venerdì 28 maggio 2010

Vaccini porcini

Il Vs. blogger preferito ne parlò qualche tempo fa.
Oggi si legge che si comincia a restituire il malloppo. O meglio, quello che persino il più scalcagnato detective del più stupido dei telefilm polizieschi rappresenterebbe la prova provata di un vero e proprio furto; o forse di una truffa sfacciatamente organizzata da uno di quei poteri forti che nessuna finanziaria "lacrime e sangue", nessuna campagna mediatica, nessuna "offensiva di governo e forze dell'ordine" riesce mai a colpire.
Le ditte farmaceutiche riescono sempre a ricavar quattrini da veri o (forse soprattutto) fasulli allarmi.
La campagna mediatica scatenata paventando il pericolo H1N1, ha secondo me rappresentato uno dei momenti di più sfacciata combine organizzata fra ditte farmaceutiche e poteri dello Stato/i; una misteriosa pandemia apparsa in Messico e Stati Uniti nella prima metà del 2009, con contagi e morti a causa di un misterioso virus che pareva avrebbe debellato l'umanità, che si pensava che l'unico che avrebbe potuto salvarci era Dustin Hoffman. Un allarme che scomparve misteriosamente dai media italiani a giugno, quando iniziava la stagione del turismo, per poi riapparire, più virulento e aggressivo che mai, verso settembre-ottobre.
L'opinione pubblica manifestava perplessità: il ricordo della aviaria era ancora troppo fresco per non insinuare nelle menti scettiche degli italiani che, forse, ci fosse qualcosa sotto; che qualcuno potesse "marciarci".
Appelli e controappelli per convincere i riottosi a vaccinarsi. "Due influenze, due vaccini", era lo slogan. Eppure ... la gente non si accalcava nè negli ospedali, nè negli ambulatori per inocularsi questo benedetto vaccino miracoloso.
Si usò il termine di "flop" per le vaccinazioni. Al contrario, quello apparve (agli occhi di qualcuno oramai troppo disilluso per non accettare lo scetticismo come scelta di vita) tutt'altro che un flop, ma bensì un successone. Un successone da parte di chi aveva realizzato qualcosa di simile ad un sei al superenalotto, con una scheda da due colonne avuta in regalo: la vendita di un antidoto ad un contagio sopravvalutato; tanto sopravvalutato che le vaccinazioni sono state pochissime nonostante il battage pubblicitario sui media incitasse al panico.
Pur con tutta la solidarietà umana a chi purtroppo è passato a miglior vita, mi destava una certa impressione il voler annoverare la morte di qualche ultraottantenne o di qualche malato terminale come dovuta a "influenza A". Non è mai stato diffuso un confronto fra le morti per l'influenza (spagnola, cinese, coreana, ecc.) che ogni anno si diffonde nel periodo invernale in Italia e in Europa. Nonostante le vaccinazioni, in questo caso, siano molte ma molte di più, ed oramai vaccinarsi, per moltissimi, rappresenta oramai una prassi consolidata.
Non so se Topo Gigio chiederà i danni per l'uso strumentale che si è atto della sua limpida immagine di pupazzo che ha accompagnato tante generazioni di bambini. A cui, credo, non è mai stato detto che ci si deve lavare le mani altrimento si sarebbero ammalati di "Influenza A".
Mi domando se a qualcuno nel governo verrà in mente di trovare un sistema per fare pagare un po' di costi di questa crisi anche alle case farmaceutiche. Che, deve essere per il mestiere che fanno ... godono sempre ottima salute.

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