martedì 13 dicembre 2011

Cari Gesù Bambino e Babbo Natale ...

Caro Gesù Bambino,
il 13 dicembre mi sembra un buon giorno per scrivere la letterina, come fanno tutti i bambini che, il giorno di Natale, desiderano svegliarsi e trovare tutti i regali che hanno tanto desiderato durante l'anno, che hanno sognato guardando i cataloghi e le vetrine dei negozi.
Eppure quest anno la letterina vorrei scrivertela per chiederti, più che un regalo, una spiegazione.
Ieri, come ogni giorno, ci sono stati i soliti incidenti sul lavoro. Le statistiche dicono che sono in media tre al giorno. Alcuni dicono molti di più.
E però tante volte, di queste morti, di queste persone, non si sa nulla, leggendo i giornali, vedendo la televisione, ascoltando la radio, scorrendo le pagine di internet.
Eppure ieri, la notizia di una morte sul lavoro, la morte di un giovane di 20 anni che montava una struttura in acciaio, la si sentiva e leggeva dappertutto. Oggi alcuni telegiornali hanno aperto con questa notizia, occupando tanti minuti per descirvere il dispiacere di tante persone famose, che quel giovane nemmeno lo conoscevano. Come potrevano conoscerlo? Non potevano non conoscerlo, per mostrarsi così tristi ed affranti.
Caro Gesù Bambino, come mai dove abiti tu arriva un sacco di gente senza che nessuno sa niente, mentre ieri si è presentato uno sfortunato ragazzo che sembrava avere mangiato e dormito nelle case di mezza Italia per quanto è stata grande la attenzione dei giornalisti, così emotiva la disperazione di cantanti, attori, artisti.
Caro Gesù Bambino, ma lo sai che a me questa cosa sembra proprio strana?
Quando a Cassano è capitato un problema che comunque, per quanto grave sia stato, non doveva poi essere così tragico, visto che pare il giocatore tornerà presto alle sue normali attività, in Italia mancava che interrompessero le trasmissioni RAI, Mediaset, La7, SKY, Premium e TeleCinco per mandare in onda il bollettino medico a reti unificate. E sembrava che non stesse accadendo null'altro nel mondo, dalla crisi economica alla primavera araba, se le televisioni mandavano tanti cronisti a vedere il via vai di amici e conoscenti del calciatore. Peraltro, caro Gesù Bambino, io all'inizio non avevo capito che si parlasse di Cassano. Credevo che fosse stato ricoverato uno tipo Nelson Mandela, tanto se ne diceva bene.
Anche se, devo dirtelo, caro Gesù, tu che sei Bambino come me: noi siam piccoli ma non stupidi; e qualcosa la avevo sospettata, avevo intuito che potesse essere Cassano quello ricoverato, visto che l'unico che non vedevo fare la visita al capezzale era il presidente della Sampdoria.
Ieri, invece è morto uno qualunque, un ragazzo di 20 anni, uno come tanti, eppure: quanto clamore.
Morto sul lavoro, certo. Eppure in Italia, se non si muore almeno in sette alla Thyssen Krupp, non ti calcola nessuno. Al massimo qualche riga giusto perchè la scaletta dei telegiornali prevede alcuni secondi da riempire e il caporedattore sceglie una notizia a caso da leggere: un operaio che cade dalla impalcatura in un paese della Sardegna, una protesta di minatori in Bolivia, una gara per la preparazione della frittella al miele d'acero più grande del mondo in una cittadina dell'Australia ... Eppure ieri, oggi .... titoloni, prime pagine, servizi ed inviati ...
Possibile che ... un momento, Gesù Bambino, forse ho capito. Ma lo chiedo a te perchè mi sembra così assurda questa ipotesi, questa possibile spiegazione: possibile che tutto questo clamore è stato non perchè è morto un giovane sfortunato, ma perchè stava montando il palco di Jovanotti? Che pure gli artisti, se quel ragazzo non stava montando il palco del collega, ma un'impalcatura per rifare il prospetto in una periferia di un paese della provincia di Bari, sai quanto gliene sarebbe importato di questo morto sul lavoro?
E poi, non lo so, questa storia che ho letto: "è morto per 5 euro all'ora". Mi sto sforzando di capire cosa significa mai una frase del genere. "Non si può morire per 5 euro all'ora". Perchè? Se fossero state 15, poteva morire? C'è un prezzo per perdere il diritto alla umana pietà che si dovrebbe a tutti quelli che muoiono mentre lavorano?
Pensandoci bene, sai che ti dico, caro Gesù Bambino? Io quasi quasi la lettera con le richieste per i regali di Natale te la scrivo domani. Anzi, la scrivo pure a Babbo Natale, hai visto mai? E, se ti capita di vederla, avvisa la befana che ne scriverò una anche a lei, per chiederle la calza piena di dolci il 6 gennaio.
Tanto, lo so che tu non esisti, non esiste Babbo Natale, non esiste la Befana. Siete tutte invenzioni dei grandi. E noi bambini, cosa credete? Che ci facciamo prendere in giro dalle idiozie che inventate tutti i giorni nel vostro mondo di adulti? Ti voglio rivelare un segreto: noi facciamo finta di credere a voi mentre vi affannate a spiegarci che dobbiamo essere buoni e studiare ed andare bene a scuola, perchè poi arriva Babbo Natale con la slitta ... e si, perchè se io credessi all'asino che vola, sarei uno stupido, mentre ad una slitta trainata dalle renne che vola nel cielo ... ; vabbè, che fa? Noi siam contenti, voi pure siete contenti nel vederci sorridenti e sorpresi per trovare sotto l'albero o la mattina ai piedi del letto proprio quello che avevamo tanto desiderato, e ... e va bene così.

