venerdì 30 maggio 2008

Causa o effetto?

Scenario numero 1
Dare il premio Nobel per la Sociologia Applicata alle Menti Deboli al governo Berlusconi recentemente insediatosi. Poche settimane di La Russa, Maroni e Carfagna hanno cambiato la mentalità degli italiani. Tutti bravi e buoni, è bastato che questi fascistoni si insediassero a Montecitorio, e con dosi massicce e subdolamente iniettate attraverso le TV, le radio, i media, i messaggi subliminali al cinema, il retro dei francobolli ed il Calippo al limone, la popolazione italiana si è trasformata in un branco di fascisti, nazisti, xenofobi, razzisti, antisemiti e quanto di peggio mente umana possa partorire.
Scenario numero 2
Il mito italiani brava gente, in quanto mito, mantiene in sè solo limitate percentuali di verità. Ricordo che qui, al paesello, ero piccolo, gli immigrati ed i neri in genere, da qualunque parte dell'Africa venissero, erano: i marocchini, i "gnùr" (i "gnèur" se la pronuncia era femminile), gli "ana-ana" (che erano quelli che vendevano i tappeti, girando con quintali di roba sulle spalle nelle viuzze del paese nei torridi pomeriggi estivi).
Qualche anno fa i simpatici italiani ribattezzarono questi uomini come "vu' cumprà". Per fortuna qualcuno si accorse che così non andava bene. Si fecero vari tentativi di neologismi e si arrivò al termine indistinto di: extra-comunitari. Siano marocchini, nigeriani, curdi, palestinesi, albanesi, l'importante è che sbarchino da malmessi barconi in quel di Pantelleria e, possibilmente, rubacchino qui e là, che sono extracomunitari. Magari uno è statunitense e sarebbe extracomunitario a tutti gli effetti, ma a uno di New York nessuno lo ha mai chiamato "extracomunitario". Nè vale per i capi di governo.
"Visita ufficiale ieri per il Presidente extracomunitario del Canada ... "; "Il Presidente extracomunitario cinese ..."; "è stato ricevuto dal sindaco di Milano Letizia Moratti il leader siprituale dei tibetani, l'extracomunitario Dalai Lama ..."
Insomma, se uno è extra-comunitario lo è per nazionalità o per il ruolo che ricopre nella società?
Ma torniamo allo scenario 2.
Gli italiani, popolo di emigrazione di braccia, solo recentemente di cervelli (sarà per questo che girano tante zucche vuote per le strade?), han sempre vissuto male la propria condizione di emigranti, mal visti, mal sopportati, sovente ghettizzati ed esclusi dai meccanismi della integrazione, in Svizzera, in Germania, negli Stati Uniti. Poichè si è soliti fare "i ricchioni col culo degli altri", chi ha vissuto l'emigrazione da casa, non ha mai trovato di meglio da fare che pontificare sulle disgrazie altrui, dando lezioni di stile e civile convivenza stando in poltrona. Costoro sono quelli che si commuovono a singhiozzi vedendo telenovelas e sceneggiati in TV, gatti schiacciati dalle auto per strada o cani abbandonati, ma cambiano canale infastiditi quando i parenti di vittime (della strada, della violenza, del lavoro, ecc.) piangono vere insopportabili lacrime amare implorando misericordia, aiuto, giustizia.
Oggi in Italia non si vive bene il percorso verso l'equilibrio fra i percorsi dell'economia e quelli dell'emigrazione, ma forse non si è mai vissuto bene tutto ciò. Il Mediterraneo non è mai stato solo crocevia di culture. Le navi romane che portavano l'olio dalla Spagna ed i marmi dall'Africa, trasportavano anche schiavi. Come schiavi erano le genti barbare nel NordEuropa in cambio di terme e strade.
L'Italia moderna ha esportato lavoro ed importato soldi e rimesse, mai (o molto subordinatamente) lezioni di senso civico. Come oggi, negli USA, ispanici e afroamericani non si sopportano (qualcuno ricorda il film di Spike Lee: Do the Right thing?), ieri gli italiani parlavano dei portoricani come la peggiore feccia. C'è sempre bisogno che ci sia un ultimo dopo di noi: Detràs del ultimo no va nadie.
Quando il tappeto è grande vi si può accumulare e nascondere la polvere, sotto. Ma quando il tappeto è piccolo e la polvere molta, essa è destinata prima o poi a venir fuori ed intossicare i polmoni di chi l'ha prodotta.
La realtà attuale è quella di un popolo mal abituato storicamente a risolvere i problemi senza delegare ad altri l'arduo compito. Il ricorso all'uomo forte non è una novità e va ben aldilà del periodo del ventennio fascista.
Già, il fascismo. Il clima che si respira ultimamente nasce, è il mio parere, non già dalla vittoria dell'attuale governo, che sembra avere creato lui i problemi di convivenza sociale che si registrano in Italia, ma è qualcosa che viene da molto lontano, le classiche gocce che fanno traboccare l'ancor più classico vaso.
Inutile dare la colpa al governo Berlusconi, alle "destre", ai fascisti per il clima che si respira nel Paese. Le elezioni sono scelte. Chi ha scelto sono gli italiani. Questo governo è un governo xenofobo e razzista? allora, piaccia o no, lo ha scelto un popolo xenofobo e razzista. Ma dai dibattiti degli "intellettuali" viene fuori un quadro in cui sembra che gli unici intolleranti siano governanti e le loro scelte, aberranti, invise al popolo. Che, invece, lo ha scelto proprio per questo.
Se non si risolvono i problemi agendo sugli effetti, ma sulle cause, allo stesso tempo, accusare i rappresentanti di un popolo di essere la causa di un clima irrespirabile significa voler dire che è colpa di filtri malfunzionanti alle narici se c'è puzza. Ma non sarà, invece, che sarebbe meglio capire da dove viene il cattivo odore? la colpa è dei governi o di chi li ha scelti?
Se non si capisce questo, il clima politico di scontro fra chi prende dei provvedimenti e chi accusa che sono provvedimenti sbagliati, corre il rischio di restare nel limbo dello scontro politico fra chi ha vinto ed è al Potere e chi, sconfitto, cerca di riguadagnarlo.
Io, invece (ed aggiungo: purtroppo) penso che tanti, tantissimi, la maggioranza degli italiani, approva questo giro di vite, lo auspicava. Ed è per questo che, ci piaccia o no, resta un fatto: se non si capisce perchè tanti approvano questi provvedimenti duri, provvedimenti da "Stato di Polizia", non si capirà mai come agire, alla fonte, per superare i rischi della difficile convivenza fra popoli.
Siamo un paese masochista. Ci piace soffrire. Viviamo nell'emergenza continua. Dai e dai, l'emergenza rifiuti è esplosa ed ora sono necessari provvedimenti d'urgenza. Dai e dai, l'emergenza energia è esplosa e sono necessari provvedimenti d'urgenza. La sottovalutazione delle problematiche sociali connesse alla emigrazione ha portato all'emergenza.
Vent'anni fa i radicali lottavano per combattere la fame nel mondo, per sconfiggere il flagello della miseria attraverso programmi di aiuti per lo sviluppo e non solo per quell'annata di siccità, attraverso una politica di prevenzione delle nascite che si opponesse al boom demografico. Gli italiani rispondevano infastiditi che bisognava pensare agli italiani poveri, e poi, se ne avanza, pensiamo ai "negri".
Oggi, quella cecità, quella indifferenza, si è trasformata nei volti dei bimbi elemosinanti ai semafori, nei corpi offerti dalle prostitute nelle strade, nella destrezza di chi ruba per fame, nelle schiene spezzate in campagna di chi "ruba" il lavoro agli italiani, nella cattiveria di chi uccide perchè ha perso l'anima in terra straniera.
Gli italiani che non hanno voglia di commuoversi per la realtà, ma hanno bisogno di piangere per un cane abbandonato per strada o per uno sceneggiato in TV, non possono sopportare tutto ciò.
Non è il governo la causa di questo clima di intolleranza che si respira, oggi, nel Belpaese.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

