La conosco da 16425 giorni. Potrei aggiungerci quelle 40 settimane in più, durante le quali sono stato al calduccio, al riparo dal freddo, coccolato ed accudito.
Sedicimilaquattrocentoventicinque giorni e 40 settimane fa non esistevano quegli strani macchinari che ti mostrano piccolo come una lenticchia prima, brutto come un ranocchio durante, più o meno "umano" dopo, quando sei lì lì per iniziare a strillare, una volta venuto fuori.
Nè esistevano quegli strani flaconi che spalmano gel sulle pelli stirate nè oggetti strani che visualizzano immagini su un monitor ed un dottore che dice: "Non fatevi regalare vestitini color rosa".
Da bambino ricordo, appeso su una parete di casa, un mattoncino nero con una scritta bianca fatta a mano: "Due cose nella vita non ti abbandoneranno mai: l'occhio di Dio che ti vede ovunque, il Cuore della Mamma che ti segue sempre"
In sedicimilaquattrocentoventicinque giorni e 40 settimane, dentro o fuori, caldo o freddo, vicino o lontano, allegro o triste, tranquillo nel mio letto di casa o sfidando la sorte all'altro capo del mondo, non riesco proprio a ricordare un istante in cui non abbia sentito, su di me, quella rassicurante presenza di chi ti ha dedicato la propria vita.
Che posso dire, ma'? Auguri.