La guerra stava martoriando Foggia. Nonno, improvvisamente, morì lasciando sola la nonna e tre figli piccoli. La grande aveva nove, forse dieci anni, la seconda sette. Il terzo solo quattro.
Tutto diventava ancora più maledettamente difficile. La guerra. I bombardamenti. Gli alleati non erano ancora “amici”. E per il momento seminavano solo morte e distruzione sul nodo ferroviario più importante del Sud Italia.
Bisognava andare via, via. Già una volta il rifugio in cui solitamente nonna portava al riparo i figli e lei, venne centrato in pieno da una bomba.
Bisognava andare via, via.
Toccò lasciare i mobili, troppo pesanti anche per gli sciacalli che non li avrebbero portati via. Solo bisognava portarsi la roba, e l’oro. Bisognava venderlo, l’oro, per fare studiare i figli, ora che nonno non c’era più.
A Monte Sant’Angelo la guerra non c’era. Arrivava solo con i Carabinieri per annunciare che un fratello, un papà, uno zio, era caduto al fronte.
" … Un giorno, stavo giocando in strada con i cugini e gli amici. Vediamo entrare a casa di nonna due carabinieri. Noi, cosa vuoi? eravamo ragazzine, continuammo a giocare. E non notammo lo strano silenzio che d’un tratto cominciò ad ascoltarsi per strada. Poi, improvvisamente, sentimmo gridare. “TOMMASO!” ... "
2 commenti:
bellissimo racconto... mi è venuta la pelle d'oca...
idem
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