giovedì 13 marzo 2008

Tragedie infinite

Ci sono molti modi per commettere crimini contro l'umanità.
Uno di questi è quello di lasciare alle generazioni future la eredità della barbarie umana.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto dura la posizione della ragazza argentina, però quello che è successo con la dittatura militare è uno dei peggiori crimini contro l'umanità mai avvenuti. Giovani madri "desaparecide" a cui venivano strappati i figli in tenera età o, addirittura, se incinte, le si costringeva a partorire in cattività per affidarne i figli ai gerarchi del regime.
Purtroppo, l'Argentina fa ancora i conti con i terribili fantasmi del passato. E non finirà così presto.

Anonimo ha detto...

E non finirà così presto.
Sai cosa mi ha impressionato del tuo commento? L'uso della parola "cattività". Ed effettivamente penso che saremmo superficiali, se la chiamassimo "prigionia".
Quegli uomini e quelle donne venivano trattate come animali. Anche se le vere bestie erano i loro aguzzini.
Non mi stancherò di consigliare di vedere (se in qualche modo è possibile recuperarne i filmati) le quattro puntate del programma "Un Giorno in Pretura" trasmesso a notte fonda del sabato su RaiTre a cavallo fra il 2007 ed il 2008. Ne parlai sul blog, se ricordi.
Nessun libro di scuola potrebbe spiegare meglio ciò che veniva detto in quelle testimonianze degli scampati alle sevizie.
Grazie per dire la tua: questo tema mi sta molto a cuore. Parlarne molto non è mai troppo.
PS - se mi permetti di chiudere con una cosuccia leggera, giusto per rasserenarci ... penso sia meglio: "desaparecidas".

Anonimo ha detto...

Certo, hai perfettamente ragione: si scrive "desaparecidas": ho fatto un pessimo mix tra italiano e spagnolo....

Anche a me il tema sta molto a cuore, non foss'altro perchè in Argentina ho diversi parenti che mi aggiornano sulla realtà di quel grande ma sfortunato Paese.

Anonimo ha detto...

Franko, io non conosco l'italiano, vuoi che sappia leggere lo spagnolo? :-)

Cmq, i miei zii dell'Argentina mi raccontano di quei tempi...

Parlarne molto non è mai troppo. Verissimo.