venerdì 30 ottobre 2009

Apollo, figlio di (a)pelle

La notizia, sconvolgente solo per le anime candide visto che gli scienziati ci dicono che da tempo questo tipo di procreazione è stata sperimentata con discreto successo (...) sui topi, è comunque di quelle che fanno pensare.
Esseri umani nati non più da spermatozoi ma da cellule ... non lo so ... mutanti ... raccattate qua e là dal corpo umano, finanche da cellule estratte dalla pelle.
Qualcosa di totalmente controllato dai laboratori diventerà un essere umano a tutti gli effetti; aarriveremo a bypassare quelle 40 settimane che da alcuni anni a questa parte hanno scandito l'inizio di un percorso chiamato: vita.
Oggi si prospetta all'orizzonte la possibilità che tutta quella manfrina fra Adamo ed Eva, e la mela, il serpente e il giardino e compagnia procreante diventi un inutile orpello.
Per non parlare di cicogne e cavoli.
Le fiabe di domani parleranno di frammenti di pelle, di provette, mascherine e lauree in genetica. Ci sarà da rimpiangere la crudeltà di fiabe quali Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, Pollicino. Nella fiaba di Biancaneve e i sette nani il principe azzurro avrà il camice verde e la mascherina da sala operatoria.
Ora, a parte le battute, gli scenari che si aprono e si fanno sempre più reali, sono francamente spaventosi. Cosa servirà produrre in laboratorio tanti esseri umani senza nè padre nè madre?
Per fare dei nuovi nati concessionarie dove estrarre organi di ricambio per i malati?
Per creare eserciti?
Per produrre milioni di elettori da mandare ai seggi alle primarie del PD?
In cosa converrà, domani, investire? In tecnologia nucleare o in laboratori di procreazione di nuovi esseri genecomandati?
Non bastava l'uomo-mamma, che per me, al momento, resta il più ignobile dileggio all'umanità pensato dalla scienza.
Ma ci rendiamo conto? Nemmeno più ci si potrà insultare: "A Putt'n d mam't!" "ZA'! Frecato! Non ce l'ho!"
Ora si apre un nuovo scenario per il destino dell'umanità. Un destino che, però, per quanto apra ipotetici orizzonti infinitamente lunghi per il perpetrarsi del genere umano, secondo me lo porterà ad una fine tremendamente rapida.
Si salveranno, forse, quelli che staranno ancora lì, a discutere dell'ennesima deroga alla attuazione del Protocollo di Kyoto per salvare il mondo prima che sia troppo tardi, o Gabriele Laporta, solo e dimenticato da tutti mentre si recensisce un libro nelle notti di RaiDue.
Qualcuno, forse, si salverà. E capirà che, nella vita, una trombata come si deve ...

