sabato 29 novembre 2008

Project-One

Chi ricorda i telefilm di Hitchcock, quelli in bianco e nero? Erano preceduti da una breve inroduzione del regista che in quache misura sintetizzava ciò che sarebbe stao il succo dell'episodio. Memorabile quella volta in cui al termine della presentazione il maestro concluse dicendo: tutto ciò che ho appena detto non c'entra assolutamente nulla con l'episodio che sta per cominciare.
E quindi? Beh, e quindi, il titolo non c'entra nulla con il post, tipicamente uicchendiano e come tale passibile di aggiornamenti.
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I diritti civili in Cina sono negati anche agli animali.
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Talis pater ... Secondo me nemmeno il CEPU può fare il miracolo.
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Arance e coca
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Non si uccide così una tradizione.
Però ... a saperlo, magari usciva un passaggio.
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Dal Corriere.it, si legge "IL PD - Proprio il Pd attacca però il premier sul «caso Sky». «Il raddoppio dell'Iva per la tv a pagamento inserito a sorpresa nel decreto anti crisi del governo ha tutta l'aria di un blitz contro il principale concorrente privato di Mediaset», afferma Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd."
Ora, Berlusconi fa sempre provvedimenti pro domo sua, e d'accordo. Ma qui si tratta di un provvedimento che non allarga un'agevolazione a Mediaset: Questo è un provvedimento che elimina un ingiusto (o perlomeno incomprensibile) privilegio a SKY. Peraltro in un momento in cui si accusa il governo di fare regali alle imprese.
Sempre sul Corriere, giorni fa, un articolo che evidenziava come il pane quotidiano dei comici che fanno satira politica è solo Berlusconi (un po' il loro editore di riferimento): senza di lui ci sarebbero altri disoccupati e nessuno che ci farebbe ridere.
Ed allora spero che i comici che fanno satira si facciano sentire dai politici del PD; mentre è Berlusconi che governa, si evitino inutili sovrapposizioni di ruoli: per fare ridere ci sono già loro.

giovedì 27 novembre 2008

Scupp!


"... All’esame dei consiglieri anche un ordine del giorno, presentato dal consigliere Farella, capogruppo consiliare socialista, su «i criteri di scelta dei parlamentari alle elezioni europee»."
(Fonte).
Niente di meno ... europee?

PS - Questo Post si autodistruggerà entro 48 ore.

Dove non arriva l'effetto serra ....

