mercoledì 30 aprile 2008

Nel campo e nella vita

Poverino, che amara sorpresa! Certo, da attaccante è abituato ai difensori rudi, ma probabilmente i falli da dietro proprio non li sopporta ...

Proverbio

La matematica non è un'opinione
I calcoli a non saperli fare, fanno male.
Scherzi a parte, buona guarigione.

martedì 29 aprile 2008

Tempi, situazioni, uomini, giustizia, forse vendetta

29 aprile 1945 - Italia: Giorgio Amendola lancia su L'Unità di Torino un appello che rimarrà famoso: "I criminali devono essere eliminati. Con risolutezza giacobina il coltello deve essere affondato nella piaga, tutto il marcio deve essere tagliato. Non è l'ora questa di abbandonarsi a indulgenze. Pietà l'è morta"
(da wikipedia)
Era il 13 giugno 1971, e la Pietà restava ben morta, sepolta sotto il peso di altri 800 colti macigni.

Mola,Toscana, Bangladesh

Non solo palloncini

lunedì 28 aprile 2008

Campo libero

Con Pepe, finalmente si sale.

Col seno di poi

In Italia, o quanto meno qui al Sud, in Puglia, la prima, forse in assoluto, telenovela trasmessa in televisione fu: Dancing days, produzione brasiliana che andava in onda su Antenna Sud.
Da allora questo genere televisivo si è diffuso in Italia sulla scia di quanto accadeva in Sud America.
Arrivarono dunque: "Anche i ricchi piangono", "Cuore selvaggio" e tante tante altre telenovelas in principio soprattutto brasiliane, poi argentine e subordinatamente messicane e venezuelane.
A prima vista "sono tutte uguali". Ampiamente diffuso il sentimento con cui venne (e lo è tuttora) accolto questo genere. Supponenza, superficialità, sberleffi vari achi ammette di esserne teleutente più o meno aficionado.
Ci sarà però una ragione perchè queste produzioni in America Latina incontrano il favore di fasce di popolazione che qui in Italia nemmeno ci sogniamo (o che non sappiamo quantificare).
Se ciò non mi stupisce affatto, evidentemente per puri motivi geografici, sinceramente stupisce ancor meno la sufficienza con cui vengono giudicate dai sapientoni di casa nostra le interpretazioni delle Veronica 'Tettonica' Castro, Grecia Colmenares, ecc.
Certo, passano nel 2008 in Italia telenovelas girate in Argentina 25 anni fa, ma si ridacchia delle pettinature e dei vestiti come si guarda con commiserazione pelosa gli emigranti dell'Est che oggi vestono ciò che riescono a trovare nei cassonetti dove i lamentosi italiani ricchi gettano ciò che non serve più.
Poi, a Buona Domenica ti fanno vedere "come eravamo" e tutti a sorridere generosi e imbarazzati allegramente al ricordo di quelle strane acconciature ...
Per la commiserazione, invece, è sufficiente vedere "gli albanesi" per strada. O le telenovelas a TeleNorba.
Telenovelas che non sono tutte uguali. Fu divertente e stimolante vedere le telenovelas in loco, riconoscere dall'accento degli attori quelle argentine da quelle venezuelane, quelle colombiane da quelle peruviane o messicane (anche se queste si riconoscono perchè piangono tutti); e con un po' di allenamento si riesce ad ubicarle anche dai caratteri somatici dei protagonisti.
Uno ride e fa: "si la la storia è quella: il figlio della famiglia ricca si innamora della ragazza povera, e sia la famiglia di lui che quella di lei contrastano la relazione per opposti motivi di diversità (ed "inopportunità") sociale, mentre la cattiva di turno che mira al "buon partito" fa di tutto per eliminare la povera ma bella e tanto tanto buona.
A volte (variante tipicamente messicana) c'è un prete che in gioventù ha trombato come un riccio ed ora si ritrova con la figlia segreta che ovviamente non sa nulla; non sono infrequenti infauamenti impossibili fra padre (in tutti i sensi) e figlia ignara.
Ma non è sempre così. Sovente le telenovelas, dicono molto della società in cui sono ambientate, di alcuni aspetti che sono propri di certe realtà, li evidenziano con modalità che non è facile apprezzare ad uno sguardo superficiale.
Anche la "geografia" delle telenovelas dice molto. Quelle messicane (poco fa scherzavo, ma non troppo) si distinguono molto, ad esempio, da quelle colombiane. Che vengono interpretate (non sono un esperto), con molta meno enfasi, nei toni, nelle espressioni, rispetto alle produzioni di altre nazioni.
E le tematiche.
Grande successo ha avuto la telenovela: Betty la fea, andata in onda un paio di anni fa su TeleNorba. Un successo clamoroso in Colombia, tanto da indurre una produzione statunitense a prenderne i diritti e girare una serie ad essa (molto) liberamente ispirata, ma ambientata negli States.
Oggi la notizia che sta per sbarcare anche in Italia una ennesima produzione colombiana, ispirata a tematiche che vanno ben oltre gli stereotipi sulle telenovelas (che qui bisogna chiamare fiction, se no, lo sai che vergogna, e addio Telegatto).
Esistono tanti modi per affrontare delle tematiche: c'è chi legge, chi preferisce i dibattiti televisivi, fondamentali per coloro i quali hanno bisogno di sapere come pensare ascoltando il parere dal proprio leader politico.
C'è chi se ne disinteressa. E sono la stragrande maggioranza.
Allora esistono, piaccia o no, forme alternative di comunicazione che raggiungono strati di popolazione che si fanno una idea di certe problematiche sociali, anche "solo guardando le telenovelas".
Molti continuano a domandarsi perchè, oggi, invece di essere seduti in Parlamento possono tranquillamente andare allo Stadio,
A volte la realtà ha molte più sfaccettature di quante uno si immagina, leggendo solo i libri da lui stesso scritti.