domenica 25 ottobre 2009

BAD

Quando venne pubblicata la prima stesura del PAI, sul sito della Autorità di Bacino vennero messe on-line le perimetrazioni relative a tutti i comuni della Puglia, fra i quali il paesello (che pure appartenendo, per certe cose, alla Repubblica delle Banane, resta amministrativamente territorio pugliese).
La cosa che apparve agli occhi di tutti fu che la perimetrazione era oggettivamente "eccessiva".
Come non accadde per il PUTT, lasciato languire per anni e anni senza provedere ai Primi Adempimenti, nel caso del PAI la amministrazione si mosse con solerzia per rimuovere quelle vincolistiche che, se non riviste e rivisitate (meglio: eliminate), avrebbero creato difficoltà allo svolgimento di determinate attività, diciamo così, economiche e produttive.
Niente di male, anzi! Ottima cosa. Lo strumento flessibile del PAI, soggetto a continuo aggiornamento rappresenta una opportunità di avere, appunto, uno strumento non a rischio invecchiamento. Cosa fondamentale avendo a che fare con una entità "dinamica" quale è il territorio.
Però ... cosa sarebbe la vita senza un però (Nutella a parte).
La cosa che spiacque fu che, all'indomani della riperimetrazone, venne affisso un manifesto che parlava di un non ben precisato "successo".
Ci fu chi (...) ebbe modo di chiedersi di quale successo si parlava. La riperimetrazione aveva lasciato a rischio idrogeologico ad elevata pericolosità idraulica (vado a memoria) solo alcuni brandelli di due tronchi di lame che attraversano l'abitato (sto ancora capendo come fa un corso d'acque ad essere a rischio "a singhiozzo": a cielo aperto si, sotto i palazzi no), facendo piazza pulita di tutto il resto.
Insomma, il paesello tornò l'isola felice che tutti conosciamo (ed ancora non prendeva forma uno dei lungomari più belli d'Italia), senza rischi di alluvionamenti, inondazioni,, ponti che potrebbero crollare (!) in caso di pioggia, auto che potrebbero restare travolte in alcuni punti critici dell'abitato, e quant'altro.
...
Successo di che? Successo di CHI?
L'ennesima pioggia poche ore fa ha causato disagi eccezionali, e ancora una volta la dea bendata ha fatto si che nell'ennesima auto sommersa dall'acqua ci restasse dentro nessuno.
Quel manifesto, quel "successo" per la cittadinaza, di cui si legge (se ne trova ancora copia da qualche parte, affissa all'interno del Municipio) torna dannatamente di attualità, ogni qualvolta ci si ritrova su forum e social network vari a commentare i nuovi allagamenti, a discutere dell'ennesimo disastro.
Non voglio entrare nel merito sul fatto che son due legislature che la gestione della urbanistica è nelle mani dello stesso assessore, che da tre i lavori pubblici sono nelle mani dello stesso assessore di cui sopra, e da poco, visti i risultati ottenuti, l'affetto della gente contenta dell'operato lo ha indotto a ricandidarsi.
Non lo faccio perchè, dico davvero: non voglio entrare nel merito perchè le campagne elettorali son brutte, e l'aspetto personale rischia di restare invischiato nelle diatribe politiche, ed io voglio limitarmi a dire che questa ricandidatura al quarto incarico consecutivo per me è inquietante.
E di amministrazione, maggioranza, opposizione, assessori, consiglieri, candidati, ecc. non ne voglio parlare fino ad aprile.
Ma vedere che (non bastavano i punti "noti e canonici" che si allagavano fino a ieri in concomitanza di acquazzoni), in prossimità di Cala Loreto, in adiacenza dello sbocco a mare della lama San Giuseppe, si è formato un lago dovuto al fatto che le acque ristagnavano senza potere superare una qualche barriera che evidentemente faceva contropendenza (non mi viene in mente altra spiegazione), faceva davvero sensazione; per non parlare dei tanti altri punti "nuovi" del paese che si aggiungono alle aree a rischio allagamento dopo le piogge (scansatevi ad esempio Via Aldo Moro angolo Corso Italia, ma è solo un esempio), mi fa pensare che le condizioni generali del paese rispetto a questo aspetto sono in grave peggioramento.
E giuro che stendo un velo pietoso sui pluviali di Via P.D Pesce lungo la pista ciclabile, rilevati di alcuni centimetri rispetto al piano stradale, che l'acqua li scansa ma non vi entra ...
Intanto, a Nord del paese è stata approvata di recente l'ultima lottizzazione che soddisferà più di una necessità, diciamo così, economico-produttiva di qualcuno.
Quasi due anni son passati da quando la Barbanente e Vendola, nell'ambito di un convegno altrimenti molto istruttivo ed interessante, intervennero per dire che a Mola non si costruisce più nelle lame. Che ciò non sia vero è un fatto (in realtà ce ne sarebbero un paio di fatti sotto gli occhi di tutti), ed intanto la cementificazione aumenta, la impermeabilizzazione e la conseguente perdita di suolo con essa e, quando piove, l'acqua si ferma ad un metro dal mare. Che se non fosse che ci pensò qualcuno mentre fuggiva dall'Egitto, si sarebbe potuto gridare all'originalità di un miracolo.
Non sono gli alberi piantati in aiuole abbandonate che migliorano l'ambiente. Magari migliorano l'arredo urbano, così come hanno fatto per alcune ore le viola pansè in piazza (successone!); così come è arredo urbano piantumare palme e tamerici (sono tamerici?) fianco a fianco in un gioco estetico di cui ognuno spero abbia diritto ad esprimere un parere.
Ma l'ambiente è altro.

sabato 24 ottobre 2009

venerdì 16 ottobre 2009

Suca!

