mercoledì 29 ottobre 2008

Presidential Race - Race to be President


Premesso che mi scuso (con me stesso) per avere utilizzato lo schema "there can only be one" che il vs blogger preferito usò in occasione della sfida per la conquista del titolo NBA, sfida che come è noto si concluse con la vittoria dei Boston Celtics di Kevin Garnett e soci contro i Lakers di Kobe Bryant.
Non starò qui a dire per chi "faccio il tifo", nè dirò chi dei due è il candidato che preferirei vedere
quale prossimo presidente degli Stati Uniti.
Per il semplice fatto che mi è totalmente indifferente.
L'informazione avrebbe, forse, potuto darmi una mano a capire qualcosa in più. Ma il guaio è che, avendo perduto dimestichezza con l'inglese, non ho potuto approfondire il tema quanto mi sarebbe piaciuto fare seguendo i media d'oltreoceano. Il tempo, poi, è quello che è e a malincuore mi limiterò a seguire con curiosità e poco più l'esito delle votazioni.
Dice: ma perchè non hai seguito l'informazione sui media in Italia?
E perchè? Da quando in qua gli spot sono informazione?
Onestamente, da che sono iniziate le sfide fra i candidati repubblicani e quelli democratici, in Italia gli unici sotto i riflettori erano Obama e Clinton. Il candidato Obama (nero quando c'era da evidenziare l'aspetto simbolico di una eventuale elezione alla casa Bianca, afroamericano quando c'era da discutere con corrispondenti stranieri e bisognava essere, dunque, politically correct) e la candidata Clinton (la prima donna alla Casa Bianca? Con tutte quelle rughe? e l'ombra dell'illustre marito? E come chiameremo Bill: first man/gentleman/husband/sir?) hanno monopolizzato fin da subito le attenzioni (gli altri candidati sono stati del tutto ignorati), relegando al subordine le battaglie che si avvicendavano parallelamente sul fronte repubblicano. Un po' di indecisione su chi puntare fra Obama e Clinton (ma solo un poco, eh?) ed appena la aritmetica ha dato ragione ad Obama, in Italia è diventato presidente.
Sì, proprio così: Obama è già da alcuni mesi presidente degli Stati Uniti d'America. Basta seguire i programmi di informazione (?) che si occupano di ciò che vviene negli Stati Uniti
Indubbiamente i sondaggi stanno dando in vantaggio Obama (e non sono i sondaggi di Repubblica che davano Veltroni testa a testa con Berlusconi: stavolta i giornalisti possono parlare di cifre plausibili, non di fregnacce. Peraltro sapendo di dirle!) ma se non fosse stato per la nomina di Sarah Palin, a candidato vice-presidente, possiamo dire che i media italiani abbiano dato risalto alla convention repubblicana? Quando c'è stata la convention democratica, sembrava che fossimo al 5 novembre, non ad agosto ...
La battaglia presidenziale USA 2008 in Italia si basa sui vestiti della Palin, sulla nonna di Obama, sui punti che separano i candidati, sui 100.000 (sembravano due milioni e mezzo) di Denver, sull'ombra di Bush.
Ma i programmi?
La stampa italiana (RaiNews24, che è la testata che maggiormente segue l'estero) sembra l'ufficio stampa dei democratici (e Corradino Mineo sembra Travis Bickle il quale se ne frega di ciò che dice Palantine, tanto lui punta a Betsy).
Cosa accadrà in Iraq? Ed in Afghanistan? E della politica estera in generale degli USA?
E le tematiche ambientali tanto care ad Al Gore? Il democratico Obama chiuderà le centrali nucleari? Aprirà al protocollo di Kyoto?
E la pena di morte? Qualcuno dei candidati ha speso una parola sulla pena di morte?
E l'uso delle armi?
E la sanità? A parte qualche accenno di Hillary Clinton (la quale sembrava voler puntare ad una sanità più accessibile alle classi povere), cosa è passato in Italia circa i programmi dei candidati democratico e repubblicano, se intendono cambiare o conservare un sistema sanitario che se non hai l'assicurazione puoi restare a morire dissanguato sui gradini della clinica ma in ospedale non entri?
E sulla scuola? Sul sistema educativo? Cosa se ne sa?
Piuttosto, si è letto qualcosina in più della differenziazione anzi: della spaccatura profonda dell'elettorato afroamericano rispetto a quello ispanico, con quest ultimo che preferiva Clinton rispetto a quello nero che puntava su Obama. Sembrava di vedere il film di Spike Lee: Do the right thing.
Ecco il perchè del titolo di queste considerazioni (caspita! è la prima volta che motivo un titolo); sembra che il Dio degli idiomi abbia voluto farlo apposta a dare alla parola race, nella sua traduzione in italiano, il doppio significato di corsa e razza.
Insomma, ho avuto l'impressione di una campagna elettorale che in Italia, a fronte dell'ampio spazio dato, è stata assolutamente carente in termini di reale confronto dei programmi dei due candidati, le loro differenze, i loro punti in comune, i riflessi che si avrebbero in Italia se vincesse un candidato o l'altro (mi aspetto il solito buontempone che parlerà di Obama come leader dello schieramento di centro-sinistra e di McCain come quello del centro-destra americano ...).
Siamo qui a vedere celebrare da mesi Obama, e mi ricordo quando Rutelli e soci andavano a genuflettersi difronte al laburista Blair ... (i puntini stanno per via della pietosa coperta stesa su cosa è successo dopo).
Non una parola sul fatto che Colin Powell stia dalla parte di Obama, non una parola sul fatto che l'ex portavoce di Bush sia dalla parte di Obama. O meglio: la notizia del fatto sì, ma il suo significato? Non mi sembra che alcun giornalista italiano filo-Obama, a fronte di tanto interesse, si sia speso più di tanto per spiegare cosa ci sia dietro il passaggio di repubblicani doc che lasciano Mc Cain per schierarsi con i democratici, se ciò non voglia in qualche misura significare che, in fondo, Obama non abbia in animo di fare cose poi tanto differenti da quanto è nel DNA politico dei repubblicani. Possiamo però, qui in Italia, limitarci a dire che se Capezzone diventa il portavoce del governo è un opportunista e se lo fa Powell è il San Paolo del terzo millennio. Per giunta nero. Cosa altro chiedere alla politica?
Il D-Day si avvicina: There can only be one. Vinca il migliore.
... Io volevo che vincesse Hillary ...