Che sia importante sapere e soprattutto faccia bene alla coscienza ambientalista di (quasi) tutti noi che gli Stati Uniti (almeno quelli dell'era Bush) e perchè no? l'Italia (almeno quella di Berlusconi) ostacolino il perseguimento e l'applicazione del protocollo di Kyoto, oramai mi sembra una cosa fin troppo evidente.
Eppure la Terra è da sempre passata attraverso fasi di caldo e di freddo, ha subito quelle che noi, come umani, chiameremmo catastrofi, ma che la Natura probabilmente definirebbe semplicemente "fasi". Poi, se una comunità decide di insediarsi proprio laddove gli effetti meteorologici sono più intensi, ecco che le fasi diventano catastrofi.
Le glaciazioni si sono sempre avute. E non parlo delle grosse glaciazioni; pare proprio che se Napoleone avesse avuto un buon metereologo, avrebbe evitato la campagna di Russia: essere nel bel mezzo di una piccola fase glaciale e non saperlo annulla le possibilità anche del miglior stratega che sia apparso sulla faccia della Terra dai tempi di Annibale.
Una pulsazione (climatica, naturale) è diventata una tragedia (umana).
In buona sostanza, il passato del pianeta è stato densamente (alla scala dei tempi geologici) caratterizzato da eventi che ne hanno stravolto gli equilibri e le modalità evolutive. Con la sostanziale differenza che a parte gli eventi catastrofici (l'impatto di un meteorite, ad esempio), la scala dei tempi geologici prima di tutto non è comparabile con quella umana e (cosa non trascurabile, evidentemente) la presenza dell'Uomo sulla faccia della Terra è veramente un fatto "recente".
Altrettanto indubbio, però, è il fatto che l'ambiente (termine inteso nella sua accezione più ampia) subisce (semplifichiamo e fissiamo una data: dalla Rivoluzione Industriale ad oggi) una antropizzazione spinta che innesca meccanismi pericolosi, anche solo alterando la velocità con cui i processi si dovrebbero esplicare, affinchè il sistema Terra sia in grado di "gestirli" ed assorbirli (fermo restando che, secondo me, continuerà a gestirli ed assorbirli; solo che lo farà alla scala dei tempi geologici e l'Uomo sarà stato solo una "fase", come lo furono i trilobiti, i dinosauri, ecc. ecc.).
Pochi anni fa era di moda temere il buco dell'ozono, di cui però non parla più nessuno (almeno forse fino a che non sarà necessario vendere altri frigoriferi e lavatrici di classe AAAAA); oggi c'è, invece, l'effetto serra, le sue conseguenze sui cambiamenti climatici, l'impatto sugli ecosistemi, ecc.
Ridurre le emissioni diventa, comunque la si veda, fondamentale. Gli sforzi internazionali che vanno in questa direzione hanno un senso. O forse sarebbe più giusto dire: lo avrebbero.
Condizionale d'obbligo, perchè: a cosa serve gridare solo contro alcuni paesi che vogliono ritardare se non ostacolare e contrapporsi decisamente all'applicazione degli accordi del Protocollo di Kyoto se poi esistono nazioni che magari il protocollo di Kyoto lo hanno sottoscritto, nazioni che hanno nei loro territori patrimoni naturali fondamentali per la sopravvivenza stessa del Pianeta, ma che poi ne decidono la Morte?
Sia il Canada che la Argentina hanno firmato e sottoscritto il protocollo di Kyoto, ma poi la stessa moglie dell'ex-Presidente argentino, incidentalmente oggi a capo del governo*, di un governo certamente anti-imperialista (...) pone il veto ad una legge che aveva lo spirito della salvaguardia di uno dei beni sempre più scarsi sulla faccia della Terra: l'acqua, favorendo gli interessi economici di un colosso minerario canadese. Che senso ha tutto ciò?
Che fine faranno i documentari che solo fino a due sabato fa erano stretta attualità, quei documentari sulla natura che ci parlano dell'Argentina, e del Perito Moreno: uno degli ultimi se non l'ultimo ghiacciaio del Pianeta ancora non in arretramento? Sono già preistoria?

* ... deve essere una abitudine di certe democrazie di quelle parti salvaguardare la continuità governativa mettendo uno stretto parente a capo della Nazione. Un po' come gli Atenei italiani.

martedì 25 novembre 2008

L'uomo non è un'isola


La partecipazione di Vladimir Luxuria all'Isola dei Famosi, inevitabilmente, portava con sè mugugni e consensi.
Inutile ricordarli nè riassumerli.
Per quanto mi riguarda, la mia personale stima verso Vladimiro Guadagno - Vladimir Luxuria l'ho espressa già in campagna elettorale, pur guardandomi bene dal votare lo schieramento nel quale militava ed era candidata.
Il fatto di essere un essere umano che ha dovuto vivere lottando contro mezzo mondo (ed anche qualcosa in più) da sempre, uscendone vincitore per le proprie doti intellettuali e morali mi fece pensare che la sua partecipazione ad una trasmissione televisiva fra le più banali (condotta peraltro da uno dei personaggi televisivi a me più antipatici, dopo Fabio Fazio, naturalmente) forse andava considerata al di là di quel senso di narcisismo e protagonismo per cui molti falliti del piccolo schermo lo utilizzano per sentirsi importanti ritenendo che avere tanti occhi addosso sia sinonimo di popolarità e fama.
Pur avendo seguito il programma distrattamente e molto ma molto di straforo, durante le clip pomeridiane e un po' di you tube, mai di lunedì, mi è piaciuto lo spirito con cui Vladimir ha partecipato, senza banalità nè morbosità, senza ipocrisie o finti atteggiamenti scandalistici o "trasgressivi", che fanno audience a basso prezzo, unica arma per i poveri di spirito che poco altro possono mettere sul piatto della personalità.
Chi si aspettava meraviglie è stato abbondantemente deluso. Ha invece vinto la normalità di una persona intelligente, che ha saputo (ri)conquistare tanti compagni diffidenti, portando al giudizio di molti il bagaglio della sua storia, la storia di una donna VINCENTE nella propria sfida ad un mondo che non deve spaventarsi delle streghe del perbenismo.
Le streghe non esistono. Sono naufragate su un'isola dei Caraibi.

