sabato 30 gennaio 2010

Dio li fa EPOi li accoppia

Dicono: il calcio. E però quando passa il Giro ... i ciclisti, il fascino che sa esercitare quella carovana di atleti con il suo contorno di biciclette, motociclisti, automobili e giornalisti, tecnici, e le belle ragazze a fare da splendida cornice ad un mare di folla che si accontenta di ore di attesa sul ciglio della strada per assaporare pochi secondi, attimi, in cui sfrecciano i loro beniamini su due ruote.
Le epopee dei grandi sono in bianco e nero o immortalate in canzoni splendide.
Pochi sono i nomi recenti che ci dicono qualcosa di paragonabile.
Tanto di cappello a Moser e Saronni ma la TV a colori ci parla di Pantani, l'ultimo eroe che ha fatto saltare sulla sedia milioni di italiani così come lui si alzava sui pedali .
La macchia del doping, la trsistezza della sua morte non scalfiscono l'immagine di chi, comunque, portava sulle strade, sulle montagne, su quelle curve il senso vero della fatica, il senso del ciclismo. Un'immagine che riesce a non essere offuscata anzi: essa stessa offusca la presenza di tanti loschi figuri che, dietro le quinte degli interessi economici, imbrogliano con siringhe e tanta "farmacia" come direbbe Zeman.
Ma le lezioni, anche le più dure e tristi, non sembrano servire a fare cambiare rotta al declino degli interessi in campo sportivo in generale e ciclistico in particolare.
A volere essere buoni, potremmo dire che stavolta il doping ha assunto un carattere di tipo familiare. Ma ancora una volta, non è una buona notizia.

martedì 26 gennaio 2010

Nulla da perdere

In politica, in Italia, non si perde mai.
Puoi prendere la mazzata più dolorosa, la batosta più mortificante, ricevere la sconfitta più umiliante, in Italia non perdi mai.
In genere è la aritmetica che ti sorregge sempre, ma non solo.
In Italia non si perde mai.
Puoi anche essere mortificato alle primarie in una regione-laboratorio del Sud Italia. Laddove un governatore senza partito (praticamente il "suo" partito ancora deve misurarsi in competizioni elettorali) si permette il lusso di umiliare il carrozzone (stavo per dire "transatlantico", ma poi mi è venuto in mente il Titanic, e non è bello, anche se la fine è stata quella) del PD, facendo onore per la seconda volta consecutiva al cognome del suo avversario.
Soprattutto mortificando i vertici del partito, D'Alema in testa.
Il quale non la ha presa affatto bene, va detto. Ha schiumato rabbia e dichiarazioni di fuoco.
ma in politica non c'è tempo per le amarezze, le nostalgie e la rassegnazione. Bisogna tornare a cavalcare la tigre della politica. E chi meglio di un trombato per occupare un posto di rilievo?
Che già quei cattivoni in Europa non si erano lasciati impietosire dal pedigree dell'ex (come direbbe il Cavaliere) PCI-PDS-DS ... povero D'Alema ... rischiava la depressione. Hai visto mai che veramente arrivava il momento che qualche giovane adocchiava finalmente una sedia vuota e la occupava?
No, no. Meglio correre ai ripari. Quel ruolo scoperto da quell'altro trombato fa proprio al caso.
Ed ancora una volta, la perpetuazione del potere, dei poteri (quelli "forti", possibilmente), in Italia, è garantita.
E' inutile, si possono inventare anche l'idea di introdurre le primarie: in Italia, non si perde mai!

giovedì 21 gennaio 2010

Caro prof

A volte è meglio sapere di non essere bravi a trovare le parole per descrivere l'amarezza che si prova nell'apprendere certe notizie. La consapevolezza di sapere che, per quanto uno si sforzi, non si riuscirà mai a trovare il modo di esprimere la tristezza che ti ha aggredito nel sapere che un amico non c'è più.
Ricordare tutti i momenti in cui le sono venuto a chiedere un consiglio, prima da studente, poi da "collega", e ricordare la disponibilità immutata, anzi crescente con la quale mi ha trattato, sempre, anche nei contesti più formali, offrendomi più di quello che avrei sperato ricevere; e poi, la stima e l'affetto che mi dimostrava e sulla quale ho sempre saputo di poter contare, non si cancelleranno così facilmente.
Non ho mai voluto abbandonare quel Lei, così formale, che pure tante volte ha cercato di togliermi. Non lo farò nemmeno ora.
Caro Professore, grazie di tutto.

martedì 19 gennaio 2010

Dici che funziona?

