lunedì 1 giugno 2009

lo strano caso

La puntata di ieri sera di Report un po' mi ha fatto pensare al caso del paesello. Un luogo dove solo due anni e mezzo fa si è registrato un evento meteorologico che tutti ricordano, danni compresi.
Fra i tanti che dissero le loro sciocchezze in libertà, con la complicità di Juan, ci fu l'autore di un articolo apparso sullo Spiraglio; costui, fra le altre cose, metteva l'accento sulla variazione fra superfici impermeabili e superfici permeabili a seguito della espansione urbanistica del paesello.
L'ambiente, il suo "stato di salute", si misura con tanti parametri. Fra questi la presenza di nuclei abitativi decentrati, che comportano (specie se poco e male infrastrutturati) conseguenze molto impattanti legate alle necessità di lunghi tempi di spostamento per soddisfare i bisogni anche più banali, utilizzo del mezzo di locomozione privato, aumento dei costi per il fabbisogno di servizi (vigilanza, raccolta rifuti, ecc.) pur a margine di un sostanziale non-aumento della popolazione, esagerato "uso" o meglio: consumo di suolo sotratto a pratiche agricole e/o naturali, eccetera eccetera, fra cui appunto l'incremento delle aree impermeabili a scapito di aree permeabili.
Errare è umano, perseverare dicono sia diabolico.
L'espansione di alcune periferie tipo la zona di Cerulli (credo la lottizzazione definita C3.3, se non ricordo male), per non ritornare sempre al vecchio ma ancora attuale problema dell'area sequestrata sul lungomare, poteva e forse doveva essere non dico il monito, ma una base per sviluppare nuove strategie urbanistiche.
Invece, fra la cementificazione selvaggia che sta sfregiando il Cozzetto (a discapito, qui, non solo di suoli, ma anche e soprattutto di servizi per la collettività di cui non si vede ancora nulla) e lo sblocco di lottizzazioni a mare o quasi (zona ex-tiro a piattello e adiacenti), e chissà cosa accadrà oltre la ferrovia, mi sa che il futuro è dipinto con i medesimi colori che hanno imbrattato il passato di questo paese.
Eppure non è possibile non tenere conto delle iniziative che non posso pensare che rimangano fino a se stesse. Attività promosse dalla amministrazione quali: le presentazioni di volumi interessanti (investire in cultura non ha prezzo9 quali quello sull'avifauna molese o sulla poseidonia oceanica spiaggiata e prima ancora quello sul censimento delle essenze vegetali a Mola, oltre naturalmente agli sforzi che si stanno facendo per incrementare la raccolta differenziata e l'educazione ambientale nelle scuole, fra giovani e giovanissimi, ed altro ancora che verrà a breve, dimostrano che le tematiche ambientali sono in agenda di chi ha in mano le sorti della cosa pubblica.
Perchè, allora, continuare a cementificare il paesello e renderlo squallida "periferia" prima ancora di quanto a bari hanno già in animo di fare?

4 commenti:

francesco ha detto...

Franko, pienamente d'accordo!

Frisbee ha detto...

Non ho visto la puntata di Report, però la questione della cementificazione selvaggia, delle lame e le Piano di assetto idrogeologico è stata affrontata nell'ultimo numero di Città Nostra credo in maniera abbastanza esaustiva.

In quell'articolo, si è anche parlato, come tu hai fatto, della questione Cerulli e del venir meno dei terreni permeabili nell'intorno del centro abitato: tutti ricordiamo, almeno dovremmo, l'allagamento del sottopasso della stazione a causa delle acque provenienti da Cerulli con l'alluvione del settembre 2006.

Quindi, non possiamo che essere d'accordo.

Peraltro, ho la sensazione che la questione della Lama di Sant'Antonio venga superficialmente ignorata da sindaco, assessori, consiglio comunale, ufficio tecnico, progettisti, ecc. ecc..

Eppure è uno dei punti dolenti del nostro territorio che se sottovalutato ancora potrebbe riservare (toccando ferro e cabasisi) amare sorprese nel futuro.

Giovanni Ruggiero ha detto...

bei tempi franko

Anonimo ha detto...

pienamente d'accordo con te Franko. Pienamente.