si migliora anche, e soprattutto, partendo da noi stessi. Impariamo a scegliere magari un poò meglio la prossima volta.
Un bel gesto, bravi; grazie.
Ma anche #basta.
giovedì 9 marzo 2017
Siamo tutti meteorologi
Si sta già parlando, ragionevolmente, del Commissario prossimo venturo.
Arriveranno le dimissioni - questa volta inevitabilmente - irrevocabili? Sarà sfiducia il 23? Sarà bocciatura al momento del voto per il Bilancio?
O ci sarà il classico coniglio dal cilindro?
Quale che sia l'esito del voto e gli scenari prossimi venturi, mi riprometto, tanti dovrebbero farlo, di qua al 2018 o alla data che sarà, di rivedere un po' di video dei comizi di maggio/giugno 2015. Per confrontarli e confrontarne le persone di allora, le frasi dette allora con gli eventi di queste ore.
No, perchè, col rispetto per le persone e (fra questi) gli amici protagonisti degli ultimi eventi, alla fine della giostra, se sta accadendo ciò che è nelle cronache, si è semplicemente arrivati al redde rationem di strategie improponibili e, fondamentalmente, sbagliate. Prevedibilmente sbagliate.
Più d'uno dovrebbe appendere la candidatura al chiodo; chi definitivamente, imbolsito dal curriculum e dall'anagrafe consiliare, chi magari saltare un turno, per meditare sugli errori commessi. Perchè questi si ripercuotono sulla vita della comunità, e spesso non si esauriscono nel giro di poche settimane ma restano come ferite aperte per anni, e anche quando si rimarginano rischiano di lasciare comunque antiestetiche cicatrici.
Poi ci sono gli strateghi. Ma qui siamo su un altro pianeta. Di quelli, temo, sarà difficile liberarsene.
Peccato per chi ha lavorato bene, dando l'anima. Ma la responsabilità è quella cosa che ci si assume anche e talvolta soprattutto quando si sa di avere fatto il possibile ed averlo fatto perfino bene. Ma non sempre questo basta.
La forza di una comunità deve essere quella di saper produrre altre forze, nuove forze.
Ci sono squadre di calcio in cui, quando va via Il Mister vincente o il fuoriclasse Pallone d'Oro, continuano a vincere. Altre che falliscono. E' lì che si vede la forza, la tempra, la sostanza, la qualità della società. Poi c'è chi aspetta il #closing al #McDonalds.
#CommissarioTecnico
venerdì 10 febbraio 2017
DUM - Datevi Una Mossa
Non so a voi, ma a me non piacciono le crisi portate avanti in questa maniera. Parere personale, eh?
"A chi sei tu e chi sono io".
Eppure tutti i 16 consiglieri comunali più il sindaco (e perfino qualche assessore, ma è incidentale) sono lì seduti perchè sono stati eletti dai cittadini ed a loro dovrebbero rispondere.
Invece si rispondono fra di loro, mandandosi a quel paese e battibeccando continuamente, in aula consiliare e fuori, in conferenze stampa e sui media locali.
Per motivi incomprensibili ai più, si rischia di affrontare una più meno lunga crisi di governo cittadino, così come, per motivi altrettanto incomprensibili, si potrebbe perfino assistere ad una (a questo punto) altrettanto incomprensibile ricomposizione delle parti.
Insomma, un culo di ciuccio, come direbbero i saggi.
...
Cosa c'è di sbagliato a sperare nel ritiro delle dimissioni, presentarsi in aula e chiedere la #FIDUCIA?
Davanti ai cittadini.
Senza dichiarazioni, interviste, spiegazioni, polemiche e "chiacchiere vacanti": un SI o un NO.
E se la fiducia non c'è, ok, tutti a casa, è stato bello, grazie, peccato.
Se, invece, dovesse esserci, iniziate, riprendete a fare nel c..o a lavorare come non dubito che abbiate sempre fatto, ma senza questi fronzoli e giochini da politici grandi, come quelli che stanno a Roma.