16 commenti:

Anonimo ha detto...

I giornalisti italiani non sanno commentare la politica italiana figuriamoci quella straniera.

Anonimo ha detto...

Per capire quale sarà la politica di Obama (spero da Presidente) devi vedere lo "spottone" di Obama trasmesso integralmente da Sky nelle opzioni del TG. Obama parla di problemi concreti (assistenza sanitaria, carovita, casa, lavoro, energia, tasse, ecc.) con la gente di tutti i giorni.
Mi fido di Obama e spero che diventi Presidente: il mondo, non solo l'America potrebbe essere un posto migliore in cui vivere. Se poi Colin Powell ha fatto l'endorsement a suo favore qualcosa vorrà dire. E spero che tu non voglia confondere Powell con Capezzone....

Anonimo ha detto...

Su Obama mi sono già espresso mesi fa con una articolo di Conan sul mio blog, sezione 'esteri'.
Frisbee, vieni in ritardo ;)

Anonimo ha detto...

Parlare di problemi concreti non basta. L'importante sono i sistemi con cui risolverli.
E resto convinto che fra Obama e McCain non ci siano differenze sotanziali.
Al di là del "simbolo", del messaggio mediatico fortissimo rappresentato da un tabù che, forse, finalmente si infrange.
PS - se tutti quei soldi per un mega spot su sette network, i principali, li avesse spesi l'altro candidato, ho come l'impressione che non ci sarebbe stata l'accindiscendenza, anzi: il silenzio dei Corradino Mineo e co.
E i finanziatori si sarebbero chiamati "lobby".
Il 5 novembre si avvicina. Ed a me resta solo la curiosità di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.
PPS - OK, Powell ha fatto l'endorsementa suo favore, qualcosa vorrà dire ... si, ma cosa?

Anonimo ha detto...

Non so voi, ma tra i due, non vedo alcuna differenza...sinceramente di queste elezioni me ne importa veramente poco.

E' sempre la rincorsa al "meno peggio"...ma quando potremo eleggere IL MIGLIORE?

