venerdì 24 aprile 2009

Mare e buoi dei paesi tuoi

"Andiamo a mare, oggi?"
"Obliquo! Magari, visto che non c'è ancora tanta gente, andiamo a Calarena?"
"Si dice Cala Rena"
"Semmai Cala Arena, a questo punto"
"Callarena, alla molese"
"No, vabbè, ragà, se dobbiamo litigare, andiamo al lago"
"...."
"Porto Colombo?"

mercoledì 22 aprile 2009

Il cervello ... e dintorni

I cori di una grande porzione di spettatori juventini contro Balotelli dimostrano che gli studi sul cervello umano hanno ancora molto cammino da compiere.
Da triste corollario ci sono le sorprese di gran parte del modo del giornalismo, che non chiarisce perchè non argomentò con pari vigore, quando Zoro, il calciatore del Catania, prese il pallone fra le mani stanco degli insulti dei tifosi dell'Inter (toh, l'Inter di Moratti).
Non si capisce perchè Moratti oggi dice che avrebbe, se fosse stato a Torino sabato scorso, ritirato la squadra per protesta, ma non lo pensò nemmeno lontanamente in quel pomeriggio di infamia, il 27 novembre 2005 a Catania.
Ranieri, invece, poveraccio, non ha sentito nulla.
Albertini dichiara che i calciatori dovrebbero fare qualcosa. Cosa? Mettersi la solita maglietta ad inizio partita (con fischio di inizio rimandato di 5', misura drastica contro il razzismo? Brrrr! Che paura!).
Eppure quel pomeriggio furono proprio i colleghi di Zoro, sponda interista, Adriano in testa, che dicevano a Zoro di non fare cazzate, di lasciare il pallone perchè se se ne volava andare, che lo facesse pure, ma lasciasse gli altri liberi di continuare la partita.
E poi, i tifosi juventini che dopo avere avuto come idolo Ibra, oggi si accorgono che era uno zingaro di merda (trattamento riservato anche a Mutu, perchè le frontiere vanno abolite).
Quei tifosi juventini, torinesi doc (Denominazione Origine Campana) che dopo aver detto di tutto al "negro" ed allo zingaro, magari saltellano urlando terroni terroni quando la Reggina va a Torino ...
...
In tutto questo squallore che lo sport generosamente ci regala, ci sono da fare gli Auguri.
Con il rispetto che si deve a una donna il cui cognome dice tutto; perchè il destino non è un caso, ed il giorno del suo compleanno più significativo cade in una data a metà fra i deliri di un pericoloso leader e la ricorrenza che segna la fine di un incubo per un intero popolo.
E dunque, in anticipo e senza tornarci sopra, perchè ricordo ancora con tristezza le polemiche ed i malintesi dello scorso anno: buon 25 aprile a tutti.

martedì 21 aprile 2009

Chi offre di più?