Caro Gesù Bambino, sai che ti dico? fammi restare bambino ancora tanto tempo. Fammi entrare il più tardi possibile nel mondo dei grandi. Perchè sai, Gesù Bambino? Voi adulti siete così stronzi.




venerdì 2 dicembre 2011

Non dire gatto nel giorno del sacco

Sembra una battuta, invece non lo è.
Eppure qualche (poco) misterioso funzionario in RAI ha emanato una direttiva (o forse un "suggerimento" di comportamento) in occasione della giornata mondiale della lotta contro l'AIDS, attraverso una mail interna. Che, giustamente, è stata prontamente esternalizzata.
Ne sarà stato felice il papa, di ritorno dal Belin, uno dei tanti paesi poveri e sfruttati del continente africano, dove l'AIDS contribuisce alle politiche di contenimento della popolazione mondiale, non operando sul controllo delle nascite, ma sul controllo delle morti.
In altri termini, la parola magica è: astinenza.
Astinenza dunque dal sesso, ma anche dall'uso dei termini. Il vocabolario della lingua italiana suggerisce anche l'ipotesi di un altro vocabolo: censura. Ma questo è già un altro discorso.
Riassumendo, quindi, alla RAI potremmo aspettarci nel 2012 una serie di mail interne che daranno disposizioni del tipo:
il 1 dicembre, giornata mondiale della lotta all'AIDS, evitare la parola profilattico;
il 27 gennaio, giorno della memoria, evitare trasmissioni in cui medici informano come prevenire l'Alzhaimer;
il 10 febbraio, giorno del ricordo, evitare di usare la parola arco;
il 19 marzo evitare la parola falegname e la parola sega;
il 25 aprile evitare di invitare elettricisti in qualsiasi tipo di trasmissione;
il giorno di Pasqua evitare la parola ICI sull'ultima casa e sulle residenze temporanee per periodi non superiori ai tre giorni;
il giorno della festa della mamma evitare l'uso della parola amore;
il 2 ottobre, festa dei nonni, evitare la parola pensioni.