Morire a Baghdad fa notizia. Farlo in Messico in una sperduta metropoli al confine con gli Stati Uniti o nella capitale venezuelana è da sfigati.
El Paso è un nome che a molti ricorda qualche avventura di Tex Willer, non certo una città in cui si muore di morte violenta con molta ma molta più facilità che a Medellin. Una sciagura per qualcuno.
Evidentemente le statistiche, per quanto Petrolini ci mettesse in guardia da esse, hanno un significato, rispecchiano una verità. Che sovente è molto diversa da quella che in noi, martellati dalle notizie che ci impongono i media, si materializza.
Se una cosa non accade in TV allora non accade, non esiste.
Non è così.
Pensandoci è quanto accade in questi giorni per la temuta nuova influenza, o influenza suina, o virus H1N1, misteriosamente scomparsa a ridosso delle vacanze, quando le notizie di intere scolaresche italiane di ritorno dalla Inghilterra o dagli Stati Uniti costrette in quarantena, spaventavano i viaggiatori ed ancor più compagnie aeree e tour operator, e silvanamente riapparsa questa settimana a ferie concluse. Si può, oggi, tornare a parlare di rischio chiusura scuole in Francia, in Gran Bretagna e, chissà, anche in Italia. Meglio chiudere le scuole che far saltare le vacanze.
Magari non è vero, magari (un paio di simpaticoni che lo credono si trovano) c'è sotto la mano del Cavaliere che manipola i media cercando di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai suoi scandali.
Ma ... da quanto tempo non si sa più nulla dell'AIDS? Risulta a qualcuno che sia stata sconfitta? Forse di AIDS si continua a morire, certamente non fa più notizia.
giovedì 27 agosto 2009
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1 commento:
è proprio vero.....
ci vuole pure "fortuna" a morire o ammalarsi "della malattia giusta"
......
al momento giusto...
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