sabato 22 dicembre 2012

Assassini di Stato

Quando alcuni militari statunitensi giocherellavano sui cieli italiani, tranciando cavi di funivie e provocando morti fra turisti infelicemente trovatisi al punto sbagliato nel momento sbagliato, lo stato italiano fece fuoco e fiamme per avere il diritto di giudicare i comportamenti di questi militari extracomunitari, avendo loro commesso un crimine sul territorio italiano.
Non ricordo male: tale processo non si svolse mai in quanto prevalse la tesi degli Stati Uniti per cui i militari erano in servizio e, dunque, la giurisdizione era di Washington, in particolare del tribunale militare statunitense, "in forza della Convenzione di Londra del 19 giugno 1951 sullo statuto dei militari NATO, la giurisdizione sul caso dovesse riconoscersi alla giustizia militare statunitense".
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E quando l'auto guidata da Calipari, che trasportava in salvo la giornalista Sgrena, venne centrata dai colpi sparati dal militare statunitense Lozano, colpi che uccisero il funzionario italiano, l'Italia chiese l'accertamento della verità su come fossero andati i fatti attraverso un processo da svolgersi in Italia. Ma anche in questo caso il processo non avvenne mai in quanto prevale la tesi secondo cui, avendo l'Italia "a suo tempo aderito ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza secondo la quale tutto il personale della coalizione che opera in Iraq è sottoposto alla giurisdizione dello Stato di invio", c'era un difetto di giurisdizione e il processo, in Italia, non avvenne mai.
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Credo che in nessuno dei due casi, nè i top gun statunitensi piroettanti sui cieli del Cernis nè il militare Lozano, siano stati accolti in USA come eroi. Nè che il presidente delgi Stati Uniti si sia commosso collegandosi in video-conferenza con loro per esprimergli sentimenti di vicinanza, auspicando presto il ritorno in patria.
In Italia bisogna sempre, invece, inventarsi qualcosa per essere ridicoli e svergognati.
Non so nulla di diritto internazionale, non so come andrà a finire la qurelle fra il governo italiano e quello indiano circa quale governo abbia giurisdizione per avere diritto di celebrare un processo sul proprio suolopatrio.
L'unica cosa certa, l'unica cosa vera è che due militari italiani hannosparato ed ucciso due poveracci, due pescatori indiani scambiati per pirati.
Non so se per tale azione possano essere previsti trenta anni di carcere o tre giorni di servizi socialmente utili. Una cosa è certa: quei due hanno ammazzto due persone e, sinceramente, non capisco la commozione che il presidente napolitano in collegamento con i due militari ha esternato.
Quando la gente in Italia vive in carceri in condizioni vergonose, di umiliazione per il genere umano, siano colpevoli di reati gravi o ladri di galline, siano potenziali innocenti in attesa di giudizio, nessun napolitano si è commosso auspicando una rapida soluzione per le loro questioni.
Quando le Forze dell'Ordine catturano i più pericolosi latitanti di mafia, nessun TG ferma le trasmissioni come hanno fatto oggi per assistere all'arrivo del velivolo con a bordo i due marò. Nessun TG sfora i suoi tempi per trasmettere le parole del PM di turno o del funzionario di polizia o carabinieri che aveva, pochi istanti prima fra le mani, il Riina, il Provenzano, il Badalamenti di turno, come invece è stato fatto oggi per ascoltare le parole dei due militari appena arrivati. Nessun ministro della Repubblica ci si dovrebbe apsettare di vederlo festeggiare stringendo mani come se avessero appena tirato fuori dal pozzo Alfredino Rampi; Pineda rimase lì mentre tutti i minatori venivano tirati su, dalle viscere della terra, abbracciandoli ad uno ad uno. Napolitano poteva scegliersi meglio i suoi eroi. Ma che siano i SUOI eroi, non certo i miei; cosa avesse da ridere il ministro per l'arrivo in licenza premio a casa per Natale di due uomini che, comunque siano andate le cose, hanno ucciso due pescatori.
Semmai un giorno ai due militari italiani verrà riconosciuto il diritto di essere giudicati in Italia, quando verrà riconosciuto che sono responsabili diella morte di due pescatori e verranno condannati a trent'anni o a tre giorni di servizi sociali nella mensa dei poveri, o magari si dirà loro che se non sono buoni a distinguere pirati da pescatori e, dunque, è meglio checambino mestiere, cosa frar napolitano? Si commuoverà ancora in video-conferenza per due assassini?  
Non si trattano da eroi due militari che, comunque siano andate le cose, al momento sono due assassini di due poveracci, due pescatori indiani.
A me, questo paese di pagliacci, fa sempre più schifo. 
E si sa: il pesce puzza sempre dalla testa.

 

martedì 4 dicembre 2012

Accetti o Rifiuti?

Insomma, è finalmente arrivato il momento di usare la parola giusta: Fuorilegge.
Non è una parola inutilmente pesante. è solo la parola giusta per definire un comportamento al di fuori di una legge, di una norma che faticosamente, negli anni, si sta cercando di introdurre al paesello, mentre in tanti altri luoghi quella che qui sembra essere una rivoluzione copernicana, è una banale prassi consolidata, una ovvia, scontata normalità.
Per mesi sciacalletti, benpensanti, e buontemponi di periferia a basso costo e talora a prezzi di realizzo hanno ululato alla luna, hanno dato all'untore, inveito contro l'Amministrazione che non comunicava ai cittadini, poveri cocchini ignari del fatto che i cassonetti non sparivano perchè se li rubavano o che apparivano strani cestelli tutti uguali ma non perchè erano in svendita da IKEA, ma perchè le cose stavano cambiando; e facevano finta di non capire il perchè iniziavano i viaggi della speranza vero i quartieri ancora con i cassonetti, e poi le frazioni, e poi le campagne; e ora ogni angolo utile.
Ora è chiaro, credo. Non era questione di comunicazione, di punti di attenzione, di uffici start-up che non funzionavano, di numeri verdi o di indirizzi di posta elettronica. 
Non è questione di "sporcaccioni", come i buontemponi del giornale lì continuanio a chiamare questa gente.
Caro Michele, penso che tu mi sia testimone del fatto che fin dall'inizio ho osteggiato queste spiegazioni, queste fandonie. Da sempre, crudelmente forse, ho pensato e detto e scritto che la causa di tutto ciò sia da ricercare, e senza alcuna fatica: trovare, nella natura e nell'infimo livello di senso civico di una comunità pigra, indolente e spesso perfino insolente, arrogante nell'illudersi di vivere nel passato, un passato che non tornerà, in cui tutto è dovuto.
Ci vorranno anni, generazioni, certo non mesi, per arrivare ad un livello degno di una comunità all'altezza della situazione.
Nel frattempo non invidio il tuo ruolo, stretto tra fuorilegge e sapientoni.
Fra chi si affaccia solo per fregarsi il sacchetto di terreno mugugnando sottovoce che "tand so' tott chiacchi'r" ed una manica di bambini entusiasti che, fra qualche anno, si chiederanno come mai i loro genitori, i loro nonni fossero così stronzi da non capire in quale merdaio li stavano ficcando, pensando di fare i furbi, ma in realtà avvelenandoli giorno per giorno, beh, è fin troppo facile scegliere da che parte schierarsi.
In bocca al lupo!