giovedì 24 febbraio 2011

Dove osano gli avvoltoi

Ieri, di buonissima ora, nell'ascoltare i tg della mattina, spiccava la notizia di ulteriori arresti nella triste, tristissima vicenda senza fine dell'omicidio di Sarah Scazzi.
Il vs blogger preferito ricordò che la realtà supera sempre la fantasia, ma pensò anche che una battutaccia non dovrebbe avere rivali, in tal senso.
Sulla palestra di buontemponi a fasi alterne che è facebook, solo lunedì apparve un commentino che faceva, più o meno, così: "Stasera a Porta a Porta, il plastico della tenda di Gheddafi". In effetti non ci fu alcun plastico, da Bruno Vespa: solo il padrone di casa che, con una bacchetta, si arrampicava sul megaschermo (su cui comparivano, alternativamente, le cartine della Libia, del Maghreb e di tutta la fascia dal Marocco all'Iran con tanti pallini colorati per indicare dove la situazione era più pericolosa) per indicare qualcosa.
Mi domandavo se non sarebbe stato meglio piazzare una immagine meno ingigantita, per evitare troppi sforzi al bravo presentatore.
Su Canale 5, Matrix seguiva a ruota, mentre l'Infedele preferiva proseguire con gli anatemi antiberlusconiani.
Mercoledì, invece, la tragedia nordafricana aveva già stufato i rais di seconda serata.
Era bastata la notizia di altri due arresti ad Avetrana per fare passare nuovamente in primo piano la tragica morte di una ragazzina, plastico compreso, rispetto alla tragedia di una guerra civile a poche bracciate da casa nostra.
E su canale 5, Matrix seguiva a ruota.
Lo zapping regalava, impietoso, il faccione di Rutelli che, su Rai Tre - Linea notte, ne diceva talmente tante (mancava che dicesse: but plis, visit Libia) che alla fine quasi sembrava che Gheddafi fosse più colpevole per avere avuto quel zozzone di Berlusconi come amico che non di essere responsabile di chissà quanti morti, di cui quelli di questi giorni sono solo gli ultimi di un lungo elenco.
Certo che alcuni (come si dice da queste parti) le mazzate se le tirano. Al monetinaro Rutelli forse sfugge che la memoria è una brutta bestia: "accdit i vicchj, p'cche sap'n i fatt". E dove non arriva la memoria dei vecchi, arriva internet. Che, benedetto strumento, così come aiuta a ricordare che alla corte di Craxi erano in tanti, così nella tenda di Gheddafi si alternò più di un potente.
Non era, invece, compito suo (forse poteva esserlo della compagna Berlinguer?) chiedersi come mai il leader su un'isola del centro-America, continua a preferire ed appoggiare Gheddafi; che il delirio del leader libico è assai, ma pure nonno Fidel sembra abbastanza in forma ... Forse sarà meglio domandare un illuminato parere a Gianni Minà, a Fausto Bertinotti ...
Poi uno scopre che su La7 non si vive di solo Lerner.
Certo, ci sono gli sviluppi dell'omicidio di Avetrana, l'evoluzione della rivolta in Libia, le ennesime dichiarazioni del mondo-Ruby: l'attualità; eppure non calzava affatto male, ieri, un tuffo nel passato. Non foss'altro per ricordare che è tanto brutto quanto utile scoprire che le infamie esistono perchè ci sono gli infami che le commettono.
E che, forse, meriterebbe una maggiore riflessione interrogarsi sulla verginità intellettuale dei moralizzatori di oggi: Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari, gli editoriali di Repubblica, Indro Montanelli ... Ma come: Indro Montanelli? Pure lui? Già pure lui ...
Sono passati tanti anni da quelle elezioni europee, quando tornai a casa, orgoglioso e mai pentito, per avere scritto, a fianco del simbolo del Partito Radicale, il nome: Enzo Tortora.
...
Nel frattempo, gli avvoltoi continuano a volteggiare sul cadavere di Sarah Scazzi.