Se non fosse che nella ruota ci sono solo 90 bussolotti ed altrettanti numeri, ci sarebbe da scommetterci: il numero che si sarebbe giocato di più sarebbe stato il 400.
Per qualcuno 460, per altri 430, ma siamo lì: quello è l'ordine di grandezza.
I politici conoscono bene la forza dei media ed ancor meglio sanno che per i loro fruitori non è importante capire ma assimilare ciò che viene detto; e soprattutto sanno benissimo che non fa bene ridimensionare certe cifre se ciò facesse bene alla verità ma male alla propria causa. Pertanto i 400 milioni che si spenderebbero in più se non ci fosse l'accorpamento con le europee (election day) si sono radicati nei discorsi che accompagnano questi giorni di polemiche sulle risorse da destinare alle popolazioni terremotate dell'Abruzzo e sono diventati la madre di tutti gli sprechi.
C'è stato chi si è preoccupato di proporre una valutazione diversa su come calcolare la cifra che si spenderebbe accorpando il voto referendario il 6-7 giugno alle europee o non accorpandolo.
Ovviamente non fa scena 100 milioni se per giorni e settimane si è parlato di 400; ed ancor meno ora che quelle cifre, sciacalli, potrebbero andare in Abruzzo.
A parte che l'Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui si vota anche il lunedì, foss'anche per un ballottaggio (una volta, da presidente di seggio, scrutinammo con i collaboratori del seggio 7 referendum, quando si votava solo la domenica, e terminammo tutte le operazioni alle 23.15), e forse già qui parlare di sprechi non sarebbe male, a prescindere dall'emergenza Abruzzo.
Ma tant'è! In Italia il benessere lo vediamo non come possibilità del superfluo, ma come diritto allo spreco. Lo facciamo con i soldi nostri, volete che non lo si faccia, moltiplicato n-volte, con i soldi pubblici?
Ora che si prospetta la possibilità di accorpare il voto referendario con il ballottaggio, come incidono quei 400/100 milioni? scompaiono? restano? aumentano? diminuiscono?
Non si sa. Fatto è che spunta l'ipotesi rinvio. Ma torniamo al discorso di poco fa: fra un anno sarà passata l'emergenza Abruzzo, potremo tornare a sprecare?
Il PD oscilla, con la fermezza del pendolo, tra l'accettare lo spostamento al giorno del ballottaggio e l'ipotesi del rinvio ma a patto che i promotori siano d'accordo (ossia? una posizione netta propria no?).
In tutto questo discutere, ospite non gradito è la discussione sui temi referendari, mentre chi sarà chiamato a lavorare ai seggi, il 6 e 7 giugno, forse sta tirando un sospiro di solievo.
A Bari, dove già c'è da scrutinare Provincia, Comune, Circoscrizioni ed Europee (le ultime tre sono voti con preferenze, senza contare la complessità del Comune dove c'è da fare conteggi a parte per il Sindaco e con la complicazione del voto disgiunto), non penso che l'aggunta di altre schede sarebbe stata il masismo della vita.
Personalmente credo che sia meglio accorpare con il giorno dei ballottaggi (laddove ci sono), perchè comunque è un risparmio.
E la faccenda degli sprechi non mi convince del tutto. L'esercizio della democrazia non ha prezzo. Esercitarlo male per certi versi potrebbe essere anche peggio.

domenica 19 aprile 2009

Quei sensi di colpa

A tanti di noi, quando bambini, quando non volevamo mangiare una minestra sgradita, i genitori dicevano: "Pensa a tutti quei bambini che non possono mangiare".
Questa frase induceva varie reazioni in noi bambini: c'era chi ci pensava su, altri che se ne fregavano, altri che in cuor loro solidarizzavano ma ugualmente non avrebbero mangiato la minestra.
Ed anche le intenzioni dei genitori che usavano queste frasi erano differenti: qualcuno intendeva toccare la sensibilità dei figli ed instillarvi un sano senso di repsonsabilità e rispetto per ciò che potevano avere, altri, più brutalmente, si accontentavano di un becero senso di colpa: "basta che mangiano!".
Escludendo questi ultimi (indurre una paura è sbagliato; eppure ancora oggi, mamme giovani gridano ai loro figli: "non ti allontanare che c'è il vecchietto!", o l'uomo nero o "u gagheur", a scelta), non so dire se fosse giusto che i genitori ci dicessero quelle parole. Purtroppo non è facile con gli adulti fare giungere il giusto messaggio se le parole non vengono ben pesate.
Figuriamoci con i bambini.
Ma penso che comunque sia giusto "rischiare". Perchè è importante che tutti si ricordino, sempre e non solo quando anche nei paesi "ricchi" arriva "la crisi" che la cosa più importante sia apprezzare e valorizzare ciò che abbiamo e ciò che ci viene dato.
Eppure da mesi dai media giungono messaggi a non sprecare, sembrando come se gli inviti a "risparmiare" siano misure eccezionali, e che lo spreco sia una cosa normale ed ovvia in epoca di vacche grasse e la oculatezza sia una triste necessità di cui vergognarsi quando i tempi "di crisi" finiscono.
Ho visto casualmente un video che, prima ancora che farmi riflettere su certe cose, mi ha fatto ricordare scene che ho visto pochi anni fa, quando mi sono trovato a "qualche chilometro" lontano dalla bella Italia.
Non dovrebbe essere necessario toccarle con mano, certe situazioni; potrebbe essere sufficiente non cambiare canale quando si trasemttono certi reportage dal "Sud del mondo". O forse basterebbe vedersi documentari di pochi decenni fa e scorgere in quelle facce magre, scure per lo sporco e con i capelli corti per evitare i pidocchi, i volti dei nostri genitori o al massimo dei nostri nonni. E capire che se loro ci dicevano: "Mangia, e pensa a quanti bambini non possono mangiare" forse quei bambini non erano chissà dove; forse erano proprio loro, pochi anni prima.

