... però, a me la storia della polizza stipulata di voi consiglieri di
maggioranza suscita un sincero, leale, spassionato senso di sdegno.
Verso di voi.
Non per la polizza in sè, che è legittima.
E' giusto cautelarsi, perchè il lavoro ed il compito dell'amministratore
è delicato, molto delicato, molto più delicato, impegnativo e di
responsabilità di quanto lo si pensi.
E, forse, di quanto in qualcuno avesse pensato nell'imbarcarsi
nell'avventura amministrativa; di questa come di altre tornate
elettorali e consiliature relative.
Amministrare. Un lontano giorno di tanti anni fa, la prof di filosofia
ci disse: "Quando si parla di amministrazione, come la si gira e la si
volta, si parla di denaro".
In tanti giocano a fare i politici, ma nei comuni si amministra. Figuriamoci nei #paeselli.
Ciò non toglie, dunque, senso di responsabilità nel chi va a sedersi nei
banchi delle aule comunali. Si amministrano i soldi dei propri
cittadini, le loro risorse, la loro vita.
Nemmeno se si amministrasse un condominio di due appartamenti si
dovrebbe prendere la cosa a cuor leggero. Figuriamoci la amministrazione
di una comunità.
Ed allora, dicevo, è giusto cautelarsi perchè, proprio in virtù della
delicatezza del proprio compito, un amministratore non può dirsi
preparato su tutto, ed anche se lo fosse, sarebbe impossibile
primeggiare nello scibile umano (checchè c'è chi lo crede, pensando a se
stesso, ma questo è un altro ragionamento).
E, dunque, qualche volta un errore lo si può commettere. Ma che sia in
buona fede, ossia pensando di fare la scelta giusta, di prendere la
decisione corretta. Ma che sia ponderata, studiata, analizzata. E
condivisa in coscienza e consapevolezza. E se si sbaglia, se si crea un
danno è giusto che una polizza protegga il giusto lavoro di un
amministratore.
Paradossalmente meglio essere in cattiva fede per un proprio tornaconto,
nel senso che "il disonesto capace" è consapevole di ciò che fa.
L'onesto incapace può perfino essere ammissibile ma non quando anche
inconsapevole ed incosciente delle proprie azioni. #YesMan.
Ed allora, la polizza.
Non si può stuipulare una polizza assicurativa, ossia pararsi il culo
quando si inizia a realizzare di essere inadeguati al ruolo e che la
nave che si sta guidando sta andando a sbattere sugli scogli.
Io, e parlo da professionista (di provincia ma professionista), stipulo
la mia polizza assicurativa ogni anno a prescindere dal fatto che
lavorerò o meno, da che tipo di lavoro farò. Non è che inizio a fare un
lavoro, mi accorgo di essere entrato nella merda e mi assicuro.
Il cazzo!
Allora, se davvero le cose stanno così, se ci si è resi conto che le
cose stanno prendendo una brutta piega, amministratiamente parlando, non
è la stipula di una polizza la giusta decisione da prendere.
Ma le dimissioni.
Perchè qua l'unica polizza l'hanno stipulata i cittadini scegliendo voi,
votando voi come gli amministratori capaci di tirare su le sorti del
paese, per farlo crescere. e se di errori ne avreste commessi, chiunque
ve li avrebbe perdonati, se fatti in buona fede e con la consapevolezza
di ciò che si stava facendo, credendo davvero di capire e condividere le
decisioni che si avvaloravano alzando la manina.
I mesi di mugugni e "mal di pancia", però, ora cominciano ad essere
troppi. E se solo ora non sapete nemmeno voi di cosa siete stati
respionsabili per un anno e mezzo, se questa è la ragione che vi ha
messo giustamente in allarme, beh, fateci il piacere: firmate un altro
titpo di polizza; una polizza che assicuri non voi ma i vostri
concittadini ed elettori: le vostre dimissioni.
Fra le cose che la strada insegna ai ragazzi cresciuti "vastasi dentro", c'è l'eleganza efficace di alcuni modi di dire.
"C' na jè cazz p'u cul togghue, lassa perd!" spiega in modo crudele ma
sintetico e definitivo quello che dovrebbe essere il senso di
responsabilità che ognuno di noi, di voi dovrebbe avere quando svolge un
compito.
E' stato bello, grazie. Potevate dimostrare serietà anche con gli
errori. Ma questa si chiama consapevolezza di non avere capito molto, a
tempo scaduto.
C'è sempre tempo per recuperare il terreno perduto.
Ma quella polizza stipulata così, alla chetichella ha un sapore amaro per i vostri cittadini.
Poi, naturalmente, convincetemi del contrario, perchè io ho eletto voi
perchè vi ho creduto migliori di me. Non costringetemi a credere che
davvero, esiste una polizza anche per il cittadino elettore: quella di
starsene a casa.
Che è operazione di gran lunga più seria di chi va a difendere l'indifendibile, macchiandosi di un grave "reato morale": quello di avere fatto un torto ai cittadini.
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