giovedì 21 gennaio 2010

Caro prof

A volte è meglio sapere di non essere bravi a trovare le parole per descrivere l'amarezza che si prova nell'apprendere certe notizie. La consapevolezza di sapere che, per quanto uno si sforzi, non si riuscirà mai a trovare il modo di esprimere la tristezza che ti ha aggredito nel sapere che un amico non c'è più.
Ricordare tutti i momenti in cui le sono venuto a chiedere un consiglio, prima da studente, poi da "collega", e ricordare la disponibilità immutata, anzi crescente con la quale mi ha trattato, sempre, anche nei contesti più formali, offrendomi più di quello che avrei sperato ricevere; e poi, la stima e l'affetto che mi dimostrava e sulla quale ho sempre saputo di poter contare, non si cancelleranno così facilmente.
Non ho mai voluto abbandonare quel Lei, così formale, che pure tante volte ha cercato di togliermi. Non lo farò nemmeno ora.
Caro Professore, grazie di tutto.

1 commento:

Pietro Blu Giandonato ha detto...

Mi sono riavvicinato al prof. Michele Maggiore dopo più di una decina di anni, dopo che mi aveva concesso di fare da relatore ad una delle mie due tesine.
E' stata una gran bella cosa, per me, poter lavorare con lui nella nostra associazione, la SIGEA, nell'organizzazione di due convegni.
Ho scoperto la sua grande passione per la geologia fatta fuori dalle aule universitarie, con umiltà, cosa che ha fatto svanire nel nulla l'atavica e naturale soggezione che un prof ti può fare.
Se n'è andato un pezzo di storia geologica pugliese, oltre che un uomo che ho intuito, pur conoscendolo così poco, di una grande umanità e una infinita umiltà.

Addio prof, una sedia durante le riunioni alla SIGEA ci sarà sempre per Lei...