venerdì 6 giugno 2008

Pena preventiva

Questa foto a corredo dell'articolo apparso sulla edizione on-line del Corriere, certamente non vincerà nessun premio, sicuramente sarà scordata a bevissimo, e forse lascerà indifferenti tanti.
La rabbia è sapere, temere, che a qualcuno verrà in mente che "così, la prossima volta, si imparano a restare a casa loro".
Da ieri si discute del fatto che le prostitute (probabilmente, non è specificato, ma lo presumo) extracomunitarie ed irregolari, vanno considerate una categoria a rischio sicurezza e andrebbe prevista la applicazione della espulsione.
Se "qualcuno" si fermasse a pensare che quei corpi gonfi d'acqua ed alghe e rotolanti goffamente sul bagnasciuga, corpi che infastidiscono la vista tanto quanto fanno tenerezza i delfini spiaggiati per cui tanti si commuovono e si prodigano per salvarli, erano uomini, donne, bambini, che solo poche ore fa abbracciavano per l'ultima volta i loro cari ... e non oggetti da rispedire al mittente come si fa con la merce difettata o con gli abbonamenti a riviste che non si vuole leggere, forse "qualcuno" non sarebbe tanto orgoglioso di andare a portare in giro per l'Europa il proprio "giro di vite".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

totalmente d'accordo su ogni singola parola!

Anonimo ha detto...

nulla da aggiungere!

Anonimo ha detto...

terribile...

Anna Innamorato ha detto...

chi è capace di dire davanti a questa foto "così la prossima volta imparano a starsene a casa loro" penso sia un mostro, niente di più.

Anonimo ha detto...

E' un'epoca infame quella in cui viviamo.

Mi chiedo cosa ci sia poi di così diverso dall'epoca dei negrieri che trasportavano gli africani sull'altra sponda dell'Atlantico, a lavorare da schiavi nelle piantagioni di cotone dell'uomo bianco.

Certo, il contesto economico è oggi totalmente diverso. Ora sono gli uomini e le donne di colore che si imbarcano più o meno coscientemente per traversare non più l'Atlantico ma per traghettare il Mediterraneo.

Ma i mercanti di schiavi (e di morte) sono sempre gli stessi: lupi feroci e sanguinari che si arricchiscono sulla pelle di poveri cristi.

E la committenza, in fondo, è la stessa: è solo cambiata la forma di schiavitù.

Anonimo ha detto...

Annì, davvero non ti è mai capitato di ascoltare qualcuno dire una frase del genere? beata te. Una frase terribile, sconcertante e superficiale. Vedi, io vedo molta fra queste situazioni e gli episodi di regolamenti di conti. "Basta che si sparano fra loro", oppure: "uno di meno". Poi capita che per strada un bimbo di tre anni in bicicletta viene colpito da un proiettile vagante, vittima innocente di un regolamento di conti. "Finchè si uccidono fra loro". Ma l'imbarbarimento è una brutta bestia. Ed allora si comincia a piangere gli innocenti.
A Frisbee, invece, voglio dire che sono tristemente d'accordo con lui per l'uso della parola terribile. Schiavitù.
Chi ha il coraggio di dire che le tante ragazze che affollano stade, marciapiedi ed appartamenti non sono schiave? Come definireste voi chi vive segregato lavorando (...) in quelle condizioni disumane? Prostitute? O piuttosto: schiave?
Lincoln è ricordato per essere stato il presidente che ha liberato gli schiavi dalle catene, rendendoli uomini e donne liberi.
In Italia qualcuno intende rispedirli a casa. E senza nemmeno toglier loro le catene.