...franko capisco che hai cercato di darmi molte "botte" in questo post. Pazienza.
In ogni caso il problema, da parte mia, rimane invariato e si presenta sempre_e_comunque allo stesso modo.
Si chiama "Egemonia culturale". Se prima chi pensava che un negro facesse schifo lo diceva a bassa voce, oggi non solo lo grida ma lo cerca per picchiarlo e gridarli "sporco negro, tornatene a casa". Perchè è cambiato il Vento, è cambiato il "peso" di una certa Cultura, dell'Amicizia e della Solidarietà. Le nostre insicurezze, le nostre Paure, dobbiamo materializzarle in qualche modo.
Il Governo è espressione di questa tendenza culturale. Così come lo erano il Fascismo, il Nazismo e lo Stalinismo.
Ma il punto è un altro. Ci sono degli istinti del Popolo che non si possono e, soprattutto, non si devono assecondare. Perchè è immorale. Perchè è pericoloso. Non è Democrazia assecondare quello che dice il Popolo, questo si chiama populismo (ovvero il cercare il consenso). E tu lo sai bene, non puoi non saperlo.
Un Governo che concretizza la xenofobia e l'autoritarismo è un Governo xenofobo e Fascista. E magari saranno contente le persone che l'hanno scelto, ma devi permettermi di dire come la penso. Devi permettermi di dire che trovo tutto questo estremamente sbagliato.
Sono "intellettuale" perchè dico questo? Non credo. Perchè quando trovo qualche disperato che mi dice: "io vado a rubare, così almeno campo"... io rispondo: "ma sei coglione"?
E tu? Ad uno che vuole picchiare un negro, oggi, che cosa rispondi? Il Governo ha risposto con il reato di clandestinità.