venerdì 25 aprile 2008

Og 12,5 apr

I tem è pass, pe l lez del sto sem ch sia dest a scom.
I qua h stud l sto, ave le le ch l lo d parti, d tu gl uom e don d bu volo, de ameri, de ingl, de rus, de pola, d tan rag ven dal Pol, da Can a mor pe l Lib, sogn.
Sogn que ep, ideal qu rag, mor i u luo scono, pe u ide fo ign, i un ter do l lo mam fo no ha ma conos. Fo s lap i cimi do og so e ch for i lo pa no ha ma vis.
Sogn.
Sogn ch l feli de raga ch svento i fazzo al'arr de ameri er i sorr d un int naz.
I fig d que raga all, d que uom mag e fel è rim l, ne docum sto.
Og c so d vinc l ele a Ro.
Verg pe tu vo, ch vol ten pe v, so p v l fe d tut.
Verg pe tu vo, ch vol strap l pag p vergo del sto.
Vi l Pat.
Que co stup, qu be d og ital.
Vi l'Ita

mercoledì 23 aprile 2008

Non so se a te ti, ma a me mi

Il bello delle riviste, settimanali o mensili che siano, è che si possono leggere a distanza di tempo e risultare ancora attuali. Anche notizie col sapore di pronostico non sono mai così buffe come i titoli della Gazzetta dello Sport la domenica sera o gli sms degli interisti il 5 maggio 2002 alle 15.
Del resto i settimanali, ad esempio, puntano su editoriali ed interviste ed è normale che non ci sia bisogno di leggerli in giornata per trarne ugualmente spunti di riflessione.
La casualità, dunque, mi ha fatto capitare tra le mani il Magazine del Corriere della Sera del 13 marzo scorso. Quello con in copertina un aitante GW Bush in maniche di camicia (il tradizionale paio di braccia sottratte all'agricoltura?) seduto sul suo Pick Up e relativo articolo con un neologismo ispirato alla bruttezza dei vari: vallettopoli, calciopoli, moggiopoli, ecc.: bushismo.
Dico: la casualità, perchè all'interno c'è un interessante articolo di Angelo Panebianco sul candidato Obama; un articolo letto, guarda caso, proprio all'indomani della ripresa delle eterne primarie democratiche, quelle in Pensylvania, quelle della vittoria di Hillary iosperochevincalei Clinton e che di fatto sembra riaprire scenari possibili su chi perderà contro Mc Cain alle prossime presidenziali USA.
Tutto ciò premesso, queste righe c'entrano con l'obiettivo di questo mio post come il classico cavolo c'entra con la ancor più classica merenda.
Infatti, ciò che mi ha colpito dell'articolo è stato il titolo.
"Ma a noi cosa ci conviene" (che vinca Clinton, McCain, Obama; ndb)
Ricordo che mia madre, insegnante elementare, anzi: maestra elementare (avete presente l'allegro suono delle voci dei bambini che, dai loro piccoli banchi di scuola, alzano la mano e gridano "Signora maestra, signora maestra ..."?) non transigeva: "O dici: a me piace, o dici mi piace; ma a me mi piace no! è un errore". E sono sicuro che nemmeno Gigi Proietti nel pieno della sua giovinezza, vestito nella sua candida livrea di cameriere gentile, offrendole un buon caffè con le tre S* (o con le tre C**, a scelta) sul ponte aperto alla immensità dell'oceano di una nave da crociera da sogno, le avrebbe mai fatto cambiare idea.
Che poi, Panebianco deve averci ripensato, visto che nell'articolo si legge un: "a noi cosa conviene", che sembra avere fatto giustizia di un ci di troppo.
Sicuramente il mio italiano è estremamente povero; conscio, cerco sempre di fare il possibile, e talvolta penso tutto sommato di riuscirci, per non turbare troppo il sonno del mio illustre conterraneo.
Fra Panebianco ed il sottoscritto, il giornalista non sono io. Ma a me mi pare che quel titolo sia sbagliato.

* Servito, Scottante, Seduto (il segreto del buon caffè secondo mia nonna Giuseppina)
** Cazz e Cum Còc (chiunque, in quei bar dove usano ancora le tazze doppie basse e larghe ad elevata inerzia termica, dopo essersi ustionati le labbra)

Ancora sulla Bossi-Fini-Zapatero

Ne avevo già accennato qualche giorno fa. Solo oggi leggo questo breve articolo.
Mi sembra che tutto faccia ricordare i bei tempi dei pellegrinaggi dei democratici a dorso d'asino al numero 10 di Downing Street quando l'inquilino era Tony Blair, salvo poi stracciare le carte d'imbarco e fare finta di non averci mai avuto a che fare dopo le scelte irakene dell'ex premier inglese.
Oggi Zapatero poco a poco sta assurgendo al ruolo di eroe, mito dei tempi moderni. Ma come sempre accade, non è tutto oro ciò che brilla.

