venerdì 30 maggio 2008

Grappoli. Data di scadenza: otto anni.

Le speranze sono andate deluse. Il summit tenutosi a Dublino per sancire la messa al bando delle cluster bomb, nonostante quanto dicano i media, per me non è un successo. Per me è una grave sconfitta. La sconfitta della serietà, la vittoria dell’ipocrisia.
Se l’uso di questa arma subdola e terribile è criminale, non può esserlo fra otto anni, e nel frattempo, è cosa lecita.
Se è immorale, lo è da domani, da oggi, da ieri direi.
Otto anni per fare cosa? Per disseminare nel mondo gli avanzi di magazzino?
Per consentire a chi ha contribuito, contribuisce e contribuirà a mutilare bambini innocenti di riconvertire i propri arsenali in fabbriche di protesi per alleviare il dolore di questi innocenti cui è stato tolto il sorriso insieme agli arti?
Chi rappresentava il governo italiano a Dublino?
Dove è possibile vedere il nostro rappresentante governativo sorridere alle telecamere “... per questo importante accordo umanitario conseguito con la buona volontà dei governi di tutto il ondo …” e bla bla bla …?

Causa o effetto?

Scenario numero 1
Dare il premio Nobel per la Sociologia Applicata alle Menti Deboli al governo Berlusconi recentemente insediatosi. Poche settimane di La Russa, Maroni e Carfagna hanno cambiato la mentalità degli italiani. Tutti bravi e buoni, è bastato che questi fascistoni si insediassero a Montecitorio, e con dosi massicce e subdolamente iniettate attraverso le TV, le radio, i media, i messaggi subliminali al cinema, il retro dei francobolli ed il Calippo al limone, la popolazione italiana si è trasformata in un branco di fascisti, nazisti, xenofobi, razzisti, antisemiti e quanto di peggio mente umana possa partorire.
Scenario numero 2
Il mito italiani brava gente, in quanto mito, mantiene in sè solo limitate percentuali di verità. Ricordo che qui, al paesello, ero piccolo, gli immigrati ed i neri in genere, da qualunque parte dell'Africa venissero, erano: i marocchini, i "gnùr" (i "gnèur" se la pronuncia era femminile), gli "ana-ana" (che erano quelli che vendevano i tappeti, girando con quintali di roba sulle spalle nelle viuzze del paese nei torridi pomeriggi estivi).
Qualche anno fa i simpatici italiani ribattezzarono questi uomini come "vu' cumprà". Per fortuna qualcuno si accorse che così non andava bene. Si fecero vari tentativi di neologismi e si arrivò al termine indistinto di: extra-comunitari. Siano marocchini, nigeriani, curdi, palestinesi, albanesi, l'importante è che sbarchino da malmessi barconi in quel di Pantelleria e, possibilmente, rubacchino qui e là, che sono extracomunitari. Magari uno è statunitense e sarebbe extracomunitario a tutti gli effetti, ma a uno di New York nessuno lo ha mai chiamato "extracomunitario". Nè vale per i capi di governo.
"Visita ufficiale ieri per il Presidente extracomunitario del Canada ... "; "Il Presidente extracomunitario cinese ..."; "è stato ricevuto dal sindaco di Milano Letizia Moratti il leader siprituale dei tibetani, l'extracomunitario Dalai Lama ..."
Insomma, se uno è extra-comunitario lo è per nazionalità o per il ruolo che ricopre nella società?
Ma torniamo allo scenario 2.
Gli italiani, popolo di emigrazione di braccia, solo recentemente di cervelli (sarà per questo che girano tante zucche vuote per le strade?), han sempre vissuto male la propria condizione di emigranti, mal visti, mal sopportati, sovente ghettizzati ed esclusi dai meccanismi della integrazione, in Svizzera, in Germania, negli Stati Uniti. Poichè si è soliti fare "i ricchioni col culo degli altri", chi ha vissuto l'emigrazione da casa, non ha mai trovato di meglio da fare che pontificare sulle disgrazie altrui, dando lezioni di stile e civile convivenza stando in poltrona. Costoro sono quelli che si commuovono a singhiozzi vedendo telenovelas e sceneggiati in TV, gatti schiacciati dalle auto per strada o cani abbandonati, ma cambiano canale infastiditi quando i parenti di vittime (della strada, della violenza, del lavoro, ecc.) piangono vere insopportabili lacrime amare implorando misericordia, aiuto, giustizia.
Oggi in Italia non si vive bene il percorso verso l'equilibrio fra i percorsi dell'economia e quelli dell'emigrazione, ma forse non si è mai vissuto bene tutto ciò. Il Mediterraneo non è mai stato solo crocevia di culture. Le navi romane che portavano l'olio dalla Spagna ed i marmi dall'Africa, trasportavano anche schiavi. Come schiavi erano le genti barbare nel NordEuropa in cambio di terme e strade.
L'Italia moderna ha esportato lavoro ed importato soldi e rimesse, mai (o molto subordinatamente) lezioni di senso civico. Come oggi, negli USA, ispanici e afroamericani non si sopportano (qualcuno ricorda il film di Spike Lee: Do the Right thing?), ieri gli italiani parlavano dei portoricani come la peggiore feccia. C'è sempre bisogno che ci sia un ultimo dopo di noi: Detràs del ultimo no va nadie.
