lunedì 12 luglio 2010

Rottura Radicale

Il ricordo delle battaglie referendarie "storiche": aborto, divorzio, è sbiadito dal tempo e dal fatto che, nonostante tutto, ero ancora piccoletto per averne piena consapevolezza.
Più chiari e nitidi sono i ricordi di quando i radicali si battevano contro lo sterminio per fame nel mondo (non facciamo gli ipocriti: era quando ci si indignava perchè "si, va bene, poveri figli, ma con tutti i bisognosi che abbiamo in Italia, dobbiamo andare a pensare all'Africa?"), le battaglie ambientaliste, i diritti civili (le visite alle carceri, Enzo Tortora), le trasmissioni sull'esperanto, la rubrica fissa sui temi della Giustizia Giusta, ecc..
Alcuni di loro non ci sono più, altri son venuti e sono andati via, oggi sono un po' di qua un po' di là (Rutelli, Taradash, Capezzone, ecc.).
Decenni di idee condivisibili e non. Decenni di Stampa e Regime, la Rassegna Stampa più interessante nel panorama radio televisivo italiano.
Ma fra gli appuntamenti fissi, c'era (c'è? ci sarà ancora?) una trasmissione della domenica sera, con le due menti storiche del Partito Radicale: Marco Pannella e Massimo Bordin.
Ascoltarli è sempre stato divertente ed interessante. Un contradditorio imprevedibile, proprio perchè fatto da due menti libere, spesso in disaccordo.
Oggi, ma è una cosa oramai nota da un po', i due si allontanano. Si separano, e si separano in pieno stile Pannella: con tanto di sonora mandata affanculo.
Pannella è sempre stato così: uno capace di dare del coglione al suo interlocutore tenendolo sottobraccio e sorridendogli con sincero affetto, mentre lo affumica con la sua ennesima sigaretta.
Non so come andrà a finire, stavolta. Certo che per me, vecchio affezionato ascoltatore di Stampa e Regime, risulterebbe difficile abituarsi all'idea di una rassegna stampa orfana di Massimo Bordin, della sua voce unica, della sua onestà intellettuale, della sua memoria a prova di bomba, della sua lucidità.
Onestamente, però, rimpiangerò anche quelle chiacchierate, talora animate, talora pacate, sorridenti o nervose, appasionate e insofferenti, fra due personaggi unici. Ascoltarli d'inverno, fra colpi di tosse di tabacco e laringite di stagione, mi faceva pensare a due vecchi burberi, un po' rincoglioniti, discutere di tutto nella penombra di un'osteria, il tavolo ricoperto di bottiglie mezze vuote e bicchieri mezzi pieni, scatarrando allegramente con il mozzicone perennemente acceso fra due dita gialle di nicotina decennale.

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