Pensavo che Palermo fosse un giocatore della nazionale argentina. Invece deve essere che la sicilianità deve avere contagiato Maradona.
Invece, in Italia, si preferisce il pertugio b-anale.
Fa parte della storia di questo Paese di santi, poeti, navigatori e cantanti restare affascinati dal bisogno di mandare l'odiato nemico a ... quel paese.
Senza sapere che l'odiato nemico, a quel paese ci andrà lo stesso. Anche se quel paese è lontano, lontanissimo, l'odiato nemico ci andrà lo stesso. Nel frattempo, invece, e nonostante gufi e tiratori di piedi, c'è chi ci resterà, a quel paese, che è vicino, vicinissmo.

mercoledì 14 ottobre 2009

Ufficio premi inesitati

Un tempo era semplicemente: l'ufficio oggetti smarriti. Oggi in luoghi tipo gli aereoporti questo viene chiamato ufficio inesitati. Ossia dove giacciono i bagagli e comunque gli oggetti che andavano consegnati al viaggiatore, ma che, per qualche motivo non sono stati consegnati al legittimo possessore o destinatario.
...
Con questa fanno quattro: Spagna, Italia, Brasile e Stati Uniti.
Può dirsi, dunque, a buona ragione non inaspettato l'ennesimo: "No, per il momento niente da fare".
Probabilmente il vs blogger preferito ha dei limiti realmente seri per non riuscire a capire, nonostante l'impegno che ci mette) perchè sia questo dove vive IL paese non civile, non democratico e senza libertà per eccellenza.

venerdì 9 ottobre 2009

Plemio Nobel

Sono passati vent'anni da quel 1989, anno in cui venne assegnato il premio Nobel per la Pace al Dalai Lama.
E sono passate ventiquattr'ore da quando il premiando Nobel per la Pace 2009 non riceveva il Dalai Lama, in vista della visita in Cina prevista per un novembre troppo vicino per rischiare di creare "tensioni diplomatiche".
Bravo, bel coraggio!
Premio Coniglio, altro che Premio Nobel.
Pensare che solo poche ore prima si parlava di loro, come favoriti ...

grammaticopoli

La triste escalation dei maltrattamenti alla lingua italiana continua.
Tutto iniziò con tangentopoli. Da quel momento in poi, nulla più è stato uguale.
Non parlo delle tangenti. parlo del -poli. Che iniziò ad imperversare.
Ricordo, fra le poche cose che la memoria oramai mi consente, che il vs blogger preferito ha più volte ricordato con amarezza l'imperversare di "neologismi" quali: calciopoli, moggiopoli, velinopoli (meglio: pompinopoli), e tanti tanti altri in giro per i media.
Tempo fa, fra le critiche negative cui il vs blogger preferito (sempre lui!) fu fatto oggetto*, ci fu quella relativa al fatto che egli manifestava la soddisfazione per essere stati (come Italia) superati da potenze del calcio, leader nella logistica e potentati economici da nazioni come Ungheria e Ucraina (diconsi: Ungheria e Ucraina!) per l'organizzazione degli Europei 2012, dopo che già due corazzate dalla tradizione calcistica brillante e ipergallonata come Svizzera e Austria (ed anche qui sottolineo: Svizzera e Austria) si erano aggiudicate gli europei del 2008.
La mia soddisfazione sostanzialmente derivava dal fatto che, secondo me, erano troppo evidenti i tentativi dei presidenti e dirigenti delle squadre di club di salire sul carro dei finanziamenti pubblici per rifarsi stadi e strade in puro stile Italia 90 e questa bocciatura mi sembrava figia della sfiducia nel sistema Italia.
In questi giorni spunta dalle acque iridate delle piscine romane l'inevitabile scandaletto di periferia (sportiva).
In Italia siamo inguaribili. Bisogna fare in modo di reagire a questo andazzo, dire basta una volta per tutte ad un sistema di intrecci e di giochi di potere che consentono ai soliti noti di restare in sella ben aggrappati non solo alle poltrone di Montecitorio ma anche alle poltroncine della politica periferica fino agli strapuntini delle federazioni sportive.
Dopo la piacevole notizia di Rio 2016, se le cose non cambiano, farò il tifo finanche per Port au Prince 2020 pur di sapere sottratte alle grinfie delle gazze italiche le opportunità economiche di una eventuale Roma-Venezia 2020, di cui già si vocifera.
Basta non se ne può più!
Perchè va bene le tangenti, ma "piscinopoli" supera ogni limite di sopportazione ...

* pur senza convocazioni telefoniche ai piani medio-bassi ...

mercoledì 7 ottobre 2009

I porci, le ali, i vaccini ... farmacia! farmacia!