lunedì 24 novembre 2008

Sussurri e grida

Pur vecchio di qualche giorno, tuttavia è ancora fresco l'episodio del "pizzino" (a scuola, quando ci passavamo le soluzioni dei compiti, ricordo che parlavamo di bigliettini ...) passato dall'on. la Torre all'on. Bocchino in una trasmissione su La7. In questo caso il protagonista parla di una leggerezza.
Puntatona interessante (quasi) quanto quella di domenica scorsa a report ieri: rifiuti, raccolta differenziata, discariche, inquinamento*, ecc..
Puntatona fra l'altro per quelle che sono le ripercussioni, oggi, sui media.
L'assessore Di Carlo deve ammettere l'ingenuità e si dice «pronto a riconsegnare al presidente Piero Marrazzo la delega sui rifiuti» (anche se il titolo dell'articolo parla di deleghe già rimesse; sono i misteri buffi del giornalismo).
Commentare questi due episodi, francamente desolanti, diventa facile utilizzando le parole dello sconsolato l'assessore regionale: «La situazione non permette che deleghe così importanti siano gestite da un ingenuo».
Effettivamente, la situazione italiana non dovrebbe permettere che la politica resti nelle mani di simili "ingenui".
Ma il fatto se possibile ancor più mortificante è che per capire come funziona la politica non solo non serve più osservare cosa accade in Parlamento o in TV: per capire qualcosa bisogna andare nei "dietro le quinte" e nei "fuori onda".
Nel rivalutare gli spioni, quelli che sbirciano da dietro le ante o dal buco della serratura, prevedo il titolo della prossima trasmissione di Bruno Vespa: (Dietro la) Porta a Porta.

* Sorvolo, evidentemente, su cosa significa avere "dati certi" sull'inquinamento della falda e sul fatto che, nonostante ciò, avere quei dati significa solo essere all'inizio del cammino per dimostrarne la provenienza. Parafrasando, è come a dire che una discarica non è necessariamente "sinonimo" di pericolo (citazione).

domenica 23 novembre 2008

23 novembre 1980

Il Terremoto.
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Mi ricredo. Prometto di partecipare al prossimo corteo contro la riforma Gelmini. Magari per un solo isolato ... chessò ... da Vico Vettor Pisani a Via Parini, ma prometto di partecipare.
Non è possibile che la Repubblica Italiana sia in qualche misura responsabile, colpevole, di formare generazioni di ignoranti, col rischio che magari costoro possano giungere ad occupare posti e ruoli strategici della vita della nazione; e diventare pubblici ministeri, onorevoli, segretari di partito, magari anche ministri della Repubblica.
"faccio un invito: chi sappia, parli ..." (dal TG di TeleNorba del 21.11.2008)
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Non mi stancherò di ripeterlo: per alcuni, non importa il fatto in sè, ma chi lo compie.
Ed allora la sfortuna a volte si materializza nel fatto che certe affermazioni avrebbe dovuto farle lui; lo sai che cuccagna? E' peggio una battuta di basso livello o una frase di evidente e, soprattutto, convinta disciminazione?
Com'è che manifestavano fin negli USA tutti quelli con i cartelli "not in my name?". Ve lo immaginate Rutelli che manifesta contro la sua collega di partito al lato del suo bel cartellino con su scritto: "nott in mai neim"?