sabato 18 aprile 2009

No Laugh Please: We're British

Probabilmente la sua carriera di (secondo) portiere non sarà ricordata in nessun almanacco del calcio.
Magari, invece, in Italia qualcuno potrebbe farlo ministro.

venerdì 17 aprile 2009

Hanno zero

Ancora una volta mi regalo un titolo che non c'entra nulla con il contenuto del post.
Visti, però, i commenti che non c'entrano nulla con il contenuto degli stessi, sarò pure libero, io, di riempire questo piccolo spazio di mondo a mio piacimento?

U palummidd

Laddove non arriva la Natura ad offrire suggestioni, paesaggi, panorami, ambienti dove perdersi ammirati, può arrivare l'Uomo con il suo ingegno, le sue opere, le sue creazioni.
Al paesello, per esempio, è toccata la pagliuzza più corta quando l'Architetto ha disegnato la costa, qualche annetto fa, per cui qui è toccata una anonima costa bassa rocciosa ed a Polignano una falesia suggestiva e spettacolare. Poi è arrivato un architetto a provare a ridisegnare il tutto (o almeno una parte); i risultati non so quali saranno, ma i tempi si preannunciano ugualmente geologici.
L'Uomo, dunque, prova a sopperire con le sue opere a ciò che la Natura non gli ha concesso. Magari con un Castello, con dei bei Palazzi, centri storici, giardini ... oppure, come ho appena detto, ridisegnando un litorale diverso da come l'Architetto lo aveva realizzato.
Ma poichè fatti non fummo per viver come bruti, non ci si accontenta, al paesello.
Richiamare frotte di turisti non può essere onere da lasciare solo a Zì Luigi o ad uno dei lungomari più belli d'Italia e forse del mondo. Ed allora, visto che la Toscana ha l'isola d'Elba, la Sicilia le Eolie - o Lipari, come si leggeva sui vecchi sussidiari ai tempi del maestro unico - (anche se così non vale, visto che già la Sicilia è un'isola), Foggia ha le Tremiti, in attesa di passare alla Libia (le Diomedee, non Foggia), Taranto ha San Pietro e San Paolo e Polignano lo Scoglio dell'Eremita, anche qui,al paesello si è pensato all'isola.
Non sembrava così difficile, ma qualcosa non è andato per il verso giusto e chissà se e per quanto tempo ancora l'isola dovrà rimanere quello scoglio semi-sommerso fra il Gabbiano e la Conchiglia dove, ragazzi, abbiamo trascorso estati indimenticabili lasciando ricordi e brandelli di pelle quando batteva il maestrale e noi incoscienti cercavamo di domare i cavalloni.
Qualcuno, però, sia pure involontariamente ebbe anni fa una idea geniale. E costruì un mostro: il Molo di Levante. Ci voleva poco, molto poco a realizzare dei pennelli idoneamente dimensionati e posizionati per limitare i danni quando episodicamente il vento di Levante decide di irrompere nel porto. Invece si pensò di realizzare un'opera mastodontica ed altrettanto dannosa.
Gli effetti negativi non si sono fatti attendere. I primi a preannunciarli furono ovviamente i marinai, ovviamente inascoltati; poi i pescatori che notavano che il filo necessario alle loro lenze per raggiungere i fondali diventava sempre più corto; infine bagnanti e coppiette che vedevano accumularsi sulla riva all'attacco del Molo (Puntcidd) alghe e rifiuti.
A dire la verità, anche un geologo di periferia lo faceva notare, giustamente snobbato, dapprima in comissione edilizia ad un architetto romano (progettista di un porto turistico mai nato), e poi conversando con colleghi ed amici mentre un modellino che cercava di giustificare il porto turistico (di un altro architetto, stavolta catalano) e lo spostamento dei cantieri navali, faceva simulazioni con l'acqua ma si dimenticava del trasporto solido.
Con l'aiuto di una solerte gestione, da un po' non viene assicurato il dragaggio dei fondali del porto.
Quale è il risultato di tutto ciò? Un miracolo! Al paesello, presto, avremo un lago. Un bel laghetto costiero (ma che si credono, sul Gargano, che solo loro possono avere i Laghi di Lesina e Varano? E che si pensano, quei benedetti foggiani? Che solo loro possono avere le zone umide fra le più belle d'Italia e forse d'Europa?
Poi, diamo tempo al tempo, questo bel porto, diventerà un lago, uno stagno, una palude, nu palummidd e poi, chissà, con un po' di fortuna (se la natura ci viene finalmente incontro), un po' di subsidenza e fra qualche centinaia di migliaia di anni, tutte quelle alghe sepolte sotto un idoneo carico di sedimenti (mica si può sperare che gli scavi di cantiere vadano all'infinito ad accumularsi per fare rinterri dove un dopodomani verrà realizzato un park&ride), diventeranno idrocarburi. E così, mentre tutti (o quasi) avranno gli impianti solari, e fotovoltaici, e le riserve di idrocarburi nel mondo saranno esaurite, Mola entrerà fra i primi 100 comuni produttori di combustibili fossili.
...
C'è un però.
Incredibile quello che riesce a fare la Natura. I residui di posidonia spiaggiata rappresentano un problema ambientale e igienico per tutte le zone costiere del Mediterraneo, tranne a Mola. Sarà un esempio di speciazione (Posidonia oceanica molensis)? Chissà!
Se, però, un giorno, qualche misterioso orco armato di protervia, certo di non doverne rispondere ad alcuno, dovesse decidere di dare una improvvisa accelerazione ai lavori di dragaggio dei fondali del porto, di pulizia dei litorali, e di ripristino di un minimo di decoro, dignità ed igiene a quel tratto di area portuale, cosa ne sarà del novello sito di rilevante interesse naturalistico che Madre Natura ha creato?