A molti sembrerà pure l'ombelico del mondo, ma siamo a Mola, accontentiamoci.
Poi, scusate, fate pure come vi pare; qualcuno però che vi sta dicendo che lo spettacolo cui si sta assistendo è un po' misero, ci sarà pure stato, o no?
I camminamenti, le acque e altre storie
... eppure, oggi, mentre si attende trepidanti la sorte dei pini della Piazza XX Settembre e ancora non si sa quale sarà il nuovo piano della viabilità e le soluzioni al caos parcheggi che si creerà a lavori conclusi, qualcuno (è così, giusto per dire, eh?) si è chiesto se è stata realizzata la mappa delle reti antiche di raccolta, trattamento e smaltimento delle acque meteoriche preesistenti alla memoria di tanti, visto che a luglio sono state realizzate le indagini geognostiche (georadar), come da prescrizioni della Soprintendenza?
E visto che tali indagini erano finalizzate al rinvenimento di eventuali emergenze di tipo storico-archeologico, e da che ho memoria si parla sempre di questa presenza di "camminamenti" sotterranei che caratterizzavano il sottosuolo della Mola antica, si è approfittato dell'occasione per individuare, in impronta alla piazza, la pianta di questi percorsi e come essi vengono ad intergagire con la nuova rete di smaltimento in via di realizzazione?
Penso che tutti ci si ricordi di quanto accadde in occasione dei lavori per il Fronte Mare, ossia il rinvenimento di cunicoli (quale che fosse il loro significato e prontamente riportati nell'oblio del sotterramento, nonostante qualcuno provò a sollevare la questione) in adiacenza del Castello ed in altri punti lungo la strada che costeggiava il Baby Park, lato monte.
Eppure se ieri, quando si lavorava al Fronte Mare, si poteva anche addurre l'alibi (?) di non avere conoscenza e memoria di qualcosa, oggi questa "ignoranza" (non conoscenza) non c'è. Non si può invocare il "fattore sorpresa".
Ma intanto, qualcuno se lo è posto il problema?
...
Meh, pensiamo alle cose importanti: che hanno detto dei pini? Li abbattono? E i parcheggi?
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giovedì 29 settembre 2016
Noi vogliamo tanto bene alla polizza italiana
... però, a me la storia della polizza stipulata di voi consiglieri di
maggioranza suscita un sincero, leale, spassionato senso di sdegno.
Verso di voi.
Non per la polizza in sè, che è legittima.
E' giusto cautelarsi, perchè il lavoro ed il compito dell'amministratore è delicato, molto delicato, molto più delicato, impegnativo e di responsabilità di quanto lo si pensi.
E, forse, di quanto in qualcuno avesse pensato nell'imbarcarsi nell'avventura amministrativa; di questa come di altre tornate elettorali e consiliature relative.
Amministrare. Un lontano giorno di tanti anni fa, la prof di filosofia ci disse: "Quando si parla di amministrazione, come la si gira e la si volta, si parla di denaro".
In tanti giocano a fare i politici, ma nei comuni si amministra. Figuriamoci nei #paeselli.
Ciò non toglie, dunque, senso di responsabilità nel chi va a sedersi nei banchi delle aule comunali. Si amministrano i soldi dei propri cittadini, le loro risorse, la loro vita.
Nemmeno se si amministrasse un condominio di due appartamenti si dovrebbe prendere la cosa a cuor leggero. Figuriamoci la amministrazione di una comunità.
Ed allora, dicevo, è giusto cautelarsi perchè, proprio in virtù della delicatezza del proprio compito, un amministratore non può dirsi preparato su tutto, ed anche se lo fosse, sarebbe impossibile primeggiare nello scibile umano (checchè c'è chi lo crede, pensando a se stesso, ma questo è un altro ragionamento).
