martedì 17 marzo 2009

La VERA emergenza acqua

Sciopero agli stabilimenti dell'acqua Vera (proprietà Nestlè).
I consumi calano e lo stabilimento mette in cassa integrazione il 30% dei dipendenti. Brutta storia. Come tutte quelle in cui un lavoraore vede il suo posto a rischio; e con esso le certezze: il mutuo, gli studi dei figli, le necessità quotidiane ...
A casa mia ho montato un piccolo impiantino che "tratta" l'acqua di rete e, devo dire la verità, mi sembra che sia efficace.
Impiantini analoghi si vedono oramai in tante case, e in pressochè tutti i bar. I furgoncini delle ditte che trasportano di apparecchi simili se ne vedono in giro sempre di più. Anche in TV le televendite propongono sistemi analoghi.
Il servizio televisivo liquidava (ah! la lingua italiana...) le ragioni di questo calo dei consumi dell'acqua Vera con un laconico: "la crisi si fa sentire e calano i consumi". Io vorrei fare il direttore dei telegiornali per potere licenziare in tronco certi corrispondenti.
"Papà, papà, ho sete" "Zitto, figlio! C'è la crisi: bevi dalla vaschetta dei pescolini rossi!"
E che è? Waterworld?
Uno, banalmente, potrebbe pensare: sarà che è aumentata la concorrenza e c'è gente che beve altre marche più economiche? O magari sarà che le tante campagne che invitano a consumare le acque del rubinetto (che, dati alla mano, dimostrano di essere qualitativamente alla pari di quelle in bottiglia ma più economiche) non stia dando i suoi frutti?
E dunque meno acque minerali imbottigliate significa per esempio meno plastica in circolazione? Meno idrocarburi in atmosfera per i trasporti? Quanti camion in meno per trasportare l'acqua Vera di turno in giro per l'Italia? Quanti viaggi in meno con l'auto fino al supermercato o l'ipermercato perchè l'acqua è in offerta (1 centesimo in meno al litro... e ne compriamo 4 fardelli con il fantastico risparmio di 48centesimi da decurtare sui 5 euro di benzina)? Quanto spazio in più in casa libero da quell'ingombro o sui balconi, con quell'acqua sotto al sole? Quante buste azzurre in meno da tenere in casa (e pazienza se poi il venerdì sotto casa ci sono pochi bustoni da fotografare)?
Siamo alle solite. Il messaggio che traspariva dal servizio non lasciava molto spazio alle considerazioni "ambientaliste". Il lavoro cala e fa comodo dare in pasto al mostro della crisi mondiale una situazione contingente, che forse è frutto anche dell'affermarsi di stili di vita nei quali si sta "insinuando" quel pericoloso germe del rispetto dell'ambiente.
Quel rispetto dell'ambiente che non è solo farfugliare sconsideratezze sulle discariche (anche quando lavorano in perfetta efficienza); non è solo pretendere che le industrie riducano le emissioni; che non è solo sperare che anche al paesello si montino impianti di energia alternativa e rinnovabile sui tetti degli edifici pubblici e sulle aree di proprietà comunale.
Il rispetto dell'ambiente è anche adottare stili di vita a scala domestica. Di cui, però, bisogna anche avere il coraggio (e la sapienza) di conoscere e valutarne le conseguenze.
In passato, probabilmente, i lavoratori ed i sindacati, hanno attaccato pesantemente quegli "ambientalisti" che lottavano per la chiusura di impianti industriali fortemente inquinanti, nel nome della difesa del lavoro.
Oggi non so se sia stato giusto continuare a dare contributi al settore auto, mentre da tutte le parti si dice che ci sono in giro troppe auto. E le centraline nelle città, lo smog, i parcheggi, i sistemi di dissuasione contro il traffico nei centri urbani, il treno, le domeniche a piedi ...
Però, c'è la crisi ... e tutti questi lavoratori?
La crisi, si dice, è una occasione. Lo penso anche io. L'occasione di non cambiare niente.
...
Visto che il paesello pullula di impianti fotovoltaici e solari*, qualcuno ha idea del rapporto fra pannelli solare e/o fotovoltaici* di marca italiana rispetto a quelli di marca straniera**? Hai visto mai che tutti quei soldi potevano essere investiti in altro tipo di occupazione? Che il governo poteva pensare a "investimenti" a lunga gittata che non sia la luce di un inutile ponte?

* Mola dicono che sia tra i primi cento comuni d'Italia con più di 5000 abitanti per pannelli solari (montati esclusivamente dai privati; ndb); benedette statistiche ... che poi, bisogna saperle leggere, le statistiche ... e benedetti rapporti Legambiente 2009 dove vengono riportati i comuni fino al 50° posto!
** parlo ovviamente di produzione; un po' di assemblaggio di materiale importato da USA, Svezia, Germania ma anche Spagna, Francia, Cina ecc. lo si fa anche in Italia ... ma produzione praticamente zero; ed ovviamente non c'è in Italia ricerca su un settore in cui non c'è produzione ...

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