Anonimo ha detto...

Per niente proprio, Francesco. Perchè io leggo le parole degli altri, ed ho letto anche il tuo commento in risposta a Michele: "il “problema” è che a Milano, come in tutta Italia, non stanno facendo altro che mettere in pratica quello che effettivamente vuole la gente, non solo chi ha votato il centro-Destra."
Un governo in alcuni dei suoi tasselli espressione di un popolo in emergenza civiltà.
Sul reato di clandestinità (reato di immigrazione clandestina), avevo provato ad esprimere il mio parere dicendo che è una assurdità considerare un immigrato per necessità automaticamente un criminale, e sottolineando che criminale è chi sfrutta, non chi è sfruttato.
la risposta che ne ho avuto è stata: da parte di uno (quello dei "raggionamendi" superficiali) una risposta spocchiosa che gli vale, da parte mia, l'invito ad andare a quel paese (ammesso che al momento già non ci sia), dall'altra il tuo avere pervicacemente travisato le mie parole e, soprattutto, il mio pensiero.

Anonimo ha detto...

...per quanto mi riguarda nei giorni scorsi il mio livello "di guardia" era molto alto. Ho visto a Bari cose assurde (1. bambino "negro" malmenato probabilmente da un grandissimo imbecille e quando l'ho visto passarmi accanto con le uova rotte in mano non sapevo se mettermi a piangere oppure incazzarmi, purtroppo non ho visto tutta la scena; 2. storie incredibili raccolte allo sportello Migranti di un Sindacato di base... e via dicendo...) di conseguenza anche la mia indole di simpatico contestatore si è lasciata prendere dall'Entusiasmo politico ^_^
Però attenti. Non si può assecondare la "merda" che c'è in giro. Si rischia di finire veramente male se continuano con questo populismo.
Io dico solo questo. Poi mi calmo ed all'Entusiasmo subentra la razionalità... ma il discorso non cambia!

Anonimo ha detto...

capita, al sottoscritto, di vivere anzi: di esserci proprio all'interno di uno "sportello per l'attenzione" analogo a quello di cui tu fai accenno (se sono stato chiaro). In passato, c'era ancora l'altro blog, ne ho anche parlato ma, tra le risposte, aleggiava un misto fra scetticismo ed invito a minimizzare.
Tornando all'altro tuo commento, condivido il fatto che il populismo dilaghi. Purtroppo anche in maniera non unilaterale. Per questo ho scelto il meno peggio (secondo la mia valutazione personale). Perchè nella vita esistono anche priorità e nelle scelte pesano tanti fattori.
Ma qui si entra in altri temi che esulano dallo scopo del mio post.

Anna Innamorato ha detto...