Niente a che vedere con il libro che ha accompagnato tanti di quella generazione a cui era stato risparmiato il '68 ma non, purtroppo, il '77.
Con la aviaria (le ali) il marketing aveva consentito una vendita di tanti ma tanti di quei vaccini che i depositi, in Italia, scoppiavano. Anche i profitti di alcune case farmaceutiche.
Poi di tutti questi vaccini non se ne fece e seppe più nulla. Ma è un dettaglio. Spariscono gli allarmi sui rischi frana in zone di Italia che puntualmente franano* cosa saranno milioni di euro spesi e volatili-zzatisi in un inutile vaccino anti-pennuto?
Oggi invece del becco di un alato, spunta il muso del suino (i porci). Forse sono divenuto eccessivamente scettico e queste strane pandemie dai costi elevati mi lasciano perplesso. per non dire quanto perplesso mi lasciano gli sforzi umanitari di talune case farmaceutiche che investono fior di quattrini per un busineess remunerativo in tempi brevi, che garantisce risultati efficaci (tanti soldi / pochi morti è un rapporto molto scenografico perchè sbilanciato sul numeratore) mentre invece per banali malattie che causano quantità inconcepibili di morti che con pochi soldini si eviterebbero, le medesime case farmaceutiche appaiono distratte.
Evidentemente, allora, il vero business è fare ammalare i ricchi, perchè i poveri, ma che schifo, non solo si ammalano, ma poi nemmeno hanno quei quattro soldi sufficiente per curarsi una diarrea o difendersi dalle zanzare.
Vabbè, per fortuna che in Italia abbiamo dei poteri forti contro i quali potere sfogare le nostre angosce e la nostra rabbia di cittadini onesti, se no lo sai che palle?
Certo che se quel tal cavaliere si comprasse una bella casa farmaceutica ...

* un semi-ciarlatano che annuncia terremoti stava quasi per diventare santo, in quel di L'Aquila. Di ciò che accadeva a Messina, con reali allarmi inascoltati, questi sì: basati su fatti concreti si parla poco. Ho l'impressione che più d'uno si sia distratto, appostato presso i portoni della Consulta in attesa di un verdetto.

martedì 6 ottobre 2009

Modelli (di vita)

Ci sono Paesi che hanno, nella loro storia, una Mercedes; altri che rischiano di avere una Escort.
In memoria di Mercedes Sosa.

lunedì 5 ottobre 2009

L'abusivismo non esiste

Ci sono tre cose in Italia che non esistono:
- le raccomandazioni
- la mafia
- l'abusivo
Sulle raccomandazioni, è evidente. Facciamo mente locale alle dichiarazioni, le interviste ... chessò? di un giornalista RAI. Se gli si chiede: in Rai esistono le raccomandazioni, tutti dicono che si, ovvio. E se gli si chiede: "tu sei mai stato raccomandato?", la risposta potrebbe variare fra un no farcito di sorrisi, risentimento, un no secco un no con tante "o", un no accompagnato da" ho fatto la gavetta", "ho fatto il concorso" ecc. Insomma, tutti sono raccomandati tranne l'intervistato. Pirandelliano.
La mafia, beh, quella per definizione non esiste.
Infine l'abusivo. Chi lo è? Nessuno. Se no non si giustificherebbero gli sdegni di chi protesta quando un qualsiasi governo emana un condono.
Certo, ci si potrebbe chiedere come mai gli uffici tecnici si imbottiscono di pratiche di condono ... magari deve essere uno che vive all'estero e che sotto falsi nomi si condona migliaia e migliaia di opere realizzate in assenza o non conformità con le norme vigenti.
Deve essere stato in qualche vita passata prima della reincarnazione nel vs blogger preferito che ho visto presunti ambientalisti che si sanano chi il pozzo, chi la casa in campagna, chi l'ampliamento chi la volumetria in più, chi la sopraelevazione, chi questo e chi quest altro.
L'importante è dare addosso a chi lo legifera il condono. E si gira la testa dall'altra parte sul fatto che forse, prima ancora che lo Stato ad essere criminale a condonare i crimini, criminale è chi ha abusato in passato ed avere commesso dunque il crimine che ora chiede condonare (magari di nascosto: hai visto mai che uno lo incontra e gli domanda: "ma non eri tu l'altra domenica al corteo contro il governo che portava lo striscione "Basta condoni"?").
L'importante è avere il Punta Perotti della situazione. L'ecomostro. Quel manufatto che "toglie la vista dell'orizzonte". La saracinesca. Ma le nostre casupole, le "torri" di 25mq in campagna, realizzate tutte con uno strano patio e delle assurde (...) colonne che fanno intravvedere 80mq, con un vano interrato di 150mq (che i vani interrati non fanno volumetria) mica la vogliamo paragonare a quell'ecomostro realizzato da Matarrese e DicagnoAbbrescia, eh?
Certo, capita che ce ne sono altri 1190 eco-mostriciattoli che punteggiano il nostro territorio microabusato. Cosa vuoi che sia un frungolo? Beh: chiediglielo ad un sedicenne che ne ha 1191 di frungoli sul suo faccino appena imberbe ...
Che fa? Per fortuna abbiamo lo Stato che fa le leggi immonde per deodorare le immondizie che i cittadini gettano in ogni dove nel territorio. Tanto, che vuoi che sia? è solo una busta. Pensassero a quelli che fanno le vere porcate ...
E per fortuna che esistono gli ecomostri. Una passeggiata a bari una domenica mattina depurerà le nostre coscienze. E se poi fila tutto liscio ed è una bella giornata, magari ce ne andiamo in campagna da me. Scusate se la casa ancora non è completa, ma sto aspettando che mi danno la agibilità per potere poi chiudere la veranda ...

