lunedì 28 aprile 2008

Col seno di poi

In Italia, o quanto meno qui al Sud, in Puglia, la prima, forse in assoluto, telenovela trasmessa in televisione fu: Dancing days, produzione brasiliana che andava in onda su Antenna Sud.
Da allora questo genere televisivo si è diffuso in Italia sulla scia di quanto accadeva in Sud America.
Arrivarono dunque: "Anche i ricchi piangono", "Cuore selvaggio" e tante tante altre telenovelas in principio soprattutto brasiliane, poi argentine e subordinatamente messicane e venezuelane.
A prima vista "sono tutte uguali". Ampiamente diffuso il sentimento con cui venne (e lo è tuttora) accolto questo genere. Supponenza, superficialità, sberleffi vari achi ammette di esserne teleutente più o meno aficionado.
Ci sarà però una ragione perchè queste produzioni in America Latina incontrano il favore di fasce di popolazione che qui in Italia nemmeno ci sogniamo (o che non sappiamo quantificare).
Se ciò non mi stupisce affatto, evidentemente per puri motivi geografici, sinceramente stupisce ancor meno la sufficienza con cui vengono giudicate dai sapientoni di casa nostra le interpretazioni delle Veronica 'Tettonica' Castro, Grecia Colmenares, ecc.
Certo, passano nel 2008 in Italia telenovelas girate in Argentina 25 anni fa, ma si ridacchia delle pettinature e dei vestiti come si guarda con commiserazione pelosa gli emigranti dell'Est che oggi vestono ciò che riescono a trovare nei cassonetti dove i lamentosi italiani ricchi gettano ciò che non serve più.
Poi, a Buona Domenica ti fanno vedere "come eravamo" e tutti a sorridere generosi e imbarazzati allegramente al ricordo di quelle strane acconciature ...
Per la commiserazione, invece, è sufficiente vedere "gli albanesi" per strada. O le telenovelas a TeleNorba.
Telenovelas che non sono tutte uguali. Fu divertente e stimolante vedere le telenovelas in loco, riconoscere dall'accento degli attori quelle argentine da quelle venezuelane, quelle colombiane da quelle peruviane o messicane (anche se queste si riconoscono perchè piangono tutti); e con un po' di allenamento si riesce ad ubicarle anche dai caratteri somatici dei protagonisti.
Uno ride e fa: "si la la storia è quella: il figlio della famiglia ricca si innamora della ragazza povera, e sia la famiglia di lui che quella di lei contrastano la relazione per opposti motivi di diversità (ed "inopportunità") sociale, mentre la cattiva di turno che mira al "buon partito" fa di tutto per eliminare la povera ma bella e tanto tanto buona.
A volte (variante tipicamente messicana) c'è un prete che in gioventù ha trombato come un riccio ed ora si ritrova con la figlia segreta che ovviamente non sa nulla; non sono infrequenti infauamenti impossibili fra padre (in tutti i sensi) e figlia ignara.
Ma non è sempre così. Sovente le telenovelas, dicono molto della società in cui sono ambientate, di alcuni aspetti che sono propri di certe realtà, li evidenziano con modalità che non è facile apprezzare ad uno sguardo superficiale.
Anche la "geografia" delle telenovelas dice molto. Quelle messicane (poco fa scherzavo, ma non troppo) si distinguono molto, ad esempio, da quelle colombiane. Che vengono interpretate (non sono un esperto), con molta meno enfasi, nei toni, nelle espressioni, rispetto alle produzioni di altre nazioni.
E le tematiche.
Grande successo ha avuto la telenovela: Betty la fea, andata in onda un paio di anni fa su TeleNorba. Un successo clamoroso in Colombia, tanto da indurre una produzione statunitense a prenderne i diritti e girare una serie ad essa (molto) liberamente ispirata, ma ambientata negli States.
Oggi la notizia che sta per sbarcare anche in Italia una ennesima produzione colombiana, ispirata a tematiche che vanno ben oltre gli stereotipi sulle telenovelas (che qui bisogna chiamare fiction, se no, lo sai che vergogna, e addio Telegatto).
Esistono tanti modi per affrontare delle tematiche: c'è chi legge, chi preferisce i dibattiti televisivi, fondamentali per coloro i quali hanno bisogno di sapere come pensare ascoltando il parere dal proprio leader politico.
C'è chi se ne disinteressa. E sono la stragrande maggioranza.
Allora esistono, piaccia o no, forme alternative di comunicazione che raggiungono strati di popolazione che si fanno una idea di certe problematiche sociali, anche "solo guardando le telenovelas".
Molti continuano a domandarsi perchè, oggi, invece di essere seduti in Parlamento possono tranquillamente andare allo Stadio,
A volte la realtà ha molte più sfaccettature di quante uno si immagina, leggendo solo i libri da lui stesso scritti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

bèh...però la storia stavolta è diversa ed affronta una tematica....
supponente o no le altre hanno un livello troppo basso per essere catalogate, compresa ugly betty....
poi nn sappiamo che tipo di prodotto vogliono propinarci, ma è una questione attuale e seria

Anonimo ha detto...

Infatti, mancio, ugly betty già non rientra nella tipologia di betty la fea; è stata solo una ridicola trasposizione in un impianto brillante e divertente (ovviamente per chi gradisce il genere) ma in un ambiente di tutt'altro tipo che quello di Betty la fea.
Ti assicuro che Betty la Fea, Pedro el Escamoso, El inutil, e tanti tanti altri titoli parlano un linguaggio ben diverso, niente a che vedere con i polpettoni strappalacrime.
Poi, è evidente: ciò che va bene qui non è detto che sia trasferibile altrove, e viceversa.

Anonimo ha detto...

Oggi è festa: ALEMANNO SINDACO DI ROMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

non parlo di politica fino al 3 giugno.