mercoledì 10 dicembre 2014

Preferenze per Mafia (è) Capitale

Alla fine della giostra, il tutto si risolverà con una boutade tutta basata sull'inasprimento delle pene e dell'allungamento die processi che, infatti, contribuirà ad ingolfare ulteriormente la già di per se stessa farraginosa, appesantita, bradipa, pachidermica macchinagiudiziaria.
Perchè in ultima analisi, allungare i tempi della prescrizione, come ha pomponeggiato Renzi in maniche di camicia bianca ieri in un videomessgaggio, per i reati di corruzione è una ammissione di incapacità, una dichiarazione di resa, una sconfitta dello Stato.
Una Giustizia non solo lenta, ma volutamente lenta, non è Giustizia.
Arrivare a condannare, in terzo e definitivo grado di giudizio, un fino ad allora innocente-presunto-colpevole dopo anni e anni di processi, significa avere comunque condannato un innocente (se innocente) perchè ad essere sotto la gogna della giustizia, mediatica e del parlare comune si è marchiati a vita e questo non si può fare finta nè di ignorarlo nè di non saperlo; ovvero di avere condannato un colpevole che, spesso, è nel frattempo diventata un'altra persona. Perchè se si passano gli anni in galera, e quella cartuccella che inizia con : "Art. 1: L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro ... ecc. ecc." dice che lo scopo della detenzione è quella di riabilitare un condannato, figuriamoci se questa persona non può cambiare senza entrare in quel letamaio che sono le carceri italiane.
Quale che sia la visione delle cose, un processo, la Giustizia, per dirsi giusta deve essere veloce ed efficace. Sapere di non essere in grado di cambiare le cose nel senso del raggiungimento della Giustizia, e spostare in basso l'asticella, prendendo la via del populismo, e della demagogia, inasprendo pene (ammesso che chi si gioca mazzette in milioni di euro, sai quanto se ne fotte del Codice Penale) ed allungando i tempi della propria inefficienza spacciandola per rigore e difesa dei valori della legge, a me sa di presa per i fondelli.
In tutto ciò, non poteva mancare la sottile perfidia mediatica del Premier, l'uomo capace di presenziare tutto ciò che è fumo, apparendo giovane, brillante e rassicurante per dire che i ladri devono andare in galera, mentre lascia all'inutile Giachetti, uno che la capacità di deludere chi pure gli aveva riposto fiducia e speranza la porta scritta negli occhi, il compito di approfittare della situazione e dire che le preferenze sono la via maestra verso il malaffare, la "garanzia di inquinamento". Se davvero il popolo italiano non fosse convinto (come invece in gran parte è) che le preferenze sono un diritto inalienabile, e quando si va alle elezioni, si va ad eleggere, non ad avallare scelte altrui (quello è firmare una delega), lo direbbe chiaramente e senza tanti giri di parole lo stesso Renzi, in maniche di camicia bianca; invece no; lo continua a lasciar dire alla senatrice Finocchiaro (che è quella che si vede ultimamente al fianco di Calderoli mentre riscrivono la legge elettorale), alla ministro Boschi, a Giachetti (uno con la fama degli scioperi della fame, beh, ha sempre il suo perchè).
A me, 'sta storia delle preferenze che determinerebbero automaticamente la scelta di criminali, delinquenti e scambio di voti, non convince. Cosa cambia se un partito mette in lista tre o venti candidati fra i quali l'elettore deve scegliere? Cioè significa che in un partito, più di tre onesti per circoscrizione non si riescono a trovare? Un partito, su un territorio, di gente per bene non ne riesce a trovare più di tre? Chi veniva candidato "prima", chi è stato candidato l'anno scorso nella giunta Marino a Roma (ma vale dappertutto), è scoperto "mariuolo" (cit.) post, ma antes era un iscritto a quel partito o no? Prima di passare al vaglio del popolo incapace di scegliere un candidato onesto, chi l'aveva messo in lista quello lì? Io? O la segreteria del partito?
Come mai, fino a che questi delinquenti e corrotti portano soldi alle casse del partito, i vertici non si pongono i problemi e poi, quando qualcuno viene scoperto con le mani nel sacco, si sorprendono tutti?
Quando il popolo bue (quello ignorante che vuole le preferenze) vede persone svoltare economicamente la loro vita, si fa domande pettegole: "Ma come cazzo ha fatto quello a farsi tutti quei soldi?". Stranamente, invece, i politici, quando vedono i propri "peones" passare dalla Fiat Uno ai SUV, questi dubbi non se li pongono, non prima, per lo meno, di quando qualcuno viene pescato ad essere ladro.
In effetti ci sarebbe anche un altro problema; tante volte, in queste inchieste giudiziarie, vengono coinvolti personaggi che non sono nè politici nè amministratori, ma piuttosto dirigenti di partito, affaristi, faccendieri, segretari, tesorieri, ecc. che tante volte nelle competizioni elettorali non ci si sono mai messi, ma sono da sempre uomini di partito. E però son sempre queste le occasioni ghiotte per i culi-appiccicati di cogliere la palla al balzo e rivoltare la frittata a loro uso e consumo, additando a colpevole il popolo-bue e la preferenza.   
Chi dice che quando la nave affonda, i topi scappano per primi? Qui il barcone cala a picco e questi sono immersi nel formaggio, gozzovigliando tenacemente.
Io, al mare, dalla spiaggia, osserverò lo spettacolo triste del naufragio. Arriveranno, ovattate, le note dell'orchestra che suona. A quel punto saprò che è il momento di andare via anche da lì: da un momento all'altro attraccheranno le lanche cariche di naufraghi. Su di esse ci saranno loro: si son salvati anche stavolta, si son fregati pure i posti sulle scialuppe di salvataggio. 
...
Ma che te lo dico a fare.

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