Ok, d'accordo; oramai si vive nel terrore di dire una parola, una frase ed esere tacciati di razzismo.
Anche se "lavorare come un negro" è un modo di dire che richiama le tristi epoche in cui nei nascenti Stati Uniti d'America esisteva il razzismo e lo sfruttamento.
Anche se "lavorare come un negro" è un modo di dire che richiama la triste epoca attuale in cui le campagne italiane sono zeppe di ragazzi, uomini, donne, trattati e sfruttati come schiavi (non dico, a questo punto, come bestie, altrimenti lo sai gli animalisti?)
Io a questo giornalista non lo conosco, ma non riesco a trovarci razzismo in una frase che, semmai, è esagerata nella sostanza, perchè da che mondo è mondo, "fare il giornalista è sempre meglio che lavorare" (o è un insulto pure questo? Ai giornalisti o ai lavoratori, a questo punto fate voi).
Io, piuttosto,in questa strana storia, ci vedo uno squarcio di ipocrisia.
E no, perché: che cazzo c'entra scrivere in un titolo la parola "negro" con gli asterischi (n***o)? Ma che veramente? Siamo alla psicosi?
martedì 3 febbraio 2015
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