giovedì 29 settembre 2016

Noi vogliamo tanto bene alla polizza italiana

...  però, a me la storia della polizza stipulata di voi consiglieri di maggioranza suscita un sincero, leale, spassionato senso di sdegno.
Verso di voi.
Non per la polizza in sè, che è legittima.
E' giusto cautelarsi, perchè il lavoro ed il compito dell'amministratore è delicato, molto delicato, molto più delicato, impegnativo e di responsabilità di quanto lo si pensi.
E, forse, di quanto in qualcuno avesse pensato nell'imbarcarsi nell'avventura amministrativa; di questa come di altre tornate elettorali e consiliature relative.
Amministrare. Un lontano giorno di tanti anni fa, la prof di filosofia ci disse: "Quando si parla di amministrazione, come la si gira e la si volta, si parla di denaro".
In tanti giocano a fare i politici, ma nei comuni si amministra. Figuriamoci nei #paeselli.
Ciò non toglie, dunque, senso di responsabilità nel chi va a sedersi nei banchi delle aule comunali. Si amministrano i soldi dei propri cittadini, le loro risorse, la loro vita.
Nemmeno se si amministrasse un condominio di due appartamenti si dovrebbe prendere la cosa a cuor leggero. Figuriamoci la amministrazione di una comunità.
Ed allora, dicevo, è giusto cautelarsi perchè, proprio in virtù della delicatezza del proprio compito, un amministratore non può dirsi preparato su tutto, ed anche se lo fosse, sarebbe impossibile primeggiare nello scibile umano (checchè c'è chi lo crede, pensando a se stesso, ma questo è un altro ragionamento).
E, dunque, qualche volta un errore lo si può commettere. Ma che sia in buona fede, ossia pensando di fare la scelta giusta, di prendere la decisione corretta. Ma che sia ponderata, studiata, analizzata. E condivisa in coscienza e consapevolezza.  E se si sbaglia, se si crea un danno è giusto che una polizza protegga il giusto lavoro di un amministratore.
Paradossalmente meglio essere in cattiva fede per un proprio tornaconto, nel senso che "il disonesto capace" è consapevole di ciò che fa. L'onesto incapace può perfino essere ammissibile ma non quando anche inconsapevole ed incosciente delle proprie azioni. #YesMan.
Ed allora, la polizza.
Non si può stuipulare una polizza assicurativa, ossia pararsi il culo quando si inizia a realizzare di essere inadeguati al ruolo e che la nave che si sta guidando sta andando a sbattere sugli scogli.
Io, e parlo da professionista (di provincia ma professionista), stipulo la mia polizza assicurativa ogni anno a prescindere dal fatto che lavorerò o meno, da che tipo di lavoro farò. Non è che inizio a fare un lavoro, mi accorgo di essere entrato nella merda e mi assicuro.
Il cazzo!
Allora, se davvero le cose stanno così, se ci si è resi conto che le cose stanno prendendo una brutta piega, amministratiamente parlando, non è la stipula di una polizza la giusta decisione da prendere.
Ma le dimissioni.
Perchè qua l'unica polizza l'hanno stipulata i cittadini scegliendo voi, votando voi come gli amministratori capaci di tirare su le sorti del paese, per farlo crescere. e se di errori ne avreste commessi, chiunque ve li avrebbe perdonati, se fatti in buona fede e con la consapevolezza di ciò che si stava facendo, credendo davvero di capire e condividere le decisioni che si avvaloravano alzando la manina.
I mesi di mugugni e "mal di pancia", però, ora cominciano ad essere troppi. E se solo ora non sapete nemmeno voi di cosa siete stati respionsabili per un anno e mezzo, se questa è la ragione che vi ha messo giustamente in allarme, beh, fateci il piacere: firmate un altro titpo di polizza; una polizza che assicuri non voi ma i vostri concittadini ed elettori: le vostre dimissioni.
Fra le cose che la strada insegna ai ragazzi cresciuti "vastasi dentro", c'è l'eleganza efficace di alcuni modi di dire.
"C' na jè cazz p'u cul togghue, lassa perd!" spiega in modo crudele ma sintetico e definitivo quello che dovrebbe essere il senso di responsabilità che ognuno di noi, di voi dovrebbe avere quando svolge un compito.
E' stato bello, grazie. Potevate dimostrare serietà anche con gli errori. Ma questa si chiama consapevolezza di non avere capito molto, a tempo scaduto.
C'è sempre tempo per recuperare il terreno perduto.
Ma quella polizza stipulata così, alla chetichella ha un sapore amaro per i vostri cittadini.
Poi, naturalmente, convincetemi del contrario, perchè io ho eletto voi perchè vi ho creduto migliori di me.  Non costringetemi a credere che davvero, esiste una polizza anche per il cittadino elettore: quella di starsene a casa.
Che è operazione di gran lunga più seria di chi va a difendere l'indifendibile, macchiandosi di un grave "reato morale": quello di avere fatto un torto ai cittadini. 

Nessun commento: