sabato 7 novembre 2009

Yoani Cucchi

Insomma, non sarà tutta colpa dell'embargo yankee se laggiù la libertà (di movimento, di espressione) è motivo di discussione.
Un modello di stato imposto da 50 anni dalla stessa persona, subito dalle stesse persone, e chi lo esalta, chissà come mai,vive in Italia, negli Stati Uniti ...
Yoani Sanchez prova a fare sentire la sua voce e quella di un popolo che, proabilmente, pur non pensando che gli USA siano il migliore dei mondi possibili, nemmeno credono che sia giusto vivere con il riso razionato e la libertà nemmeno quello.
Per descrivere la violenza fisica subita, la blogger cubana ha titolato parlando non di mafia, ma di camorra (anche se poi ha parlato di camorra siciliana).
Nella tristezza della riaffermata consapevolezza per cui nel mondo, se si vuole parlare di criminalità organizzata e spietata, il modello è l'Italia, mi sono ricordato di Saviano.
Uno che ci ha messo la faccia. E sappiamo cosa sta significando, per lui,oggi, vivere.
Saviano che accusa la camorra e tante volte la complicità delle istituzioni.
Saviano ora vive sotto la scorta dello Stato.
Sì, lo Stato. E lo scrivo con la S maiuscola. Perchè mai come in questi casi lo Stato sono quei carabinieri che mettono a rischio la loro vita per difendere Saviano. O quei poliziotti che, mai sia, domani ci lasceranno la pelle e sole le famiglie, morti ammazzati dalla criminalità che prima o poi gliela farà pagare, a Saviano.
Mancio, amico mio, lo Stato ricordalo non soltanto con quelle parole feroci e sprezzanti di qualche giorno fa.

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