sabato 22 novembre 2008

USA e getta

L'attualità delle chiacchierate nello spogliatoio dopo la partita del martedì e quelle del dopo-consiglio comunale del giovedì.
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Insomma, gli Stati Uniti non ne fanno realmente una buona. Sì, va bene, c'è stata la elezione di Obama, con il suo carico di significati simbolici e di speranze post-bushiane. Ma intanto c'è la recessione, i fallimenti dei Lehman bros e co., ovviamente l'imperialismo e quella dannata voglia di continuare ad essere i "gendarmi del mondo" e la prima potenza mondiale, i Number One.
Ma ... eccolo lì che spunta un ma.
L'Africa continua a vivere tragedie inenarrabili, con l'ONU dannatamente inutile, incapace e sopraffatto dalla ferocia di una guerra infinita e crudele alimentata da ... chi dà alimento a queste regioni così povere da non potersi permettere nemmeno il riso eppure così ricche da possedere le riserve per il futuro (giacimenti di diamanti, rame, idrocarburi ...).
Gli imperialisti a stelle e strisce? Sono sempre e solo loro i lazzaroni planetari?
Sono anni oramai che, a fronte di liste del Ministero degli Esteri in cui compaiono paesi come Cina e India fra i Paesi del Terzo e Quarto Mondo, paesi "in via di sviluppo", gli stessi Paesi sono in cima alle classifiche di crescita come potenze economiche, industriali e militari mondiali.
Paesi che stanno investendo, nella discrezione del silenzio della opinione pubblica e mediatica, vagonate infinite di dollari ed euro che entrano in queste poche nuove e moderne casse, e si trasformano in tutto: in vestiti, in tecnologia industriale, in armi.
Tutti pazzi per Obama, tutti pazzi per gli USA.
Il baricentro del mondo si sposta e noi, Italietta in declino, perdiamo il fiuto, la capacità genetica di capire per primi qual è il carro dei vincitori su cui salire.

giovedì 20 novembre 2008

Che mondo sarebbe senza Nutella?

Frugando nella memoria, trovo un episodio della indimenticabile serie televisiva "I Jefferson" nel quale il burbero George non sta nella pelle per avere ricevuto la comunicazione di un premio, quello di miglior piccolo imprenditore. L'episodio si dipana fra i soliti equivoci, fino a giungere al finale, in cui si capisce che George non viene premiato quale miglior piccolo imprenditore dell'anno, bensì quale miglior imprenditore piccolo dell'anno.
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Passeggiando per il paesello, vedo in cima a due foglie di una grossa agave (agave americana var. marginata) poggiate due confezioni, vuote, di Nutella.
Considerato che la punta della foglia è all'altezza di circa un metro e ottanta dal suolo, ma forse anche di più, che alla base la pianta grassa è piuttosto ampia e che le foglie son dotate di numerose, acuminate spine, evidentemente chi ha pensato di giungere fin lassù per mettere le confezioni di Nutella doveva essere ben alto.
Insomma, sfuma il labile confine fra un grande coglione ed un coglione grande.
E considerato che, generalmente, i coglioni vanno sempre in coppia ...


La Nutella, quei piccoli piaceri della vita che non si negano a nessuno ... nemmeno a due emeriti idioti grandi (o grandi idioti) come voi due ...

giovedì 13 novembre 2008

(ri)tornelli

Serata di gloria, quella di martedì, per i tornelli.
A Ballarò si discuteva, fra le altre cose, di P.A. e dei risultati che sembra stiano arrivando in seguito alle misure-Brunetta*.
Anche negli stadi i tornelli sembra che funzionino. Almeno in quelli italiani: in base al servizio de Le Iene appariva evidente che non sempre all'estero le cose funzionano come negli italici confini.
Il sistema adottato in Inghilterra per sconfiggere la violenza negli stadi è stato quello di essere intransigente con chi commetteva atti di teppismo, vandalismo, violenza in genere. Poliziotti, steward "seri", video-vigilanza, biglietti nominali ed altro.
Non è che a me il cosiddetto "modello inglese" piaccia e convinca del tutto. Ma indubbiamente lì i risultati si son visti, almeno all'interno degli stadi.
La cosa interessante, però, è che la federazione inglese, all'interno degli stadi, controlla non solo il pubblico, ma anche i calciatori.
E così il Drogba di turno rischia una pesante sanzione dalla Federazione per avere compiuto un gesto irritante (non riesco a definirlo nè sconsiderato, nè violento, nè provocatorio) verso il pubblico, dopo che dallo stesso ha subito un atto di violenza (posto che essere intransigenti verso un atleta che risponde in modo ... oserei dire "umano" nel momento in cui viene colpito nel pieno del suo sforzo agonistico e del suo impegno psico-fisico mi sembra esagerato; ma comprensibile, visto che spesso chi è posto a guardia di un sistema sportivo sovente non ha mai giocato nemmeno a PONG sul proprio televisore).
Non so quanto sarà pesante la squalifica o la sanzione che si beccherà il calciatore Drogba; si sa che la giusta pena è quella commensurata al reato commesso; chissà, però, quali sono i parametri adottati oltremanica.
A me invece viene in mente un episodio in cui un miserabile pezzente si rese protagonista di un gesto ben più grave. In Italia non conta cosa si fa, ma chi l'ha fatta, quella cosa. Ovviamente il miserabile pezzente in questione ebbe modo di usare la sua ermetica faccia di bronzo ** per inventarsi una miserabile scusa; e venne evidentemente creduto e soprattutto scusato con tanto di sorrisino lecchino e pacca sulla spalla.
Non c'era ancora, all'epoca, la prova TV. Ma la piaggeria, la sudditanza, quella sì, era viva e vegeta. Molto più di ora.
Nessuno intervenne, nessun provvedimento venne adottato. Resta la figura di merda di un personaggio che nella vita ha dimostrato tutto il suo "valore", in campo e fuori.
Inoltre, come suol dirsi, Dio li fa e poi li accoppia ...


