Allora vediamo, la strategia è chiara.
Si vota per il rinnovo del Parlamento Europeo, e come sempre si parla di politica interna: gli 80 euro, i gufi, lapalude, ogni tanto le riforme costituzionali, il Senato, la legge elettorale, ecc.
Di Europa si parla marginalmente, tranne che per le presenze di Salvini con la sua felpa con la scritta NO EURO, ed il dubbio sul fatto che (alla luce delle sue ultime dichiarazioni) Berlusconi abbia veramente detto alla Merkel che è una culona.
Kapo' a Schulz, invece, è assodato.
In realtà ci sarebbe il tempo, volendo, di parlare di cose tipo: i formaggi senza latte o il vino senza uva, ambedue cose perfettamente legali visto che "l'Europa" lo consente. Che poi io dico: va bene, la democrazia, la maggioranza, è stato deciso così e passi, ma cazzo! in cinque anni che state a scaldare le poltroncine degli aerei con cui fate la spola fra Roma e Bruxelles, non dico esservi opposti, ma almeno una volta alzare la manina e dire: "signori, al parlamento europeo si sta per varare la legge per cui la carne di maiale si farà con le ghiande, così la potranno mangiare anche i musulmani ed apriremo ai mercati islamici (per non parlare di vegetariani e vegani).
Sarebbe l'ennesima cagata, ma almeno diteci che cazzo sta succedendo, visto che siete pagati per andare fino lì.
Ci sarebbero tematiche di politica estera, ma a parte il piagnucolio di Alfano sui migranti dall'Africa, da che sta la (Gianni e) Pinotti agli Esteri, i fucilieri strabici non si sa che fine abbiano fatto, e di che posizione prendere verso paesi come la Libia, la Siria, la Russia, il Venezuela (visto che pare stia succedendo qualcosa) non dice niente nessuno.
...
In tutto questo vuoto, in cui l'unico che ci ha fatto la bella figura è Vespa lunedì scorso, la retorica si basa sulla battaglia contro l'astensionismo.
Si danno i numeri: il 30, il 35, il 40% ...
Ma occhio: et voilà! i timori scompariranno quando le percentuali di votanti saranno elevate, certamente più alte del temuto 60-65% di votanti.
Cosa sarà successo?
Avrà prevalso la rabbia di Grillo e la sua promessa di andare a sbattere i pugni sul tavolo? Avrà convinto la neo-simpatia di Renzi e le sue 5covergirl5 che un'altra Europa è possibile? Napolitano sarà riuscito a suscitare negli italiani una nuova, viva e vibrante soddisfazione ad andare al seggio a votare?
O non sarà stato che delle Europee non gliene frega un cazzo a nessuno ma ci sono in tantissimi comuni le elezioni per il Sindaco, ossia la competizione elettorale che più di tutte porta gente al seggio?
...
Ma tant'è, chi volete che vorrà provare ad essere così intellettualmente onesto da ammettere che solo col traino delle consultazioni comunali si riuscirà a raggiungere percentuali di voto (quasi) massicce, mentre se le Europee fossero andate sole solette, altro che 50% di elettori?
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giovedì 22 maggio 2014
venerdì 6 luglio 2012
Se anche il nome è una cagata
Italia, paese di santi, poeti, navigatori e neologismi.
Si cerca a tutti i costi di trovare un'inutile originalità nelle cose, nei fatti e nelle notizie, coniando un termine che possa accompagnare un evento di cronaca.
Io me la prendevo con i neologismi coniati per indicare gli scandali che vengono scoperti in Italia: Da Tangentopoli si sono susseguiti i vari; sanitopoli, calciopoli, vallettopoli, ecc. ecc.
Adesso, scimmiottando l'abitudine statunitense di dare un nome agli uragani (cosa che ha comunque un criterio), alle ondate di calore si stanno dando (non da parte del Istituto meteorologico ma da qualche buontempone che fa e dà le previsioni meteo su internet) nomi storico-mitologici: Scipione, Caronte, Minosse ... Chissà se, d'inverno, alle ondate di freddo verranno dati nomi tipo ... chessò ... Cody Maverick, Air Action Vigorsol, Scrat ...
Anche il sistema elettorale deve essere classificato con un nome che lo caratterizzi: Mattarellum, Porcellum, ora si pensa al Provincellum. Chissà se passa la ipotesi del sistema elettorale tedesco: il Merkellum, o quello alla francese: il Brunellum (in onore alla ex premier dame) ...
Io, modestamente, propongo il mio sistema elettorale: l'astensionellum.
Perchè, se anche il nome è una cagata ....
Si cerca a tutti i costi di trovare un'inutile originalità nelle cose, nei fatti e nelle notizie, coniando un termine che possa accompagnare un evento di cronaca.
Io me la prendevo con i neologismi coniati per indicare gli scandali che vengono scoperti in Italia: Da Tangentopoli si sono susseguiti i vari; sanitopoli, calciopoli, vallettopoli, ecc. ecc.
Adesso, scimmiottando l'abitudine statunitense di dare un nome agli uragani (cosa che ha comunque un criterio), alle ondate di calore si stanno dando (non da parte del Istituto meteorologico ma da qualche buontempone che fa e dà le previsioni meteo su internet) nomi storico-mitologici: Scipione, Caronte, Minosse ... Chissà se, d'inverno, alle ondate di freddo verranno dati nomi tipo ... chessò ... Cody Maverick, Air Action Vigorsol, Scrat ...
Anche il sistema elettorale deve essere classificato con un nome che lo caratterizzi: Mattarellum, Porcellum, ora si pensa al Provincellum. Chissà se passa la ipotesi del sistema elettorale tedesco: il Merkellum, o quello alla francese: il Brunellum (in onore alla ex premier dame) ...
Io, modestamente, propongo il mio sistema elettorale: l'astensionellum.
Perchè, se anche il nome è una cagata ....
mercoledì 9 novembre 2011
Se si votasse a febbraio ...
Se si votasse a febbraio, mi piacerebbe che fosse il 12. Si tratta della domenica in cui il Foggia gioca in trasferta a Viareggio, e mi piacerebbe essere lì, in trasferta, per seguire il mio Foggia, in compagnia della signora e del giovane Luca; che chissà, potrebbe finalmente fare il suo esordio in una partita dei rossoneri (quelli buoni): ho atteso anche troppo. Per non parlare del ritorno sugli spalti di Yina la quale finora, ed è bene ricordarlo, vanta una percentuale del 100% di vittorie nelle partite dei satanelli cui ha assistito.