Quando il tappeto è grande vi si può accumulare e nascondere la polvere, sotto. Ma quando il tappeto è piccolo e la polvere molta, essa è destinata prima o poi a venir fuori ed intossicare i polmoni di chi l'ha prodotta.
La realtà attuale è quella di un popolo mal abituato storicamente a risolvere i problemi senza delegare ad altri l'arduo compito. Il ricorso all'uomo forte non è una novità e va ben aldilà del periodo del ventennio fascista.
Già, il fascismo. Il clima che si respira ultimamente nasce, è il mio parere, non già dalla vittoria dell'attuale governo, che sembra avere creato lui i problemi di convivenza sociale che si registrano in Italia, ma è qualcosa che viene da molto lontano, le classiche gocce che fanno traboccare l'ancor più classico vaso.
Inutile dare la colpa al governo Berlusconi, alle "destre", ai fascisti per il clima che si respira nel Paese. Le elezioni sono scelte. Chi ha scelto sono gli italiani. Questo governo è un governo xenofobo e razzista? allora, piaccia o no, lo ha scelto un popolo xenofobo e razzista. Ma dai dibattiti degli "intellettuali" viene fuori un quadro in cui sembra che gli unici intolleranti siano governanti e le loro scelte, aberranti, invise al popolo. Che, invece, lo ha scelto proprio per questo.
Se non si risolvono i problemi agendo sugli effetti, ma sulle cause, allo stesso tempo, accusare i rappresentanti di un popolo di essere la causa di un clima irrespirabile significa voler dire che è colpa di filtri malfunzionanti alle narici se c'è puzza. Ma non sarà, invece, che sarebbe meglio capire da dove viene il cattivo odore? la colpa è dei governi o di chi li ha scelti?
Se non si capisce questo, il clima politico di scontro fra chi prende dei provvedimenti e chi accusa che sono provvedimenti sbagliati, corre il rischio di restare nel limbo dello scontro politico fra chi ha vinto ed è al Potere e chi, sconfitto, cerca di riguadagnarlo.
Io, invece (ed aggiungo: purtroppo) penso che tanti, tantissimi, la maggioranza degli italiani, approva questo giro di vite, lo auspicava. Ed è per questo che, ci piaccia o no, resta un fatto: se non si capisce perchè tanti approvano questi provvedimenti duri, provvedimenti da "Stato di Polizia", non si capirà mai come agire, alla fonte, per superare i rischi della difficile convivenza fra popoli.
Siamo un paese masochista. Ci piace soffrire. Viviamo nell'emergenza continua. Dai e dai, l'emergenza rifiuti è esplosa ed ora sono necessari provvedimenti d'urgenza. Dai e dai, l'emergenza energia è esplosa e sono necessari provvedimenti d'urgenza. La sottovalutazione delle problematiche sociali connesse alla emigrazione ha portato all'emergenza.
Vent'anni fa i radicali lottavano per combattere la fame nel mondo, per sconfiggere il flagello della miseria attraverso programmi di aiuti per lo sviluppo e non solo per quell'annata di siccità, attraverso una politica di prevenzione delle nascite che si opponesse al boom demografico. Gli italiani rispondevano infastiditi che bisognava pensare agli italiani poveri, e poi, se ne avanza, pensiamo ai "negri".
Oggi, quella cecità, quella indifferenza, si è trasformata nei volti dei bimbi elemosinanti ai semafori, nei corpi offerti dalle prostitute nelle strade, nella destrezza di chi ruba per fame, nelle schiene spezzate in campagna di chi "ruba" il lavoro agli italiani, nella cattiveria di chi uccide perchè ha perso l'anima in terra straniera.
Gli italiani che non hanno voglia di commuoversi per la realtà, ma hanno bisogno di piangere per un cane abbandonato per strada o per uno sceneggiato in TV, non possono sopportare tutto ciò.
Non è il governo la causa di questo clima di intolleranza che si respira, oggi, nel Belpaese.

mercoledì 28 maggio 2008

SOSPESO!

Sei mesi. L'occasione è propizia per frequentare, finalmente, un buon corso di dizione.

martedì 27 maggio 2008

Grappoli mortali

Le nostre campagne, pure torturate dalle orrende coperture plastiche, stanno iniziando ad offrire quella ricchezza che raggiungerà presto le nostre tavole e quelle di tutta Italia ed il Mondo.
Esiste, nel mondo chi, questa parola, la associa a qualcosa di terribile.
Ne ha parlato anche il Papa (a volte non è poi così male che tutti parlino; a volte anche i peggiori nemici hanno qualcosa di serio da dire). Ma chi di noi lo ha ascoltato ai TG nazionali? In quale trafiletto di quale pagina secondaria è stata mimetizzata la notizia?
Vi prego di armarvi di buona volontà. Non è poi così difficile capire ciò che è scritto in inglese nè ciò che è detto in spagnolo.
Ma se proprio non è chiaro, soffermatevi sulle immagini.
Se alla fine di questo video (voces del mundo) qualcuno di voi avrà lo stomaco un po' in disordine, mi sentirò un po' meno solo.
...
AGGIORNAMENTO
L'ipocrisia è sempre un fenomeno schifoso.
I Paesi firmatari avranno otto anni di tempo per smettere di costruire, stoccare, commercializzare gli ordigni, e per distruggere gli arsenali.
Avere l'avallo di uccidere per altri otto anni qualcuno lo chiama un successo umanitario.