* Involontaria e per questo ben riuscita battutaccia.
** leggasi: emerita faccia di caXXo

mercoledì 12 novembre 2008

Sirena "Internazionale"

Titolone del Corriere: "Mourinho, 18 milioni se torni in Inghilterra".
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Onestamente avevo pensato che fosse una offerta di Moratti.

martedì 11 novembre 2008

Non si può dimenticare. Mai!


11.11.1999 - 11.11.2008 - Il tempo non spezzerà le ali del nostro ricordo.

lunedì 10 novembre 2008

San Toro, protettore dei comici

Le involontarie e non riconosciute gaffe di qualche presunto (o sedicente) spiritoso occupano l'attenzione dei media, proprio nel momento in cui la satira trova il suo terreno più fertile con la destra al potere in Italia.
Fare satira con il faccione di Prodi e l'inglese di Rutelli, onestamente: non poteva durare.
Diciamocela tutta: la sconfitta del governo Prodi-bis non è stata colpa nè della sinistra comunista nè di Mastella. La crisi di governo che ha inesorabilmente portato alla vittoria di Berlusconi e co. è stata opera dei vignettisti satirici e di tutti coloro i quali fanno dell'umorismo, dello sberleffo, della satira, talora anche dell'insulto il proprio mestiere. Dare del grassone schifoso a Ferrara è salutare, catartico; nell'altro schieramento, le ossa di Fassino nelle vignette di Giannelli tutt'al più suscitano tenerezza.
Fatte le debite proporzioni, anche al paesello, quando vinse il centro-sinistra, il Carrettone faceva tanta tristezza, con quelle battutine al miele ed all'insegna più del volemose bene che della pungente satira ...
Ma tutto sommato è giusto così; e ci sta tutto che ora che la destra è al potere, emerge più che mai la verve ironica e pungente di Crozza (da La7 a RaiTre); Riondino ha tutto il diritto di rispondere a Bondi che risponde alla RAI, non già al Ministro dei Beni Culturali; Guzzanti (padre e figlia: il ragazzo, quello no, quello è un vero talento) hanno tutto il diritto di dare della pompinara alla Ministro (anche se qui gli autori tendono a sfumare i confini fra satira e verità).
E poi c'è (il geniale) Vauro ... che magari non è unto dal Signore, ma da San Toro si. Lui si può permettere di prenderlo in giro e dargli del coglione! WOW! Figo! Che democratico, San Toro: si fa dare del coglione da Vauro e non si arrabbia! Commovente.
Ed io, stolto, che pensavo che San Toro si arrabbiasse solo quando Mastella gli abbandona lo studio ritenendosi offeso! Che grande manifestazione di sussulto democratico, San Toro, che fra gli applausi di Travaglio (diconsi: Travaglio) schiumava rabbia democratica contro l'arroganza del potere e dei politici che non accettano il sano (?) confronto (??) delle sue trasmissioni.
Sarà pure diventato un guru del quinto potere, San Toro; ma se un oscuro e semi-sconosciuto DJ riesce addirittura a fargli perdere le staffe e fargli minacciar querele ...
Com'era la storia della arroganza del potere?
E sì, non è proprio il momento delle battute. Ma almeno, ieri, Floris se l'è "ripresa" la battutaccia fatta al rappresentante dei notai.
Che brutta aria.

