venerdì 6 agosto 2010

... tutti cadaveri ...

Ricorre oggi, 8 agosto, l'anniversario di una delle più gravi sciagure che l'Italia abbia patito.
Stamattina RAI EDU ha trasmesso una puntata dedicata interamente a quel disastro; una storia agghiacciante non solo per il fatto in sè, i tanti morti. Dietro quei morti c'erano le storie di tanti giovani italiani (e non solo) costretti dalla disperazione della fame e della miseria a lasciare la propria Terra, il proprio nulla, per regalare se stessi al cinismo di governi che avevano bisogno di braccia. In cambio di ... cosa?
Oggi le morti sul lavoro vengono ricordate, chissà perchè, una volta ogni tanto. Sembrano pochi, coloro i quali oggi muoiono mentre lavorano, in Italia. E invece son tanti. Perchè un lavoratore che muore sul lavoro, a meno che non muoia insieme ad altri due o tre colleghi, a meno che non muoia in una grande fabbrica, diventa una notizia solo se c'è un buco diqualche secondo da riempire in un telegiornale.
L'otto agosto dovrebbe essere, forse, il giorno in cui si ricordano tutti coloro i quali hanno perso la vita per il lavoro.
In questo giorno, nella sintesi di questa trasmissione, c'è tutto il dramma di chi sa, ancora oggi, che andare a lavorare potrebbe essere un viaggio di sola andata.
Certo, tante cose sono cambiate in questi 54 anni, eppure troppo è ancora così maledettamente uguale. Dal cinismo di chi mandava braccia in cambio di carbone a prezzi scontati (operazione, peraltro, mai effettuata, perchè gli USA ce ne regalarono tanto, loro, di carbone), al ricordo di chi sentiva il disprezzo delle popolazioni locali, pur saendo che loro erano lì perchè "i miniera i belgi non ci volevano più andare"; e le famiglie lontane, le malattie, i figli e i nipoti (uno su mille) che sono diventati "qualcuno" pur con quel nome così italiano, mentre tanti son tornati, alcuni con il benessere della casa per sè e i propri cari, altri senza niente e con il carico della vergogna di chi "non ce l'ha fatta".
Il carbone era la ricchezza del ricco Belgio. Oro nero.
Ogni qualvolta si deve definire un bene, un materiale, un prodotto che genera ricchezza, lo si trasfroma in oro e lo si colora. L'oro nero era il carbone; l'oro nero è il petrolio.
Oro e basta è quello che si estrae da miniere in stati africani dove lo schiavismo, la disumanità di tanti rende ricchi pochi e felice qualcuno.
Forse diventerebbe difficile sorridere quando si conoscesse cosa c'è dietro l'estrazione del migliore amico di una donna; forse.
Oro bianco per alimentare l'ipocrisia di chi prima usa i bagni di tribunali, Parlamento e discoteche "VIP" per sniffare cocaina o fumare di brutto, e poi, dopo avere alimentato il potere dei sanguinosi trafficanti di droga, che sfruttano, distruggono, ammazzano senza pietà, firmano le petizioni o si mettono in marcia (verso dove?) contro lo sfruttamento delle popolazioni del SudAmerica, dell'Afghanistan, contro gli Stati corrotti ...
...
E' in piena attività, oramai, la raccolta del pomodoro, in Campania, in Puglia.
Altre storie di sfruttamento, di miseria, di emigrazione; di famiglie lontane. Di discriminazione e razzismo, di "respingimenti".
"imparate le lingue e andate all'estero". Il mondo è pieno di uomini che verranno a fare quel lavoro che "gli italiani non vogliono fare più", oggi. Come quei belgi con il carbone, ieri.
Il pomodoro: l'oro rosso.

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