Ha fatto impressione la forte contestazione in quel di Civitanova Marche alla neo presidentessa della Camera, Laura Boldrini. Per tutta una serie di ragioni.
Prima di tutto perchè l'on. Boldrini è, appunto, "neo" presidentessa. E comunque, carica istituzionale o meno, un volto che può a buona ragione dirsi "nuovo" rispetto ai soliti noti, alle solite facce (o, volendo estremizzare: ai soliti culi, vista la sete, la brama di poltrone che accomuna i professionisti della politica italiana). E poi perchè, se incarico istituzionale ha ricoperto Laura Boldrini, c'è quel ruolo di portavove dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che, onestamente, a tutto farebbe pensare, fuori che ad un politico attento agli interessi privati, personali o di partito che siano.
A prima vista, dunque, quella che potrebbe definirsi "una persona per bene", Laura Boldrini.
Eppure, marchigiana fra marchigiani, è stata profondamente contestata, come qualsiasi altro politoco, politicante, faccendiere che si presenta distrattamente laddove il ruolo istituzionale impone.
Non è giusto, verrebbe da dire, non si può sempre e solo fare di tutt'erba un fascio, generalizzare, metter tutti sempre sullo stesso piano, solo perchè "politici".
La cerimonia funebre di due coniugi siucidatisi per un sistema ecnomico (finanziario?) perverso e cinico che mette sul lastrico la gente come se si trattasse di numeri, barrandoli dalla vita come facevamo da bambini alle elementari quando barravamo le decine che diventavano unità che si riportavano in colonna nelle addizioni, quando le barravamo perchè oramai avevano svolto la loro funzione. Numeri.
Due persone "normali", probabilmente, sicuramente gente "per bene". Brava gente. Eppure anonima, inutile. Inutile a chi vanta i risultati dell'ultimo anno e mezzo di governo come il mezzo miracolo che ha fatto si che l'Italia tornasse a risplendere sui tavoli dell'Europa che conta (cosa?), quell'Italia che è tornata a vantare prestigio internazionale, quell'Italia che è tornata ad essere "autorevole" e "rispettata".
Mi domando: su quali basi? Quali sono i parametri che determinano una autorevolezza, un prestigio? I conti in ordine? E come può la politica privilegiare solo il "cosa" e disinteressarsi del "come"?
Come può dirsi: autorevole e prestigiosa una nazione ed una classe politica che passa sulla pelle di famiglie, sul futuro dei giovani, sulla distruzione dei sacrifici di una vita dei pensionati, sulla vita di donne e uomini? Sui suicidi?
La "gente" si sente sempre più un numero, uno strumento e per giunta nelle mani di chi lo usa senza accortezza, senza "garbo", preoccupandosi solo di arrivare alla fine del lavoro.
Le istituzioni, in questi periodi di estrema difficoltà, si sono sempre più arroccate nell'autoreferenzialità, hanno ritenuto che "il bene comune" fosse quello per cui, alle riunioni a Bruxelles, il migliore fosse quello con l'abito migliore, senza mai chiedersi cosa, quanto ed a chi fosse costato confezionarlo, quell'abito.
Un po' come quando a qualcuno viene in mente di chiedersi se sia giusto che gli scintillanti palloni con cui si giocano i Mondiali, le divise che indossano i nostri idoli, siano cucite da bambini sfruttati derubati della loro infanzia, da uomini e donne sottopagati, e chiede agli stessi calciatori di indossare la maglia dell'UNICEF ed agli spettatori di inviare un sms a due euro per "aiutare". Perchè la coscienza con un paio di eruo magari non la si lava del tutto, ma se dobbiamo chiederci se anche il nostro smartphone che costa qualche centinaio di euro viene costruito da mani a un dollaro l'ora, allora non viviamo più!
Ma questo non è giusto, ed ancor meno lo è quando chi fa di conto si chiama "rappresentante del popolo" ma che il popolo non lo rappresenta: lo massacra.
Laura Boldrini non può, allora, avere, a titolo personale, alcuna ed in alcun modo la responsabilità di quelle morti, di quei due coniugi che si sono impiccati l'uno di fronte all'altro "per vergogna". Non la ha, questa pesante responsabilità.
Ma è l'Istituzione. E per quanto sia crudele, per quant possa apparire ingiusto, beh, lei rappresentava il peggio che questo paese sta dimostrando in questi anni: cinismo e sfrontatezza.
E allora, se da un lato a Laura Boldrini, alla portavove dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Laura Boldrini manifesto la mia solidarietà per gli insulti presi, dall'altro mi associo anche io alla rabbia che le è stata vomitata addosso, agli improperi che Lei, in quanto Istituzione, in quanto Stato, ha ricevuto l'altro giorno a Civitanova Marche.
Non importa nulla a nessuno, ma fra quelle voci di insulto, c'erano anche le mie.
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