Anonimo ha detto...

Caro Umberto, tu riporti spesso il pensiero altrui, io modestamente... mi accontento del mio...

Quanto all'importana delle elezioni: mi pare abbastanza pacifico che siano elezioni decisive non solo per gli USA ma per il mondo intero. Se gli USA sono ancora (non si sa fino a quando) la nazione-guida dell'Occidente e se questo Paese può decidere se intervenire o meno in altre zone del mondo (con la pace che è la cosa ovviamente auspicabile) oppure con la guerra (speriamo la finiscano di essere il gendarme del globo), vuol dire che l'elezione del loro capo è strategica per gli assetti futuri e anche, in parte, per il nostro destino.

Quindi, dire che questo o quello per me pari sono non mi sembra molto saggio.

Una scelta di campo si dovrebbe fare, anche se non siamo elettori americani.

A me personalmente, Obama dà la sensazione del nuovo e di un diverso stile di governo. Lo vedo somigliare molto a John Kennedy nella sua apertura mentale e nell'approccio ai problemi. Ecco perchè tifo per Obama. Il vecchietto Mc Cain sarà sicuramente un eroe di guerra e un uomo sincero. Però ha idee vecchie, è legato a schemi di conservatorismo sociale che affossano gran parte dei ceti medio-bassi e cosa ancora peggiore ha accanto a sè quella cialtrona della Palin.

Vi immaginate, se malauguratamente venisse un "coccolone" al vecchietto??? Gli USA governati dalla cacciatrice di orsi.... scoppierebbe una guerra al giorno... Peggio che con G.W. Bush.
Dio ce ne liberi e scampi...

Anonimo ha detto...

"Quindi, dire che questo o quello per me pari sono non mi sembra molto saggio."
Frisbee, il senso del mio: "questo o quello per me pari sono", non è una scelta di qualunquismo o indifferenza. Semplicemente una considerazione derivata dal fatto che non colgo sostanziali differenze fra le politiche statunitensi se il prossimo presidente dovesse essere l'uno o l'altro.
Ci sono cose degli USA che mi piacciono, altre meno. Non cambieranno con Obama o con McCain. Non sono questi i candidati (o forse non è questo il momento storico, secondo me) perchè gli USA cambino politica.
L'unica cosa che mi sarebbe piaciuto approfondire è (come accenni tu) cosa cambierà in termini di politica estera.
Nel frattempo le lobby ed i soldi si sono schierate con Obama. Con il protocollo di Kyoto ancora di là da essere ratificato dagli USA, non so quanto peserà il conto che verranno a presentare ad Obama dai sovvenzionatori.
PS - Sula Pena di morte: silenzio totale.

Anonimo ha detto...

Frisbee, è che c'è di male nel riportare il pensiero altrui? E' un problema? Devo dar conto a qualcuno per come gestisco il mio blog? Spesso non ho tempo per scrivere e sopperisco con articoli che suscitano la mia attenzione: è un male? Non possno creare ugualmente dibattito? Ma come cazzo è che nella MOLABLOGSFERA si viene sempre giudicati e messi sotto processo. Ma la libertà dov'è????

Cmq, visto che non ti accontenti, sempre nella sezione 'esteri' del mio blog, come avrai visto, c'è un altro bel post su Obama datato il 4 giugno, con una bellissima sua foto, in cui spero nella sua vittoria. Poche parole, ma scritte da me: spero che vada bene maestro.

P.S. avevo scritto un normale commento, finito con una battuta e un occhiolino ;)
Purtroppo, qui si cerca solo la guerra...

Anonimo ha detto...

"Insomma, ho avuto l'impressione di una campagna elettorale che in Italia, a fronte dell'ampio spazio dato, è stata assolutamente carente in termini di reale confronto dei programmi dei due candidati, le loro differenze, i loro punti in comune, i riflessi che si avrebbero in Italia se vincesse un candidato o l'altro [...]"

