giovedì 27 novembre 2008

Dove non arriva l'effetto serra ....

Che sia importante sapere e soprattutto faccia bene alla coscienza ambientalista di (quasi) tutti noi che gli Stati Uniti (almeno quelli dell'era Bush) e perchè no? l'Italia (almeno quella di Berlusconi) ostacolino il perseguimento e l'applicazione del protocollo di Kyoto, oramai mi sembra una cosa fin troppo evidente.
Eppure la Terra è da sempre passata attraverso fasi di caldo e di freddo, ha subito quelle che noi, come umani, chiameremmo catastrofi, ma che la Natura probabilmente definirebbe semplicemente "fasi". Poi, se una comunità decide di insediarsi proprio laddove gli effetti meteorologici sono più intensi, ecco che le fasi diventano catastrofi.
Le glaciazioni si sono sempre avute. E non parlo delle grosse glaciazioni; pare proprio che se Napoleone avesse avuto un buon metereologo, avrebbe evitato la campagna di Russia: essere nel bel mezzo di una piccola fase glaciale e non saperlo annulla le possibilità anche del miglior stratega che sia apparso sulla faccia della Terra dai tempi di Annibale.
Una pulsazione (climatica, naturale) è diventata una tragedia (umana).
In buona sostanza, il passato del pianeta è stato densamente (alla scala dei tempi geologici) caratterizzato da eventi che ne hanno stravolto gli equilibri e le modalità evolutive. Con la sostanziale differenza che a parte gli eventi catastrofici (l'impatto di un meteorite, ad esempio), la scala dei tempi geologici prima di tutto non è comparabile con quella umana e (cosa non trascurabile, evidentemente) la presenza dell'Uomo sulla faccia della Terra è veramente un fatto "recente".
Altrettanto indubbio, però, è il fatto che l'ambiente (termine inteso nella sua accezione più ampia) subisce (semplifichiamo e fissiamo una data: dalla Rivoluzione Industriale ad oggi) una antropizzazione spinta che innesca meccanismi pericolosi, anche solo alterando la velocità con cui i processi si dovrebbero esplicare, affinchè il sistema Terra sia in grado di "gestirli" ed assorbirli (fermo restando che, secondo me, continuerà a gestirli ed assorbirli; solo che lo farà alla scala dei tempi geologici e l'Uomo sarà stato solo una "fase", come lo furono i trilobiti, i dinosauri, ecc. ecc.).
Pochi anni fa era di moda temere il buco dell'ozono, di cui però non parla più nessuno (almeno forse fino a che non sarà necessario vendere altri frigoriferi e lavatrici di classe AAAAA); oggi c'è, invece, l'effetto serra, le sue conseguenze sui cambiamenti climatici, l'impatto sugli ecosistemi, ecc.
Ridurre le emissioni diventa, comunque la si veda, fondamentale. Gli sforzi internazionali che vanno in questa direzione hanno un senso. O forse sarebbe più giusto dire: lo avrebbero.
Condizionale d'obbligo, perchè: a cosa serve gridare solo contro alcuni paesi che vogliono ritardare se non ostacolare e contrapporsi decisamente all'applicazione degli accordi del Protocollo di Kyoto se poi esistono nazioni che magari il protocollo di Kyoto lo hanno sottoscritto, nazioni che hanno nei loro territori patrimoni naturali fondamentali per la sopravvivenza stessa del Pianeta, ma che poi ne decidono la Morte?
Sia il Canada che la Argentina hanno firmato e sottoscritto il protocollo di Kyoto, ma poi la stessa moglie dell'ex-Presidente argentino, incidentalmente oggi a capo del governo*, di un governo certamente anti-imperialista (...) pone il veto ad una legge che aveva lo spirito della salvaguardia di uno dei beni sempre più scarsi sulla faccia della Terra: l'acqua, favorendo gli interessi economici di un colosso minerario canadese. Che senso ha tutto ciò?
Che fine faranno i documentari che solo fino a due sabato fa erano stretta attualità, quei documentari sulla natura che ci parlano dell'Argentina, e del Perito Moreno: uno degli ultimi se non l'ultimo ghiacciaio del Pianeta ancora non in arretramento? Sono già preistoria?

* ... deve essere una abitudine di certe democrazie di quelle parti salvaguardare la continuità governativa mettendo uno stretto parente a capo della Nazione. Un po' come gli Atenei italiani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per non parlare dei nuoi mercati asiatici che di Kyoto non ne vogliono sapere.
E poi, in questo periodo di recessione tanti stadi, che avevano sottoscritto, dicono: "Sì, ma...però, putroppo...".
I miei genitori mi hanno sempre parlato bene di petito moreno...che peccato.

Anonimo ha detto...

Sti cavoli, ma quanti errori! Non controllo mai ciò che scrivo. Riscrivo.

Per non parlare dei nuovi mercati asiatici che di Kyoto non ne vogliono sapere.
E poi, in questo periodo di recessione, tanti stati, che avevano sottoscritto il protocollo, dicono: "Sì, ma...però, purtroppo...".

I miei genitori mi hanno sempre parlato bene di Petito Moreno...che peccato.