lunedì 28 luglio 2008

Una storia come tante

Ne ho sentito parlare spesso di quel giorno di sessantacinque anni fa.
La guerra stava martoriando Foggia. Nonno, improvvisamente, morì lasciando sola la nonna e tre figli piccoli. La grande aveva nove, forse dieci anni, la seconda sette. Il terzo solo quattro.
Tutto diventava ancora più maledettamente difficile. La guerra. I bombardamenti. Gli alleati non erano ancora “amici”. E per il momento seminavano solo morte e distruzione sul nodo ferroviario più importante del Sud Italia.
Bisognava andare via, via. Già una volta il rifugio in cui solitamente nonna portava al riparo i figli e lei, venne centrato in pieno da una bomba.
Bisognava andare via, via.
Toccò lasciare i mobili, troppo pesanti anche per gli sciacalli che non li avrebbero portati via. Solo bisognava portarsi la roba, e l’oro. Bisognava venderlo, l’oro, per fare studiare i figli, ora che nonno non c’era più.
A Monte Sant’Angelo la guerra non c’era. Arrivava solo con i Carabinieri per annunciare che un fratello, un papà, uno zio, era caduto al fronte.
" … Un giorno, stavo giocando in strada con i cugini e gli amici. Vediamo entrare a casa di nonna due carabinieri. Noi, cosa vuoi? eravamo ragazzine, continuammo a giocare. E non notammo lo strano silenzio che d’un tratto cominciò ad ascoltarsi per strada. Poi, improvvisamente, sentimmo gridare. “TOMMASO!” ... "

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo racconto... mi è venuta la pelle d'oca...

Mancio ha detto...

idem