venerdì 7 novembre 2008

Un po' di leggerezza ... (bello era e biondo e di gentile aspetto)

Un (in)atteso timore/terrore sembra pervadere il mondo della satira.
Lo dice Lucia Annunziata; la quale certamente ha "tifato" Obama alle recenti elezioni statunitensi, ma che altrettanto certamente non gradisce il paventato rischioso silenzio ipocrita di chi, dopo anni passati a sollazzarsi fra gobbe andreottiane, "stature" fanfaniane, pisellini ed adipi spadoliniani ecc. ecc., adesso dovrebbe gettare nel cestino la matita nera prima di materializzare le proprie strisce satiriche, abdicando ad una malinteso politically correctness.
A causa di quanto scritto sulla mia carta di identità, ricordo benissimo (e con qualche nostalgia)le serie televisive che passavano in TV negli anni '80. E mentre c'era chi non si perdeva Hazard o A-Team, io non perdevo una puntata dei Jefferson, un divertente mix di ironia interrazziale, fra neri, bianchi, "zebre", inglesi, ebrei, ricchi, arricchiti, poveri, e quant altro la Manhattan del sogno americano che si faceva realtà poteva offrire. Il tutto condito da quell'insieme di luoghi comuni che insistono fra i "diversi" per (colore di) carnagione, etnia, nazione di nascita, scelte di vita; che pure, alla fine di ogni puntata, finivano per coesistere con serenità, usando (come direbbe Mancio) con "leggerezza" l'unica arma che distingue chi un po' di sale in zucca ce l'ha e chi ne avrebbe realmente bisogno: l'ironia.
PS - La notizia è realmente arrivata in ogni dove. Anche in Argentina, terra di italiani che ancora ricordano i fantastici anni '60.

giovedì 6 novembre 2008

Premio IGnobel

Il guaio non è tanto che qualcuno crederà al fatto che le peridotiti possano essere state scoperte qualche giorno fa.
Il vero guaio è che sul Corriere della Sera (e non sul Corriere dei Piccoli) escano notizie presentate in questa maniera.

Sbalzi


martedì 4 novembre 2008

Sarà vero?

Alcuni dicono che la Storia sia come un fiume che scorre; e come l'acqua del fiume nulla e nessuno può farla tornare indietro.
Altri, invece, dicono che la storia si fa per gradini, per scatti che fissano e demarcano un passaggio, netto, chiaro, irreversibile. Una nuova epoca inizia quando la vecchia viene cancellata da una svolta, quando giunge quel "momento" al di là del quale nulla potrà più essere come prima.
Non è sempre facile per chi è protagonista.
In modi diversi, hanno sofferto gli atleti, da Jackie Robinson a Louis Hamilton; altrettante perplessità e tempo per giungere a conquistare la fiducia dei loro cittadini personaggi pubblici quali sindaci o sceriffi; oggi LA svolta epocale, la nomina del primo presidente nero.
Da noi (ognuno ha le svolte epocali che si merita) anni fa qualcosa accadde, quando venne eletta la prima Miss Italia nera.
Oggi il mondo attende solo ciò che chiedevano, anni fa, i Pitura Freska:
...
un Papa nero.
...


