venerdì 8 agosto 2008

Pechino non olet

Casualmente sul Tg4 delle 13,30, un interessante servizio sulle Olimpiadi mostrava uno dei tanti esempi di come il Made in Italy abbia messo la sua firma, importante, a suggello di queste contraddittorie Olimpiadi cinesi.
Ciò che vale per Tecnogym vale per tante, tantissime altre ditte che sono in affari con la Cina sia per l'import, che per l'export.
Non si tratta, o meglio: sarebbe ingiusto a mio parere ridurre il tutto ad una questione di ditte private che fanno affari con un interlocutore economico straniero. Non è così perchè quando i governi vanno all'estero, oltre al Presidente del Consiglio e/o della Repubblica, ci sono vari ministri tra i quali non manca quello del commercio con l'estero. E a corredo tanti imprenditori, che non vanno per far coreografia nè vacanza, ma affari.
Nel frattempo, mentre ci aspettano alcune settimane di televisione in cui leggeremo continuamente i nomi dei prodotti italiani esposti su striscioni e attrezzature in Cina, la Meloni chiede che siano gli atleti a dare un segnale ...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sinceramente a prima vista sembrerebbe una cosa assurda e disumana, però (almeno io) nn sappiamo come siano andate le cose quando l'atleta ha lasciato l'isola e cambiato nazionalità....
quella è pur sempre una dittatura.... e se magari sarà più aperta... nn è che dall'oggi al domani possa diventare Anarchia!....


a tutto ciò va anche aggiunto che sono anche sporchi e mangiano i bambini... così il quadro è completo.

Anonimo ha detto...

... non ho capito ...