I due ostacoli che da sempre impediscono alla raccolta differenziata di raggiungere risultati decenti (al di là dei trionfalismi di chi considera il 20% ed una raccolta fatta in questo modo) sono sostanzialmente due: la pigrizia e la scarsa fiducia di sapere che effettivamente il differenziato viene trattato a parte.
Sulla pigrizia c'è poco da fare, se non l'educazione ambientale; che significa convincere i bambini che non sono loro a sbagliare quando fanno i pignoli in casa pretendendo di volere mettere la carta nella busta gialla, la plastica in quella azzurra, le pile esauste da parte, ecc., ma i genitori che sbrigativamente mettono tutto nello stesso bustone ("e fai presto che alle tre che esco butto la spazzatura" "ma non si butta dalle 20 alle 6?" "ancora con 'ste chiacchiere?").
Sulla fiducia da conquistare, devono lavorare gli amministratori che devono convincere i cittadini che ciò che a volte dicono gli operatori ecologici, zitto sitto, sotto voce, "ma mi raccomando, non dire che te l'ho detto io" non sono tristi verità. Perchè, evidentemente, si viene portati a pensare che qualcosa di vero ci sarà se più di uno ti dice che "per materiale tipo: vecchi pc, monitor e rifiuti elettronici in genere si chiama al numero verde per mettersi d'accordo per il ritiro, ma tanto, poi, tutto va a finire nello stesso posto; poi, vedi tu cosa fare". Sfido chiunque a non venire sfiorato dal dubbio che allora, forse, non è il caso di prendersi questo impiccio.
Peggio quando qualcun altro ti dice che i calcoli del differenziato bisogna capire se sono sul raccolto e conferito, ovvero sull'accettato. Se, pare, che a causa della scarsa qualità del differenziato, la ditta che riceve il materiale ne rimanda indietro una parte perchè non idoneo.
Per non parlare di quando si vedono documentari su realtà del Nord (selezionati per dimostrare le "eccellenze") in cui esistono cassonetti per il vetro chiaro, per quello scuro, per quello verde; e la plastica di un tipo, per la plastica dell'altro tipo, ecc. , mentre qui in un bustone va praticamente tutto; ed allora ci si pone dubbi non tanto sull'efficacia della raccolta differenziata, ma del perchè dobbiamo sentrici orgogliosi di fare quello che, in maniera spregiativa ma purtroppo efficace, potremmo definire una differenziata da quarto mondo.
Certo, se vale sempre il vecchio proverbio, per cui, nel paese dei cecati quello con un occhio è sindaco, allora cerchiamo chi sta più inguaiato di noi e accontentiamoci o addirittura: esultiamo.
Se, invece, l'obiettivo non è quello di stare meno inguaiati, ma quello di fare come chi fa meglio, allora probabilmente sarebbe interessante provare a capire come si fa non solo inprovincia di Ancona, ma anche cosa pensano e come operano sui Monti della Daunia, sul vicino laborioso Subappennino; un'area dove ci saranno pure tanti "sputi di paese" che al paesello tanti continuano a guardare con l'occhio superbo di chi vive nella vanagloria del passato, ma da cui c'è molto da imparare.
martedì 16 dicembre 2008
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2 commenti:
Franko sono perfettamente d'accordo con te. E ti dico anche che non a caso c'è stata una "querelle" tra ATO e Comune di Mola dove il Comune propone di fare un proprio appalto (con tutti i criteri anche degli esempi che tu fai) mentre l'ATO sostanzialmente vuole mantenere lo status semplicemente modificando il tempo del contratto e del bacino del gestore unico.
Io, molto banalmente, penso che rispetto a tutte le condizioni che stanno oggi di più si potrebbe fare, ma non molto di più! O si cambia l'appalto o non si va da nessuna parte...
Francesco, infatti non vorrei essere frainteso sul senso del post.
O si cambia l'appalto o non si va da nessuna parte.
Fermo restando che alcuni "passaggi" della attività della differenziata andrebbero chiariti e resi più trasparenti.
Si chiama "comunicazione". Purtroppo nonostante il secondo anno di lavoro presso l'Ente, dal palazzo escono solo comunicati sostanzialmente fini a se stesso, francamente inutili; direi di grado di utilità piuttosto Basso.
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