giovedì 16 aprile 2009

Vauro ed eventuali

Sono passati molti anni da quando, su Repubblica, in prima pagina, Forattini pubblicava i suoi editoriali sotto forma di "vignetta".
Forattini è sempre stato considerato un numero uno nel suo genere. E certamente uno che, come pochi, ha saputo cogliere ed esaltare gli aspetti salienti di un personaggio. Un numero uno almeno fino a quando i suoi bersagli erano Andreotti con tanto di gobba e coppola siciliana, Craxi ed i suoi stivaloni, De Mita ed il suo rapporto di odio-amore con il leader socialista, a tanti, tanti altri, immortalati con rapidi segni.
Poi, evidentemente, Repubblica per qualche chiarissima oscura ragione lo mandò! Ma questo è già un altro discorso.
Sono passati oltre vent'anni quando, all'indomani di un delitto di mafia, Forattini pubblicò una vignetta con la Sicilia a rappresentare una testa di coccodrillo, con tanto di lacrima e coppola.
Discutendo con un amico mi accorsi che il vignettista "satirico", secondo alcuni, dovrebbe limitarsi a fare ridere la gente. Assecondandone i gusti. Un po' come Crozza, per il quale è sufficiente dire a Belpietro o a Maroni: "pensavo che oggi dovesse esserci il meglio dell'Italia" e spacciare questa cosa per una battuta intelligente: mi riferisco a battute con un minimo di fondamento.
Tornando a Forattini, l'amico di Mattinata appariva sdegnato per il fatto che si era fatta una battuta per un morto. Obiettai che secondo me a volte queste "vignette" vanno analizzate per quello che sono: un editoriale, un commento non scritto, ma bensì disegnato. Considerazioni che, pur se sotto forma grafica, vanno considerate frutto di analisi politiche, in più con il dono della sintesi: non tante parole, ma brevi tratti di matita. Un tratto di penna che, come a volte uno sguardo, può dire più di mille parole.
Insomma: non bisognerebbe guardare una vignetta con l'unico scopo di trovarci motivo di risata o buon umore. E pazienza, quindi, se sono commenti caustici, amari, tristi. La realtà non può sempre riflettere situazioni meritevoli di battute in stile Bagaglino.
Giovedì scorso Vauro, uno di cui può dirsi tutto ma non che non accompagni la sua professione con l'impegno sociale (per cui sa bene cosa significhi il dolore e la sofferenza), ha scritto un editoriale amaro, amarissimo. Nemmeno tanto feroce, secondo me. Sinceramente non riesco a considerarla «gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico (...)».
Penso che in tanti abbiano pensato cose del tipo: "altro che pensare ad allargare le case: 300 morti sono tanti: dove li mettiamo? Bispgnerà trovare spazio nei cimiteri". E, a mente fredda, quale responsabile dell'Ufficio Tecnico di un comune, chiamato a fronteggiare una situazione del gerere non si è posto o non si sarebbe posto una domanda analoga? una preoccupazione del tipo: "ed ora, dove li mettiamo tutti questi morti?"
Cinismo? Non lo so, fate voi. Ma l'emergenza è anche questo. E non è giusto che, se a esternare (o anche solo ad averli) certi pensieri sia un funzionario pubblico, un rappresentante politico o un impresario di pompe funebri, sia legittimo, mentre se lo dice, con la causticità che gli è propria, un giornalista satirico tutto si trasforma in una offesa verso i morti.
Ho l'impressione che la vera motivazione sia il timore di vedere in quella vignetta un attacco al potere. Ed in tal caso, ancora una volta, saremmo di fronte alla pavidità di qualche servo sciocco che si preoccupa più dell'immagine del capo che del vero senso delle cose.
PS - a me, dell'intera carrellata, l'unica battuta "loffa" è sembrata la prima. Le altre .... veramente c'è mancanza di pietà e rispetto dei defunti?
...
Forse, intanto, la notizia c'è. Celata fra le righe del dibattito politico: sull'Election day, su sicurezza e ronde, sull'immmigrazione ed altro ancora.
Dopo tanto cercare, il Partito Democratico sembra finalmente avere trovato il suo leader. Un leader stimato, con tanta esperienza alle spalle, che sta dimostrando equilibrio; e quella saggezza politica che solo può assicurare una figura istituzionale forte ed autorevole.

mercoledì 15 aprile 2009

Pasquetta bagnata, Pasquetta fortunata? no, di merda.