Dice: ma come? La domenica che si vota? va a finire che tocca poi restar fuori anche il lunedì?
(E si, siamo uno dei pochi paesi al mondo, spero non l'unico: mal comune, mezzo gaudio, in cui si vota domenica e lunedì, facendo finta di avere una democrazia partecipata solo perchè vota circa l'80% della popolazione. Facciamo che si indice una settimana intera di votazioni, e magari così si supera anche il 90% dei votanti. Sai che figata?)
La risposta è: si, ovvio!
Perchè, l'ho detto e lo ripeto: aspetto con ansia la data delle prossime elezioni: non vedo l'ora di sapere quand'è che non andrò a votare.
Dice: ma come? La domenica che si vota? va a finire che tocca poi restar fuori anche il lunedì?
(E si, siamo uno dei pochi paesi al mondo, spero non l'unico: mal comune, mezzo gaudio, in cui si vota domenica e lunedì, facendo finta di avere una democrazia partecipata solo perchè vota circa l'80% della popolazione. Facciamo che si indice una settimana intera di votazioni, e magari così si supera anche il 90% dei votanti. Sai che figata?)
La risposta è: si, ovvio!
Perchè, l'ho detto e lo ripeto: aspetto con ansia la data delle prossime elezioni: non vedo l'ora di sapere quand'è che non andrò a votare.
giovedì 25 marzo 2010
Lampados
Ho capito, finalmente, perchè la campagna elettorale dell'allora candidato sindaco Berlen si fosse basata sullo slogan: volare alto.
Può piacere o meno la scelta delle "palme floride"; della scelta di usare il cemento per pavimentare; della massa di blocchi calcarei a vista e addossati al lungomare invece della scelta originaria della massicciata frangiflutti sommersa (forse è il piano casa previsto per ratti e topoloni che troveranno comodo alloggio nella massicciata a ridosso di uno dei più bei lungomari d'Italia, d'Europa e magari anche del mondo); delle ringhiere "a scomparsa" (ma se uno va a piedi su marciapiedi amplissimi, che senso ha inventarsi che la scelta di quelle ringhiere è perchè "non si notano andando in macchina"? cit. da comizio); dei lampioni della serie: mi illumino di più (l'anno prossimo Caterpillar verrà a Mola a fare la giornata sul risparmio energetico piazzandosi sul lungomare aspettando di vedere lo spegnimento di quella abnorme quantità di luci); ldella scelta di fare un minianfiteatropalafitta in cemento, e via discorrendo.
Ogni scelta dovrebbe prevedere necessariamente l'opzione stile Facebook: "Mi piace", senza che nessuno si debba offendere.
Ma dicevo: ho capito finalmente il senso dello slogan "volare alto".
Al di là del gusto estetico, una vista dall'alto dell'intervento dell'architetto sp ... sp ... sp ... (scusate, ma la parola spagnolo come aggettivo di architetto, non so perchè, ma il PC proprio non ne vuole sapere di scriverlo) è certamente di impatto. Ha una sua organicità, una sua logica estetica, un "disegno".
Ma se poco poco si viene, ad esempio, da Nord e si guarda il lungomare "dal basso", come può fare un qualunque misero mortale che vuole tenere i piedi per terra ... non so voi, ma io vedo solo una gran confusione.
Io spero che alla fine tutto possa assumere una logica ed una organicità anche per chi non verrà (a frotte) con voli charter ed elicotteri per approdare al porto turistico di Mola, avendo così la sorte di vedere questa opera pubblica solo dall'alto, ma mi permetto di esprimere questa perplessità.
Al di là di questo, che dire di questa campagna elettorale?
Elencazioni di ciò che si è fatto e si farà ancora da una parte, elencazioni di ciò che non è stato fatto o è stato fatto in maniera discutibile dall'altra (Alberotanza non so se metterlo da una parte o dall'altra). Niente di nuovo. I colpi di scena sono stati sostanzialmente quelli legati alle esitazioni sulla ricandidatura di berlen che tanto scompiglio hanno provocato nei suoi alleati. Al di là di questo, in un paesello privo di televisione locale, con un mensile che per forza di cose, date le sue tempistiche, non può fare informazione "in tempo reale" come sarebbe necessario in una campagna elettorale, e con un settimanale che fa da portavoce più che da comunicatore di notizie, sinceramente c'era da aspettarsi poco di più.
Le strategie pure, sempre le solite. Inaugurazioni in zona Cesarini, annunci di lavori e finanziamenti, per esempio per interventi fognari evidentemente così ingenti che su strade come ad esempio via Crispi e via S. Chiara si interverrà più volte (ragazzi, siete giovani, siete nati con il PC tra le mani ed il Wordprocessor sulle dita: almeno il copia-incolla fatelo bene), porta a porta, incontri in stile più o meno carbonaro, comizi, ospiti, strette di mano da chi fino a ieri non sapeva nemmeno chi tu fossi ...
Insomma, come e forse più di processioni e riti religiosi, i giorni precedenti le votazioni comunali seguono gli stessi riti, uguali da sempre (tranne la attivazione per cinque giorni dei semafori, che questa volta è mancata; pare che volessero attivare solo il rosso e l'arancione, come la bandiera spagnola, in onore al santo patrono, ma non è stato possibile ottenere una deroga al codice della strada che prevede anche il verde). Vabbè: diciamo che questo fa parte della fisiologica scomparsa di qualche frammento di tradizione che va via con il tempo.
Una cosa che, invece, continua a non apparire, è l'ambiente come argomento-base fra i temi della campagna elettorale.
A parte l'incontro (secondo me meramente elettoralistico ancorchè tema importante e di grande interesse) sul nucleare organizzato dai sostenitori di Gaudiuso, e quello sul destino della discarica di contrada Martucci (sempre organizzato dalla sinistra molese), di ambiente non ha parlato nessuno.