E, dunque, qualche volta un errore lo si può commettere. Ma che sia in buona fede, ossia pensando di fare la scelta giusta, di prendere la decisione corretta. Ma che sia ponderata, studiata, analizzata. E condivisa in coscienza e consapevolezza. E se si sbaglia, se si crea un danno è giusto che una polizza protegga il giusto lavoro di un amministratore.
Paradossalmente meglio essere in cattiva fede per un proprio tornaconto, nel senso che "il disonesto capace" è consapevole di ciò che fa. L'onesto incapace può perfino essere ammissibile ma non quando anche inconsapevole ed incosciente delle proprie azioni. #YesMan.
Ed allora, la polizza.
Non si può stuipulare una polizza assicurativa, ossia pararsi il culo quando si inizia a realizzare di essere inadeguati al ruolo e che la nave che si sta guidando sta andando a sbattere sugli scogli.
Io, e parlo da professionista (di provincia ma professionista), stipulo la mia polizza assicurativa ogni anno a prescindere dal fatto che lavorerò o meno, da che tipo di lavoro farò. Non è che inizio a fare un lavoro, mi accorgo di essere entrato nella merda e mi assicuro.
Il cazzo!
Allora, se davvero le cose stanno così, se ci si è resi conto che le cose stanno prendendo una brutta piega, amministratiamente parlando, non è la stipula di una polizza la giusta decisione da prendere.
Ma le dimissioni.
Perchè qua l'unica polizza l'hanno stipulata i cittadini scegliendo voi, votando voi come gli amministratori capaci di tirare su le sorti del paese, per farlo crescere. e se di errori ne avreste commessi, chiunque ve li avrebbe perdonati, se fatti in buona fede e con la consapevolezza di ciò che si stava facendo, credendo davvero di capire e condividere le decisioni che si avvaloravano alzando la manina.
I mesi di mugugni e "mal di pancia", però, ora cominciano ad essere troppi. E se solo ora non sapete nemmeno voi di cosa siete stati respionsabili per un anno e mezzo, se questa è la ragione che vi ha messo giustamente in allarme, beh, fateci il piacere: firmate un altro titpo di polizza; una polizza che assicuri non voi ma i vostri concittadini ed elettori: le vostre dimissioni.
Fra le cose che la strada insegna ai ragazzi cresciuti "vastasi dentro", c'è l'eleganza efficace di alcuni modi di dire.
"C' na jè cazz p'u cul togghue, lassa perd!" spiega in modo crudele ma sintetico e definitivo quello che dovrebbe essere il senso di responsabilità che ognuno di noi, di voi dovrebbe avere quando svolge un compito.
E' stato bello, grazie. Potevate dimostrare serietà anche con gli errori. Ma questa si chiama consapevolezza di non avere capito molto, a tempo scaduto.
C'è sempre tempo per recuperare il terreno perduto.
Ma quella polizza stipulata così, alla chetichella ha un sapore amaro per i vostri cittadini.
Poi, naturalmente, convincetemi del contrario, perchè io ho eletto voi perchè vi ho creduto migliori di me. Non costringetemi a credere che davvero, esiste una polizza anche per il cittadino elettore: quella di starsene a casa.
Che è operazione di gran lunga più seria di chi va a difendere l'indifendibile, macchiandosi di un grave "reato morale": quello di avere fatto un torto ai cittadini.
Verso di voi.
Non per la polizza in sè, che è legittima.
E' giusto cautelarsi, perchè il lavoro ed il compito dell'amministratore è delicato, molto delicato, molto più delicato, impegnativo e di responsabilità di quanto lo si pensi.
E, forse, di quanto in qualcuno avesse pensato nell'imbarcarsi nell'avventura amministrativa; di questa come di altre tornate elettorali e consiliature relative.
Amministrare. Un lontano giorno di tanti anni fa, la prof di filosofia ci disse: "Quando si parla di amministrazione, come la si gira e la si volta, si parla di denaro".
In tanti giocano a fare i politici, ma nei comuni si amministra. Figuriamoci nei #paeselli.