Il mondo non si ferma a Pasqua, e nemmeno la Terra, in Abruzzo.
Continuo a pensare che una cosa sia migliorare la conoscenza di un fenomeno complicato quale è un terremoto, un meccanismo pieno di variabili complesse che, come tutti i meccanismi, per essere previsto deve essere conosciuto in tutte le sue variabili.
Finora possiamo solo parlare di fenomeni precursori; questo non basta a fare una previsione. A meno che il concetto di previsione non comprenda nè il momento preciso, nè il luogo preciso e che con il termine preciso non si contempli il margine di errore spazio-temporale.
Mettere poi nello stesso calderone le ipotesi di previsione di un modello interessante ma non ancora esaustivo ed i criteri banditeschi con cui sono stati costruiti tanti edifici pubblici e non, significa secondo me commettere un errore, anche piuttosto grossolano, per il semplice fatto che sono cose che afferiscono a tempi e situazioni diverse. Fatta ovviamente salva la buona fede di chi fa questi ragionamenti (cosa non sempre vera).
Se, poi, si parla di costruzioni approvate e realizzate esattamente sulla direttrice di una faglia (attiva), allora mi permetto di dire che non serve fare previsioni con modelli matematici complessi: dire che una faglia si sposta è quasi un pleonasmo,perchè una faglia esiste per muoversi. E lì sopra non ci si mette nulla e punto.
...
Testate, sputi ... frecatevi!
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Intanto in Bolivia un Presidente della Repubblica inizia uno sciopero della fame per sollecitare da parte del Parlamento, la approvazione della nuova legge elettorale. Metodi non violenti, in cui un capo di stato ci mette, come sul dirsi, la faccia.
Poco più a Nord, invece, a Caracas, Chavez ha studiato un sistema nuovo per ovviare da eventuali brutte sorprese elettorali. Il suo refrendum, infatti, quello vinto poche settimane fa, consente di potere eleggere all'infinito un capo di governo. Ma cosa accadrebbe se vincesse l'opposizione? Alora il buon Hugo ha pensato ad una legge che lo mette al riparo da brutte sorprese. Il mio amico (posso?) Francesco, tempo fa titolò un: "Così si fa" che grida ancora giustizia. Per intanto questo titolare del tanto e da tanti decantato "laboratorio politico del SudAmerica" a me preoccupa, e molto.
...
Una puntatina al paesello, infine.
Giusto per constatare che i proverbi, le "voci di popolo" hanno sempre un fondamento: il molese ha la testa dura.
I lavori in corso sul lungomare, ed i pesanti disagi che stanno comportando in termini di viabilità e per la carenza di parcheggi, pensavo avrebbero indotto a modificare un po' le abitudini dell'indigeno.
A mesi di distanza dalla transennatura, la prova del fuoco: la domenica di Pasqua.
Le frotte di automobili provenienti da chissà quanto lontano(!) testardamente si sono affacciate cercando un posto che non poteva esserci.