Certo, "ambiente" è la messa in sicurezza (non credo bonifica) di una (non della, ma di una) discarica in contrada Pozzovivo, un intervento molto bello ma al momento fine a se stesso (e si notano già i primi segni del degrado legato alla manutenzione (?)), ma forse ambiente è mettere alberi nelle aiuole, forse ambiente è costruire senza dire una parola sulle lame, forse ambiente è non dire una parola del recupero della fascia costiera ancora occupata dalle villette sequestrate, forse ambiente è non avere il coraggio di dire che la perimetrazione del PAI così come è stata voluta con sommo gaudio e cartelloni annessi è uno scandalo, forse ambiente è non dire che non c'è un solo pannello fotovoltaico di proprietà pubblica ...
L'elenco è lungo.
Meglio andare a votare, possibilmente bene.
Forse bisogna cambiare, o forse bisogna puntare alla continuità.
Forse bisogna cambiare persone a prescindere dal colore politico della coalizione di governo.
Ognuno di noi, a poche ore dal voto, sa.
Bisognerebbe mettere in ogni urna uno specchio, con l'obbligo per l'elettore di guardarsi dentro dieci secondi (sindaco, assessori e consiglieri uscenti qualcosa in più) prima di apporre quella benedetta crocetta sulla scheda.
Può piacere o meno la scelta delle "palme floride"; della scelta di usare il cemento per pavimentare; della massa di blocchi calcarei a vista e addossati al lungomare invece della scelta originaria della massicciata frangiflutti sommersa (forse è il piano casa previsto per ratti e topoloni che troveranno comodo alloggio nella massicciata a ridosso di uno dei più bei lungomari d'Italia, d'Europa e magari anche del mondo); delle ringhiere "a scomparsa" (ma se uno va a piedi su marciapiedi amplissimi, che senso ha inventarsi che la scelta di quelle ringhiere è perchè "non si notano andando in macchina"? cit. da comizio); dei lampioni della serie: mi illumino di più (l'anno prossimo Caterpillar verrà a Mola a fare la giornata sul risparmio energetico piazzandosi sul lungomare aspettando di vedere lo spegnimento di quella abnorme quantità di luci); ldella scelta di fare un minianfiteatropalafitta in cemento, e via discorrendo.
Ogni scelta dovrebbe prevedere necessariamente l'opzione stile Facebook: "Mi piace", senza che nessuno si debba offendere.
Ma dicevo: ho capito finalmente il senso dello slogan "volare alto".
Al di là del gusto estetico, una vista dall'alto dell'intervento dell'architetto sp ... sp ... sp ... (scusate, ma la parola spagnolo come aggettivo di architetto, non so perchè, ma il PC proprio non ne vuole sapere di scriverlo) è certamente di impatto. Ha una sua organicità, una sua logica estetica, un "disegno".
Ma se poco poco si viene, ad esempio, da Nord e si guarda il lungomare "dal basso", come può fare un qualunque misero mortale che vuole tenere i piedi per terra ... non so voi, ma io vedo solo una gran confusione.
Io spero che alla fine tutto possa assumere una logica ed una organicità anche per chi non verrà (a frotte) con voli charter ed elicotteri per approdare al porto turistico di Mola, avendo così la sorte di vedere questa opera pubblica solo dall'alto, ma mi permetto di esprimere questa perplessità.
Al di là di questo, che dire di questa campagna elettorale?
Elencazioni di ciò che si è fatto e si farà ancora da una parte, elencazioni di ciò che non è stato fatto o è stato fatto in maniera discutibile dall'altra (Alberotanza non so se metterlo da una parte o dall'altra). Niente di nuovo. I colpi di scena sono stati sostanzialmente quelli legati alle esitazioni sulla ricandidatura di berlen che tanto scompiglio hanno provocato nei suoi alleati. Al di là di questo, in un paesello privo di televisione locale, con un mensile che per forza di cose, date le sue tempistiche, non può fare informazione "in tempo reale" come sarebbe necessario in una campagna elettorale, e con un settimanale che fa da portavoce più che da comunicatore di notizie, sinceramente c'era da aspettarsi poco di più.
Le strategie pure, sempre le solite. Inaugurazioni in zona Cesarini, annunci di lavori e finanziamenti, per esempio per interventi fognari evidentemente così ingenti che su strade come ad esempio via Crispi e via S. Chiara si interverrà più volte (ragazzi, siete giovani, siete nati con il PC tra le mani ed il Wordprocessor sulle dita: almeno il copia-incolla fatelo bene), porta a porta, incontri in stile più o meno carbonaro, comizi, ospiti, strette di mano da chi fino a ieri non sapeva nemmeno chi tu fossi ...
Insomma, come e forse più di processioni e riti religiosi, i giorni precedenti le votazioni comunali seguono gli stessi riti, uguali da sempre (tranne la attivazione per cinque giorni dei semafori, che questa volta è mancata; pare che volessero attivare solo il rosso e l'arancione, come la bandiera spagnola, in onore al santo patrono, ma non è stato possibile ottenere una deroga al codice della strada che prevede anche il verde). Vabbè: diciamo che questo fa parte della fisiologica scomparsa di qualche frammento di tradizione che va via con il tempo.
Una cosa che, invece, continua a non apparire, è l'ambiente come argomento-base fra i temi della campagna elettorale.
A parte l'incontro (secondo me meramente elettoralistico ancorchè tema importante e di grande interesse) sul nucleare organizzato dai sostenitori di Gaudiuso, e quello sul destino della discarica di contrada Martucci (sempre organizzato dalla sinistra molese), di ambiente non ha parlato nessuno.
Certo, "ambiente" è la messa in sicurezza (non credo bonifica) di una (non della, ma di una) discarica in contrada Pozzovivo, un intervento molto bello ma al momento fine a se stesso (e si notano già i primi segni del degrado legato alla manutenzione (?)), ma forse ambiente è mettere alberi nelle aiuole, forse ambiente è costruire senza dire una parola sulle lame, forse ambiente è non dire una parola del recupero della fascia costiera ancora occupata dalle villette sequestrate, forse ambiente è non avere il coraggio di dire che la perimetrazione del PAI così come è stata voluta con sommo gaudio e cartelloni annessi è uno scandalo, forse ambiente è non dire che non c'è un solo pannello fotovoltaico di proprietà pubblica ...
L'elenco è lungo.
Meglio andare a votare, possibilmente bene.
Forse bisogna cambiare, o forse bisogna puntare alla continuità.
Forse bisogna cambiare persone a prescindere dal colore politico della coalizione di governo.