lunedì 26 maggio 2008

Strategie

Nonostante la grinta, per la candidata Hillary Clinton la fine dell'avventura sembra oramai giunta; sarà dunque Obama il candidato democratico che verrà sconfitto dal McCain il prossimo novembre.
Il voto ispanico potrà essere fondamentale, specie in virtù di un possibile appoggio dell'elettorato afroamericano. Dalla comunità latina sono più volte giunti segnali non proprio incoraggianti secondo le quali "piuttosto un repubblicano, piuttosto McCain, ma un nero MAI". La Clinton è stata preferita ad Obama da questa frangia di elettorato.
Il raffinato middle class Obama, per sperare di vincere, non può lasciarsi sfuggire questo serbatoio di voti; McCain è da tempo in piena campagna elettorale, arriverà rilassato e con le strategie oliate alla tenzone con il suo avversario. Obama difficilmente potrà contare sulle gaffe da stress che gli regala Hillary.
Ed allora, probabilmente, contrariamente a quanto si leggeva fino a poco tempo fa, Obama comincia a "sbilanciarsi".
...
In Italia, molte volte, quando si parla di politica estera (USA compresi), si semplifica allegramente associando i repubblicani al centro-destra ed i democratici al centro-sinistra.

domenica 25 maggio 2008

Al cuore, Ramon!

Sparate ...

Vissuto male e morto peggio

"... y que lo unico que se le ha dejado al pueblo colombiano, ha sido: sufrimiento y dolor."
I gatti hanno sette vite; la Idra pare ne avesse nove. Si diceva: Marulanda è morto almeno una dozzina di volte. Anche i mostri, prima o poi, muoiono.

sabato 24 maggio 2008

Import-Export

Per definizione, un laboratorio è un luogo dove si effettuano esperimenti, ed è insita nel concetto stesso di esperimento la possibilità del fallimento e del successo.
Niente di più e niente di meno di ciò che accade nel laboratorio politico del SudAmerica.

venerdì 23 maggio 2008

Perchè ca**o tengo un blog?

Forse perchè, nel mondo, c'è sempre qualcuno che ti somiglia.

giovedì 22 maggio 2008

Entrata di sicurezza

Non importa vincere, l'importante è resistere. Perchè se resisti, aggrappato al relitto semigalleggiante del tuo naufragio, qualcosa qualcosa esce.
Ed allora non importa essere un banale furbacchione per restare a fare qualcosa di buono per il Paese dall'interno delle istituzioni, pur avendo proclamato il contrario dalla travagliata tribuna; l'importante è sapere che, se hai resistito alla procella, il Cielo sarà magnanimo con te.
Oggi mi sento più sicuro.
Perchè la Repubblica è più sicura.
...
Oddio, speriamo solo che non Le faccia la fine di quell'altra cosa lì ...

MAN-U

Mentre ancora si stavano scolando alcune casse di birra, visto che le bottiglie di vino erano vuote oramai da tempo, in quel pomeriggio di un lontano 25 agosto 2000 (giorno più, giorno meno), l'unico italiano in mezzo a quel branco di inglesi zeppi di alcool e lucidi come uno scacchista durante una finale masters, esterefatto ma impossibilitato a tirarsi fuori da quel vortice etilico, nota una scritta fra i tatuaggi di quel braccio nerboruto.
MANU
"What's that?"
"MAN U"
(e grazie al cazzo, starò ubriaco ma so leggere) "What does it means?"
"OH! Manchester United: Man U"
Altri etilici sollevarono le maniche delle t-shirt e altre MANU apparvero. La compagna dell'energumeno cui avevo chiesto il significato di quelle lettere, un donnone che sembrava più la sorella maggiore di Obelix, non fu da meno. Grazie al cielo non aveva avuto il desiderio di tatuarsi il seno ma, anche lei, il braccio. La povera Sheila sorrise e, scuotendo la testa, disse che a lei del calcio non interessava nulla. Piuttosto avrebbe tifato Manchester City, per solidarietà agli sfigati tifosi della seconda squadra di Manchester. Le grida di disapprovazione e di scherno si confusero con la risata allegra della mia amica, mentre si rollava l'ennesima sigaretta senza nemmeno appoggiare a terra la bottiglia di birra. Dannate sigarette.
A Manchester, a parte il Il Museo delle Scienze e dell'Industria, e quello annesso all'Old Trafford dedicato al Manchester United, non è che ci sia poi più di tanto.
La finale di Champions League non poteva che svolgersi sotto una fitta pioggia. Si giocava a Mosca, ma poteva essere qualunque posto del mondo. Doveva piovere. Non poteva non piovere, nella notte delle stelle, mentre ad affrontarsi sono due squadre inglesi. Il novantesimo, i supplementari, i rigori. Sbaglia la stella, poi sbaglia la bandiera. Sbaglia il francese che dovrà essere consolato da Platini. L'olandese reietto diventa eroe.
Una finale così non poteva che essere vinta dal Manchester United. Immagino che molti bicipiti si sono scoperti, sollevando l'ennesima pinta nei tanti pub da cui non hanno smesso, nemmeno per un istante, di scorrere fiumi di birra.
... Alle 23.40 su RaiUno ragionevolmente doveva iniziare l'ennesima puntata sul caso Cogne-Franzoni. Ragionevolmente. Non c'è nulla di ragionevole nel pensare che una finale di Champions League debba finire puntuale come un treno giapponese cronometrato da un orologio svizzero.
La diretta del Tg5 iniziava in perfetto orario, alle 23,20, e Mentana era felice: sembrava un ragno che si era appena pappato una Vespa.
Alle 0,42, invece, su RaiUno c'è ancora il faccione di Gasparri che dal TG parla di ... ma Gasparri, di qualunque cosa parli, che ca**o volete che dica?