martedì 22 aprile 2008

Non solo earth-day

Spulciando, come di tanto in tanto mi capita di fare, gli almanacchi del giorno, scopro che il 22 aprile non è solo la giornata in cui, da trentotto anni (e non trentacinque, come erroneamente indicato sulla intestazione dal vostro blogger preferito ... ma voi tutti presi a guardare cosa accade in Madagascar, nemmeno ve ne siete accorti ...) si festeggia il Giorno della Terra.
Quarant'anni fa il Partito Comunista spagnolo approvava la mozione per l'abbandono del leninismo. E quattordici anni fa moriva Nixon.
Per ragioni diverse, due cose che molti vorrebbero dimenticare.

lunedì 21 aprile 2008

Parma? No: Faeto

I recenti risultati elettorali bruciano ancora a molti, e le reazioni sono le più disparate (e disperate, vista in alcuni casi la pochezza degli argomenti).
Obiettivi puntati sulla Lega. Sono tornati i vandali, i razzisti, gli ignoranti, i secessionisti, ecc. ecc..
Le analisi sulla transumanza dei voti si sono sprecate e naturalmente, come sempre accade quando ci si confronta fra almeno due persome, nessuno convince l'altro.
Ma il punto non è questo. Il vero problema, alla fin fine, sono i soldi.
In Puglia, in Capitanata (almeno fino alla indipendenza siamo ancora in Puglia), un nodo che rischia subito di venire al pettine è quello della authority alimentare, che il ministro De Castro da poco aveva definitivamente assegnato a Foggia (nonostante qualche timido tentativo di Vendola di portarsi a Bari anche quella; poi, forse, i non idilliaci rapporti con Divella - conflitto di interessi? - hanno tolto i veti, grazie al cielo).
La Lega già ha fatto sentire la sua voce e non la ha mandata a dire: l'authority alimentare deve andare a Parma.
In quel di Foggia, complice la tornata elettorale per le provinciali, i politici locali hanno tuonato e fatto la voce grossa.
Consiglieri regionali, candidati neoeletti, o uscenti, esponenti cittadini del PD, dei socialisti, dell'UDC, la COPAGRI, insomma tutti, si scagliano contro la proposta fatta dal leghista Ranieri (che non è quello nella foto); il quale, direbbe Totò, tomo tomo cacchio cacchio, nemmeno si è insediato, già ha iniziato ... lo vogliamo dire? a fare il proprio mestiere, mentre qualcuno, del centrodestra, tenta di smorzare i toni; la cosa, però, sembra seria, e sarebbe il caso di vigilare.
A chi affidarsi per difendere i propri diritti acquisiti? Beh certamente non ad Alemanno, che nel non lontano 2005, quando al governo non c'era certo Prodi, in quel di Verona ...

sabato 19 aprile 2008

C'era una volta, un Castello ...

Sembra l'inizio di una fiaba, di quelle che ci raccontavano i nostri genitori quando eravamo piccini: "C'era una volta ...".
E, di vero cuore, volendo, questo è l'augurio che mi sento di fare alla coppia che, oggi, con rito civile, inizia il suo percorso sposandosi ... in un Castello!
Sembra una fiaba, di quelle che fanno sognare. Magari non c'è nè Carlo nè Diana; e nemmeno, onestamente, quello angioino è paragonabile a Westminster ... ma insomma, l'importante è partecipare. Oddio! Poveracci non erano, solo vedere le auto che ronzavano su Via Colombo, senza considerare che solo di fiori non mi basterebbe l'intero irpef di un anno.
Ma non è questo il momento per queste considerazioni, quanto piuttosto della allegria. Ed allora, come tutte le fiabe che si rispettino: un augurio affinchè lieto fine sia, e che vivano tutti, felici e contenti.
EVVIVA GLI SPOSI!
.....
Poi faccio un po' di mente locale. E noto che qualcosa di diverso c'era, oggi pomeriggio. Ci sono! la rete di protezione rossa mezza abbattuta, messa su una settimana prima della Notte Bianca, cantiere di che non si è ancora capito, ferma lì sette mesi ... e ci voleva un matrimonio privato per farla togliere.
E poi ... l'uso del Castello. Non entro nel merito della fine (è una mia opinione personale) ingloriosa che è stata fatta fare al glorioso maniero angioino, ridotto a location della kermesse di presentazione del piano Bohigas o per ospitare convegni. I miei suoceri che vennero la scorsa estate non poterono visitare il castello perchè, mi dissero, essere inagibile. Capisco che in taluni casi sia anche giusto dare delle agibilità temporanee per degli eventi di pubblica utilità ed interesse collettivo.
Ma per un matrimonio privato ... E come? una proprietà pubblica, un bene pubblico, regalato (o magari: affittato profumatamente?) per il matrimonio di due privati? Per una festa privata?
Non bastavano gli ingressi ad invito al teatro, adesso si consente l'uso privato del monumento forse più rappresentativo del paesello, quello per cui si fanno tante battaglie (condivisibili o meno) sull'isolamento, sui box, sulla valorizzazione? Alla collettività quel bene resta negato, ed arriva uno che paga (penso) e gli si consente l'uso?
E' chiaro che oramai di "Castello" quel vecchio edificio ha solo il nome. Ed allora, vabbè, se questo è il destino che doveva incontrare, pazienza. Ma se fra gli usi possibili deve esserci anche la destinazione a sala per matrimoni, senza però che ne sia garantita anzi: ne viene negata la fruizione al pubblico, alla collettività ... beh ... questo sa di amara beffa.
...
Inutile sottolineare che, data l'eccezionalità dell'evento, due solerti vigili battevano avanti ed indietro Via Colombo per assicurarsi che non ci fossero auto parcheggiate in doppia fila.
Erano ANNI che non vedevo nello spazio fra la sala scommesse ed il bar delle Bugie alcuna auto parcheggiata in doppia fila.
Resta la domanda finale:
MA CHI CA*** ERANO GLI SPOSI?
...
Infine, la foto in basso, scattata durante lo svolgersi dell'evento ora descritto, vuole solo essere una nota a margine, senza commento, ma dedicata a tutti quegli stupidi come il sottoscritto che perdono tempo per andare ad assistere alle conferenze sull'uso della bicicletta, che credono ai cartelli di sosta riservata alle due ruote, che questo non sia il paese di Pulcinella ...