Ognuno di noi, a poche ore dal voto, sa.
Bisognerebbe mettere in ogni urna uno specchio, con l'obbligo per l'elettore di guardarsi dentro dieci secondi (sindaco, assessori e consiglieri uscenti qualcosa in più) prima di apporre quella benedetta crocetta sulla scheda.
martedì 2 marzo 2010
Disordine alfabetico
Le liste per le elezioni comunali, fra polemiche, ritardi e ricorsi, sono state presentate con il loro carico umano che per un mesetto circa (o forse più) gironzolerà per il paesello alla ricerca del voto. O del non voto; perchè anche quest anno, c'è da scommetterci, ci saranno i candidati a voto zero (sembra la pubblicità di un prestito o un mutuo); di quelli che rispondono a chi gli domanda: "Oh, ma ci sei anche tu in lista?" con un: "si, ma non mi votare".
Insomma, sei candidati sindaco (nessuna donna, ed è quanto dire), 15 liste, 281 consiglieri.
Risibile la risposta a quella che è sempre più una misera pagliacciata ipocrita, ossia i discorsi che fanno gli uomini sulla superiorità del genere femminile, del valore aggiunto che ptrebbero apportare le donne alla vita politica, e bla bla bla, salvo poi (o forse proprio per questo) badare bene a fare sì che la politica resti per le donne campo minato. Che poi, a questo punto, sorge legittimo il dubbio che forse sono proprio le donne a non volersi inserire in questo mondo; e qui la colpa, forse (anzi: senza forse), è anche la loro.
Comunque, le cosiddette quote rosa evidenziano la misoginia spinta di Italia dei Valori e PdL (1 donna su 20 candidati) e PLI (1 donna su 19 candidati) cui si contrappone (un eufemismo) la "scelta rosa" di Progetto Mola (6 donne su 17 candidati, comunque meno delle 9 su 19 di cinque anni fa) e Mola Tricolore (6 su 20).
In totale meno del 20% (circa il 18%) di candidati donna (escludendo i candidati sindaco).
Chissà come andrà a finire questa volta, di quanto si abbasserà (o si innalzerà?) la percentuale "rosa", visto che la ultima legislatura, lo ricordiamo tutti, ha brillato per assenza di presenza femminile (due sole donne in maggioranza, nessuna all'opposizione; nessuna neanche in giunta: almeno, fra gli assessori, peggio di così non si potrà fare).
Sui nomi non entro nel merito, anche se, per esempio, la presenza di un avvocato in una lista di appoggio al candidato sindaco uscente mi ha, onestamente, sorpreso.
Piuttosto, un dettaglio. L'ordine dei candidati in lista.
Tutte le liste che appoggiano il candidato Di Perna hanno i nomi in ordine alfabetico, così come le due che appoggiano il candidato Alberotanza e la lista Mola Tricolore che sostiene Nardulli.
I Moderati per Mola hanno il capolista (Tanzi) ed il resto dei candidati in ordine alfabetico sparso; delle due liste per Gaudiuso, solo in quella di Sinistra Unita c'è un capolista (l'ex assessore Gargiulo; pensavo che fosse un dovere di ospitalità, visto che è un campano che vive a Bari, credo); infine delle tre che sostengono Berlen, il PD presenta una rigorosa gerarchia uscente (il vice-sindaco uscente, gli assessori, i "semplici consiglieri"), così come Progetto Mola, mentre nella terza lista di supporto a Berlen sembra mancare la Cima di Mola (nel senso dell'Ulivo ...).
...
A qualcuno non è sfuggito che si vota anhe per le Regionali. Per fortuna solo a pochi ...
Insomma, sei candidati sindaco (nessuna donna, ed è quanto dire), 15 liste, 281 consiglieri.
Risibile la risposta a quella che è sempre più una misera pagliacciata ipocrita, ossia i discorsi che fanno gli uomini sulla superiorità del genere femminile, del valore aggiunto che ptrebbero apportare le donne alla vita politica, e bla bla bla, salvo poi (o forse proprio per questo) badare bene a fare sì che la politica resti per le donne campo minato. Che poi, a questo punto, sorge legittimo il dubbio che forse sono proprio le donne a non volersi inserire in questo mondo; e qui la colpa, forse (anzi: senza forse), è anche la loro.
Comunque, le cosiddette quote rosa evidenziano la misoginia spinta di Italia dei Valori e PdL (1 donna su 20 candidati) e PLI (1 donna su 19 candidati) cui si contrappone (un eufemismo) la "scelta rosa" di Progetto Mola (6 donne su 17 candidati, comunque meno delle 9 su 19 di cinque anni fa) e Mola Tricolore (6 su 20).
In totale meno del 20% (circa il 18%) di candidati donna (escludendo i candidati sindaco).
Chissà come andrà a finire questa volta, di quanto si abbasserà (o si innalzerà?) la percentuale "rosa", visto che la ultima legislatura, lo ricordiamo tutti, ha brillato per assenza di presenza femminile (due sole donne in maggioranza, nessuna all'opposizione; nessuna neanche in giunta: almeno, fra gli assessori, peggio di così non si potrà fare).
Sui nomi non entro nel merito, anche se, per esempio, la presenza di un avvocato in una lista di appoggio al candidato sindaco uscente mi ha, onestamente, sorpreso.
Piuttosto, un dettaglio. L'ordine dei candidati in lista.
Tutte le liste che appoggiano il candidato Di Perna hanno i nomi in ordine alfabetico, così come le due che appoggiano il candidato Alberotanza e la lista Mola Tricolore che sostiene Nardulli.
I Moderati per Mola hanno il capolista (Tanzi) ed il resto dei candidati in ordine alfabetico sparso; delle due liste per Gaudiuso, solo in quella di Sinistra Unita c'è un capolista (l'ex assessore Gargiulo; pensavo che fosse un dovere di ospitalità, visto che è un campano che vive a Bari, credo); infine delle tre che sostengono Berlen, il PD presenta una rigorosa gerarchia uscente (il vice-sindaco uscente, gli assessori, i "semplici consiglieri"), così come Progetto Mola, mentre nella terza lista di supporto a Berlen sembra mancare la Cima di Mola (nel senso dell'Ulivo ...).