stamattina stavo inzuppando qualche macina nel latte e nel frattempo ho acceso la tv. MTv stava dando la pubblicità (faccio la giovane che si guarda i video la mattina) e così, di tasto in tasto, sono finita prima su Canale5 e poi su Rai2. Del Debbio -ospite di Mattino5- stava dicendo che il fenomeno dell'immigrazione è alle stelle, che nel 2007 il numero degli immigrati è aumentato di non so quanti punti percentuale rispetto agli anni precedenti, che gli irregolari sono un buon 90% del totale, che i reati commessi dai clandestini coprono una fetta enorme della torta che è la criminalità italiana. Intanto, Claudio Brachino annuiva con una faccia sempre più tra lo spaventato e il "che-vi-avevo-detto-io?". Io il latte lo bevo freddo e così ho tutto il tempo di cambiare canale, senza paura che si raffreddi niente, tanto il latte è già freddo di suo. E così ho girato. Su Rai2 -guarda tu le coincidenze- nella trasmissione Un Mondo A Colori stavano dando un servizio dove intervistavano 3 ragazzi di colore di cui non so la provenienza, dal momento che mi sono persa la prima parte dell'intervista. Questi dicevano che lavorano e sono sottopagati, che pur avendo dei nomi propri vengono chiamati tutti Mustafà e di solito segue una risata, e uno di loro ammetteva candidamente che gli manca la mamma, ma non può tornarsene al suo paese perché stanno tutti aspettando i soldi che lui manda ogni mese. Non hanno mai incontrato una-persona-una che avesse detto loro "Resta!". I più buoni hanno consigliato loro di tornarsene a casa, i più stronzi (whoops! una parolaccia) a casa li ci avrebbero mandati a pedate.
Ora io lo so che questa cosa voi la sapete meglio di me e che non è una novità quello che vi ho detto, però ho riflettuto su una cosa: Mattino5 ho come l'impressione che goda di uno share più alto della trasmissione di Rai2. Magari mi sbaglio (lo spero). Ma se tu, organo di informazione, mi fai vedere solo il nero di una faccenda, io -che un po' ce li ho sulle balle questi rumeni che spacciano sotto casa- mi sento un po' meno solo e quasi legittimato. Poi è ovvio, succede una cosa del genere -un raid o un pestaggio- e tutti a dire -istituzioni comprese- "NON SI FA!". Sì, ma cosa mi avete fatto vedere sinora? Dati percentuali che -nemmeno troppo tra le righe- mi dicono: questi immigrati sono assai, se ne devono andare.
Franko, io concordo con te nel dire che se il governo è xenofobo e razzista, è il popolo ad esserlo, perchè ne è diretta rappresentanza. Ma allora dov'è il ruolo educativo delle istituzioni, dell'informazione?

Anonimo ha detto...

Difficile dare una risposta alla tua domanda. Perlomeno: difficile per me (magari non per il sapientone che chissà dov'è ora).
Sono pessimista e ti rispondo che la risposta non c'è o forse è meglio non cercarla. Se le istituzioni, infatti, sono lo specchio della società, automaticamente non vedo molti margini. Cosa vuoi che faccia una rappresentanza che al momento è fatta di nani e ballerine (di formichiana memoria) se non dire al popolo ciò che il popolo vuole sentirsi dire, non foss'altro perchè è questo il motivo per cui è stato eletto?
Anni fa Fini propose il voto agli immigrati. Poi non se ne seppe più nulla. Lo chiesi ad Umberto che mi disse: "i tempi non erano qulli giusti ed allora ha ritirato l'ipotesi". Ossia, ciò che ho detto: un politico è piccolo piccolo quando, anche se in possesso di idee illuminate, si guarda bene dall'esporle: meglio la carriera.
L'informazione. Qui il discorso si fa intricato, ma non tanto. Chi legge Liberazione se il suo giornalista principe è Feltri? Chi ha mai cambiato idea dopo avere ascoltato un editoriale di Fede su Rete4 o un sermone di Travaglio ad Annozero?
Nessuno mai. Perchè chi ascolta, quasi nella totalità, vuole ascoltare ciò che lo fa stare bene per rafforzare la sua idea che:
- i comunisti dovrebbero andarsene a Cuba
- Berlusconi dovrebbe andare in galera perchè già alle elementari faceva i castelli con le carte napoletane e pretendeva di non pagarne l'ICI.
Chi ha smesso di comprare le borsette firmate dopo avere ascoltato una puntata di Report?
...
Scommetto che ti starai domandando: e come ne veniamo fuori?
Provando a farci una idea su un argomento senza chiedersi chi sono i protagonisti e senza ascoltare i commenti dei nostri giornalisti preferiti. I fatti, per definizione, si commentano da soli.
E, forse, con un anno sabbatico lontano (mentalmente) da tutti i partiti.
Buone macine.

Anna Innamorato ha detto...

sul fatto che la gente ascolti sempre quello che le sue orecchie vogliono sentire, ri-concordo con te (è lo stesso motivo per cui ritengo pressocchè inutili le campagne elettorali), ma io il tuo consiglio cerco di seguirlo già da tempo: non è la simpatia di un giornalista che rende per me bella una notizia, nè il fatto che un partito promuova una iniziativa rende quest'ultima più meritevole, se già ai miei occhi lo era. I fatti si commentano da soli, giustissimo. Ma se nessuno me li racconta, questi fatti, come potrò io saperli? io anna magari accendo il pc e con due o tre click qualcosina la trovo. Ma io Nenella che ho 70 anni e vivo da sola, o io Minguccio che ne ho 60 e vado ancora a raccogliere le patate, o io Nicola che di anni ne ho 30 e guardo la tv generalista (e non è questa una colpa) come faccio? Chi me li racconta 'i fatti'?
quando parlo di ruolo educativo dell'informazione, intendo questo: l'onestà. Non ce l'ho contro Del Debbio, lo conosco poco e non voglio nemmeno approfondire questa scarsa conoscenza, ma il suo contributo odierno alla discussione sul tema immigrazione l'ho trovato sterile, allarmante (come se non si fosse già tutti sull'attenti) e un'ulteriore benzina sul fuoco del problema.
E ora, tanto per fare la pallosa che dice sempre le stesse cose, indovina a chi penso?
...
la Lega Nord, risposta esatta. Non che siano i colpevoli di tutti i mali del mondo, eh, ma con una campagna elettorale del tenore che tutti abbiamo visto, con frasi slogan al limite del razzismo, chi si meraviglia più se uno -avendo Maroni agli interni- si sentisse quantomeno legittimato a pensare "non vogliamo i terroni, figuriamoci i negri!" ?