venerdì 18 aprile 2008

Figure

Tempo di bilanci e di riorganizzazioni. Il noto ambientalista che non vuole assolutamente nuove centrali nucleari nel nostro paese (a San Marino si?), scopre le carte.
La carica lasciata vacante da Prodi va riempita. E la faretra del PD è piena di frecce. Del resto: un partito nuovo, giovane, che guarda al futuro, che problemi può avere?
Il nuovo presidente del Partito Democratico? non c'è problema: "abbiamo tante figure".
In effetti al Partito Democratico le figure non mancano: la figura dell'ex-Presidente del Consiglio, la figura dell'ex-Presidente della Repubblica, la figura dell'ex-candidata alle primarie, ... per non parlare della figura di merda ...

Non sei nè il primo, nè il solo.

Tranquillo, non sei il solo a farlo!
...
E poi ... quanti, fra mogli e mariti, parlano del proprio coniuge credendo di sapere tutto, ma non riescono ancora, dopo tanti anni di matrimonio, a spiegarsi il perchè di quello strano prurito sulla testa ...

Politica estera: gaffe #1

Premessa: uno dei motivi del distacco (non disinteresse) con cui ho seguito la appena conclusa campagna elettorale è stata l'assenza della politica estera dai temi dei partiti. Eppure, probabilmente, un po' più di attenzione all'estero aiuterebbe a discutere (e capire) meglio di ciò che accade anche da noi.
...
Il fatto: povero Silvio: nemmeno si è insediato e già le sue affermazioni fanno discutere.
Verrebbe da dire: Paese che vai, stampa che trovi. Per non parlare di questi giornalisti comunisti: non bastano tutti quelli che stanno in Italia, ora anche da quelli all'estero bisogna guardarsi.
...
La difesa: amo le donne! (nessun dubbio, nè ieri, nè oggi)
...
Conclusione: il colore è come la musica. Se un do è un do, quale che sia la latitudine dove viene intonato, anche il rosa è rosa in tutto il mondo.

giovedì 17 aprile 2008

Zapatero e dintorni

Mentre la campagna elettorale, cui mi sono intensamente interessato ed altrettanto intensamente tenuto lontano dalle discussioni, continuava a girare su temi quali: quante tasse eliminare, quali abbassare, quali enti abolire, quali avversari sono bugiardi, ecc. ecc., il mondo continuava a proporre temi interessanti dai quali ci si è rigorosamente tenuti alla larga.
Tre brevi spunti, oggi. Brevi perchè certamente poco interessanti e perchè c'è ancora da sapere se arrivano i caschi blu alla villa di Nicola(bel) per il MBS2 e quindi le fazioni opposte sono ancora ben opposte, trincerate con tanto di elmetto ed armate di tutto punto con fialette puzzolenti che si continuano a scagliare.
...
L'elezione di Zapatero in Spagna ha sollevato, come facilmente prevedibile, l'animo e l'entusiasmo di tanti che vedono in Spagna la rivoluzione culturale, la locomotiva economica, l'avanguardia dei diritti civili. Insomma: il sogno Labour che anni fa portava Rutelli in Inghilterra alla corte di Blair (salvo poi scappare ed evitarlo come la lebbra dopo la campagna in Iraq), sembrò rinascere ieri, sembra continuare oggi. Il tema dei diritti civili, soprattutto, viene esaltato in Italia dai democratici di casa nostra in particolar modo. I quali però evitano di sottolineare che le politiche spagnole in tema di immigrazione, a detta di chi ne ha conosciuto le modalità, probabilmente assomigliano molto di più a quelle della mai troppo vituperata Bossi-Fini che a tante politiche del: "prego si accomodi" nostrane. E se non basta leggere ciò che dice la legge, sarebbe utile parlare con quelli che fanno la fila nelle ambasciate spagnole in America Latina per avere la VISA per entrare in Spagna anche per turismo. Essere trattati peggio che bestie agli sportelli (credetemi, per favore, chè ho qualche testimonianza diretta) la dice lunga. Le ambasciate italiane all'estero, Bossi-Fini o meno, sono la Casa del Buon Gesù, al paragone.
...
Un altro tema che mi ha colpito è quello della Sicurezza. questo sì, è stato trattato in campagna elettorale, ma un po' come il tema tasse, la corsa è stata a chi la avrebbe fatta pagare più duramente ai delinquenti, con un occhio di riguardo agli stranieri. ROM, zingari, extracomunitari: esiste semplicemente uno "straniero"? Il marito di mia cugina è della Giordania. Eppure da che è cittadino statunitense non è più extracomunitario. Mistero.
Ma tornando al tema della Sicurezza, mi ha molto colpito come a questo concetto si associ quello della "percezione di sicurezza". Anche dall'altro lato dell'Oceano, dunque, anche nella lontana Costa Rica, fra destra e sinistra esistono le stesse differenze di approccio al tema della sicurezza, le stesse terminologie.
Un tempo si sarebbe detto che: tutto il mondo è paese; oggi, forse, potremmo definirlo: l'effetto della globalizzazione. Le idee che ieri camminavano sulle gambe degli uomini oggi si spostano in aereo o viaggiano su internet.
...
Infine il volo di Papa WellTold XVI negli USA. Già il fatto di leggere una cosa del genere:
" ... Entrambi (il Papa e Bush, ndb) poi hanno rinnovato il comune impegno contro la minaccia terroristica e il comune impegno per «il rispetto della dignità della persona umana, la difesa e la promozione della vita, del matrimonio e della famiglia» è stato per me motivo di riflessione, pensando soprattutto agli USA che utilizzano ancora la pena di morte come uno strumento di giustizia. Poi, l'attenzione del vostro blogger preferito (da me) viene richiamata da un altro articolo.
Me li immagino i due uomini più potenti del mondo chiacchierare amabilmente:
"Eh! caro Ciorcio, cuanto foi americani ancora portavate i calzoni corti, noi i delincuenti li pruciafamo su un pel catasto di legna ..."
"Good times ..."