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A qualcuno non è sfuggito che si vota anhe per le Regionali. Per fortuna solo a pochi ...
lunedì 1 marzo 2010
Qui finisce l'avventura ...
Con quel nome così, Milioni ... mi viene in mente quel fumetto di cui i miei genitori sempre mi han parlato.
Cambia magari un po' il ritornello. Perchè sembra proprio che l'avventura della candidato Polverini forse non finisce prima ancora di cominciare, ma certamente diventa una impresa.
Una regione come il Lazio, così importante, lasciata in mano a gente che perfino il ministro Rotondi ha titolo a definire incapaci ...
...
Al paesello non ci si è mai fatto mancare nulla; e pertanto anche qui un mini-scandalo non è stato risparmiato. Chissà se e cosa pubblicherà Fucks, sabato prossimo. Io mi limito a pensare che se a Roma le sorti del PdL sono state (mal)messe nelle mani di tal Milioni e nel suo spuntino (panino con provolone e mortazza?), qui al paesello quelli delle liste a favore del sindaco uscente chissà con cosa hanno farcito il panino che in luglio generalmente viene occupato dal cefalopode orientale, e che li ha fatti giungere trafelati, in ritardo e con qualche anomalia di troppo nelle cartelline simil-fodera, all'appuntamento fatidico del mezzodì.
E poichè è noto che i principali e più affezionati ospiti della Sagra più tristemente famosa della Murgia sud-orientale vengono da Rutigliano e dintorni, nessuno se la è sentita di stravolgere la aurea regola per cui (non dico nulla di nuovo) la legge con gli amici si interpreta e con i nemici si applica.
...
Vabbè, da adesso si fa sul serio (perchè tante cose accadute finora hanno realmente rasentato il ridicolo: tricicli senza ruote, candidature scandidate e ricandidate, ecc.). Tanti candidati sono miei amici. Spero che in tanti fra loro vengano eletti e si possano giocare la opportunità di fare qualcosa di serio per il loro paese (speriamo non più paesello).
...
Un pensiero vorrei rivolgerlo ad un assente, l'amico Andrea Laterza che pare proprio non avere avuto modo di candidarsi. La colpa non è mai morta vedova ed evidentemente qualche colpa anche lui (e i suoi compagni di progetto politico) ce l'avrà pure avuta.
Comunque sia, in bocca al lupo a tutti e... che vinca il migliore.
Sperando che sia il popolo a dimostrarsi di essere migliore, scegliendo bene.
Cambia magari un po' il ritornello. Perchè sembra proprio che l'avventura della candidato Polverini forse non finisce prima ancora di cominciare, ma certamente diventa una impresa.
Una regione come il Lazio, così importante, lasciata in mano a gente che perfino il ministro Rotondi ha titolo a definire incapaci ...
...
Al paesello non ci si è mai fatto mancare nulla; e pertanto anche qui un mini-scandalo non è stato risparmiato. Chissà se e cosa pubblicherà Fucks, sabato prossimo. Io mi limito a pensare che se a Roma le sorti del PdL sono state (mal)messe nelle mani di tal Milioni e nel suo spuntino (panino con provolone e mortazza?), qui al paesello quelli delle liste a favore del sindaco uscente chissà con cosa hanno farcito il panino che in luglio generalmente viene occupato dal cefalopode orientale, e che li ha fatti giungere trafelati, in ritardo e con qualche anomalia di troppo nelle cartelline simil-fodera, all'appuntamento fatidico del mezzodì.
E poichè è noto che i principali e più affezionati ospiti della Sagra più tristemente famosa della Murgia sud-orientale vengono da Rutigliano e dintorni, nessuno se la è sentita di stravolgere la aurea regola per cui (non dico nulla di nuovo) la legge con gli amici si interpreta e con i nemici si applica.
...
Vabbè, da adesso si fa sul serio (perchè tante cose accadute finora hanno realmente rasentato il ridicolo: tricicli senza ruote, candidature scandidate e ricandidate, ecc.). Tanti candidati sono miei amici. Spero che in tanti fra loro vengano eletti e si possano giocare la opportunità di fare qualcosa di serio per il loro paese (speriamo non più paesello).
...
Un pensiero vorrei rivolgerlo ad un assente, l'amico Andrea Laterza che pare proprio non avere avuto modo di candidarsi. La colpa non è mai morta vedova ed evidentemente qualche colpa anche lui (e i suoi compagni di progetto politico) ce l'avrà pure avuta.
Comunque sia, in bocca al lupo a tutti e... che vinca il migliore.
Sperando che sia il popolo a dimostrarsi di essere migliore, scegliendo bene.
martedì 19 gennaio 2010
Dici che funziona?
Da Napoli in poi, ogni qualvolta arriva un avviso di garanzia o una qualche notizia di reato, di indagini in corso ad un politico, si parla di giustizia ad orologeria.
Delegittimazione.
In genere, questa accusa è partita dall'area di centro-destra, in primis dal suo capo, convinto assertore del fatto che le toghe vestano un preciso colore e perseguano un unico, preciso obiettivo politico.
Vero o no (in Italia si vota sempre, quindi risulta anche difficile capire se sia effettivamente studiata la tempistica di queste azioni giudiziarie o se invece sia inevitabile coincidere con una scadenza elettorale), dall'altra parte della barricata questa accusa (di regolare le lancette della sveglia giudiziaria sull'ora delle elezioni) è sempre stata ritenuta una accusa infamante ed una miserabile scusa.
Oggi, alla vigilia delle sofferte primarie per la scelta del candidato sfidante del centro-sinistra in Puglia, arriva una notizia a sorpresa (a "orologeria"?).
Qualcuno comincia a sospettare che, forse, qualcuno la sveglia la regoli veramente per farla suonare al momento giusto ...
Aggiornamento
Ad ascoltare il governatore, sembra che sia lecito il beneficio del dubbio.
Delegittimazione.
In genere, questa accusa è partita dall'area di centro-destra, in primis dal suo capo, convinto assertore del fatto che le toghe vestano un preciso colore e perseguano un unico, preciso obiettivo politico.
Vero o no (in Italia si vota sempre, quindi risulta anche difficile capire se sia effettivamente studiata la tempistica di queste azioni giudiziarie o se invece sia inevitabile coincidere con una scadenza elettorale), dall'altra parte della barricata questa accusa (di regolare le lancette della sveglia giudiziaria sull'ora delle elezioni) è sempre stata ritenuta una accusa infamante ed una miserabile scusa.
