venerdì 11 gennaio 2008

Farmer "Chair" Market

A volte davvero sembra di vivere in nazioni diverse eppure ci separano solo pochi chilometri non solo da cittàma anche da altri paesi, anche più piccoli e talvolta caratterizzati da una civiltà, prima ancora che da una cultura, contadina quale quella del paesello.
Il fenomeno dell'aumento clamoroso dei prezzi dei generi alimentari nei negozi, mercati, bancarelle ecc. ha assunto caratteristiche tali da costringere la gallina a fare l'uovo (di colombo). E così, avendo scoperto l'acqua calda, non foss'altro perchè ci si scotta quotidianamente nel mettere le mani nella pentola del carovita, si è capito che in qualche maniera bisogna trovare il rimedio ai prezzi alti; quei prezzi tanto bassi in campagna quanto alti sulla bancarella.
A qualcuno è venuto in mente che dietro la parola "filiera" doveva nascondersi qualche oscuro concetto. E così, dopo un po' di sforzi quel qualcuno ha scoperto che fra le mani del contadino e quelle del cliente non si inserisce solo quella del commerciante, ma anche quella del mediatore, del grossista, del trasportatore, ecc. ecc..
Logico: tutto ha un costo; ed inevitabilmente la cicoriella tanto umile in campagna, diventa altezzosa e regale sullo scaffale del supermercato.
Trovato l'inghippo, mancava ancora il rimedio. Per fortuna, in un paese in cui per farsi capire da uno straniero si crede che sia sufficiente dire la stessa cosa in italiano, ma più lentamente, sillabando, muovendo platealmente la bocca e mulinando disordinatamente gli arti superiori, qualcuno ha studiato lingue alla "Turin Elettra Radio School" ed è venuta fuori la magica idea. Il Market Farmer. Che altro non é che comprare al mercato del contadino.
Chi, di voi che state leggendo, non ha mai comprato le cicorie, i pomodori, i cavoli dalla "sedia"? ma soprattutto: quale turista del Nord non ha mai visto queste sedie agli angoli delle strade? Chi non ha mai notato, non si é mai fermato presso quelle bancarelle al lato della strada che ci riporta a casa dopo una giornata di mare per comprare le pesche, i "percochi", le angurie, o i prodotti sott'olio, le conserve accatastate sul tre ruote del contadino generalmente burbero, con i soldi in una tasca che inevitabilmente escono arrotolati nella mano nodosa, e gli spiccioli nell'altra distesi sul palmo calloso mentre l'indice dell'altra mano seleziona la moneta da restituire, "la resta"?
Eppure, quando vidi la notizia al TG Regione, si parlava del primo market farmer a Taranto, lo ammetto: sono rimasto sorpreso nel vedere l'entusiasmo di gente che si catapultava sui banconi del contadino comprando, secondo loro, a prezzi sensibilmente (?) più bassi prodotti evidentemente più freschi.
Stamane, su Radio DJ, Linus parlava di questa cosa, del market farmer con la stessa emozione che avrebbe Gutemberg se gli ponessero davanti il Word su un computer connesso alla stampante.
Non riuscivo a capacitarmi del perchè, ma avvertivo qualcosa di stonato in quell'entusiasmo, non capivo cosa ci fosse di così eclatante nel pensare che "ci puoi persino parlare con il contadino mentre compri la frutta al market farmer".
Poi, una canzone di De Andrè messa su il giorno dell'anniversario della sua morte mi fa svanire questi pensieri agresti; almeno fino a che arrivo a Stick Street. Li' incrocio la signora Maria proprio mentre, recuperata la sua sedia con il ciuffetto dimostrativo di rape "primo taglio" e la bottiglietta di olio legata con lo spago allo schienale tarlato, torna verso casa.
"Franco, le rape!" "Mado' Maria, scusa il ritardo, ma sono stato fuori stamattina; torno solo adesso" "Vedi che, quanta gente! a chiedere: Mari' le rape c'hai? e io no, le ho finite" "Hai ragione ..." "Fra': cia sso' bbell; non devi buttare niente!" "Eh, lo so, lo so" "Tieni, sono un poco di piu' ..." "Eh! mi tratti sempre bene, Maria. A proposito: cipolle lunghe Onofrio ne porta ancora?" "Cia so', i spunzel? nooo, ue fi', sono finite ..." "Vabbe´, non fa niente; quant'é?" "Due euro" "Grazie, ciao".
...
"O' stracul! due euro; e grazie a Dio che si risparmia ... vabbé la roba é fresca, come dice Linus; non ci sono passaggi intermedi, come dice Linus; col contadino ci parlo, sono quarant'anni che ci parlo, caro il mio cazzo di Linus; non si fanno scontrini, anche se questo Linus non lo dice ... e come cazzo che le rape costano di piu' che da Barabba?"

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Già...

Avrei voluto scriverne io: mi hai anticipato!

Anonimo ha detto...

la foto che mettesti qualche giorno fa in cima al tuo blog aveva già ispirato me

Anonimo ha detto...

E infatti l'avevo tolta contando di riciclarla nel post...

Anonimo ha detto...

Ciao Franco. Sono il ragazzo che ha postato la vicenda di Mingo sul blog. Mi sono accorto del fatto che su You tube non è più disponibile il video. Purtroppo non ho idea di come si possa recuperare il video. In ogni modo proverò ad accontentarti. ti aggiorno. Ciao

Anonimo ha detto...

..e pensare che Barabba correva il rischio di essere crocifisso.
Barabba Santo subito.