martedì 20 maggio 2008

CLASSIFICA FINALE

INTER - In testa dalla prima all'ultima giornata. Con un presidente così generoso, uno che vorrebbe andare a "Gira la Ruota" pur di comprare una vocale (che è l'unica cosa che ancora non ha acquistato in tanti anni di presidenza), ed una rosa così folta (con qualche spina di troppo), arrivare all'ultima giornata con la pioggia (Perugia - Juve ...) con un solo punto di vantaggio, e con il Parma senza Cuper, non è propriamente il massimo. Viene il dubbio che, visto che nonostante tanti calciatori ci si è lamentati della rosa esigua per via degli infortuni, se la Champions fosse durata un altro po' ... quel punticino ...
Due nei: meriterebbe almeno 5 giornate di squalifica del campo per le prodezze dei propri sostenitori. Ma magari erano solo investitori Parmalat con ansia di vendetta.
E se avesse anche un allenatore sarebbe una squadra perfetta. 8
ROMA - Tutti a dire che è Totti dipendente, ma ha fatto benissimo anche senza di lui. Anzi, a volte è sembrato che fosse meglio così. Se avesse fatto l'impresa, chi se li sarebbe sopportati i romanisti, con la loro boria ed arroganza, giornalisti in testa? Livorno per la Roma, non è come la Lazio per l'Inter, il Verona per il Milan, il Perugia per la Juve, ma poco ci manca. 9
JUVENTUS - Una neopromossa che fa terzo posto non è cosa da poco. Plin Plin. 9
FIORENTINA - Non avere centrato l'obiettivo Uefa non cambia nulla al suo campionato eccellente. Avere in squadra Vieri al posto di Toni ed arrivare ugualmente in Champions è una cosa che può riuscire solo ad una buona squadra allenata da un eccellente tecnico come Prandelli . 9
MILAN - Peccato. Se non avesse centrato nemmeno la Uefa sarebbe stato il fallimento perfetto. 9
SAMPDORIA - Non ci voleva molto a capire che Novellino aveva fatto il suo tempo. Mazzarri sta chiedendo l'otto per mille per la sua attività di volontariato nel sociale. Recuperare Cassano non sarebbe riuscito nemmeno a San Francesco (anche perchè si capisce di più quando si parla agli uccelli, ai lupi ecc. che non a Cassano). 7
UDINESE - Il miglior allenatore italiano porta l'Udinese dove nemmeno Zico era riuscito. Pasquale "il mago" Marino non sbaglia un colpo. Non ha fretta di arrivare, ma arriva sempre dove sa di poter arrivare. Ed arriverà ancora più su. Un grande allenatore, un grande uomo. 8
NAPOLI - ATALANTA - GENOA - PALERMO - LAZIO - SIENA - TORINO - REGGINA - L'anno prossimo ancora lì. 6 (politico)
CAGLIARI - Mission Impossible, Mai dire mai, Non è vero ma ci credo ... Se fosse possibile spiegare con il titolo di un film la clamorosa rimonta di una squadra data per spacciata a metà campionato, ci vorrebbe Vincenzo Mollica. La geografia del calcio italiano conserva non solo la Sicilia ma anche la Sardegna. 7
CATANIA - Pulvirenti ha contattato Venditti per acquisire i diritti del nuovo inno del Catania. Grazie Roma. 6
EMPOLI - Meritava di più. Con la formula dei play-off (o se preferite: play out) chissà come sarebbe andata a finire. 5
PARMA - Forse con Cuper la storia sarebbe cambiata. Ma la verità è che una squadra normale sarebbe stata sbattuta fuori dal campionato da tempo. Lo scandalo Parmalat ed i conseguenti guai del suo allora patron, avrebbe dovuto fare scomparire il Parma dalla geografia (almeno) della serie A già da tempo. Ci vorrebbe un altro Asprilla. 4
LIVORNO - Il pesce puzza sempre dalla testa. Fine ingloriosa con un sussulto capitolino. "Nolite ponere margaritas ante porcos"*. 3