Oggi, alla vigilia delle sofferte primarie per la scelta del candidato sfidante del centro-sinistra in Puglia, arriva una notizia a sorpresa (a "orologeria"?).
Qualcuno comincia a sospettare che, forse, qualcuno la sveglia la regoli veramente per farla suonare al momento giusto ...
Aggiornamento
Ad ascoltare il governatore, sembra che sia lecito il beneficio del dubbio.
lunedì 23 novembre 2009
Ciao Ni'
Non è importante credere o meno ai motivi personali; la sostanza è che tutto è sparigliato, ormai.
E così adesso si può pensare a cosa si dovrà dire in sede di campagna elettorale, sia da parte di chi dovrebbe accollarsi l'ingrato compito di garantire la continuità politico-amministrativa (spiegando se "Il progetto continua" o se invece "Il progetto non continua" perchè il programma è stato completato), sia da parte di chi avrà intenzione di smarcarsi dal Progetto di cui ha preso le distanze, sia da parte di chi ha fatto opposizione negli ultimi tanti anni, sia da parte di chi ha provato a dire la sua fuori dal palazzo.
Se c'era una maniera con la quale uscire dalla cappa (o cortina fumogena) di Urban in cui è incappato il paesello nel recente passato, questa è forse la più inaspettata.
Adesso, però chissà ... forse arriva il bello, un po' di movimento.
A dire la verità, aspetto l'inizio della campagna elettorale come un esquimese aspetta l'arrivo di un frigorifero nell'igloo.
Ma c'è una cosa che mi incuriosisce, non posso negarlo; e son sicuro che la mia attesa non verrà tradita.
Chissà perchè, ma ho come l'impressione che finalmente sentiremo cosa pensavano realmente del loro leader indiscusso i tanti consiglieri e vicini di partito che in questi anni lo hanno supportato e talora idolatrato. Chissà perchè, ma temo per il buon Nico un destino simil Prodi o simil Veltroni. Due personaggi indiscussi nel loro carisma e garantiti nella fedeltà dei loro seguaci, che appena caduti, sono stati nella migliore delle situazioni: ignorati! e talvolta sbugiardati nelle scelte politiche che hanno fatto i loro sostenitori-successsori.
Ho come l'impressione che finalmente torneranno a respirare l'aria del presenzialismo e della autoreferenzialità i soliti noti, i tanti scontenti condannati al silenzio ed alla penombra del dietro le quinte, oscurati non solo dal primo cittadino, ma finanche da assessori indigesti.
Penso che siamo in molti a ricordare di quando si venne a sapere, da chi frequenta internet, che un assessore si era dimesso; chi non ricorda le (sotto)voci di sollievo di chi finalmente confidava ai quattro spifferi, finalmente, di essersi tolto dai santissimi quello lì? Eppure, appena ad inizio legislatura, era il deus ex-machina in quell'ambito ("lascia stare l'ideologia: è uno preparato, non si può dire niente" era la frase che più si ascoltava quando si chiedeva un commento sulla scelta del sindaco a nominare l'assessore); ci volle però poco per retrocederlo a ranghi molto più bassi (autoreferenziale era, nella scala dei commenti, un complimento).
Sempre chi naviga su internet seppe che le dimissioni si tramutarono in rimissioni e, come per magia, tutto tornò come prima. In consiglio comunale, una defilippica di bentornato sorprese più d'uno.
La storia è fatta di pavidi che si vestono da eroi quando il nemico è al tappeto.
Ora il Sindaco saluta e se ne va. Quindici giorni dopo avere sciolto la riserva, quindici giorni dopo avere di fatto commissionato i pezzi per i prossimi cinque mesi alla redazione del settimanale più letto dai canarini in gabbia, da perfido buontempone, Berlen decide di uscire di scena.
Ed è bastato aprire la porta di una stanza chiusa per troppo tempo, per percepire i primi spiferri che rischiano di disordinare tutte le carte diligentemente accatasate sulla scrivania.
Chissà se basterà per far volare via tutta la polvere della apatia e della disaffezione accumulata negli ultimi anni.
Di certo c'è che tutti avevano le freccette in mano. Ma qualcuno, dal muro, ha tolto il bersaglio.
E così adesso si può pensare a cosa si dovrà dire in sede di campagna elettorale, sia da parte di chi dovrebbe accollarsi l'ingrato compito di garantire la continuità politico-amministrativa (spiegando se "Il progetto continua" o se invece "Il progetto non continua" perchè il programma è stato completato), sia da parte di chi avrà intenzione di smarcarsi dal Progetto di cui ha preso le distanze, sia da parte di chi ha fatto opposizione negli ultimi tanti anni, sia da parte di chi ha provato a dire la sua fuori dal palazzo.
Se c'era una maniera con la quale uscire dalla cappa (o cortina fumogena) di Urban in cui è incappato il paesello nel recente passato, questa è forse la più inaspettata.
Adesso, però chissà ... forse arriva il bello, un po' di movimento.
A dire la verità, aspetto l'inizio della campagna elettorale come un esquimese aspetta l'arrivo di un frigorifero nell'igloo.
Ma c'è una cosa che mi incuriosisce, non posso negarlo; e son sicuro che la mia attesa non verrà tradita.
Chissà perchè, ma ho come l'impressione che finalmente sentiremo cosa pensavano realmente del loro leader indiscusso i tanti consiglieri e vicini di partito che in questi anni lo hanno supportato e talora idolatrato. Chissà perchè, ma temo per il buon Nico un destino simil Prodi o simil Veltroni. Due personaggi indiscussi nel loro carisma e garantiti nella fedeltà dei loro seguaci, che appena caduti, sono stati nella migliore delle situazioni: ignorati! e talvolta sbugiardati nelle scelte politiche che hanno fatto i loro sostenitori-successsori.
Ho come l'impressione che finalmente torneranno a respirare l'aria del presenzialismo e della autoreferenzialità i soliti noti, i tanti scontenti condannati al silenzio ed alla penombra del dietro le quinte, oscurati non solo dal primo cittadino, ma finanche da assessori indigesti.