Franko ad essere sincero penso che non siano i media italiani a riportare una dimensione "spettacolare" della campagna elettorale americana, ma sia proprio lo scontro politico tra Obama e McCain ad essere incredibilmente mediatico e "vuoto" di contenuti. Per la campagna elettorale sono stati spesi soldi che sarebbero bastati a risanare il bilancio economico della maggior parte dei Paesi "in via si sviluppo" da cui gli USA pretendono la tangente del "debito". Ho visto spot che sono un monumento all'inutilità ed all'utilizzo strumentale del dolore (come l'ultimo di McCain che "usa" un militare in Iraq).
Insomma, sono contento di fare lotta politica in Italia ed anche per queste cose mi batterò sempre contro l'americanizzazione della Politica.

Anonimo ha detto...

Media e vacuità dei contenuti.
Il problema, infatti, mi è sembrato proprio questo. A fronte della "richiesta" di cambiamenti epocali, della necessità di imprimere un cambio sia col passato e sia per differenziarsi nei contenuti, si è "dovuto" (o voluto) puntare sull'unico elemento di novità: un candidato (democratico) che per la prima volta poteva essere una donna o un nero.
La donna è sfumata. E dunque il contenitore propone un presidente nero o un vicepresidente donna.
E i contenuti?
Buona parte della stampa italiana ha puntato fortemente sul democratico: ma cosa c'è di tanto vicino ai valori "democratici", quelli che in Italia sintetizziamo con quelli della sinistra (o centro-sinistra) se la sanità resta privata, se la pena di morte viene confermata, se le armi vengono vendute al supermercato, e le politiche energetiche, l'ambiente ... l'incognita su cosa cambierà nella politica estera.
Di tutto ciò i Corradino Mineo cosa ci hanno realmente detto?
Francesco, tu fai riferimento alla retorica di McCain e del soldato, io ai troppi soldi che faranno vincere Obama, soldi che se da un lato assicurano trasparenza (per lo meno uno sa chi è che appoggia quel candidato), dall'altro sono la corda con cui il medesimo candidato inequivocabilmente si lega mani e piedi ai propri sponsor, più che ai propri elettori.
Già Obama nella lotta con Hillary Clinton aveva dalla sua i fondi (Clinton stava per mollare proprio per mancanza di finanziamenti, ricordi?), oggi si permette lo "spottone" di mezz'ora.
Non so, mi aspettavo molto ma molto di più.

Anonimo ha detto...

...si, naturalmente ho citato lo spot di McCain perchè è l'ultimo che ho visto, ma non dubito che per Obama valga lo stesso discorso.
Per me McCain ed Obama sono come l'imperialismo. statunitense o russo, sempre imperialismo è!
Non riesco ad interessarmente. Magari sbaglio, non sarebbe certo la prima volta ^_^

Anonimo ha detto...

Umberto, troppa suscettibilità. Io volevo semplicemente dire che preferisco affidarmi al mio pensiero, magari citando quello altrui. Poi, ognuno è libero di organizzare il suo blog come crede.

Quanto a Franko e a Francesco: secondo me "snobbare" l'elezione del Presidente USA non mi sembra utile. Soprattutto perchè la politica USA, nel bene e nel male, condiziona e condizionerà i nostri destini.

L'uno o l'altro per me pari sono, voi dite. A me non sembra: ho visto lo spottone di Obama e ho sentito parlare di temi concreti: il lavoro, la casa, la sanità, l'economia. Mc Cain invece parla solo e soltanto di tagli alle tasse: cosa che fa felici i milionari americani ma non la gente a reddito medio-basso.

Le differenze tra i due ci sono, eccome. Certo, non si può pretendere che, come d'incanto, cambi la politica estera. Però, ad esempio, Obama ha già detto che lascierà l'Iraq: e vi pare poco???

E poi, in ogni caso, se un uomo di colore andrà alla presidenza USA sarà una rivoluzione epocale: anche questo vi pare poco???

Anonimo ha detto...

Obama ha anche detto che assumerà maestri e professori, mentre in Italia proprio in questi giorni ne hanno predisposto un taglio profondo. Tutto questo va benissimo. Io sarò banale e partigiano ma penso che il peggior centro-sinistra sia sempre e comunque meglio di ogni tipo di centro-destra.
Però la politica americana, nei metodi e nei contenuti, non mi piace proprio. Non riesco ad interessarmente, o meglio a "parteggiare", seriamente.

Anonimo ha detto...