*Se DeSimone la capisce, gli offro pizza e birra

lunedì 19 maggio 2008

25 anni fa, la Sindrome


Forse non si è mai fatta piena luce su questa strana malattia. E forse non si farà mai. Ognuno dice la sua, ma come spesso accade, mentre i dottori litigano il malato muore.
Insomma: c'è chi litiga per dire chi lo ha scoperto per primo, altri per chi lo avrebbe inventato (e non sarebbe un bel giorno, quello, per l'Umanità).
C'è chi fa notare che il mondo ha conosciuto malattie ed epidemie ben peggiori, in termini di diffusione, prevenzione, conoscenze dei rimedi, delle cure. Dei morti.
Alcune di queste malattie sono scomparse, debellate quando, forse, le multinazionali della salute non guadagnavano ancora così tanto sulla salute dell'Uomo, ed avevano ancora come unico scopo la guarigione, e non il guadagno.
La Natura, probabilmente, si è accorta di ciò e ha deciso di combattere contro l'uomo con armi sempre più efficaci. I virus di ieri, quelli che sterminavano solo quelle popolazioni "pure" e selvagge che veniano a contatto con i "civilizzati" forse oggi non esistono più. Oggi anche malattie "storiche" come la malaria sono diventate più difficili da debellare. La Natura si difende, i virus mutano.
L'AIDS resta una emergenza sociale in tante parti del mondo.
Il Primo Mondo lo tiene nascosto, con la polvere, sotto il tappeto. Il Terzo Mondo lo subisce e forse un giorno sarà capace di vincere questa guerra senza l'ausilio delle case farmaceutiche.
Venticinque anni fa la rivista Science pubblicò un articolo di un medico francese e, come suol dirsi in questi casi, da quel giorno il mondo non fu più lo stesso.

venerdì 16 maggio 2008

Pista RIciclabile


Purtroppo, non si sono parole.
Secondo me è lo stesso che si diverte da tempo a non capire che a volte ci vuole poco per entrare a pieno titolo nella categoria degli stronzi e che, soprattutto, lui, in questa speciale categoria, ci è entrato da tempo.
Realmente, fa rabbia sapere che dietro l'angolo (perchè è lo stesso punto della foto di cui al link di sopra) a 50 metri ci sono i cassonetti per il differenziato.
Realmente fa rabbia vedere che, piaccia o non piaccia come si va delineando, la pista ciclabile è un segnale di civiltà in un paese che ha ancora molta strada da fare per il raggiungimento di uno strandard ancorchè minimo di senso civico, e questi gesti sono segnali "negativissimi" e deprimenti.
Certo, fa pensare (e non sono pensieri positvi) che si progetta una pista ciclabile con effetti speciali senza pensare a dove e come posizionare i cassonetti, lasciandoli, sostanzialmente in mezzo alla strada (spero solo momentaneamente, anche se ne dubito), ma questo non giustifica comportamenti così incivili e sfacciati.
Non so se sei lo stronzo del'altra volta, e se non lo sei significa che il virus della stronzaggine dilaga.
Oggi inizia la Festa dell'Ambiente. Una bella iniziativa con veramente un bel programma.
In bocca al lupo a questo sfortunato paese.

giovedì 15 maggio 2008

I cinesi? Permalosi!