Penso che siamo in molti a ricordare di quando si venne a sapere, da chi frequenta internet, che un assessore si era dimesso; chi non ricorda le (sotto)voci di sollievo di chi finalmente confidava ai quattro spifferi, finalmente, di essersi tolto dai santissimi quello lì? Eppure, appena ad inizio legislatura, era il deus ex-machina in quell'ambito ("lascia stare l'ideologia: è uno preparato, non si può dire niente" era la frase che più si ascoltava quando si chiedeva un commento sulla scelta del sindaco a nominare l'assessore); ci volle però poco per retrocederlo a ranghi molto più bassi (autoreferenziale era, nella scala dei commenti, un complimento).
Sempre chi naviga su internet seppe che le dimissioni si tramutarono in rimissioni e, come per magia, tutto tornò come prima. In consiglio comunale, una defilippica di bentornato sorprese più d'uno.
La storia è fatta di pavidi che si vestono da eroi quando il nemico è al tappeto.
Ora il Sindaco saluta e se ne va. Quindici giorni dopo avere sciolto la riserva, quindici giorni dopo avere di fatto commissionato i pezzi per i prossimi cinque mesi alla redazione del settimanale più letto dai canarini in gabbia, da perfido buontempone, Berlen decide di uscire di scena.
Ed è bastato aprire la porta di una stanza chiusa per troppo tempo, per percepire i primi spiferri che rischiano di disordinare tutte le carte diligentemente accatasate sulla scrivania.
Chissà se basterà per far volare via tutta la polvere della apatia e della disaffezione accumulata negli ultimi anni.
Di certo c'è che tutti avevano le freccette in mano. Ma qualcuno, dal muro, ha tolto il bersaglio.
lunedì 8 giugno 2009
Neuropee
Le solite sedute fiume post chiusura dei seggi.
Nel mio piccolo resto convinto del fatto che elezioni dai significati complessi quali le europee, non debbano essere accorpate con elezioni locali. Troppa confusione. C'è la tendenza ad omogeneizzare due modalità di scelta della preferenza che, penso sia opinione diffusa, sono spesso profondamente diverse quando si è chiamati a scegliere il politico e l'amministratore.
Poi c'è il fatto che non ci sia stata omogeneità sull'intero terriotorio nazionale: comuni dove si è votato solo per le europee, altri dove solo la provincia, altri ancora dove anche comuni e circoscrizioni (queste ultime presumo con maggiori percentuali di voto).
Si parlava di election day. Forse le europee andavano accorpate semmai con i referendum il 19 e 209 giugno, non certo con il primo turno delle amministrative.
Ma tant'è, il PD aveva polemizzato con il PdL per il presunto spreco di danaro, mentre avrebbero avuto i numeri per fare in Parlamento ciò che congiuntamente (optano entrambi per il SI)chiedono ai cittadini di farsi certificare dai cittadini; il tentativo di legittimarsi, a vicenda ed in altalena, la esistenza a scapito dei "piccoli" (che per antonomasia sono i rompicoglioni, dunque fastidiosi e possibilmente da fare fuori).
L'altro dato che sta emergendo è l'analisi del voto.
Fra gli over 4%, un insodisfatto e quattro felici e contenti.
L'insodisfatto è Berlusconi: puntava a crescere.
Fra i felici e contenti: Casini, DiPietro, Lega.
Registro fra i soddisfatti anche il PD; sostanzialmente appagato per avere bloccato il Cavaliere
-"Ma una cosa è certa, con i dati a disposizione: il Pdl si ferma al 35 per cento. E di questo il segretario si dice "soddisfatto, molto soddisfatto"-. Secondo me c'è poco da essere soddisfatti nel vedere, al termine della dura competizione, scalfite le unghia all'avversario, forse anche vedergli tagliata la falange ... un dito ... ma se ci si ritrova amputati di un braccio, c'è poco da essere soddisfatti.
Ed ancor peggio se, onestamente, è chiaro che quel braccio gli è stato tagliato da un prorpio alleato. Cresci gli amici ...
Nel mio piccolo resto convinto del fatto che elezioni dai significati complessi quali le europee, non debbano essere accorpate con elezioni locali. Troppa confusione. C'è la tendenza ad omogeneizzare due modalità di scelta della preferenza che, penso sia opinione diffusa, sono spesso profondamente diverse quando si è chiamati a scegliere il politico e l'amministratore.
Poi c'è il fatto che non ci sia stata omogeneità sull'intero terriotorio nazionale: comuni dove si è votato solo per le europee, altri dove solo la provincia, altri ancora dove anche comuni e circoscrizioni (queste ultime presumo con maggiori percentuali di voto).
Si parlava di election day. Forse le europee andavano accorpate semmai con i referendum il 19 e 209 giugno, non certo con il primo turno delle amministrative.
Ma tant'è, il PD aveva polemizzato con il PdL per il presunto spreco di danaro, mentre avrebbero avuto i numeri per fare in Parlamento ciò che congiuntamente (optano entrambi per il SI)chiedono ai cittadini di farsi certificare dai cittadini; il tentativo di legittimarsi, a vicenda ed in altalena, la esistenza a scapito dei "piccoli" (che per antonomasia sono i rompicoglioni, dunque fastidiosi e possibilmente da fare fuori).
L'altro dato che sta emergendo è l'analisi del voto.
Fra gli over 4%, un insodisfatto e quattro felici e contenti.
L'insodisfatto è Berlusconi: puntava a crescere.
Fra i felici e contenti: Casini, DiPietro, Lega.
Registro fra i soddisfatti anche il PD; sostanzialmente appagato per avere bloccato il Cavaliere
-"Ma una cosa è certa, con i dati a disposizione: il Pdl si ferma al 35 per cento. E di questo il segretario si dice "soddisfatto, molto soddisfatto"-. Secondo me c'è poco da essere soddisfatti nel vedere, al termine della dura competizione, scalfite le unghia all'avversario, forse anche vedergli tagliata la falange ... un dito ... ma se ci si ritrova amputati di un braccio, c'è poco da essere soddisfatti.
Ed ancor peggio se, onestamente, è chiaro che quel braccio gli è stato tagliato da un prorpio alleato. Cresci gli amici ...
martedì 21 aprile 2009
Chi offre di più?
Se non fosse che nella ruota ci sono solo 90 bussolotti ed altrettanti numeri, ci sarebbe da scommetterci: il numero che si sarebbe giocato di più sarebbe stato il 400.
