giovedì 5 novembre 2009

Spiritosi, perbenisti, gialappisti, commercialismi, transismi, body bidink ....

Sono in disaccordo con Aldo Grasso, stavolta.
Pur se capisco quanto possa lui essere stufo dei Giallappi e del loro insopportabile snobismo da "figli di papà", come li appellò magistralmente Trapattoni, preso di mira e sfottuto per i suoi ripetuti strafalcioni grammaticali, l'idea di perdere l'opportunità di vedere spogliati, e mostrati nella loro vacuità quei rappresentanti del genere umano che frequentano la casa del Grande Fratello, per non parlare degli aspiranti, mi porta alla depressione più nera.
Lunga vita al Grande Fratello (che significa: lunga vita a mai dire Grade Fratello). Anche perchè, chi vede il GF è un po' come chi vota Berlusconi: nessuno lo dice, ma intanto lui sta lì.
Prevale sempre una ipocrisia di fondo.
Temo di dovere fare un piccolo accenno al caso Marrazzo. Ma non per i risvolti intimi e/o piccanti che lo hanno portato al pubblico dileggio ed alle conseguenti dimissioni, sintomo della ipocrisia perbenista della classe politica e giornalistica (Marrazzo è/era giornalista, prima ancora che politico).
Le campagne antidroga partono dai settori più disparati della società, ma chi se ne fa portavoce per divulgare il messaggio, sono i VIP.
Poi si scopre che i maggiori fruitori e consumatori, in dosi industriali, sono proprio loro, i VIP, quelli che vanno in Tv con le magliette: NO ALLA DROGA, o in TV a dire che bisogna impegnarsi contro questa piaga sociale che è il consumo di stupefacenti, specie fra i giovani.
Sono gli stessi che si "interessano" delle giovani generazioni. E magari, poichè bisogna interessarsi dei nostri figli e del loro futuro (visto che, come disse qualcuno: è il luogo dove passeremo gran parte del nostro tempo), una puntatina anche alla difesa dell'ambiente non ci sta male.
Marrazzo, dicevo. La droga. I "comportamenti".
Il perbenismo e l'ipocrisia sono due facce della stessa medaglia marcia, al collo di una società che si offende quando all'estero usano ancora l'immagine dell'italiano pizza e spaghetti, mafia e mandolino, ma che se uno va a fare visita ai parenti al di là dell'Oceano, l'unica cosa che devi aspettarti è la solita risatina, con la solita battuta del cazzo, abusata, trita e ritrita, che "porta qualcosa di buono mo' che torni", o in alternativa un po' di schifo verso quella nazione che sembrerebbe essere la sola protagonista e responsabile del commercio e della diffusione del veleno che ammazza le nuove generazioni in tutto il mondo.
Già. Ma mi domando: come mai tanti VIP fanno la coda?
A qualcuno è mai venuto il dubbio che dietro ogni pippata, del poveraccio come del governatore, del politico o della star televisiva, ci sia la morte e la distruzione di un popolo, di una terra?
E poi ci si offende se all'estero ci prendono per i fondelli?
PS - A Repubblica, dopo questa "figuraccia", non è venuto in mente di fare partire l'ennesima campagna: "firma anche tu: mi vergogno di essere italiano"?

1 commento:

Mancio ha detto...

è sempre una questione di coerenza......
qui in Italia (ma credo anche nel resto del mondo) siamo "padroni" del predica bene e razzola male" il resto è la normale conseguenza