L'elegante neoministro Frattini ha pensato che incontrarsi con il Dalai Lama è inopportuno. Mamma mia, che imbarazzo, una persona così imporante e così malvestita, con quelle tuniche arancione ... vestisse almeno italiano con tanto di made in China sull'etichetta ...
Nel frattempo agli atleti che si giocano la carriera in quattro anni di preparazione per pochi secondi in un'Olimpiade, chiediamo di rinunciare, chiediamo "un atto di coraggio", il boicottaggio.
Poi, distrattamente, qualcuno fa presente che se lo facessero anche tutti gli industriali che importano da Pechino finanche le bandiere del Tibet, ci sarebbe da preoccuparsi. Se gli atleti, dai professionisti ai podisti della domenica, non trovassero più, sugli scaffali di Decathlon, le belle tute italiane, francesi, statunitensi, tutte rigorosamente made in China, con cosa si vanno ad allenare?
Perchè nessuno ha chiesto a Valentino Rossi di non gareggiare a Shangai in MotoGP, anzi: tutti (quasi) sono stati lì felici del ritorno alla vittoria del "dottore"?
Sig. Ministro, ci lasci pure indossare le nostre tute italo-franco-cinesi, e lasci che i nostri atlketi gareggino alle Olimpiadi: Ma lei, fra il popolo tibetano ed il governo cinese, si schieri dalla parte del più debole.
...
Dalla Cina, intanto, giungono le notizie e le immagini di una catatrofe immane. E ringraziamo il cielo che l'epicentro è stato sufficientemente profondo e, soprattutto, ragionevolmente lontano dalla diga delle Tre Gole, mentre si teme per i danni che avrebbero subito quella di Zipingpu e dei tanti laghi artificiali esistenti. Uno scenario in cu si sommerebbero, alle vittime del sisma, quelle delle inondazioni qualora questi bacini cedessero.
Uno scenario che, per numero di vittime andrebbe a paragonarsi a quello provocato solo pochi giorni fa a seguito dell'uragano in Birmania.
Già ... la Birmania ... chi se ne ricorda più?
...
La Molablogsfera è attraversata da sussulti di nervosismo. Dichiarazioni e comportamenti del neo Presidente della Camera (prima il commento dei tragici fatti di Verona, bandiere bruciate alla fiera del libro comprese, poi la gestione dell'Aula durante le dichiarazioni di voto dell'on. DiPietro) fanno gridare al fascismo: fascista lui e fascisti (anche un po' neonazisti, che non fa mai male) quelli che la hanno pensata come lui.
Poichè, però, c'è sempre chi sta peggio, consoliamoci.
Perchè un idota così, non lo si trova facilmente (altre info sull'ultima sparata del fenomeno bolivariano, responsabile unico del laboratorio politico del SudAmerica: 1, 2, 3 ecc. ecc.).
So che non è così, ma non posso sottrarmi al sottile piacere di pensare che qualche voto (almeno UNO è sicuro), l'ex segretario di RC lo ha perso andandosene a vezzeggiare il masticatore di coca, senza il coraggio di dire una parola su ciò che compariva in quei giorni dal computer di Raul Reyes. Cosa farà adesso, l'ex segretario di Rifondazione Comunista, ora che ha tanto tempo libero? Un altro viaggetto a Caracas a dirgli che fra la Merkel e Berlusconi (con il beneplacito di Napolitano), in Europa si sta peparando un'altra Notte dei Cristalli?

mercoledì 14 maggio 2008

Telebabelas

Fra i taxisti milanesi "interrogati" a Le Iene da Mr Brown, i vigili urbani romani, i giornalisti del TG Rai che parlano di week-end (letteralmente: fine settimana) del 1 maggio (che è caduto di giovedì), è difficile scegliere la categoria cui dare il premio di miglior conoscenza delle lingue straniere.
Un indimenticabile Giubilo, giornalista sportivo, nel decantare in quel di un Processo di Biscardi le lodi dei porteri italiani, e soprattutto per denigrare le capacità dei colleghi inglesi, azzardò la spiegazione fra il semantico ed il triste destino (per cui Umberto Eco non vuole morire già sapendo che, quel giorno, si rivolterà nella tomba) per il termine di "portiere" in inglese; goal keeper diventa dunque colui che prende i gol. Da, evidentemente: to keep: prendere, e goal: gol. Io pensavo che to keep poteva essere inteso come: mantenere, conservare e goal: obiettivo. Ossia: colui che è a guardia dell'obiettivo, che nel calcio, evidentemente è la rete.
Ma forse sbaglio io; non sono io il giornalista, ossia uno che lavora con la lingua italiana (e non?) e la dovrebbe rispettare almeno con un uso corretto.
Dove invece non penso di sbagliare è nel considerare un errore il titolo del video-articolo di presentazione della versione latina della fortunata serie Desperate housewives, Casalinghe disperate, che sarebbe come: "Donne di casa disperate". La traduzione, però, diventa: "Donne di case disperate". Sono disperate le donne o sono disperate le case?
Il plurale di capostazione è: capistazione o capistazioni?
Trattandosi di un video, provo ad ascoltarne il contenuto. Si parla di versione colombiana (RCN produrrebbe la versione latina di Desperate) ed il richiamo alla famosa telenovela Betty la fea è inevitabile.
Ma c'è qualcosa che non va.
Si parla di una produzione colombiana e ... parlano in portoghese? Viene il sospetto che la produzione sia brasiliana. Vabbè.
Alla fine non si capisce chi ha prodotto la versione sudamericana di Desperate housewives. ma almeno il titolo in coda al trailer rende giustizia alla grammatica: "Donas de casa desesperadas".
Titolo in portoghese e, soprattutto: corretto.
La casa è una. La disperazione, purtroppo, no.

martedì 13 maggio 2008

Radio Paradiso Internacional

Due notizie curiosamente uscite in contemporanea. Entrambe ci fanno capire che, inutile negarlo, siamo così "provvisori" su questa Terra.
Una ti dice, praticamente, che sul prossimo Shuttle si imbarcherà il pronipote di Cristoforo Colombo e qualche gesuita per evangelizzare l'Universo.
L'altra, che c'è una radio che ti mette in diretto contatto col Creatore. E con un po' di (mala) sorte, ti ci manda pure.