Piccola premessa per dire che effettivamente, Umberto, mi sembra che la tua risposta sia stata un po' troppo umorale, rispetto a quello che mi era sembrato essere stato il pensiero di Frisbee.
Però, Frisbee, a volte tu mi sorprendi. Non so se devo provare a fare un disegno per spiegarmi meglio.
Io non snobbo le elezioni americane, non ne sminuisco l'importanza. Dico una cosa ben diversa: dico che questi due candidati sono troppo simili nei programmi per giustificare un appassionarsi per la vittoria dell'uno o dell'altro.
Gli Stati Uniti sono e resteranno per me molto meglio di tanti altri paesi del mondo, con tanti difetti ma numerosi pregi. Come un po' nella caratteristica di tanti, tutti i paesi di questa terra, dall'Italia a Cuba, dalla Russia alla Cina, all'Inghilterra ecc. ecc..
Il fatto, però, che diventi presidente uno o l'altro secondo me non sposterà l'ago della bilancia più di tanto, come forse sarebbe accaduto con Gore 4 anni fa.
Spero stavolta di essere stato chiaro (anche perchè non vorrei cimentarmi in disegno).
Circa il fatto che vada un nero alla presidenza, certo che sarebbe (o sarà) un fatto epocale, ma (uso un paradosso) nero per nero, anche Tyson allora sarebbe stato un presidente rivoluzionario?
Ma facciamo un esempio più ragionevole, che ho già proposto altre volte, e che è altrettante volte rimasto senza risposta: Condooleza RIce. Avresti appoggiato la Rice come presidente degli USA? nera e donna: doppio cambio epocale.
Sulla uscita degli Usa dall'Iraq, aspetto modi e soprattutto tempi, prima di giudicare.
Sulla pena di morte e l'uso delle armi (con relativo appoggio delle potenti lobby che Obama ha pensato bene di non inimicarsi) non sono riuscito ad ottenere risposta.

Anonimo ha detto...

Le politiche di Obama e di Mc Cain sono molto diverse, soprattutto in materia di sanità (Obama si propone di finirla con la scandalosa situazione che vede i poveri morire privi di cure in assenza di una assicurazione sanitaria; a Mc Cain va bene così); di tasse (Mc Cain vuole, come al solito, tagliarle ai ricconi; Obama solo ai redditi medio-bassi), di scuola (ne ha parlato Francesco), di politica estera (MC Cain vuole ancora spezzare le reni agli irakeni, Obama vuole uscire da quel pantano); di energia (Obama promette di creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro con l'utilizzo delle energie alternative; Mc Cain e la sua valletta si propongono di trivellare tutta l'Alaska). E l'elenco potrebbe continuare.

Quindi, i candidati sono molto diversi tra loro: forse per la prima volta da tanto tempo.

Con Obama, potrebbe esserci una svolta di tipo "kennedyano" e non sarebbe cosa da poco.

Quanto alla Condoleeza Rice: il fatto che sia nera e donna non sposta la questione. Prima di essere tale, la Rice è una decisa conservatrice e, cioè, fin troppo assimilata nell'establishment WASP.

Obama, mi sembra sinceramente tutt'altra cosa. In meglio, naturalmente.

Quanto, infine, alle considerazioni di Francesco sui metodi e contenuti della politica americana: non mi pare che, oggi, in Italia ce la passiamo molto meglio.

Lì almeno hanno una speranza di cambiamento (vedremo se poi sarà vera e duratura): qui da noi, non solo le facce sono sempre le stesse, ma sta trovando persino pieno compimento il Piano Rinascita del burattinaio Gelli.

Anonimo ha detto...

...senz'altro in Italia non ce la passiamo bene, ma il Piano di Rinascita Nazionale è qualcosa di concreto e concretamente si può contrastare (se si vuole). E si può anche perdere rovinosamente.
In America i soldini degli sponsor praticamente fanno programma politico. E, con tutta la simpatia che ho per Obama, non credo che Franko abbia tutti i torti.
Alla fine si può dire tutto ma anche il contrario di tutto. Obama ha delle contraddizioni incredibili, che può essere più o meno bravo a nascondere.
Io della campagna elettorale americana ho solo apprezzato l'inizio, quando McCain ha proposto di fare le elezioni solo con i soldi pubblici, rinunciando ai finanziamenti privati. Ovviamente così non è stato.