lunedì 28 settembre 2009

Sono Romano Polaschi e preferisco le tredicenni

Dopo 31 (diconsi trentuno) anni, Roman Polanski viene arrestato in Svizzera per una brutta, bruttissima storia di violenza sessuale ai danni di una tredicenne. Il simpatico regista, all'epoca quarantacinquenne, pensò bene di approfittare di una ragazzina, imbottita di droghe ed alcool, obbligandola a fare sesso (che potremmo definire: alternativo) nel bel mezzo di un party.
Le vicende giudiziarie che ne seguirono sono note a tutti.
Il regista fugge in Francia e, da qual poco che ho ascoltato, non essendosi mai consumato il processo, per la legge degli Stati Uniti non si giunge alla prescrizione.
Insomma, il violentatore di minorenni restava libero, gironzolando per (quasi) tutto il mondo.
In Italia non esiste il sesso consenziente con un minore di quattordici anni. In caso di rapporto sessuale in cui una delle due parti sia under-14, si configura la violenza sessuale. Stop.
In caso il violentatore di una 13enne sia uno di 45 anni, probabilmente le cose sono un tantinello gravi.
Dico un tantinello perchè, a quanto pare, per tanti allegri e simpatici idoli delle folle, attori, registi, scrittori, giornalisti, "intellettuali" e quant'altro, si tratta di una azione (quella dell'arresto), inopinata e gravissima. Insomma, un grave atto di inguistizia nei confronti del povero vecchietto.
...
Quando le cronache ci propinano del tal Romano Polaschi, idraulico della bassa bergamasca, o di certo Roman Al Polaskaiziri, immigrato clandestino senza fissa dimora, nessun divo di Hollywood, nessuna Monica Bellucci, nessun regista, nessun intellettuale, nessun artista scrive una riga in favore del molestatore di ragazzine. E tantomeno su nessun giornalucolo svizzero si scriverebbero voci di indignazione per l'arresto sul suolo patrio di un lercio criminale, nè ci si sognerebbe di prenderne le difese.
Magari se qualcuno tenta il linciaggio, l'unica speranza per coloro sono i sempre tanto bistrattati carabinieri cui tocca l'ingrato compito di difendere il maniaco. E l'opinione pubblica sovente conta numerosi difensori di coloro i quali hanno tentato di farsi giustizia da loro.
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Auguro al regista un sereno ritorno negli Stati Uniti. Si faccia il suo bravo processo, ne esca uomo libero per ragioni quali che siano, e quando la giustizia degli Stati Uniti lo decida. Fra un giorno, un anno, dieci .... non ho la più pallida idea.
Sono molto poco interessato alla giustizia divina, confidando in quella terrena; ecco, un po' di sano e meritato fango sui tanti smoking inamidati indossati e che ancora indosserà sulle passerelle di mezzo mondo, ci sta tutto, caro il mio Polanski.

3 commenti:

Mancio ha detto...

oppure può venire in Italia a fare il presidente del consiglio o candidarsi per il premio nobel, tanto qui abbiamo visto di tutto .... nn ci scandalizziamo più di nulla (ed è questo il vero problema)....
scherzi(???) a parte, son d'accordo con la tua disanima, però quando i processi vengono tenuti sospesi per così tanti anni, mi sembra ridicolo.... mmm.... forse sarebbe meglio dire tragicomico

Franko ha detto...

questo provesso non è stato tenuto sospeso per anni. Semplicemnte, lo stupratore di bambine è fuggito.
E grazie al cielo esistono crimini per i quali alcuni ordinamenti giudiziari non prevedono la prescrizione.
Tragicomico e sconfortante è il fatto che ci siano tante menti illuminate che prendono le parti di uno stupratore firmando appelli, e nn spendono una parola per una bambina che ha avuto la vita segnata da un episodio che nessuno di noi vorrebbe che accadesse mai.
Tragico è che non si pensi al fatto che questa donna a 44 anni è costretta a chiedere in TV che si concluda presto questo iter giudiziario. Certe ferite non si rimarginano ed ora dopo 31 anni e con una famiglia, un marito e due figlie, riaprire questa ferita è l'aspetto più crudele della vicenda.
Questi intellettualoidi del cazzo che firmano gli appelli per Polaschi pensino a cosa è ridotta per sempre la vita di una donna per la bravata di questo stupratore che si è messo a fare il regista.
pagasse il conto con la giustizia e poi torni libero cittadino nella società. Ma prima di ciò, enio del cinema o povero disgraziato che sia, la guistizia faccia il suo corso.

Mancio ha detto...

giusto!