domenica 11 maggio 2008

Lo Scudetto in Palio

Cavallo Scosso
Asino scarso
Divisa Nuova Contrada iscritta al prossimo Palio di Siena

venerdì 9 maggio 2008

Il grano, la grana, le grane

Si pensava che, dopo il petrolio, la prossima guerra sarebbe stata per l'acqua.
Oggi si scopre che la risorsa dei biocombustibili si sta tramutando in una tragedia inimmaginabile. Quello che si pensava essere una grande scoperta si sta tramutando in uno spaventoso inganno per chi, povero, rischia di esserlo sempre di più.
Non importa la fame, importa il profitto. L'energia, il carburante ... la terra per produrre sempre meno grano, sempre più combustibile.
Sempre meno grano, sempre più costoso.
Forse un giorno il Terzo Mondo avrà la forza per smetterla di farsi corrompere per petrolio, oro e diamanti; quello sarà il giorno in cui capirà che il loro grano lo dovranno comprare i paesi ricchi. Quel giorno i soldi, le ricchezze, torneranno lì da dove erano state depredate.
E la ruota del mondo continuerà a girare, ma stavolta nel verso contrario.

giovedì 8 maggio 2008

Sanzione sportiva esemplare

Lo sport è sempre più colpito dalla piaga del doping. Ma penso che ci siano situazioni in cui l'uso di sostanze dopanti sia necessario.
Infatti, il pugile thailandese pare abbia dichiarato che l'uso di sostanze proibite gli era necessario per pronunciare il suo nome correttamente e velocemente per non arrivare in rtardo agli incontri.

mercoledì 7 maggio 2008

Niente sesso, siamo intelligenti

Proverbi e modi di dire che ipotizzano connessioni fra caratteri somatici e fisici in generale con carateristiche psichiche ed intellettuali non mancano. Ipotesi più o meno scientifiche sono state azzardate o proposte. Poichè, però, l'unica scienza esatta è la matematica, dobbiamo continuare a convivere tanto con le tesi di Cesare Lombroso (toh! era di Verona ...) quanto con quelle di James Watson, così come con i motti sulle bionde, per antonomasia tonte, o con la amara certezza che, in fondo in fondo, le donne sono tutte pu**ane (salvo la propria mamma).
La geografia determina altre categorie: gli italiani lo fanno meglio. Lo affermava anche Madonna (OH: la cantante!): bionda (forse) ma intelligente (senza dubbio) e mamma (più volte).
...
le donne
...
Un'altra sorprendente notizia giunge dalla Germania. Le donne intelligenti non sanno farlo.
Donna, bionda ed intelligente. Sarà per questo che, in quel di Berlino, sono così confusi e preoccupati?

martedì 6 maggio 2008

Croce Santa

Certo, appena l'86% è una percentuale irrisoria rispetto alle indimenticabili percentuali bulgare ... quelle del 99% minimo.
Ma mi sembra che, nonostante un referendum di questo tipo non sia vincolante, probabilmente un buon capo di stato, se vuole essere realmente tale, dovrebbe percepire certi segnali che vengono dalla popolazione.
Oppure limitarsi a dire di esserlo e mandare l'esercito in piazza.
Un manganello è un manganello. Sia che indossi un fez nero, sia che indossi la chompa.
Chavez, prima ammise la sconfitta, poi sbeffeggiò gli avversari definendo la loro vittoria, una vittoria di merda.
Morales al contrario, prima è intransigente, poi lancia un appello al dialogo.
E' lunga la strada per la democrazia e la libertà.

domenica 4 maggio 2008

Mal'aria

Il titolo dell'articolo di John Carlin (Magazine n.14, supplemento settimanale al Corriere della Sera del 3 aprile 2008), per uno che ha nessuna conoscenza del problema, lascia poco spazio alle considerazioni e porta diritto diritto ad una conclusione, ovvia e senza alternative: bisogna dire grazie, una, dieci, cento, mille volte grazie al filantropo Bill Gates e gentile signora e, con loro, alla ricca Svizzera ed alle sue generose case farmaceutiche.
MALARIA
LA GUERRA MONDIALE DEI RICCHI
AL SUPERKILLER DEI POVERI
I MILIONI DI BILL GATES. UN NUOVO VACCINO
CHE PROMETTE DI LIBERARE GLI AFRICANI DALL'INCUBO.
IL FARMACO PRODOTTO NEI LABORATORI HI-TECH
DELLA SVIZZERA. COSI' SI COMBATTE LA GRANDE SFIDA
Messa così, ci sarebbe poco da studiare. Leggendo l'articolo (vi invito a farlo) anche il più titubante vedrebbe i propri dubbi dissolversi.
Io no. Io mi permetto di dubitare, Contesto l'articolo, dalla prima all'ultima parola. La sua impostazione è un imbroglio. Reputo scandaloso pubblicare un articolo così fatto, fuorviante e non mi capacito di come il Corriere si presti a tali mistificazioni.
Indubbiamente la malaria è un flagello. Molte aree dell'Africa ne soffrono, e viaggiare in alcune zone del SudAmerica è consentito solo se si è vaccinati contro questa malattia.
Ed è qui che dovrebero iniziare le prime perplessità.
La lettura dell'articolo, la sua strutturazione inducono il lettore a pensare che al momento, contro la malaria, non ci sia nulla. A parte, ovviamente, la genuflessione sotto l'icona di zio Bill ed il pellegrinaggio alle sedi delle case farmaceutiche elvetiche.
L'articolo fa richiamo ad Ippocrate, che 2500 anni si ammalava di malaria; e poi ad Alessandro Magno, a Dante, a Carlo V.
Un salto fino ad oggi, fino ai 3000 bambini al giorno che in Africa muoiono di malaria.
Un richiamino alla Novartis che vende a prezzo di costo (...) il Coartem, farmaco sperimentale contro la malaria. "Il migliore oggi esistente".
Insomma, il pellegrinaggio e la genuflessione di cui sopra sembrano inevitabili e dovute.
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Manuel Elkin Patarroyo non è svizzero, e non ha mai avuto a disposizione i dollari deducibili dalle tasse di Bill zio paperone Gates.
Eppure questo signore, alcuni anni fa fece una scoperta importantissima, sintetizzò il primo vaccino sintetico contro la malaria. E non ne vendette il brevetto alle case farmaceutiche svizzere, ma lo mise a disposizione della WHO.
Stavolta commenti non ne faccio. Fateli voi.