Leggo sul sito di Città Nostra che potrebbe aprirsi alla periferia Sud del paesello un centro commerciale con le caratteristiche di un quasi-ipermercato; e penso che anche per comprare dei chiodi o il sale per lavastoviglie bisognerà mettersi in auto.
Pensavo che, a parte le considerazioni sulla occupazione e sulle ripercussioni sul tessuto economico della comunità, a qualcuno l'ipotesi di essere sempre più schiavi dell'automobile poteva essere motivo di riflessione.
Vedendo tutte quelle auto e i volti indifferenti a se stessi al loro interno, ho pensato che forse qui, al paesello, avere sempre nuovi pretesti per andare in auto il più possibile è proprio quello di cui si ha bisogno.

PS - cosa c'entra il titolo con il resto del post? Niente.

venerdì 10 aprile 2009

Il sisma. E quella voglia di essere calciatori di serie B.

Il calcio si ferma.
Sembrava un po' la catarsi dallo sciacallaggio mediatico che inevitabilmente ha accompagnato queste tristi giornate di inizio primavera, questa Pasqua italiana come mai segno di lutto e purtroppo non di risurrezione.
Il calcio, il tanto vituperato clacio, la macchina da soldi più attiva d'Italia dopo la criminalità organizzata, che pure a volte si è fermata, che pure a volte ha deciso lo stop per un tifoso ucciso, per un poliziotto morto, sembrava volere essere al fianco di tutti quelli che oggi e per chissà quanto altro tempo ancora soffriranno la perdita di tutto.
Forse bisognava continuare "perchè la vita continua". O forse bisognava fermarsi, "perchè c'è il tempo del dolore e della riflessione".
E invece no.
Si ferma solo la serie B. E sabato solamente Pescara-Arezzo e Lanciano-Taranto.
Tutto il resto, gioca. Gioca la serie A. Gioca la serie C.
Con la ridicola raccomandazione ai calciatori di essere corretti in campo in ossequio a chi non c'è più, per rispetto a chi oggi soffre. Obbligando comunque i professionisti della pedata a giocare, costringendo gli "addetti ai lavori" a dimenticarsi di essere uomini; come se solo i poveri o i non ricchi siano quelli che si attaccano alla tv in silenzio, muti difronte all'assurdità delle macerie, sgomenti al cospetto di tanti lutti, di fronte al perchè senza risposta di quelle bare bianche allineate in un piazzale.
Perchè evidentemente non si deve fare a meno delle trasmissioni con i bravi presentatori che chiederanno l'appaluso, in ricordo delle vittime, la solita frase di circostanza per cui: "anche se non è facile, pensiamo che sia giusto continuare, dando un senso di speranza" e bla-bla-bla.
Perchè i calciatori abruzzesi che militano in serie A o in serie C non hanno diritto alla riflessione, al lutto, al ricordo.
Oggi penso che sia bello sentirsi calciatori di Serie B.

mercoledì 8 aprile 2009

Coscienze terremotate

"Cosa hai trovato sul fondo del barile dell'informazione?"
"Un buco"
... eppure a volte dovrebbe bastare il dolore ed un dignitoso silenzio ...