O tempora, o Mara

Mio padre mi racconta ogni tanto di alcuni episodi della sua gioventù. E, ricordando la "vivacità" (eufemismo) di un suo coetaneo, rosso di carnagione e capelli, concludeva la storia con un vecchio proverbio: "U meggh ross, sc'ttiggh u'atten jind u' pozz".
Immaginatevi se Mark Twain avesse raccontato di un Tom Sawyer senza lentiggini, con i capelli neri o castani, lisci e pettinati, che dipinge, da solo e rassegnato, lo steccato della zia: penso che nessun ragazzino avrebbe avuto voglia di andare oltre la terza pagina del suo libro di avventure.
Mignottocrazia è un neologismo coniato dall'onorevole (?) Guzzanti a corredo della polemica nata attorno ai presunti favori sessuali del Ministro Carfagna nei riguardi del Premier.
L'on. Guzzanti evidentemente ha motivo di credere che la sua brillante intuizione linguistica (...) si applichi meglio al torbido mondo della politica che non, per esempio, a quello trasparente degli atenei; e che nelle carriere politiche la lingua si usi più che per le carriere universitarie (evidentemente i leccapiedi non rappresentano l'unica categoria di chini, proni e genuflessi).
Certo, anche nel mondo artistico (di cui in famiglia abbondano rappresentanti) c'è chi solleva dubbi su come certe carriere siano brillanti nonostante l'oscurità di certi talenti. Ma tant'è: il pompino per far carriera è come il giornalista raccomandato: tutti sanno che esiste, ma nessuno lo ha mai visto. Un po' come l'Araba fenice. O come la Medusa.
Che poi, mi pare strano che, per affermazioni così forti, l'on (?) Guzzanti, un "esperto" di intercettazioni come l'on (?) Guzzanti, si basi solo sui "sentito dire" e sulla esistenza di generici testimoni "credibili, attendibili e tutt'altro che interessati".
Personalmente, mi viene da pensare che la presenza del Bocchino in politica abbia un po' scombinato ormoni e pensieri dell'on. (?) Guzzanti, che fra Italo e Mara oramai non ci capisce più niente.
Talis filia, talis pater ... è proprio vero: nemmeno i proverbi, sono più quelli di una volta. Una cosa resta, però certa: cambiando l'ordine degli addendi ... la somma dello squallore non cambia.
Tutto questo veleno ... cosa c'è dietro? Non so, ho come l'impressione che all'on. (?) Guzzanti non sia andato giù qualcosa, che si voglia togliere qualche sassolino dalla scarpa ma non sa come farlo. A meno che non abbia in serbo qualche sorpresa, il classico coniglio dal cilindro, insoma: qualche cosa di scorta.
...
Ah, no! Quella gliela hanno tolta.
...
sarà?

domenica 2 novembre 2008

Felipe e contento

Ferrari, Voto 5 - Una caterva di errori compromettono la vittoria di un suo pilota. Jean Todt, dove sei? Nel frattempo, a Maranello hanno adottato le pompe di benzina con gli erogatori a molla.
McLaren, Voto 6 - Rispetto allo scorso anno, hanno imparato la lezione; consci della incapacità di potere gestire due galli nel medesimo pollaio, hanno deciso di puntare solo su un buon pilota quale Hamilton (piuttosto che sull'unico campione attualmente in circolazione nel circus della Formula 1), ed un tassita. Ma soprattutto, invece di avere Vitantonio Laricchia ai box, hanno assunto un meteorologo.
Hamilton, Voto 7 - Sarà capace Massa il prossimo anno di avere la stessa forza psicologica e reagire con la stessa efficacia, dopo avere perduto un campionato del mondo in quella maniera?
Massa, Voto 7 - La sconfitta perfetta. Perdere da vincente all'ultima curva in casa propria è una botta difficile da assorbire. Ma a parte l'Ungheria e Singapore (motore e scuderia), commette ancora troppi errori, che ne spiegano abbondantemente il secondo posto.
Raikkonen, Voto 7 - Anonimo terzo, sullo stesso podio che appena un anno fa lo incoronava, sembrava avere la stessa espressione di uno a cui non gliene frega un caXXo di ciò che accade. Ha speso una parola di conforto per Massa.
Alonso, Voto 9,5 - L'unico pilota per il quale, oggi, si può utilizzare nel circus della Formula 1, la parola "Campione".
Il Podio, Voto 10 - Una immagine che ha dell'esilarante pur nella sua drammaticità (sportiva): il vincitore ha perso; il secondo è triste perchè ha vinto il titolo il suo acerrimo nemico; il terzo è lì che se ne fotte di ciò che succede intorno. In aggiunta il quarto (Vettel) che monta motore Ferrari.
Alfred Hitchcock avrebbe voluto dirigerlo lui, questo finale.