venerdì 2 maggio 2008

Che Cozze, signora!

La bellezza dei mercatini rionali, quelli "popolari", quelli con gli ambulanti magari senza licenza, è il folklore insito nei personaggi, negli odori e nelle urla che salgono dai bancarellari che elogiano la loro merce, la freschezza dei loro prodotti. A Mola l'unicità del mercato del pesce non sta solo nella freschezza del prodotto, ma nelle grida dei venditori. Che mai vendono al prezzo del cartellino.
Il campionario è vasto: "Che c'abbiamo stasera!" "La roba viva!" "A quindici le seppie, a qundici" (e poi sussurrandoti nell'orecchio: "a dieci, a dieci"), e così via.
Leggendo su internet un servizio sul paesello, riportato da Nico sul suo blog, sembra che finalmente la frazione di Cozze sia destinata a rinverdire gli antichi splendori: spiagge attrezzate, poste ciclabili, parcheggi, azioni di bonifica del litorale, ecosostenibilità degli interventi, ... insomma: mancano i giardini pensili e davvero qui, finalmente, si volta pagina!
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Di ieri la notizia che in Cina si inaugura con otto mesi di anticipo un ponte di 36km di lunghezza, consegnato con otto mesi di anticipo rispetto alle scadenze previste. Fra le necessità, quella di garantire il collegamento fra due località in meno di due ore, invece delle attuali sei. Un bel vantaggio.
Già immagino i difensori del Ponte sullo Stretto, quella opera faraonica che consentirebbe al viaggiatore che da Berlino vuole raggiungere Palermo di risparmiare circa 15-30 minuti sulla tabella di marcia.
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Il 26 settembre 2006, a seguito di un evento meteorico eccezionale, il ponte ("ogne scarrafone è bbello a mamma suja": in effetti, per le sue dimensioni, tecnicamente, si tratta di un ponticello o, forse, si è ai limiti del tombino) subì danni gravissimi, tali da rendere necessaria la realizzazione di uno nuovo; nel frattempo, passati circa 10-11 mesi, si provvide immediatamente ad una tirantatura provvisoria che necessitò di ben tre giorni di lavoro (a fronte delle tre settimane indicate sul cartello di inizio lavori: altro che i cinesi!!!) ed una attesa per i lavori della nuova opera d'arte ancora da definirsi.
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Andare a Cozze è diventato rischioso. Il centro della carreggiata sprofonda continuamente. Preferisco evitare di andare al Comune a chiedere se quella strada, dopo la posa in opera della fognatura, sia stata mai collaudata. In ogni caso, non è quello lo stato in cui deve stare una strada. Onestamente mi aspetterei la chiusura al traffico per inagibilità. Per pericolosità.
Invece, di tanto in tanto ai dipendenti dell'Ufficio Tecnico in reperibilità, capita, magari in piena notte di dovere andare a presiedere la posa in opera di transenne e coni di segnalazione per avvisare gli automobilisti del pericolo dell'ennesima buca, dell'ennesimo dissesto.
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Allora: filosofie a confronto.
In Cina per ovviare ad una situazione logistica avversa si fa una Grande Opera per unire due punti necessari allo sviluppo del Paese.
In Italia, qualcuno pensa ad una infrastruttura faraonica per unire due punti del Paese in cui mancano le infrastrutture elementari.
A Mola, prima si pianificano le opere di Urban II, poi quelle a Cozze, e poi magari si renderà percorribile sia la strada che il ponticello per unire il paesello alla sua frazione marina: due capolavori della urbanistica moderna.
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giovedì 1 maggio 2008

Vocabolario

Fiera - fièra ['fjera] fièra s.f.
Lemma 1
1 mercato in cui si vendono prodotti vari, che si tiene con scadenza solitamente annuale in una località.
2 grande mostra mercato nazionale o internazionale che si tiene periodicamente in una determinata località e che riguarda tutti o solo alcuni settori produttivi.
Lemma 2
1 animale feroce, belva.
2 fig., persona crudele.