mercoledì 16 aprile 2008

Effetto Domino

Vattinn da Fogg!!!
Non so nemmeno più, se ne è perso il conto, quante volte, fra dimissioni minacciate o presentate (e puntualmente ritirate), l'Orazio ha illuso il popolo foggiano.
Però adesso, basta, eh?
Stavolta fa sul serio, vero, Sindaco?
Posso chiamarla: EX?

C'è chi dice Ponte

Magari l'idea è sloggiarli finalmente dalle baracche per farli vivere sotto un Ponte che si rispetti.
Perchè ci sarà pure una differenza fra un barbone e un clochard; fra il brodo ed il consommè; fra un piatto di Escargots, di Helix aspersa, di cazzavùn, "ciammaruc" o "maruchèll"; fra un siciliano ed un italiano ...
Ponte sullo Stretto o Stretti sotto il Ponte?

Chi controlla i controllori?


La legge è uguale per tutti
I vigili urbani multano la macchina della polizia ittico venatoria…il vigile forse non e' un cacciatore!
(fonte: http://www.ilgrecale.it/)

martedì 15 aprile 2008

Piove, governo ladro

"Mamma, mamma, adesso che smette di piovere, mi porti a vedere l'arcobaleno?"
"Fausto! La smetti di dire stronzate al bambino, chè poi ci crede ..."

lunedì 14 aprile 2008

Palettaun

Per chi è di queste parti, la parola potrebbe stare a significare: grande paletta.
Appare però subito chiaro che non è così. Palettaun, grande paletta, contiene in sè una contraddizione nei termini. Se una paletta è grande, diventa una pala ed automaticamente il "palettone" non può esistere. Sarebbe come a dire che "l'uomo basso più alto del mondo misura 1,78cm".
Ci sarà una alternativa. Proviamo.
Probabilmente nel maccheronico americano importato dai nostri emigranti negli States, l'unione di "paletto" e "town" (città), potrebbe portare a palett-town. Pronuncia: Palettaun.
Dunque: la città dei paletti.
Cosa c'entra? C'entra, c'entra
...
La risposta che spesso si riceve quando si lamenta una scarsa presenza dei vigili urbani nel paese, è che l’organico è sottodimensionato. In effetti va riconosciuto: le scriteriate scelte urbanistiche del passato hanno portato ad un allargamento del paese su una superficie esagerata rispetto alla popolazione, cui ha fatto da contraltare una incongrua diminuzione (in termini relativi ed assoluti) del personale addetto alla sorveglianza.
Poco personale, dunque, per potere controllare un paese che si espande non solo in abitanti, ma anche soprattutto come superficie e i compiti da svolgere sono oggettivamente tanti, non solo "fare le multe".
Però ...
Capita che la domenica mattina, il solerte personale di servizio sanzioni (come è giusto che sia) le automobili parcheggiate sia dove la sosta non sarebbe (uso il condizionale volutamente) consentita in alcun ora di qualsiasi giorno, sia dove i segnali aggiuntivi ai cartelli di divieto di sosta "tradizionale" e di sosta a pagamento spiegano che a quelle ore le auto, lì, non possono stare.
Poi, ci si sposta di nemmeno cento metri presso (pubblicità involontaria) il ristorante La Lampara e si osservano scene come queste.
Scene ordinarie.
Elencare tutte le infrazioni ed i comportamenti forse non sanzionabili ma comunque “censurabli”, è impresa ardua. Purtroppo non è un giochino de: La Settimana Enigmstica".
Anche aiutandomi con le foto scattate nella mattinata di una domenica qualunque, ci sarebbero:
- Lo scivolo per disabili (non si vede in questa foto) lateralmente all’ingresso del Baby Park “affaccia” su alcuni cassonetti della spazzatura perennemente pieni e maleodoranti: complimenti per il rispetto di chi sceglie l’ubicazione di scivoli e cassonetti (spero non sia la stessa persona);
- Le auto parcheggiano impedendo al doppiamente sfortunato disabile (o il genitore col passeggino) di “uscire” dal budello puzzolente in cui si è ritrovato: complimenti alla educazione ed al senso civico: a quando un altro incontro al castello sulle scelte strategiche del redigendo PUG (con la presenza ovviamente della associazione FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, per una città senza barriere?
- prescindendo dalla geniale pensata di chi ha ritenuto cosa idonea istituzionalizzare la sosta verticale, perpendicolare al marciapiede, le auto parcheggiate in divieto di sosta difronte, sul lato baby Park (mi fa una tristezza quel segnale così ignorato e vituperato!) di fatto restringono ad un unico senso di marcia la carreggiata;
- le auto sono parcheggiate tranquillamente negli spazi destinati alle due ruote (sia di fronte al ristorante che sul lato opposto perimetralmente al Castello) incuranti della segnaletica;
- le auto in doppia fila;
- fra le auto in doppia fila c’è l’auto di servizio dei vigili urbani;
- c'è un vigile urbano (guardate bene ...).
Soffermandomi su quest ultimo punto, mi viene da pensare: allora la giustificazione di cui sopra (il fatto che la carenza di organico non consenta un assiduo controllo sul territorio) assume il carattere di una pezza a colori, se è vero come è vero che lì un vigile urbano c'è!
A fare cosa? E che ne so io?
Mi rifiuto di credere che il vigile urbano lì stia a fare il lavoro di una transenna (ah! le transenne ...): sarebbe mortificante per lui come persona e come categoria. Perfino gli anziani che per un certo tempo coadiuvavano i vigili di fronte alle scuole all'ora di uscita degli alunni delle elementari avevano più potere (e, se mi permettete: dignità). Devo ovviamente credere che ogni automobile che entra, superando la transenna umana (che si fa per lavorare ...), ha una sua giustificazione (un permesso, la residenza, ecc.), ma possibile che il delirio allucinante che si crea nello spazio antistante il ristorante La Lampara, tutte le infrazioni che si accumulano, il disagio che si crea agli automobilisti, ai pedoni, a chi porta un bambino sul passeggino, a chi spinge una carrozzina per disabili, siano cose che al vigile urbano piantone di guardia (a chissà cosa poi?) non interessano?
Allora, qui non è più questione di sottodimensionamento di organico, perché lì i vigili urbani ci sono: non solo quelli che fanno la spola fra il punto d’ingresso alla Piazza ma anche, addirittura uno (in questo caso: una) fisso. Come la mettiamo?
Eppure una soluzione alternativa esiste, sperimentata e di sicuro effetto:
I PALETTI !!!

