venerdì 7 novembre 2008

Un po' di leggerezza ... (bello era e biondo e di gentile aspetto)

Un (in)atteso timore/terrore sembra pervadere il mondo della satira.
Lo dice Lucia Annunziata; la quale certamente ha "tifato" Obama alle recenti elezioni statunitensi, ma che altrettanto certamente non gradisce il paventato rischioso silenzio ipocrita di chi, dopo anni passati a sollazzarsi fra gobbe andreottiane, "stature" fanfaniane, pisellini ed adipi spadoliniani ecc. ecc., adesso dovrebbe gettare nel cestino la matita nera prima di materializzare le proprie strisce satiriche, abdicando ad una malinteso politically correctness.
A causa di quanto scritto sulla mia carta di identità, ricordo benissimo (e con qualche nostalgia)le serie televisive che passavano in TV negli anni '80. E mentre c'era chi non si perdeva Hazard o A-Team, io non perdevo una puntata dei Jefferson, un divertente mix di ironia interrazziale, fra neri, bianchi, "zebre", inglesi, ebrei, ricchi, arricchiti, poveri, e quant altro la Manhattan del sogno americano che si faceva realtà poteva offrire. Il tutto condito da quell'insieme di luoghi comuni che insistono fra i "diversi" per (colore di) carnagione, etnia, nazione di nascita, scelte di vita; che pure, alla fine di ogni puntata, finivano per coesistere con serenità, usando (come direbbe Mancio) con "leggerezza" l'unica arma che distingue chi un po' di sale in zucca ce l'ha e chi ne avrebbe realmente bisogno: l'ironia.
PS - La notizia è realmente arrivata in ogni dove. Anche in Argentina, terra di italiani che ancora ricordano i fantastici anni '60.

4 commenti:

Anna Innamorato ha detto...

credo di intuirla abbastanza bene, l'ironia, e -quando è fatta bene- ne vado matta.
Ci sono, però, luoghi e tempi per farla.
Non posso confessare un peccato ad un prete, se poi questo -ironicamente- mi risponde 'cazzi tuoi'. E, ridacchiando e tornando serio, dice 'dai, stavo scherzando'.
È una questione di aderenza al contesto, secondo me. E in visita ad un presidente russo (russo), l'ultima cosa che è delicato fare è scherzare sul colore della pelle del nuovo presidente americano (americano).

Anonimo ha detto...

Il fatto è che Berlusconi scambia l'arena internazionale della diplomazia e della politica estera per il "Bagaglino"....

Che ci volete fare se uno è nato chansonnier sulle navi da crociera ben difficilmente potrà comprendere che il rapporto tra Stati è fatto di serietà, di regole e di rispetto.

Mancio ha detto...

...infatti non è una persona seria!
ed io sul mio blog mi sono veramente incazzato...
lo so che voleva fare "solo" una battuta(almeno lo spero) ma se uno invece di chiedere umilmente scusa da dell'idiota, imbecille e coglione .... allora oltre a rispedire tutte queste belle parole al mittente...
vorrei che si facesse una bella querela da patte di tutto il popolo italiano(e non)

Anonimo ha detto...

Mancio; alla faccia della "leggerezza" ...
Annì e Frisbee; evidentemente la occasione era ghiotta per puntualizzare ciò che in questo stupido post era meno che di straforo: Berlusconi e la sua voglia irrefrenabile di voler fare il simpatico a tutti i costi (con i risultati che ne conseguono).
Nel suo articolo, Annunziata parla della satira "in pericolo" negli Stati Uniti prima ancora che in Italia. Pericolo paventato oltreoceano, non in Italia.
Per fortuna c'è Berlusconi, che con le sue uscite da guitto distrae l'attenzione ed evita a tanti di parlarne.
Non so se riuscirò, se mai mi dovesse capitare, di usare per Obama (o, perchè no? per qualche mio parente (sud)americano) il termine afroamericano invece di nero.
Ripenso ad uno sketch di (credo) Paolo Rossi che rifletteva sul fatto che uno svizzero è extracomunitario come un ambulante africano che vende tappeti in spiaggia ... E penso che un Afrikaner non è afroamericano perchè è bianco ...
Quanto mi piacerebbe un premier di colore in Italia (anche se il vero sogno resta il Papa) ... che bella prova di maturità sarebbe per discriminare chi sa fare satira e chi semplicemente è un povero di spirito.