venerdì 2 ottobre 2009

Fiona D'Addario

Ho praticamente imparato a memoria Shrek I e Shrek II.
In effetti, come tutti le grandi produzioni cinematografiche di quel genere che, semplificando all'eccesso, mettiamo nella categoria: cartoni animati, questi film si dicono per bambini, ma sono in effetti per gli adulti.
La quantità di citazioni, evidenti o più o meno malcelate, di film, fiabe, cartoni e tanto altro ancora, è incredibile.
Altro che per bambini, dunque. Sono per gli adulti! ed è la ragione per cui spesso queste pellicole fanno la fine del classico trenino che lo zio regalava a Natale ai nipotini: in men che non si dica se ne impossessavano i grandi che, nel peggiore ma più frequente dei casi, finivano col rimproverare i piccini, rei di volere solo "giocare", mentre gli adulti iniziavano a fare chi i capostazione, chi l'ingegnere progettista del percorso ferrato, chi l'addetto alle sbarre, eccetera.
Ho praticamente imparato a memoria Shrek I e Shrek II, dicevo. L'unica cosa è che li ho imparati in lingua spagnola, essendo arrivati i DVD direttamente dallo zio oltreoceano.
Ieri sera, in prima serata su una rete Mediaset, trasmettevano il primo dei tre Shrek. E, vista la programmazione alternativa (fra San Toro e Don Matteo ...) ho ceduto alla curiosità di sentire come era Shrek in italiano, con i doppiatori più bravi al mondo.
Delusione.
La versione in castellano è stata decisamente superiore, a partire dalla voce di Shrek che in italiano è realmente improbabile, peggio ancora del doppiatore di Kurt Russell nei panni di Iena Plinsky in 1997 Fuga da new York, ed è quanto dire.
E così, perso in questa delusione, non ho assistito (e ne sono realmente affranto) alla puntata di Santoro in cui l'ospite più attesa era (ora le chiamano escort) il puttanone* barese capofila di una schiera di mignottoni* murgiani non presenti in studio.
Non mi resta che scorrere, al fine di colmare questa lacuna della mia vita, le pagine dei giornali o i video che certamente si accavalleranno su you tube, per sapere se attraverso le domande del conduttore, è stato chiarito cosa è accaduto fra il premier e le signorine allegre, se fra le protesi pugliesi c'erano anche protesi penali, o di penale c'è solo la ipotizzata corruzione dei politici pugliesi (dimissionati a Bari e/o conservatisi in Parlamento) colti in fallo nell'affaire Tarantini e, soprattutto, capire se è stato sciolto il vero dubbio di tutta questa vicenda: 'sto cazzo di microfono, la D'Addario, dove lo teneva nascosto?

* l'accrescitivo è ovviamente riferito alla solvibilità dei clienti.

giovedì 1 ottobre 2009

Se il buongiorno si vede dall'Uno Mattina

Insomma, questa era troppo facile da segnalare.
Faccio lo stesso una breve citazione dell quotidiano post di DAW per ricordare e dimostrare, semmai ce ne sia bisogno, quanto la politica italiana è oramai un mostro che cammina su due piedi: un giorno si lecca il piede destro, un giorno quello sinistro.
Poi, magari, qualcuno chiede che venga ossequiata anche la terza appendice, ma quello fa parte delle debolezze umane.