Anonimo ha detto...

Franko, mi sono accorto casualmente che hai fatto riferimento a questo mio commento apparso giorni fa sul blog di Francesco.

Temo (spero...) ci sia un equivoco: ho scritto "scusatemi, ma proprio non trovo il tempo di scrivere sui blog per fare raggionamendi un po' meno superficiali", volendomi riferire allo stesso commento che stavo scrivendo: mi sembrava infatti un modo molto misero per partecipare alla discussione su argomenti ai quali mi sarebbe piaciuto dedicare molta più attenzione. Ma purtroppo non avevo - e continuo a non avere - tempo per scrivere sul mio blog o commentare i post altrui! Tanto meno riuscivo a farlo con i post contorti che ogni tanto scrivo (e infatti i "raggionamendi" erano un'allusione autoperculatoria ai famigerati discorsi di De Mita).

Spero che adesso sia chiaro che non era un commento - men che meno un commento sarcastico - su quello che avevi scritto tu a proposito del reato di immigrazione clandestina! (su cui, anzi, ho sostanzialmente la tua stessa opinione).

Anonimo ha detto...

@ Annì: ho ascoltato spesso e malvolentieri i commenti dell'opinionista DEL DEBBIO e non ho mai condiviso le sue opinioni. Le ho sempre trovate "perbeniste", saccenti e molto populiste. Che l'opinionista sia populista è un'altra realtà (specialmente se l'opinionista è invitato a commentare le gesta "eroiche" dei concorrenti dei reality show). Poi ho scoperto che Del Debbio scrive per "Il Giornale". Mi sono tranquillizzato, è tutto nella norma!! :D

@ Franko: capisco il tuo ragionamento, lo trovo ben articolato. Spiegato. Ho alcuni dubbi in particolare su questo periodo:

"Inutile dare la colpa al governo Berlusconi, alle "destre", ai fascisti per il clima che si respira nel Paese. Le elezioni sono scelte. Chi ha scelto sono gli italiani. Questo governo è un governo xenofobo e razzista? allora, piaccia o no, lo ha scelto un popolo xenofobo e razzista. Ma dai dibattiti degli "intellettuali" viene fuori un quadro in cui sembra che gli unici intolleranti siano governanti e le loro scelte, aberranti, invise al popolo. Che, invece, lo ha scelto proprio per questo"

Ho sempre detto che Berlusconi rappresenta lo specchio di più della metà dell'Italia. In tutto. La gente si sente rappresentata pienamente da lui poichè reincarna l'anticomunismo, l'antisinistra ecc...Lo spauracchio dei Comunisti al Sud soprattutto, ha ancora i suoi proseliti. Detto questo, è vero che la gente ha votato il Governo proprio per questo e lo ha fatto basandosi sui paroloni sparati nelle campagne elettorali. Pare che l'argomento "sicurezza" sia stato decisivo per la scelta di moltissimi italiani. Quello che contesto al centrodestra è quello di aver dato grida alla pancia degli italiani per avere consenso elettorale. Da qui, il POPULISMO. A mio parere, di populismo si muore, ci si può far male, ci si può restare secchi. Irrimediabilmente. Le scelte populiste non devono essere all'altezza delle istituzioni. Voglio ancora pensare al ruolo educativo della politica e delle istituzioni soprattutto. Le urla che provengono dalle "ndrame" degli italiani non sono altro che il frutto di tantissime incertezze per il futuro e per il presente. La frustrazione deve trovare una valvola di sfogo e questa valvola, soprattutto per la classe borghese, è sempre rappresentata dagli anelli deboli della società.
L'errore è sì in chi blatera scemenze razziste e xenofobe ma è diabolico per la politica perseverare in tali errori. Qui subentra il fascismo.