venerdì 13 febbraio 2009

Al voto! Al voto!

I disastri del 6 politico e, peggio, quelli del 18 politico sono esplosi e, forse irreversibili, non penso vi sia rimedio.
Penso che il voto non si sostituisca al giudizio; piuttosto credo che sia una forma di qualificazione diversa.
Ovviamente, come sempre più spesso accade nel nostro Paese, non si giudica più il fatto in sé, ma chi ne è il proragonista. Ovviamente, il ritorno del voto in pagella non fa eccezione; e dunque è sufficiente che lo abbia proposto un ministro di un governo invece di un altro per rendere la cosa una sciagura.
Il vero guaio purtroppo non è questo. Di pochi giorni fa la decisione di alcune illuminate maestre di protestare contro questa decisione e di mettere tutti dieci ai bambini.
Poi, per fortuna, poichè a volte non c'è bisogno di andare fino a Berlino a prender freddo per trovare un giudice, si trova in loco qualcuno che pone rimedio.
Ed a proposito di giudici, il peggio che non trova mai fine. Intervistato ieri mattina il giudice Loiero (ma forse non è un giudice ma un Pubblico Ministero, PM, già nello staff di Mani Pulite, MP) a Radio 1, gli viene chiesta una opinione sul tipo di protesta delle maestre. L'ineffabile PM risponde che in democrazia ogni forma di protesta va vista come una forma di democrazia e che la libertà e questo e quest altro. sacrosanto. La successiva domanda del giornalista("Ma un docente quando svolge il proprio lavoro è un pubblico ufficiale") resta sospesa fra un "... eh si .." imbarazzato e dalla salvifica pubblicità che evita al dott. Loiero di inanellare qualcos altro.
Forse il giornalista voleva fare un ragionamento più approfondito. Forse di questo tipo:
"Fatte le debite proporzioni un pubblico ufficiale-maestro che prescinde dal fatto che in una classe ci sono stati:
- bambini più in gamba e capaci ed altri meno;
- alcuni diligenti ed altri meno; alcuni volenterosi pur conoscendo i propri limiti, altri pigri;
- alcuni che non sono andati a giocare alla playstation se non prima di finire le lezioni ed altri che non hanno provato a studiare se non prima di avere finito di giocare alla playstration;
- eccetera
sbaglia e fa male il proprio lavoro, Per via del fatto che un ministro e le sue decisioni non sono di suo gradimento, che fa? Decide di sbagliare, sbaglia sapendo di sbagliare, commettendo una ingiustizia volontariamente. Che per un MAESTRO è gravissimo.
Un po' come un giudice (fatte le dovute proporzioni) che al momento di emettere una sentenza decide, poichè il ministro e le sue decisioni non gli aggradano, di mandare tutti assolti. Tutti: chi è innocente, e chi no; chi è un rubagalline, e chi rapina le banche; ecc. ecc.
...
la democrazia, la libertà, i diritti sono conquiste di civiltà. L'onestà intellettuale è "solo" una conquista personale. Quando sarà conquistata anche quella, finalmente qualcuno aggiungerà al proprio dizionario personale la parola: dovere.

1 commento:

Mancio ha detto...

la parola dovere manca dalla maggior parte dei vocabolari...