domenica 13 aprile 2008

Bye, bye, Sheila.

L'ultima volta che chiamai in Inghilterra, lei era in ospedale.
Mi aveva scritto una lettera, l'ennesima in più di dodici anni che ci eravamo conosciuti su quel treno per Brindisi; la solita busta, il solito francobollo, la solita scrittura, l'affetto di sempre.
Con una brutta notizia.
La chiamai e la fatica con cui parlava la diceva tutta. Non mi sprprese la naturalezza con cui mi spiegava per filo e per segno la situazione.
Ci salutammo dandoci appuntamento alla prossima volta. A casa sua: era un mercoledì e mi disse che a fine settimana sarebbe uscita per rientrare a casa.
Mi salutò con queste parole: "Franco, a letter. Don't forget. Please".
Non ho mai scritto quella lettera. Forse inconsciamente sapevo che non sarebbe mai arrivata a tempo: il mercoledì successivo ...
Oggi, chissà perchè solo oggi, la telefonata che sapevo dentro di me mi avrebbe dato la notizia che mai avrei voluto ascoltare.
Chissà se mai un giorno mi capiterà di tornare a Manchester. Il giovane Luca non conoscerà mai quella simpatica signora che gli spediva regalini dall'Inghilterra pur avendolo conosciuto solo in fotografia.
Ciao, Sheila.

sabato 12 aprile 2008

Boia chi TeleMola

Ero indeciso fra intitolare queste brevi considerazioni fra: "Teleutanasia" e "Fine dell'accanimento teleterapeutico".
Poi, ovviamente, ho cambiato idea. E mi sembra giusto così. Leggere i due articoli di Gaetano, ricordare tutte le chiacchierate fatte con lui, ma anche (ma tanto non ti voto!) con Giovanni, sulle vicissitudini di una emittente dalle tante potenzialità frustrate dal suo stesso interno, l'insopportabilità di certi volti, di certe trasmissioni, mi hanno soprpreso ma lasciato indifferente.
Anzi: visto che Pasqua è già lontana, Natale molto di là da venire e di essere buono me ne frega tanto quanto, la dico tutta: non solo non mi dispiace affatto ma ne sono anche lieto.
E non ce ne veniamo con la solita solfa che "la comunità si impoverisce", "pur con tutti i suoi difetti, era pur sempre una voce che ora si è spenta", e tutte le menate ipocrite che accompagnano le chiusure di una testata, una emittente, una voce libera, ecc. ecc..
Se l'unico medico del paese è incapace, ed anche il più innocuo mal di testa te lo cura con rimedi che ti portano al ricovero in rianimazione, penso che sia meglio ricorrere ai rimedi della nonna e restare senza medico.
I mezzi di informazione non mancano. C'è Città Nostra, c'è LoSpiraglio, Levante, Fucks, La Gazzosa del Mezzogiorno, la radio, i blog, i forum ...
E' morta TeleMola, Viva TeleMola.