Da Napoli in poi, ogni qualvolta arriva un avviso di garanzia o una qualche notizia di reato, di indagini in corso ad un politico, si parla di giustizia ad orologeria.
Delegittimazione.
In genere, questa accusa è partita dall'area di centro-destra, in primis dal suo capo, convinto assertore del fatto che le toghe vestano un preciso colore e perseguano un unico, preciso obiettivo politico.
Vero o no (in Italia si vota sempre, quindi risulta anche difficile capire se sia effettivamente studiata la tempistica di queste azioni giudiziarie o se invece sia inevitabile coincidere con una scadenza elettorale), dall'altra parte della barricata questa accusa (di regolare le lancette della sveglia giudiziaria sull'ora delle elezioni) è sempre stata ritenuta una accusa infamante ed una miserabile scusa.
Oggi, alla vigilia delle sofferte primarie per la scelta del candidato sfidante del centro-sinistra in Puglia, arriva una notizia a sorpresa (a "orologeria"?).
Qualcuno comincia a sospettare che, forse, qualcuno la sveglia la regoli veramente per farla suonare al momento giusto ...

Aggiornamento
Ad ascoltare il governatore, sembra che sia lecito il beneficio del dubbio.

lunedì 18 gennaio 2010

Il re delle barzellette

A parte la barzelletta del fantasma formaggino, sfido chiunque a dire che, da bambini, non ha mai raccontato una barzelletta in cui l'inizio vedeva: "un francese, un inglese e un italiano ...".
I temi erano i più disparati, ma quei tre stavano dappertutto.
L'altro personaggio tipico delle barzellette era il pazzo. In genere costui si impersonificava in oggetti, animali e personaggi più o meno importanti ma il classico è nel ruolo di Napoleone.
Oggi si punta molto più in alto.

Geometria bolivariana

Un concetto base della geometria è quello per cui due rette parallele non si intersecano mai.
Apparve, dunque, paradossale ed assurse a simbolo del politichese la definizione che venne data tanti anni fa (chissà se in una tribuna politica di jader jacobelli o chissà dove altro) di "divergenze parallele".
Approfondendo bene la cosa, scopro che due rette parallele mantengono sempre la medesima distanza solo nella geometria euclidea. In quella iperbolica due rette parallele possono anche divergere.
Perchè dunque stupirsi della affermazione (iperbolica?) del presidente Chavez che ha parlato di svalutazione rivalutativa (Es una devaluación revaluadora)?

sabato 9 gennaio 2010

Cartellonia

Verba volant, scripta manent.
L'ennesimo cartellone che ha tappezzato i muri del paesello aveva i crismi dell'audacia e della autorevole intransigenza.
La discarica Martucci chiuderà il 31 dicembre. 2009.
A chi non voleva credere ai propri occhi, doveva farlo alle proprie orecchie. Veniva in soccorso ai soliti pessimisti autolesionisti, il microfono domenicale in Piazza XX settembre che ossessivamente ringraziava e cercava di fare ringraziare il sindaco, la giunta comunale e il governatore per l'impegno preso.
E così, mentre i petardi e i tappi di sughero accompagnavano la fine del vecchio anno e con esso, decenni di discarica e polemiche, mi immaginavo già l'ultimo sacchetto della spazzatura molese, discaricato il 31 dicembre fra flash e taccuini ad immortalare l'evento.
Perchè le promesse sono come i debiti di gioco: sono sacri e vanno rispettati.
Beh, al tavolo da gioco sembra che qualcuno abbia barato.
Assente, non ho seguito il bollettino dell'assessore sugli eventi più importanti legati all'ambiente e l'agricoltura locale e non.
L'ho fatto oggi ma, nè fra gli articoli di gennaio nè fra quelli di dicembre, ho trovato traccia della retromarcia sulla chiusura definitiva ed improrogabile della discarica in contrada Martucci.
Cosa ci resta?
La "nessuna protesta esclusa" del Sindaco? No, visto che si è già dimissionato, ma per motivi personali, non già per l'ennesima presa per i fondelli ai danni della comunità molese da parte di Vendola.
Le dimissioni-bis dell'assessore? Tanto meno. Non ne dubitavo. La mancata sottoscrizione del "verbale della conferenza di servizi" mi sembra un po' pochino per chi parlava di No-CDR e di Martucci Viva. Poco male. Ho come l'impressione (magari mi sbaglio) che sarà l'elettorato che gli firmerà la lettera di dimissioni, questa volta.