Per qualcuno 460, per altri 430, ma siamo lì: quello è l'ordine di grandezza.
I politici conoscono bene la forza dei media ed ancor meglio sanno che per i loro fruitori non è importante capire ma assimilare ciò che viene detto; e soprattutto sanno benissimo che non fa bene ridimensionare certe cifre se ciò facesse bene alla verità ma male alla propria causa. Pertanto i 400 milioni che si spenderebbero in più se non ci fosse l'accorpamento con le europee (election day) si sono radicati nei discorsi che accompagnano questi giorni di polemiche sulle risorse da destinare alle popolazioni terremotate dell'Abruzzo e sono diventati la madre di tutti gli sprechi.
C'è stato chi si è preoccupato di proporre una valutazione diversa su come calcolare la cifra che si spenderebbe accorpando il voto referendario il 6-7 giugno alle europee o non accorpandolo.
Ovviamente non fa scena 100 milioni se per giorni e settimane si è parlato di 400; ed ancor meno ora che quelle cifre, sciacalli, potrebbero andare in Abruzzo.
A parte che l'Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui si vota anche il lunedì, foss'anche per un ballottaggio (una volta, da presidente di seggio, scrutinammo con i collaboratori del seggio 7 referendum, quando si votava solo la domenica, e terminammo tutte le operazioni alle 23.15), e forse già qui parlare di sprechi non sarebbe male, a prescindere dall'emergenza Abruzzo.
Ma tant'è! In Italia il benessere lo vediamo non come possibilità del superfluo, ma come diritto allo spreco. Lo facciamo con i soldi nostri, volete che non lo si faccia, moltiplicato n-volte, con i soldi pubblici?
Ora che si prospetta la possibilità di accorpare il voto referendario con il ballottaggio, come incidono quei 400/100 milioni? scompaiono? restano? aumentano? diminuiscono?
Non si sa. Fatto è che spunta l'ipotesi rinvio. Ma torniamo al discorso di poco fa: fra un anno sarà passata l'emergenza Abruzzo, potremo tornare a sprecare?
Il PD oscilla, con la fermezza del pendolo, tra l'accettare lo spostamento al giorno del ballottaggio e l'ipotesi del rinvio ma a patto che i promotori siano d'accordo (ossia? una posizione netta propria no?).
In tutto questo discutere, ospite non gradito è la discussione sui temi referendari, mentre chi sarà chiamato a lavorare ai seggi, il 6 e 7 giugno, forse sta tirando un sospiro di solievo.
A Bari, dove già c'è da scrutinare Provincia, Comune, Circoscrizioni ed Europee (le ultime tre sono voti con preferenze, senza contare la complessità del Comune dove c'è da fare conteggi a parte per il Sindaco e con la complicazione del voto disgiunto), non penso che l'aggunta di altre schede sarebbe stata il masismo della vita.
Personalmente credo che sia meglio accorpare con il giorno dei ballottaggi (laddove ci sono), perchè comunque è un risparmio.
E la faccenda degli sprechi non mi convince del tutto. L'esercizio della democrazia non ha prezzo. Esercitarlo male per certi versi potrebbe essere anche peggio.
Per qualcuno 460, per altri 430, ma siamo lì: quello è l'ordine di grandezza.
I politici conoscono bene la forza dei media ed ancor meglio sanno che per i loro fruitori non è importante capire ma assimilare ciò che viene detto; e soprattutto sanno benissimo che non fa bene ridimensionare certe cifre se ciò facesse bene alla verità ma male alla propria causa. Pertanto i 400 milioni che si spenderebbero in più se non ci fosse l'accorpamento con le europee (election day) si sono radicati nei discorsi che accompagnano questi giorni di polemiche sulle risorse da destinare alle popolazioni terremotate dell'Abruzzo e sono diventati la madre di tutti gli sprechi.
C'è stato chi si è preoccupato di proporre una valutazione diversa su come calcolare la cifra che si spenderebbe accorpando il voto referendario il 6-7 giugno alle europee o non accorpandolo.
Ovviamente non fa scena 100 milioni se per giorni e settimane si è parlato di 400; ed ancor meno ora che quelle cifre, sciacalli, potrebbero andare in Abruzzo.
A parte che l'Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui si vota anche il lunedì, foss'anche per un ballottaggio (una volta, da presidente di seggio, scrutinammo con i collaboratori del seggio 7 referendum, quando si votava solo la domenica, e terminammo tutte le operazioni alle 23.15), e forse già qui parlare di sprechi non sarebbe male, a prescindere dall'emergenza Abruzzo.
Ma tant'è! In Italia il benessere lo vediamo non come possibilità del superfluo, ma come diritto allo spreco. Lo facciamo con i soldi nostri, volete che non lo si faccia, moltiplicato n-volte, con i soldi pubblici?
Ora che si prospetta la possibilità di accorpare il voto referendario con il ballottaggio, come incidono quei 400/100 milioni? scompaiono? restano? aumentano? diminuiscono?
Non si sa. Fatto è che spunta l'ipotesi rinvio. Ma torniamo al discorso di poco fa: fra un anno sarà passata l'emergenza Abruzzo, potremo tornare a sprecare?
Il PD oscilla, con la fermezza del pendolo, tra l'accettare lo spostamento al giorno del ballottaggio e l'ipotesi del rinvio ma a patto che i promotori siano d'accordo (ossia? una posizione netta propria no?).
In tutto questo discutere, ospite non gradito è la discussione sui temi referendari, mentre chi sarà chiamato a lavorare ai seggi, il 6 e 7 giugno, forse sta tirando un sospiro di solievo.
A Bari, dove già c'è da scrutinare Provincia, Comune, Circoscrizioni ed Europee (le ultime tre sono voti con preferenze, senza contare la complessità del Comune dove c'è da fare conteggi a parte per il Sindaco e con la complicazione del voto disgiunto), non penso che l'aggunta di altre schede sarebbe stata il masismo della vita.
Personalmente credo che sia meglio accorpare con il giorno dei ballottaggi (laddove ci sono), perchè comunque è un risparmio.
E la faccenda degli sprechi non mi convince del tutto. L'esercizio della democrazia non ha prezzo. Esercitarlo male per certi versi potrebbe essere anche peggio.
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