Ciò non toglie, dunque, senso di responsabilità nel chi va a sedersi nei banchi delle aule comunali. Si amministrano i soldi dei propri cittadini, le loro risorse, la loro vita.
Nemmeno se si amministrasse un condominio di due appartamenti si dovrebbe prendere la cosa a cuor leggero. Figuriamoci la amministrazione di una comunità.
Ed allora, dicevo, è giusto cautelarsi perchè, proprio in virtù della delicatezza del proprio compito, un amministratore non può dirsi preparato su tutto, ed anche se lo fosse, sarebbe impossibile primeggiare nello scibile umano (checchè c'è chi lo crede, pensando a se stesso, ma questo è un altro ragionamento).
E, dunque, qualche volta un errore lo si può commettere. Ma che sia in buona fede, ossia pensando di fare la scelta giusta, di prendere la decisione corretta. Ma che sia ponderata, studiata, analizzata. E condivisa in coscienza e consapevolezza. E se si sbaglia, se si crea un danno è giusto che una polizza protegga il giusto lavoro di un amministratore.
Paradossalmente meglio essere in cattiva fede per un proprio tornaconto, nel senso che "il disonesto capace" è consapevole di ciò che fa. L'onesto incapace può perfino essere ammissibile ma non quando anche inconsapevole ed incosciente delle proprie azioni. #YesMan.
Ed allora, la polizza.
Non si può stuipulare una polizza assicurativa, ossia pararsi il culo quando si inizia a realizzare di essere inadeguati al ruolo e che la nave che si sta guidando sta andando a sbattere sugli scogli.
Io, e parlo da professionista (di provincia ma professionista), stipulo la mia polizza assicurativa ogni anno a prescindere dal fatto che lavorerò o meno, da che tipo di lavoro farò. Non è che inizio a fare un lavoro, mi accorgo di essere entrato nella merda e mi assicuro.
Il cazzo!
Allora, se davvero le cose stanno così, se ci si è resi conto che le cose stanno prendendo una brutta piega, amministratiamente parlando, non è la stipula di una polizza la giusta decisione da prendere.
Ma le dimissioni.
Perchè qua l'unica polizza l'hanno stipulata i cittadini scegliendo voi, votando voi come gli amministratori capaci di tirare su le sorti del paese, per farlo crescere. e se di errori ne avreste commessi, chiunque ve li avrebbe perdonati, se fatti in buona fede e con la consapevolezza di ciò che si stava facendo, credendo davvero di capire e condividere le decisioni che si avvaloravano alzando la manina.
I mesi di mugugni e "mal di pancia", però, ora cominciano ad essere troppi. E se solo ora non sapete nemmeno voi di cosa siete stati respionsabili per un anno e mezzo, se questa è la ragione che vi ha messo giustamente in allarme, beh, fateci il piacere: firmate un altro titpo di polizza; una polizza che assicuri non voi ma i vostri concittadini ed elettori: le vostre dimissioni.
Fra le cose che la strada insegna ai ragazzi cresciuti "vastasi dentro", c'è l'eleganza efficace di alcuni modi di dire.
"C' na jè cazz p'u cul togghue, lassa perd!" spiega in modo crudele ma sintetico e definitivo quello che dovrebbe essere il senso di responsabilità che ognuno di noi, di voi dovrebbe avere quando svolge un compito.
E' stato bello, grazie. Potevate dimostrare serietà anche con gli errori. Ma questa si chiama consapevolezza di non avere capito molto, a tempo scaduto.
C'è sempre tempo per recuperare il terreno perduto.
Ma quella polizza stipulata così, alla chetichella ha un sapore amaro per i vostri cittadini.
Poi, naturalmente, convincetemi del contrario, perchè io ho eletto voi perchè vi ho creduto migliori di me. Non costringetemi a credere che davvero, esiste una polizza anche per il cittadino elettore: quella di starsene a casa.
Che è operazione di gran lunga più seria di chi va a difendere l'indifendibile, macchiandosi di un grave "reato morale": quello di avere fatto un torto ai cittadini.
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