giovedì 18 settembre 2008

Riforme elettorali

Avete voglia di lamentarvi, popolo di nati stanchi.
Ve lo ricordate quando per votare ci si doveva portare il bigliettino per districarsi nella babele di schede, simboli e preferenze?
Ricordo tanti anni fa una tornata elettorale a Foggia, Rione Candelaro ( i miei compatrioti sanno di cosa parlo): una esperienza indimenticabile, nel bene e nel male.
Il bene rappresentato da un seggio costituito da gente simpaticissima (mitico Nazareno, barelliere degli OORR di Foggia che a tutti i costi si voleva trombare una delle scrutarici), l'umanità di un quartiere popolare con il meccanico in tuta e le mani unte di grasso anche se era domenica mattina, che apre le quattro schede e vota lì, difronte a tutti senza entrare in cabina, fra la disperazione del presidente che non sapeva cosa fare: urlare che non si fa così o guardare dall'altra parte per non vedere il voto, mentre il nerboruto meccanico gridava ridendo: "Presideee', che tand qqua u sann tutt che so' socialist!"; e poi il trasporto delle schede alla prefettura con tanto di scorta armata sulla macchina della polizia (prima e finora ultima volta che salgo su una volante) perchè il poliziotto mi riconosce e si ricorda di me quando ero piccolo e trascorrevo le mie giornate a casa di nonna Giuseppina e lui viveva "dirimpetto".
Il male era, invece, contare per Regione, (la Provincia è sempre stata facile), Comune e Circoscrizione quattro candidati quattro per ogni voto. E non c'era cazzo che qualcuno mettesse solo un nome: NO! Tutti a mettere quattro nomi. Che sembra quelli che oggi vanno a fare la spesa all'Ipercoop e comprano cose che non gli servono a un cazzo, ma "conviene". "Si, ma a che ci serve il brillantante se noi nemmeno abbiamo la lavastoviglie?" "Vabbè però il prezzo è bbbuono!". E così ci toccava scrutinare per ogni scheda quattro nomi di cui, a parte le combinazioni preimpostate, erano evidenti le scelte dell'amico al primo posto e gli altri tre nomi scelti fra i più curiosi (Russo Ottorino, professione laringoiatra).
Il male era anche quell'idiota di rappresentante di lista (del PCI) che faceva opposizione su tutto (anche su quel numero 34: "no, non si capisce se è 34 oppure 3 e 4"; e allora questo cos'è? 22 o l'elettore ha scritto due volte 2?" " ...") fino a che Nazareno non lo ha minacciato che se non la finiva gli avrebbe spaccato le ginocchia; e che quello era il meno, perchè lui, il barelliere, lo faceva in ortopedia.
Finalmente, poi, è giunto il Cavaliere al Governo. Che ha eliminato l'inutile orpello della preferenza. L'inutile perdita di tempo, l'ozioso sforzo da evitare di scegliere un nome, magari anche scriverlo, per di più in modo corretto; e poi? se c'è un omonimo? Dio mio, siamo pazzi? Non solo dobbiamo selezionare fra busta gialla e busta azzurra i rifiuti, adesso una volta l'anno pure ricordarci di scrivere? Che oramai tutti usano la tastiera per scrivere e fra un novantenne ed un ventenne sfido a scegliere chi sa tenere meglio in mano una penna . E i ragazzi? I ragazzi poi ... che anche per salutarsi invece di dirsi: ciao, si mandano un sms ... e con il T9 nemmeno selezionano più le lettere ...
Corre voce che una volta due ragazzi stavano imboscati alla sciala delle Cozze in auto quando lui, finalmente pensando che fosse arrivato il momento giusto, scrive un sms alla ragazza (che stava baciando), ma invece di "vogliamo trombare?" "appare un "vogliamo troncare?" che ha messo fine ai sogni di gloria del poveraccio.
Poi dice la disaffezione dalla politica.
In questo scenario si avvicinano le europee. Il Cavaliere sa che deve continuare la sua missione benefattrice e i tagli agli sprechi (di energia mentale) devono continuare. E se con l'eliminazione della preferenza già si è fatto tanto, resta il nodo della soglia di sbarramento. Io, onestamente non so se sia giusto fissare al 5% tale soglia. A dirla tutta io non sono proprio per lo sbarramento; io sono per gli etremi: o maggioritario secco o proporzionale puro. Tutte le vie di mezzo sono una astrazione soggettiva, dunque, opinabile, dunque sbagliata. Ho sempre pensato che mi sembra iniquo ipotizzare un 3% o un 4% o un 5% ... e perchè? il sistema metrico decimale è stato forse inventato per le votazioni? da un punto di vi sta strettamente arotmetico, cosa ha di iniquo il 4,86%? a questo punto, scegliamo un criterio oggettivo e ... che ne so? prendiamo spunto dalle tabelle di conversione e fissiamo il pollice (2,54) come soglia, oppure il piede (3,04) o la yard (9.144) o il QI di Totti (0,6) ... oppure in modo più oculato, prendiamo come riferimento i risultati del Senato delle ultime politiche e fissiamo la soglia al 39% così ci togliamo dai santissimi anche il PD.
Una volta risolti questi piccoli problemucoli, non resta che l'ultimo, veramente serio problema. Quello dei candidati. Perchè, parliamoci seriamente, il vero problema sono i candidati ed il loro scarso rispetto verso gli elettori. E' lì, secondo me, che bisognerebbe agire. Non è possibile che questi ci illudano di essersi tolti dalle balle per almeno cinque anni e poi, invece, non solo ritornano prima del tempo, ma addirittura uno se li trova nella unica testata giornalistica ancora degna di questo nome in Italia?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

...splendido racconto ^_^
Mi ricorda lo scrutinio delle elezioni universitarie!
Sullo sbarramento neanche io saprei esprimere una posizione netta. Però tra Maggioritario puro e proporzionale preferisco il secondo.
Su queste Europee il timore è che queste modifiche elettorali servano solo a riprodurre in altre dimensioni l'estromissione di una parte politica.
bho, vedremo...

Anonimo ha detto...

La penso come te: o proporzionale secco o maggioritario puro.
Senza preferenze non so se voterò alle europee.
Sono per lo sbarramento al 4%.

Anonimo ha detto...

Davvero molto divertente!

Circa la legge elettorale per le elezioni europee, sono d'accordo con chi ha definito una porcheria la bozza di riforma decisa dal PdL e (forse) dalla Lega: spero di riuscire a scriverne qualcosa. Nel frattempo consiglio questo articolo e i link ad esso collegati.