venerdì 3 aprile 2009

Armatevi e partiamo

Siamo tutti felici di vivere in un'oasi di progresso ed avanguardia in tutto.
Inutile elencare qui tutte le cose belle, stupende e spettacolari che il mondo ci invidia: basti solamente pensare al fatto che avremo presto uno dei più bei lungomare d'Italia!
C'è però una cosa che mi continua a mantenere perplesso.
Non solo in consiglio comunale ma anche sul sito istituzionale continua a getto continuo la propaganda a tre impianti fotovoltaici che stanno cambiando, sembra, la storia del mondo in termini di impulso alla riconversione ed all'utilizzo delle energie alternative e rinnovabili.
Per non parlare dei condomini che si stanno munendo di pannelli solari.
Frotte di cinesi affollano i B&B Urbani per capire "in situ" cosa c'è dietro il fenomeno energetico Mola.
Eppure io mi domando come mai, se tutto è così bello ed efficace, se tutto ciò funziona così bene sia in termini di benefici ambientali, sia in termini di vantaggi economici ... perchè l'amministrazione pubbica così attenta a dire: "vedete come siamo bravi, noi molesi"? non si attiva, finalmente, a realizzare impianti analoghi sulle proprietà pubbliche, comunali? Con vantaggi ambientali ed economici indubbi per l'intera collettività?
Ci sono impedimenti di carattere burocratico?
C'è qualcosa che ha impedito di installare un campo fotovoltaico nelle strutture del canile a Pozzovivo, quanto meno per renderlo energeticamente autonomo? Sul palazzo comunale di Via De Gasperi l'antenna per la telefonia sta: immagino che non sia "a gratis"! perchè per la telefonia si e per il solare no?
E per esempio mi chiedo (ma SICURAMENTE è così!) se il parcheggio in via di realizzazione su corso Italia si stato progettato prevedendo (come fanno in tutti i parcheggi coperti dei centri commeciali) posti auto coperti con le pensiline munite di pannelli.
L'elenco potrebbe continuare.
Penso che sia finalmente l'ora, da parte dell'amministrazione, di essere attiva in modo concreto in questo terreno dell'uso di energie alternative, soprattutto pulite ed economicamente vantaggiose per la collettività. Smettendo di farsi vanto di ciò che fa mio cugino.
...
Resto convinto che la due giorni al Metropolis di qualche mese fa rappresentò un evento importantissimo dal punto di vista culturale. Marketing? Forse anche. Ma indubbiamente, specie la seconda giornata mi sembrò di alto livello, con professionisti eccellenti.
Esprimevo perplessità, invece, su alcune affermazioni venute dai due rappresentanti politici più autorevoli che erano presenti il primo giorno. Il governatore Vendola e l'assessore Barbanente.
Il sottoscritto disse che non è possibile da parte di cotanto pulpito venire a dire cose del tipo: "finalmente a Mola non si costruisce più nelle lame". E soprattutto: sperare di essere creduti.
Non si possono dire cose così, dicendo cose che a poche centinaia di metri di distanza vedono realizzarsi il loro esatto contrario, con la più sbugiardante smentita.
Lo dissi allora. Lo ribadisco adesso.
Sant'Antonio, facci la grazia.

giovedì 2 aprile 2009

Non ci sono più i proverbi di una volta (e nemmeno i pastori)

Al pastore non far sapere, quanto è bello farsi le canne da mane a sere
Sig.ra Monica Lupo, ti voglio bene!
Che poi ... una Lupo che commenta sulle pecore ... gatta ci cova ... uno zoo!

mercoledì 1 aprile 2009

Comparacion

Evidentemente deve esserle sembrata così, rispetto a dove vive lei .
...
Ammetto che ieri sono stato poco attento alle notizie passate sui media, per via di vari impegni. Il bello di internet, però, è che ti consente di visitare anche lo "storico" delle notizie.
Oggi su Repubblica la notizia è relegata in secondo (terzo?) piano e sul Corriere se c'è, è realmente ben nascosta.
Eppure credo che la morte di Alfonsin avrebbe meritato un po' più di spazio ed attenzione.