Con l'insediamento ufficiale, oggi, del nuovo sindaco del paesello, si volta pagina. Per alcuni si spera in meglio, perchè peggio di così non si poteva; per altri certamente in peggio, perchè a ben poche ore dall'insediamento non si vede niente di nuovo e già ci son segnali di degrado!
Fanno da contorno a questo passaggio istituzionale le illuminanti dichiarazioni dell'assessore Barbanente sul Corriere del Mezzogiorno di pochi giorni fa; che possono essere commentate da ciascuno di noi come meglio ritiene: ognuno decide di che misura prendere l'anello da mettersi al naso.
Gli anni in cui ha amministrato consecutivamente il centro-sinistra sono stati tanti. Quattordici anni sono assai, se si pensa che un vero ricambio non c'è stato, almeno in alcuni settori vitali della macchina comunale.
L'assessore ai Lavori Pubblici si è insediato nel lontano 1996 e ha mantenuto la sua carica fino al 2010, quindi per ben tre mandati conscutivi; nel frattempo ha acquisito, strada strada, la carica di assessore all'Urbanistica prima, dal 2000 al 2010, quindi per due mandati, e di Sindaco dopo, nel 2005. Con risultati, a parere di chi scrive, altalenanti.
L'alternanza, dicono quelli che perdono le elezioni, è il sale della democrazia; salvo quando vincono: allora si cambia dieta e si preferisce mangiare insipido.
L'esperienza del centro-sinistra al paesello, quale sia il bilancio che si voglia trarre, è al momento conclusa. Non si accennano a placarsi, invece, le polemiche; e le ferite, in taluni, restano fresche e dolorose, non si accennano a richiudere, mentre un libro di grammatica italiana forse qualcuno dovrebbe iniziare a pensare di aprirlo (ne fa cenno l'amico
Frisbee).
Non sono certo io quello in grado di fare un'analisi del voto: preferisco conservare il ruolo di CT per i prossimi mondiali in SudAfrica, piuttosto che quello di analista politico-elettorale, ambedue ruoli superinflazionati.
Non saprei dire, non mi interessa, quindi, qui dire che Berlen ha perso le elezioni per una ragione piuttosto che per un'altra; per le attese deluse del Fronte mare, per lo stato delle scuole, delle strade, dell'occupazione, del prezzo delle case, di questo o di quest altro.
Ho assistito, però, per l'ennesima volta ad una scena cui non smetterò mai di abituarmi. Domenica mattina, una coppia di coniugi, il marito spingeva una carrozzina di un (forse) parente disabile; lancia uno sguardo al marciapiede e, notandolo impraticabile, preferisce provare a percorrere la strada, trafficatissima. A quel punto la pesante e mortificante gimcana fra le barriere di cui è disseminato il paesello cui ho sottoposto me ed il giovane Luca ansioso di tornare a montare la sua fiammante bicicletta rossa con tanto di bandierina di segnalazione, mi è sembrata leggera. Ed ho pensato che a ben altra pesantezza e mortificazione son sottoposti quotidianamente tutti quelli che, per qualche oscuro disegno, non hanno l'uso delle gambe.
Machissenefrega delle strade rotte e delle buche. Chi in tanti anni ha fatto meno di quello che avrebbe dovuto per aprire corridoi, autostrade per chi non può saltare ostacoli ad ogni passo, non dovrebbe nemmeno aspettare il responso delle urne.
Che valga, per favore, per chi deve decidere le priorità a partire da domani.