martedì 12 luglio 2016

Nun puie ie' arret a stu tren

Senza fare polemica.
Ma bisogna avere finalmente, una volta per tutte, il
coraggio di ammetterlo.
La Rivoluzione è avere servizi di serie A ovunque.
Forse a qualcuno non piacerà il paragone ispirato al mondo del calcio, freschi come siamo dei recenti Europei di calcio, ma ....
Inutile pensare di allestire una squadra di fuoriclasse, con ingaggi stratosferici per vincere la Champions League, e poi giocare su un campetto in terra battuta senza acqua calda negli spogliatoi.
No.
Un paese moderno è quello che ha servizi con uno standard elevato come
base, per tutti, dappertutto.  
I paesi del Terzo Mondo, oramai è evidente, hanno fra le tante una caratteristica: son quelli in cui si convive fra elevatissime tecnologie e condizioni di vita miserrime; fra il lusso più sfrenato e la povertà più estrema. Sono quelli con le più elevate disparità e disuguaglianze fra ceti sociali e disparità di accesso ai servizi. Fra chi ha niente e chi sperpera il superfluo.
No.
Un paese moderno e giusto è quello in cui non si rincorre il Ponte sullo Stretto mentre altrove si annaspa sui binari unici.
Sognare di vivere in un paese moderno sta diventando sempre più un incubo da cui non si riesce a svegliarsi.
...
Il dovere della Magistratura sia di accertare queste colpe.
Il dovere della Politica sia di ripensare alle priorità che si intende dare per il Futuro che intende dare al Paese.  
Nel frattempo, non ci resta che piangere. Ancora una volta.
 
 
 

venerdì 8 luglio 2016

GoodYear

Veloce.
Prima dell'assemblea cittadina dell'opposizione, mi sarei aspettato, come doveroso impegno verso i cittadini, che fosse stata l'amministrazione ad organizzare una conferenza stampa per illustrare il bilancio di un anno di attività. che di vicissitudini ne ha attraversate. E di cose da illustrare, a bilancio di fine anno e programmazione per il prossimo, ce ne sarebbero state.
Ciò che verrà detto stasera dall'opposizione non lo so. Lo immagino, così come immagino commenti e reazioni. Spero solo (...) che ciò che verrà detto, invece di essere (nelle sedi opportune ed adeguate) confutato, ribattuto ed argomentato, non venga silenziato dal richiamo di ciò che è avvenuto alle 23.15 (o giù di lì) del 30 giugno scorso.
Evitiamo, per favore.
Il bilancio di un anno di attività amministrativa, che nelle sue luci ed ombre l'amministrazione non ha sentito finora il bisogno di fare pubblicamente, e che invece nelle sue ombre e luci ha inteso fare l'opposizione, non cambia se lo si fa fissando le lancette dell'orologio alle 23.00 o alle 23.30 del 30.6.2016.
Chi ha sbagliato, risponda delle sue parole e atti difronte a un giudice in tribunale, nell'assise comunale, davanti alla cittadinanza, alla stampa o nella sede ed il luogo più opportuno.
Ma non è un minuto prima o un minuto dopo che cambia ciò che è stato fatto o non fatto, nel bene e nel male, dall'amministrazione per la vita del paese, nè ciò che si intende fare.
La colpa non è mai morta vedova, diceva il mio professore di chimica al liceo.
Evitate, tutti, di infierire sul cadavere.
Grazie.