venerdì 11 aprile 2008

Charles Montgomery "Monty" Burns



Dici: che c'entra? Come che c'entra? Qui si parla del nuovo Assessore alle Attività Produttive e per lo Sviluppo Industriale e Tecnologico del paesello.
Del resto la notizia girava e oggi ne parla anche il Ministro Pecoraro Scanio.
Non mi imbarcherò certo adesso, oggi, a commentare le strategie energetiche che il Paese dovrebbe decidersi ad adottare.
Ma alcune considerazioni a margine, più o meno attinenti, quelle sì.
- Il Ministro Pecoraro Scanio è sotto indagine per eventuali favori ricevuti. Non sarà certo il fatto che il Ministro mi sta antipatico a farmi cambiare idea sul fatto che prima bisogna conoscere bene i fatti, aspettare le risultanze investigative e poi farsi una idea in proposito. I giudizi basati sul: "secondo me quello è colpevole", "quello è innocente" solo perchè Lombroso espresse alcune teorie in passato o per via di appartenenze politiche, solitamente li scanso come la lebbra. Resta il fatto che da un Ministro così affezionato all'ambiente, non mi sarei aspettato così tante e numerose frequentazioni di alberghi a sette stelle (sono un pezzente: pensavo che il massimo fosse cinque ed io ancora non ho frequentato un quattro stelle!!!), che immagino essere uno di quei posti per ricconi dove a tutto si pensa fuori che al rispetto dell'ambiente: risparmio energetico, idrico, scelte degli alimenti (avete presente la differenza fra una busta di spazzatura che esce da casa mia e una che esce da uno di questi alberghi per VIP che solo con i residui ci mangerebbero dieci famiglie?). Da uno che diffonde appelli a chudere il rubinetto dell'acqua quando ci si lava i denti, mi sarei aspettato scelte più environmental correct. Praticamente: "Non inquinate, se potete; io che sono ministro, non posso".
- Il verde Realacci si inserisce benissimo in questa ottica ipocriita e tutta all'insegna del motto: 'Armiamoci e partite'. "La nostra posizione è chiarissima: no alla costruzione di nuove centrali nel nostro paese": praticamente: 'No al nucleare, ma solo se a casa nostra'; altrimenti, come dice Walter: "YES, WE CAN (abroad)". Questa strana maniera di vedere il verde (praticamente scrutando il mondo attraverso il fondo della bottiglia) rispecchia e spiega perfettamente l'acronimo più tristemente ipocrita: NIMBY. Il no al nucleare, dunque, non come scelta di vita, ma come scelta politca. Sarà, ma mi convinco sempre di più che il peggior servizio aell'ambiente sovente sono proprio gli stessi "verdi" a compierlo.
- Infine, due parole sul paesello. Indicato fra i luoghi segnalati nella lista atomica. Si badi: non Conversano, ma Mola di Bari. A Mola, infatti, fino ad ora non c'è NULLA. Io l'ho sempre detto: si sarebbe dovuto fare la proposta ai Lombardi di ampliare il sito della discarica verso Nord, cioè verso Mola, agro confinante con il comprensorio della discarica. Cosa cambierebbe? Nulla, dal punto di vista ambientale; i venti soffiano uguale, la falda scorre uguale, se ci fosse un inquinamento, sarebbe comunque Mola a soffrirne le conseguenze più gravi: tutto quindi resterebbe perfettamente identico ad ora; cambierebbe solo che amministrativamente il comune di Mola ne beneficerebbe dal punto di vista economico. Ora, tornando ai siti potenzialmente idonei alla installazione di una centrale di quel tipo, come mai è venuto fuori il nome di Mola invece che quello di Conversano? Non sarà che la discarica in contrada Martucci, amministrativamente in agro di Conversano, a tutti appare essere in agro di Mola per via delle interazioni negative che ha sul territorio? Ed allora: non è che, essendo Mola un sito già "pregiudiziato" dal punto di vista ambientale, assume in sè quei requisiti che la renderebbero sito idoneo per ulteriori installazioni "sensibili"?
- Tremo al pensare a quali "proteste da escludere" stanno pensando in Via De Gasperi di fronte a questa notizia.

No Martini? No Party


giovedì 10 aprile 2008

Bangladesh

Se ne parlò al paesello. E l'ammiraglia già pregusta ...
Caro Juan, altro che il tuo GiPieLlone franco-rumeno!!!

Chi gila la flittata?

Losurdo peggiore è chi non vuol sentire

mercoledì 9 aprile 2008

Hugo Simpson

"Papi, papi, quita eso y dejame ver los Simpson!"
"Callate, Felipe: Hugo dijo que estan prohibidos"
"Entonces dejame ver Ratòn Mickey"
"Usted esta loco o que?"
"Listo, papi, estan buenas la viejas ... "
"Que viva la revolucion!"
"Que viva!"

Piange il telefono

Drin (onomatopeico)
"Pronto? ... "
"Scusate il disturbo: sono PierFerdinando Casini; scegliendo me il 13 e 14 aprile, lei sceglie di difendere la famig...."
Clac (onomatopeico)
...
"Ma vaffanculo ... " (anomatopeico)

Anche Santa





L'ALITALIA ALITALIANI

martedì 8 aprile 2008

Libertà, Ragione, Umanità

Evidentemente per qualcuno è irragionevole pensare che la vita umana non può essere merce di scambio.

domenica 6 aprile 2008

Il Volo Utile


venerdì 4 aprile 2008

misère oblige


I muti parlano straniero.
Potrebbe e forse avrebbe dovuto intitolarsi così l'editoriale a firma di quello in fotografia sul numero di questa settimana di Fucks (invece di "Meredith", come mi informa Frisbee).
Io pensavo che una ferita potesse dire tante cose, del tipo, nel caso di un'arma da taglio: il tipo di lama, la sua lunghezza, l'impugnatura, la direzione del colpo, se il fendente viene inferto da un destro o da un mancino, dall'alto o dal basso (ipotesi sulla statura); ancora: da una persona forte e robusta o gracile e poco possente, il che non ne indica necessariamente il sesso: quanti di noi conoscono mariti bassi e magri di mogli alte e robuste?
Non sapevo che una gola squarciata contenesse anche informazioni sui natali del responsabile della ferita. Evidentemente esiste un nuovo testo di criminologia, il Magistà, su cui i RIS dovranno, da ora in avanti, studiare per perfezionare (nel senso di diventare perfetti e dunque infallibili) le loro indagini, le loro perizie e, dunque, le loro conclusioni investigative.
...
Mi sembra così assurdo. Solo ieri si ricordava nel mondo il quarantesimo anniversario della morte di Martin Luther King. E, nel mio piccolo, mi sembrava giusto, appena ieri, ricordare un grande Uomo ed il suo indimenticabile discorso del 28 agosto 1963. Quello di "I have a dream". Quello di "All men are created equal". Forse non è vero.
Secondo alcuni "Italians do it better"; secondo altri: "Strangers kill her better".

i SOGNI non muoiAno all'alba

" ... we will be able to work together, to pray together, to struggle together, to go to jail together, to stand up for freedom together ..."
I HAVE A DREAM

giovedì 3 aprile 2008

Aguzzate la vista


Dov'è la bufala?

Giuliano W Bush

mercoledì 2 aprile 2008

Meidinitali

Non sarebbe la prima volta che ne parlo. Perciò non mi dilungo.
Solo continuo a domandarmi: se prima un imprenditore italiano, che "pensava" in Italia, era proprietaio di infrastrutture in Italia, aveva dipendentii in Italia, pagava in lire/euro tutto ciò che gli necessitava per trarre i suoi profitti: fitto, tasse, stipnedi, trasporti, controllo qualità, ecc. ecc. era ricco; ed ora che magari continua a "pensare" in Italia, ma le sue spese si sono ridotte ad un fax per inviare gli ordini in Cina o in Tunisia, perchè continua a farsi pagare i soui prodotti "made in Italy" allo stesso prezzo di prima?
E perchè nel mondo facciamo tante proteste contro Pechino perchè quei cattivoni zozzoni dei cinesi maltrattano i tibetani nelle loro allegre vesti arancioni (Made in China, ovviamente) e poi nn ci facciamo un bell'esamino di coscienza pensando che, in fondo in fondo, noi che compriamo Nike perchè sono scarpe fighissime anche se vanno a 100 e passa euro la botta, non ci consideriamo un po' ricettatori e complici nello sfruttamento di genti e di infanzie rubate?

martedì 1 aprile 2008

Digerisco ergo sum

Cambronne

Scoglioni

Definizione: Grandi blocchi di pietra naturale e/o artificiale su cui è opportuno camminare con cautela al fine di non scivolarci goffamente sopra col rischio, cadendoci, di sbattere fortemente il capo.
Non è mai stato il mio forte dire si o no ad un qualcosa solo in base a chi propone quel pensiero, quella iniziativa.
Nello specifico, parlando di più o meno grandi opere, recentemente proprio su questi spazi mi sono espresso negativamente sul progetto Ponte sullo Stretto; diverso il mio punto di vista sulla qestione nucleare, rispetto alla quale rimango comunque perplesso per ragioni che non sto qui a ripetere (non mi OTtopico da solo!!!); sui termovalorizzatori sono più per il si che per il no; sulla presenza dell'acceleratore al di sotto del Gran Sasso ero sono e resterò contrarissimo; ecc., ecc..
A Venezia, la città che il mondo ci invidia, un giorno qualcuno si pose il problema: è giusto che la Natura faccia il suo corso ed il mare si mangi queste palafitte o non sarà che dobbiamo provare a pensare un'opera che possa contrastare l'avanzata del mare?
Qualcuno pensò che bisognava optare per la seconda ipotesi e venne proposto una opera faraonica: il MOSE.
Le critiche dei "naturalisti" non mancarono, naturalmente. Non mancavano ieri, non mancano ancora oggi ; ci sono posizioni che in modo puntuale dettagliano il dissenso e c'è chi lo considera nientedimeno "un'opera inutile e dannosa" (cfr programma, punto 9).
Come sempre, però, la Natura ci mette sempre qualcosa di suo ricordando all'uomo che Essa è su questa Terra già da qualche anno prima di lui, ed è passata attraverso vicissitudini ben peggiori.
La lezione, pur nel piccolo spazio di una scogliera, può essere grande ed importante.
Realizzare Opere anche Grandi non deve per forza essere visto come un attentato a Gaia. Madre Natura non ha alcuna voglia di cancellare l'Uomo dalla faccia della Terra. Forse, al contrario, ha voglia di camminarci a braccetto per tanto altro tempo ancora. Magari con foto ricordo a Piazza San Marco.